Dal Covid ci ha protetti Dio, ecco come. Altro che vaccino
Quella del vaccino è ormai diventata una nuova religione, con i suoi sacramenti (igiene, distanza...), i suoi santi (i vaccinati), i suoi comandamenti (Ricordati di vaccinarti; non desiderare il vaccino d'altri). Ma è una falsa religione. E lo dice una persona che per un mese e mezzo è stata attaccata all'ossigeno con una polmonite gravissima causa Covid. Ma tutta la Comunità Shalom è stata preservata grazie alle preghiere e all'assistenza di un'infermiera volontaria. Ognuno scelga liberamente se vaccinarsi o meno, ma ci si lasci liberi di vivere la nostra fede e non aderire a una religione degenerata.
Il mio professore di filosofia era un grande personaggio: portava i baffetti all’insù - stile Ottocento - e una giacca a quadri verdi e rossi! Sì, era un tipo un po’ stravagante nella sua estetica ma il suo pensiero era certamente nitido, chiaro e tagliente. Era solito dire: “Cari i miei giovani scrutate sempre bene la realtà e non fidatevi mai di come si presenta… andate oltre, molto oltre! Leggete ciò che gli altri non scorgono… e non dimenticate mai che il mondo è diviso a metà: c’è chi pensa senza fare e c’è chi fa senza pensare. Volete tenere i piedi per terra? Ebbene state rigorosamente sulla riga centrale delle due comuni opzioni: né di qua né di là!”. Un gran bel consiglio, soprattutto oggi quando si è così proni a seguire chi pensa senza fare e chi fa senza pensare.
Si direbbe che siamo tutti precipitati in un vero e proprio stato di trance-ipnotico: il Covid 19, gli immunologi, il comitato scientifico, i virologi, i giornalisti…tutti nel bacino pandemico avente un’unica e sola via di salvezza: il vaccino. Tutto questo è diventato una nuova vera religione, anzi l'unica vera religione, alla quale persino alcune gerarchie ecclesiastiche s’inchinano devote. «Dio, viene dopo… cioè no.. viene prima… anzi no… forse viene dopo... questo è un periodo difficile e confuso e, soprattutto, bisogna tutelare la salute degli altri… Allora in questo caso Dio… cioè la fede, le preghiere… allora vengono necessariamente dopo»
Insomma tutti sono diventati sacerdoti di questa nuova forma di religione degenerata dove Dio rischia di essere semplicemente un passato da ricordare e nulla di più. In fondo Lui non è come AstraZeneca o Moderna o Pfizer che loro, invece sì, che sono in grado di donarci la vera difesa contro il male (il virus).
E questa religione degenerata ci indica anche i mezzi sacramentali da seguire: “Igienizzate molto bene le manine (mi raccomando solamente con un determinato tipo di prodotto…), tenete sempre almeno due metri di distanza anche all’interno della stessa famiglia, usate solo un tipo di mascherina e prendete solamente alcuni farmaci raccomandati dal protocollo ufficiale (tachipirina e vigile attesa).
E ci indica anche i nuovi santi: i vaccinati. Assolutamente da prendere come modelli (naturalmente previa fotografia di rito del braccio esposto al vaccino)… tutti belli, felici, liberi, compiaciuti. Perché ora, loro, i nuovi santi, possono tornare a vivere senza più l’ossessione di prendersi quello stronzo di Covid-19. L’illusione che la vita, finalmente, puoi gestirla come vuoi tu. Fatto salvo l’imponderabile di rimanerci secco per un’embolia, un infarto, un tumore, un ictus... ma perlomeno muori vaccinato.
E c'è ovviamente anche la nuova Tavola della Legge. Ecco i comandamenti:
- Ricordati di vaccinarti (anche se ti mandano a 100 km di distanza)
- Non desiderare il vaccino degli altri (tipo Sputnik)
- Se non lo vuoi (il vaccino) per lo Stato potresti essere un soggetto da Tso (Trattamento sanitario obbligatorio). Però, se lo vuoi, sono talmente “poco sicuri” che ti obbligano ad apporre una firma al consenso informato per esonerare da qualsivoglia responsabilità – presente e futura – il medico e le cause farmaceutiche che l’hanno prodotto.
Basta così? No. Ci insegnano anche cos'è la vita: un tempo gentilmente concessoci dal vaccino.
