ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 21 marzo 2021

Nel guado del relativismo

La Chiesa a un punto di svolta. Ecco cosa ha "chiesto" il Papa

Bergoglio ha messo l'ecologia in cima all'agenda. Ma questa visione preoccupa i più conservatori. Ecco cosa cambia

Il concetto di "ecologia integrale" non è stato inventato da papa Francesco. Di "conversione ecologica" aveva già parlato Giovanni Paolo II. Quando il vescovo di Roma cita la questione "ambiente" e sua "tutela", viene tacciato di progressismo.


La realtà è che la Chiesa cattolica si pone il problema da tempo. L'ambientalismo ha sempre fatto parte del dibattito dottrinale (oltre che di quello politico). Sono i problemi odierni semmai a far sì che le istanze ambientaliste siano sulla cresta dell'onda.

Il Papa viene attaccato da destra per via del suo insistere sull'ecologia. Quest'ultima fa parte di temi economico-sociali su cui gli ecclesiastici dovrebbero - insistono dal tradizionalismo ecclesiastico - intervenire il giusto. Perché il cuore dell'attivita del Vaticano e del suo vertice - aggiungono - non può che essere la spiritualità. La critica mossa verso l'ex arcivescovo di Buenos Aires verte quindi sugli ambiti che Bergoglio tratta, al netto degli accenti che pone.

Il Papa però non molla un millimetro. Se Laudato Sì è un caposaldo, gli avvertimenti continui sulla necessità della "conversione ecologica" stanno diventando una costante. L'ecologia - come dichiara l'opposizione a Bergoglio con tono sfavorevole - è ormai parte della dottrina cattolica. E questo, nonostante il riemergere di tendenze culturali sì ambientaliste ma anche conservatrici, non è ritenuto opportuno dalla parte meno persuasa dalla pastorale di questo pontificato.

L'agenda del Papa per il mondo post-pandemico

Anche Benedetto XVI si era posto il tema "ecologia". In Caritas in Veritateil papa emerito si era interessato della difesa del "Creato" inteso come dono di Dio. Joseph Ratzinger ha persino richiamato l'umanità ad una correzione dello "stile di vita" in prossimità delle catastrofi derivanti da "edonismo" e "consumismo". Insomma, Bergoglio non è il primo successore di Pietro ad avvertire il mondo del pericolo imminente legato allo sfruttamento ambientale. Il "fronte anti-Bergoglio" lega la questione alla crisi vocazionale vissuta dalla Chiesa. Nel senso che l'attuale corso, che si sarebbe appoggiato troppo al mondo ed ai suoi costumi, avrebbe perso di vista le priorità, che per la destra ecclesiastica sono diverse. Ma come vedremo quest'analisi viene bocciata anche da esperti non progressisti.

Periferie "economico-esistenziali", redditualità universale, rivisitazione in chiave anti-globalizzazione sfrenata delle logiche economiche, gestione aperturista dei fenomeni migratori ed appunto ecologia integrale: tutto questo, per i conservatori, è contestabile, mentre per il Papa rappresenta il cuore dell'avvenire post-pandemico. Per Bergoglio, la strada che conduce la fede oltre il guado del relativismo è quella della "Chiesa in uscita", mentre i tradizionalisti vorrebbero una fuga benedettina, sulla scia di "Opzione Benedetto", l'ormai iconico libro di Rod Dreher. Tornare alla spiritualità, dicono da destra, prescindendo dal "consenso". Attorno a questa dialettica non ruota solo la vita culturale della Chiesa contemporanea, ma pure le scelte che verranno compiute da qui ai prossimi decenni.

Le ultime posizioni di Papa Francesco

Il viaggio in Iraq è apparso come uno spartiacque contenutistico e narrativo del pontificato del primo Papa gesuita della storia, che nel frattempo è giunto ad otto anni di pontificato. In realtà, quella visita apostolica può servire anche come rilancio per la pastorale, il magistero pontificio ed i suoi topoi strutturali. La visita apostolica in Iraq è stata letta secondo le categorie proprie della tutela dell'identità - quelle che sono condivise anche da "destra" -, ma una volta tornato a Roma il pontefice ha rilanciato. In "Dio e il mondo che verrà", un libro-intervista al Papa con Domenico Agasso de La Stampa, il Papa ha ribadito che"...la via per la salvezza dell'umanità passa attraverso il ripensamento di un nuovo modello di sviluppo", rimarcando ancora la necessità di una "svolta economica verso il verde". E ancora: "Cambiando gli stili di vita che costringono milioni di persone, soprattutto bambini, alla morsa della fame potremo condurre un'esistenza più austera che renderebbe possibile una ripartizione equa delle risorse".

