“Troppo spesso ci contorciamo per adattarci a quello che pensiamo sia un comportamento o un pensiero approvato. Copriamo le nostre convinzioni per evitare di essere il bersaglio del disprezzo. Col tempo, un legittimo esercizio di prudenza può degradarsi in un’abitudine che sporca l’anima. Nessuna persona integerrima tradisce le sue convinzioni; dire bugie che sappiamo essere bugie ci uccide interiormente.”

Un articolo di Francis X. Maier, pubblicato su The Catholic Thing, nella mia traduzione.  

mons. Charles Chaput, arcivescovo di Philadelphia
mons. Charles Chaput, arcivescovo emerito di Philadelphia

Charles Chaput si è ritirato come arcivescovo di Filadelfia esattamente un anno fa e, almeno per lui, sono stati dodici mesi tranquilli e molto privati. Privati, ma non improduttivi. Henry Holt Ltd, una casa editrice di Macmillan, pubblicherà il suo ultimo libro – Things Worth Dying For: Thoughts on a Life Worth Living (Cose per cui vale la pena morire: Pensieri su una vita degna di essere vissuta) – il 16 marzo. Il lettore troverà nelle sue pagine l’opera più memorabile e commovente di Chaput; ma poi, insieme a molti altri, ho aiutato nella ricerca mentre l’arcivescovo completava le sue bozze. Quindi una recensione è meglio lasciarla a voci diverse.

Ci sono tre brevi passaggi (traduco gli ultimi due, ndr) del suo prossimo libro che, tuttavia, vale la pena condividere qui e specialmente ora. Egli scrive:

(…)

E più avanti nota:

Per troppi di noi, la libertà non significa più la capacità di sapere, di scegliere e di fare ciò che è moralmente giusto; piuttosto, significa ciò che lo studioso D.C. Schindler ha descritto come “libertà dalla realtà” stessa. È una libertà letteralmente “diabolica” nel senso delle radici greche originali della parola: dia (tra) e ballo (gettare), che significa grosso modo separare o dividere. Di conseguenza, cerchiamo incessantemente di reimmaginare il mondo per soddisfare i nostri desideri, e poi costringiamo gli altri a credere alle nostre illusioni.

La verità è per l’anima umana come l’acqua per un deserto. Dà vita. Inoltre, come disse una volta Qualcuno di famoso (Gv 8,32), ci rende liberi. Il coraggio e l’onestà sono i pilastri che sostengono una cultura della verità; permettono una libertà fondata sulla realtà. La loro assenza produce il contrario. Questo è il motivo per cui, nonostante i pii appelli dell’attuale amministrazione (di Biden, ndr) all’unità e al ritorno ai migliori ideali dell’America, ciò che in realtà abbiamo ora è una cultura politica di menzogna sistematica e irrealtà, guidata dalla volontà di potere.

Chiunque dubiti della mendacità dei nostri nuovi leader e della loro immunità di gregge al virus altrimenti noto come fatto, deve solo guardare la performance della candidata segretaria alla salute (dell’amministrazione Biden, ndr), la dottoressa Rachel (ex “Richard”) Levine (un transgender, uomo biologico che si sente donna, ndr), recentemente interrogata dal senatore Rand Paul.

È un segno dei nostri tempi che Paul (egli stesso un medico), non Levine, sia stato successivamente criticato in maniera feroce dai media mainstream per aver posto domande “offensive” e “ignoranti” sulla mutilazione genitale dei bambini percepiti come confusi dal punto di vista sessuale; il linguaggio approvato, si scopre, è “gender-affirming health care”.  In altre parole, far fare una transizione di sesso ad un minore non è più una forma di abuso sessuale sui bambini di quanto l’aborto sia una forma di uccisione del nascituro. Entrambi sono beni positivi.

La realtà, come la biologia, è ora malleabile – persino cancellabile. Il giorno in cui ho scritto questo articolo, la parola “Richard” non appariva da nessuna parte nella voce della biografia di Levine su Wikipedia, nemmeno come residuo della storia personale. Ciò che ci facciamo dimenticare, in effetti, non è mai esistito.

Gli americani sono sempre stati un popolo pratico. Le persone ragionevoli nel flyover country – cioè quelle colonie oscure fuori Cartagine sul Potomac e il corridoio DC/Boston – saranno tentate di scrollarsi di dosso questa follia come una specie di auto-ipnosi, certi che faccia il suo corso per poi crollare. Questo è un errore. Se il secolo scorso ha insegnato una lezione, è che le idee velenose possono avere una durata sorprendente e un costo amaramente alto in sofferenza. Inoltre si diffondono e mutano se non vengono fermate. E fermarle richiede persone di coraggio e onestà.

Il che ci porta a un terzo e ultimo passaggio delle Cose di Chaput:

La codardia è molto brava a nascondersi dietro la prudenza. Troppo spesso ci contorciamo per adattarci a quello che pensiamo sia un comportamento o un pensiero approvato. Copriamo le nostre convinzioni per evitare di essere il bersaglio del disprezzo. Col tempo, un legittimo esercizio di prudenza può degradarsi in un’abitudine che sporca l’anima. Nessuna persona integerrima tradisce le sue convinzioni; dire bugie che sappiamo essere bugie ci uccide interiormente. Anche il silenzio, che a volte è prudente, può avvelenare la nostra integrità e diventa un modo standard per evitare le conseguenze di ciò che affermiamo di credere. Gesù ci esorta ad amare il nostro prossimo come noi stessi. L’amore non può mai implicare accettare o unirsi al male degli altri. L’amore di sé proprio di un cristiano include l’amore per l’onore personale, quello che deriva dal vivere con integrità in un mondo che vorrebbe farci tradire le nostre convinzioni.

Negli anni in cui ho lavorato per l’arcivescovo Chaput, ho scoperto sia la qualità del suo carattere che il suo appetito per i film. Ne ha visti centinaia.Tra i suoi preferiti, comprensibilmente, c’è Un uomo per tutte le stagioni, basato sull’opera teatrale di Robert Bolt. Tuttavia, come Bolt stesso ha detto, ha scritto la sua opera non come un argomento per la verità, ma in difesa della coscienza personale, qualunque siano le convinzioni di una persona.

Il vero Thomas More avrebbe trovato incomprensibile il ragionamento di Bolt. More credeva nell’esistenza della verità – non solo la “mia” verità o la “tua” verità, ma la verità, la verità universale e duratura di Dio – indipendentemente dalle nostre opinioni personali. Per More, quella verità risiede con bellezza e autorità uniche nella Chiesa Cattolica, e noi dobbiamo ai suoi insegnamenti la nostra lealtà, senza riserve, se affermiamo di essere cattolici.  Ecco perché è morto per lei, e perché la sua fedeltà rimane un modello per noi in ogni stagione: la buona, la cattiva. . .

E la nostra.  Qualcosa da ricordare nei giorni a venire.

Di Sabino Paciolla