ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 20 marzo 2021

Un triangolo piccolo borghese?

 DIFENDIAMO LA FAMIGLIA 

                


Chi avrebbe potuto immaginare, qualche decennio fa, che avremmo dovuto difendere la famiglia dagli attacchi che sarebbero pervenuti proprio dalla Chiesa? Ma molte sono le cose che non avremmo potuto immaginare. 


Mons. Philippe Bordeyne, aveva dichiarato, tra tante altre amenità, in un’intervista con La Croix, nell’aprile 2016, come citato dal sito web cattolico “Riposte Catholique”:

«La società ha bisogno della famiglia, che non si ferma al TRIANGOLO PICCOLO BORGHESE di padre, madre e figli, perché è il luogo in cui ogni individuo cresce come persona in relazione. Disprezzare famiglie diverse sarebbe anche disprezzare questo lavoro di socializzazione».  È con queste premesse che è stato nominato presidente dell’Istituto Pontificio Istituto Teologico Giovanni Paolo II per le Scienze del Matrimonio e della Famiglia.

Monsignore, io non so a quale religione lei appartenga, ma noi della mia famiglia, come tutte le altre famiglie del mio paese, padre, madre e figli, padre che lavorava dalla mattina molto presto alla sera molto tardi, madre che cercava di farci avere un'esistenza dignitosa, nella faticosa, incessante, cura della casa, dei bisogni primari, con le mani rovinate per i geloni e poi dall’artrosi per i panni da lavare con l’acqua fredda, anche nella malattia portata sempre in piedi, nelle cautele continue, dirette ed indirette, sull'educazione dei figli, cercando di offrire a loro una vita dignitosa, nell’offerta a Dio del sacrificio mai fatto pesare, vivevamo in FAMIGLIE PICCOLO BORGHESI?

E noi genitori della mia famiglia, oggi, come tante altre che conosco, che si confrontano, ogni giorno, comunque convivendoci, con un mondo quasi del tutto “scristianizzato” e perciò pagano, perché ha fatto un’alleanza con altri dei; che provano, in modo sistematicamente perdente, nel loro ambito, a far applicare i requisiti minimi del senso della Giustizia, ormai sopraffatta dalla prassi del “fatalismo sociologico”; che si affannano a ri-educare i propri figli dalle continue idiozie che il mondo gli propone, che si impegnano a combattere il disordine morale proponendo, in un clima di sopraffazione, l’insegnamento tradizionale della Chiesa sulla Famiglia e sulla VITA; che tentano di salvare i propri figli dallo tsunami immorale anticristiano che ormai dilaga sulla nostra civiltà, senza in questo avere aiuto alcuno dalla Chiesa odierna... anzi... viviamo in una FAMIGLIA PICCOLO BORGHESE?

E la famiglia di Gesù, la Madonna e San Giuseppe, nelle tribolazioni della loro fuga in Egitto, nella quotidianità serena di Nazareth, nelle cure per la crescita del piccolo Gesù,  era UN TRIANGOLO PICCOLO BORGHESE ?
È con queste premesse che lei continuerà l’opera distruttiva di quelli che lo hanno preceduto nell’Istituto voluto da san Giovanni Paolo II, con ben altri fini? Dovrebbe vergognarsi ma non credo che ciò le sia possibile…

Claudio Gazzoli
AVE MARIA

RUBRICA SPIRITUALE DEDICATA ALLA
SANTISSIMA VERGINE MARIA


a cura della Fraternità San Pio X


Quello che lo Sposo di Maria ci insegna
sulle virtù dell’uomo




Sogno di San Giuseppe


 

Pubblicata dalla FSSPX il 19 marzo 2021


Com’è che San Giuseppe divenne il degno sposo di Maria, l’uomo buono e giusto per eccellenza? Fu con l’apprendimento della Saggezza dell’Antico Testamento.

La sua vita era quella di un semplice operaio che viveva poveramente. Egli compiva il suo lavoro senza allontanarsi dal cammino tracciato dalla legge divina e apprese come sopravvivere in mezzo a uomini senza scrupolo, discernendo le loro intenzioni, rifiutando gli sterili litigi e difendendo la vedova e l’orfano senza allontanarsi dalla giustizia.

Il libro della Saggezza ci racconta la storia del suo ideale spirituale che ogni giovane uomo dovrebbe far suo e mettere in pratica.

Per raggiungere il centro della sua formazione, dobbiamo aderire a quanto segue. Il cammino verso la saggezza deve passare attraverso l’istruzione, le prove, il controllo di sé e le afflizioni di ogni tipo, nel quadro dell’obbedienza alla legge di Dio con un reale desiderio di giustizia (Eccl. 1:4; 1:30; 4:14; 6:18 e 24). Applichiamo dunque a noi stessi queste tappe della formazione spirituale di San Giuseppe.

L’istruzione consiste nello studio del catechismo, dell’insegnamento dogmatico della Chiesa e della vita dei Santi. Chiunque è negligente in questo dominio sarà vittima del cattivo esempio o della propria pigrizia. Di più, San Giuseppe insegna che tutto deve essere fatto tramite Maria e per Maria, poiché ella è la sede della Saggezza che ha dato Cristo al mondo e che ci condurrà a Lui, insegnandoci le virtù di suo Figlio.

Le nostre prove sono innanzi tutto le tentazioni. Ogni volta che siamo tentati o in presenza di circostanze difficili, le nostre virtù sono messe alla prova e mosse fino al loro vero limite. Al momento del fallimento, ci rialziamo subito per una nuova battaglia? E al momento della vittoria, cadiamo nell’orgoglio o raccogliamo  queste nuove grazie per il futuro? È rialzandosi dopo le cadute e rimanendo radicati nell’umiltà che diventeremo degni della Saggezza.

Il controllo di sé, per San Giuseppe consisteva nel mantenimento e la preservazione di quella purezza che aveva scelto e nel mai permettere che la sua anima fosse sporcata da qualche peccato. La sua disciplina di vita si manifestava con la cura del dovere da compiere e con una grande attenzione nel fuggire le occasioni di peccato. La sua ricompensa fu molto grande, poiché già sulla terra egli ricevette per compagna Maria Immacolata.

Le afflizioni di ogni tipo sono la sorte di ogni uomo giusto che si propone di combattere fino alla morte per la giustizia. Prima di tutto nella sua anima: preferendo sia la morte al peccato sia l’obbedienza alle leggi divine. Secondo poi, gli saranno riservate numerose prove mentre cerca di far sì che il mondo intero renda a Dio il culto degno della Sua Maestà.

Tuttavia, questo lavoro non era quello di San Giuseppe, perché la sua missione era di essere il protettore di Gesù e Maria durante la loro vita nascosta, piuttosto è il nostro lavoro. E se facciamo dei veri sforzi pubblici per la legge di Dio, le afflizioni saranno la nostra ricompensa.

Insomma, si tratta di allontanarsi dal mondo e di rivestire l’uomo nuovo formato alla disciplina simile a quella di San Giuseppe.
Per amore di Maria e a imitazione di San Giuseppe, mettiamo da parte i giornali e facciamo della giustizia di Dio la principale preoccupazione della nostra vita.

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