Dubbi non ce ne sono: dipendesse dal Papa l'ecologia diventerebbe un paradigma del mondo che verrà. Al contempo, però, la Chiesa deve tenere botta all'avvento del relativismo, che sta mettendo in discussione persino il ruolo sociale svolto dalle confessioni religiose occidentali. Una crisi - quella che investe il contesto ecclesiastico - che i conservatori ventilano da tempo, almeno dal principio del pontificato di Bergoglio. L'ecologismo ha a che fare, ad esempio, con la crisi vocazionale? Per dirla meglio: l'adesione alle tematiche cavalcate dalla politica produce un effetto di allontanamento? Per il professor Eugenio Capozzi, che abbiamo voluto interpellare in materia, le due cose non sono correlate: "Credo che i motivi del calo delle vocazioni siano molto più complessi, e abbiano a che fare con la generale diluizione del messaggio cristiano in dottrina etica e sociale genericamente umanitaria. L'adesione all'ecologismo ideologico, con accenti in qualche caso panteistici, è uno degli aspetti di questo fenomeno di secolarizzazione, di scolorimento della dimensione trascendente". Dietro l'ecologia integrale, per i conservatori, si nasconde pure un rischio panteistico, come peraltro era stato segnalato, sempre dai critici del Papa, durante il Sinodo panamazzonico.

Il pericolo di un "ambientalismo ideologizzato"

Però l'ambientalismo ormai non è soltanto una priorità progressista. Basti pensare al governo presieduto di Mario Draghi e alla centralità destinata alla transizione ecologica. Spacciare l'ecologia come una tematica di parte non è condiviso. Francesco Giubilei sostiene da tempo la tesi secondo cui ambientalismo e conservatorismo sarebbero correlati in via naturale. L'ecologia non è un monopolio della sinistra. Ma al netto delle letture culturali, il quesito che viene naturale porre riguarda il perché delle critiche al Papa.

Se l'ambientalismo è destinato ad essere posto su ogni tavolo istituzionale da qua a qualche decennio, perché criticare Bergoglio sulla sua insistenza? Il professor Capozzi la vede così: "L'ambientalismo ideologizzato, dai tratti apocalittici e antiumanistici, è uno tra gli elementi identificativi della cultura delle élites occidentali nel mondo globalizzato, uno tra i vari modi di declinare il relativismo". Sì, ma cosa c'entra la Chiesa? "L'impegno della Chiesa cattolica per la salvaguardia del Creato dovrebbe evitare accuratamente di confondersi con questa accezione dell'ambientalismo, ma non mi pare ponga particolare attenzione a fare le opportune distinzioni". Non è tanto il "cosa", dunque, ma il "come" a preoccupare gli animi di una parte della base cattolica in fermento per l'avvento della "ecologia integrale".

La continuità ambientalista tra Francesco e Benedetto XVI

L'ultima intervista rilasciata da Joseph Ratzinger dovrebbe aver chiarito le idee ai sedevacantisti: il Papa è uno ed è Francesco. I teorici della discontinuità tra gli ultimi due pontefici continuano ad intravedere differenze. Di sicuro lo stile comunicativo del Papa gesuita non è quello del Papa teologo, ma questo è un elemento abbastanza scontato e prevedibile sin dall'elezione dell'argentino. Allo stesso tempo, il mondo è cambiato da Ratzinger in poi, e sono cambiate pure le priorità che un vescovo di Roma fissa nella sua agenda.

Certo, Ratzinger avrebbe difficilmente assecondato la causa di Greta Thunberg. E anche il professor Eugenio Capozzi sembra evidenziare una progressione del concetto di "ecologia integrale" che distinguerebbe il ratzingerismo da quello che è venuto dopo: "Il concetto di ecologia integrale è stato elaborato da papa Benedetto XVI, ed è molto importante perché ricorda che non può esistere alcuna salvaguardia del Creato se non si mette al centro l'uomo, anzi la vita umana, con tutti i suoi legami economici, sociali, culturali, affettivi che costituiscono la comunità. Purtroppo mi pare che quella intuizione sia stata in seguito complessivamente banalizzata, volgendola verso una sorta di generale afflato alla comunione tra uomo e natura in cui la centralità dell'uomo appare appannata". La sensazione è che di ecologia parleranno con sempre maggiore costanza tutti i principali attori geopolitici ed istituzionali del globo. Anche in questo caso, sarà il "come" ad alimentare il dibattito.

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https://www.ilgiornale.it/news/cronache/papa-abbraccia-lecologia-chiesa-crisi-vocazionale-1930853.html

Papa Francesco chiede un "nuovo ordine mondiale" dopo la pandemia

"Teniamo tutti a mente che c'è qualcosa di peggio di questa crisi: il dramma di sprecarla"