Così, una volta vaccinati, possiamo riprenderci il tempo perduto per spenderlo di nuovo come vogliamo: comprarci la felicità che si nasconde nei vari supermarket, nelle varie offerte last minute per viaggi esotici ecc… naturalmente tutto "sottovuoto spinto" e con una magia straordinaria di parole così convincenti da creare dentro di noi nuovi bisogni e desideri.
Chi scrive è forse una temibile No-Vax o complottista? No, tranquilli. Chi scrive, giusto un anno fa, si è trovata attaccata al respiratore per l’ossigeno per un mese e mezzo con una grave polmonite interstiziale bilaterale da Covid 19. Andiamo a quei giorni, inizio febbraio 2020: nonostante non si sapesse ancora in modo chiaro e ufficiale della pandemia in corso, decisi di sospendere immediatamente gli incontri tra i ragazzi e le famiglie (che avvenivano regolarmente ogni mese in epoca pre-covid) dopo che alcuni familiari degli ospiti erano stati ricoverati in ospedale. Erano le prime avvisaglie del virus. Per circa 10 giorni lavorai all’interno della comunità con la febbre (credendola una normale influenza) per crollare solamente quando il fiato mi venne improvvisamente a mancare e la febbre schizzò verso i 40 gradi. Dopo essere stata imbottita di tachipirina e antibiotico mi portarono a fare la lastra ai polmoni.
Il referto? Da morte certa e imminente a causa di polmonite interstiziale bilaterale avanzata. Parere di tutti gli esperti: all’ospedale intubata o morirà.
Come suora tentennai perché ho sempre ritenuto che la fine di una parabola esistenziale fosse nelle mani di Dio e non di un virus sfuggito a chissà chi: qualcuno diceva scienziati di un laboratorio, qualcun altro dai pipistrelli, e qualcun altro ancora da soldati che giocavano alla guerra biologica. Quindi dalla sottoscritta: parere negativo al ricovero in ospedale.
Nel frattempo, mia sorella residente in provincia di Bergamo con figlia, nuora e nipote infermiere professionali all’interno dello stesso ospedale, veniva ricoverata per qualche linea di febbre. Due o tre giorni più tardi, il presidente Conte emanava il DPCM con il quale disponeva la creazione di posti sanitari riservati ai malati Covid. Mia sorella, quindi, venne spostata secondo le procedure ufficiali del Ministero della Salute in un altro ospedale senza peraltro avere la certezza - avendo solo un po’ di febbre - che fosse realmente Covid 19. Trattenuta nel reparto specifico del nosocomio per un certo periodo morirà in brevissimo tempo pochi giorni dopo le dimissioni.
Rifiutai, quindi, di andare all’ospedale sebbene io, invece, avessi la certezza di aver contratto il Covid e di essere positiva. Mi prese il timore angosciante di aver potuto trasmettere il virus inconsapevolmente ai ragazzi della comunità (soprattutto ai più deboli come i sieropositivi, gli immunodepressi e altri con gravi patologie). E invece tutti - e ripeto: tutti - siamo stati protetti da Dio. Di questo ne sono certa
La nostra comunità è stata sostenuta da un fiume di preghiere di amici, volontari e familiari (soprattutto, da un’infermiera volontaria alla quale va tutta la nostra gratitudine per il coraggio che ha avuto di piazzarsi con il suo camper all’interno della comunità per prestare assistenza H24 costantemente consigliata da altrettanti splendidi volontari medici).
Così, protetti da Dio (e assistiti da questa infermiera) abbiamo combattuto e vinto la nostra battaglia.
A questo punto lo dichiaro a lettere cubitali: NON VOGLIO PROPRIO SOSTITUIRE LA MIA FEDE CON NESSUNA NUOVA DEGENERATA RELIGIONE.
Non voglio, per carità, criticare l’efficacia o meno del vaccino: ognuno è libero di fare ciò che sente e vuole, ma lasciatemi invocare come protettrice e madre...Maria, che personalmente ritengo ancora fautrice di miracoli.