Il DRAMMA, direi che è dei MASSONI.
Non certo degli uomini che abitano su questa Terra. Ogni sua parola conferma sempre più la sua diciamo simpatia per certa gente, la stessa che dopo aver causato la cosidetta pandemia che sfugge ad ogni controllo scientifico rigoroso di scienziati SERI, e dopo che nessun covid19 è mai stato trovato, e dopo che i tamponi sono più farlocchi di uno scherzo di carnevale, e che hanno lasciato, a scopo terroristico mediatico, morire gente, per protocolli sbagliati, forse dolosamente e chissà, vietando le autopsie e cremando i cadaveri, ora che tutto il liquame di fogna sta venendo a galla, si insiste, senza pudore profittando di un ruolo per convincere i cattolici e fare PROPAGANDA, senza considerare che i massoni sono e resteranno sempre degli scomunicati.
L'inferno esiste ed è pieno di massoni e loro amici.
IL GRANDE RISVEGLIO degli UOMINI di tutta la Terra in contrapposizione al GREAT RESET DI POCHI OLIGARCHI.
Non abbiamo bisogno che gli uomini di DAVOS decidano LA NOSTRA VITA e quella del pianeta seguendo i dettami del Georgia Guidestones. ABBIAMO I DIECI COMANDAMENTI, che sono quelli che un cattolico dovrebbe osservare assieme al Vangelo e non idolatrare Pachamama e il great reset dei Massoni. DIO e non la massoneria è a capo dei cattolici.


Papa Francesco chiede un "nuovo ordine mondiale" dopo la pandemia

Di THOMAS D. WILLIAMS, PH.D. 15 marzo 2021 FONTE

ROMA - Papa Francesco insiste in un nuovo libro le cose non saranno più le stesse in un mondo post-pandemico, chiedendo invece l'istituzione di un “nuovo ordine mondiale”.

In un libro- intervista al giornalista Domenico Agasso intitolato God and the World to Come , prevista per il rilascio in lingua italiana il Martedì, il Pontefice ribadisce il suo caso per il Grande Reset con un allontanamento dalla speculazione finanziaria, i combustibili fossili, e build-militare verso un'economia verde basata sull'inclusione.

Dopo la pandemia di coronavirus, “nessuno oggi può permettersi di stare tranquillo”, dichiara il papa in un lungo estratto dal libro pubblicato da Vatican News. "Il mondo non sarà mai più lo stesso. Ma è proprio all'interno di questa calamità che bisogna cogliere quei segni che possono rivelarsi i capisaldi della ricostruzione ”.

"Teniamo tutti a mente che c'è qualcosa di peggio di questa crisi: il dramma di sprecarla", afferma. "Non possiamo uscire da una crisi come prima: o ne usciamo meglio o ne usciamo peggio".

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Possiamo sanare l'ingiustizia "costruendo un nuovo ordine mondiale basato sulla solidarietà, studiando metodi innovativi per sradicare il bullismo, la povertà e la corruzione", aggiunge, "lavorando tutti insieme, ciascuno per la propria parte, senza delegare e spendere soldi".

Questo nuovo ordine mondiale si baserà sull'eliminazione delle disuguaglianze e sulla cura dell'ambiente, afferma il papa.

"Non possiamo più accettare allegramente disuguaglianze e perturbazioni ambientali", dichiara. "La via per la salvezza dell'umanità passa attraverso la creazione di un nuovo modello di sviluppo, che indiscutibilmente mette al centro la convivenza tra i popoli in armonia con il Creato".

Come percorso verso una soluzione, Francesco indica i giovani coinvolti in "movimenti ecologici".

“Se non ci rimbocchiamo le maniche e ci prendiamo subito cura della Terra, con scelte personali e politiche radicali, con una svolta economica 'verde' indirizzando gli sviluppi tecnologici in questa direzione, prima o poi la nostra casa comune ci butta fuori la finestra ", insiste.

Il papa afferma anche la sua convinzione che il mondo debba essere guarito dalla “mentalità speculativa dominante” per essere ristabilito “con un '' anima '” per ridurre il divario tra chi ha accesso al credito e chi no.

I cristiani e le persone di buona volontà dovrebbero scegliere quali imprese sostenere sulla base di quattro criteri, propone Francesco, e cioè: "inclusione degli esclusi, promozione degli ultimi, bene comune e cura del Creato".

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“In questo momento si tratta di ricostruire dalle macerie”, suggerisce il papa, un compito che coinvolge chi è al governo così come il resto della popolazione.

"È ora di rimuovere l'ingiustizia sociale e l'emarginazione", afferma. "Se cogliamo il processo in corso come un'opportunità, possiamo prepararci per il domani all'insegna della fraternità umana, alla quale non c'è alternativa, perché senza una visione d'insieme non ci sarà futuro per nessuno".

Parte del Great Reset comporta anche la fine della corsa agli armamenti, aggiunge.

"Non è più tollerabile continuare a produrre e trafficare armi, spendendo enormi quantità di capitali che dovrebbero essere utilizzati per curare le persone e salvare vite umane".

"Contro questa discordia planetaria che sta stroncando il futuro dell'umanità sul nascere, abbiamo bisogno di un'azione politica che sia il frutto dell'armonia internazionale", dichiara, sollecitando la fine del "nazionalismo miope" e di altre forme di "egoismo politico". ”A favore di soluzioni multilaterali. ( Fare clic per sorgente )
nolimetangere

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