Una preghiera Mariana risalente al IV secolo, a me tanto cara, recita:
“Sotto la tua protezione cerchiamo rifugio Santa Madre di Dio,
non disprezzare le suppliche di noi che siamo nella prova (comprensiva di COVID 19)
ma liberaci da ogni pericolo, O vergine gloriosa e benedetta”
Vuoi vedere che con tutte le preghiere levatesi al cielo in quel periodo è stata proprio lei – Maria - il nostro antidoto (=vaccino)? Vuoi vedere che la Madonna è ancora capace di fare i miracoli? A voi pregare per provare.
A me… lasciate la mia religione!
Rosalina Ravasio*
* Suora, Comunità Shalom, Palazzolo sull'Oglio
https://lanuovabq.it/it/dal-covid-ci-ha-protetti-dio-ecco-come-altro-che-vaccino
Anche rifiutare il vaccino è un'azione morale
La questione morale riguardo il vaccino anti-Covid non si esaurisce al livello dell'uso di cellule di feti abortiti o a quello della sicurezza ed efficacia del vaccino. Ma tocca anche l'uso ideologico e politico che si fa del vaccino, e che può portare legittimamente al rifiuto dell'inoculazione.
La vaccinazione contro il Covid 19 presenta numerosi aspetti bisognosi di valutazione morale. Il primo è senz’altro quello della sua liceità morale quando il vaccino adoperato sia sperimentato, prodotto e testato utilizzando linee cellulari provenienti da aborti procurati. Dato che questo aspetto si misura con un atto – quale è l’aborto procurato – da ritenersi moralmente sempre un male, la questione che si pone in questo ambito è la liceità stessa del vaccino. Allo stato attuale, tra i moralisti cattolici ci sono, come noto, due tesi opposte: secondo gli uni il vaccino con quella provenienza non è moralmente lecito mentre secondo gli altri lo è. Ambedue portano i loro motivi. Il magistero si è pronunciato con il noto documento della Congregazione per la Dottrina della Fede del 21 dicembre 2020, secondo il quale l’uso di vaccini provenienti da feti volontariamente abortiti è moralmente lecito a certe condizioni.
Quello appena esposto è un primo fondamentale livello della valutazione morale dell’uso del vaccino. Chi supera quel livello accettando la soluzione della liceità si trova davanti poi ad un successivo passaggio, ossia la valutazione del vantaggio o del danno che il vaccino può causare ad un duplice livello: quello sanitario personale e quello sanitario in relazione al bene comune. Questa valutazione può essere fatta solo dopo aver accertato la liceità morale del vaccino (da esaminarsi nel primo livello visto sopra), non prima, dato che solo se l’azione non è in se stessa intrinsecamente cattiva si può passare a considerarne gli effetti positivi e negativi. Tuttavia questo secondo livello decisionale, per alcuni interpreti non è più strettamente morale, ma scientifico, in quanto dovrebbe essere appunto la scienza a definire i livelli di utilità o disutilità del vaccino e la coscienza dovrebbe prenderne atto.
Finora la discussione nel mondo cattolico sulla dimensione morale della vaccinazione è sostanzialmente posizionata su questi due livelli. Qualche posizione è ferma addirittura al primo, quello di stabilire la sua liceità in quanto non in contrasto con nessuna norma morale negativa assoluta. Qualche altra entra anche nel secondo livello in vario modo, con la tendenza però a mettere la coscienza nelle mani della scienza. Il problema della imposizione da parte della pubblica autorità dell’obbligo della vaccinazione, con le conseguenti limitazioni della libertà personale, viene affrontata solo in questo contesto. In genere si tende a dire che il bene comune prevale sul bene individuale, anche se, a dire il vero, tra i due non ci può essere contrasto, in quanto il bene comune non è un bene superiore e altro rispetto ai beni delle singole persone.
La problematica morale della vaccinazione non si ferma però a questi due livelli, ma ne investe altri. Si impone infatti alla coscienza di valutare anche il contesto in cui la vaccinazione oggi si colloca. Un primo elemento di questo contesto è che i dati vengono sistematicamente distorti, non solo per l’incertezza statutaria delle scienze implicate, non solo per certi ritardi tecnici nel loro reperimento, ma per decisioni politiche e per interessi di parte. Tenendo conto di questo, anche il suddetto secondo livello dell’analisi dei costi e dei benefici diventa impossibile in quanto fuorviato fin dall’inizio dalla manipolazione interessata dei dati. Una persona, in altre parole, può decidere in coscienza di non farsi vaccinare, non solo per motivi sanitari, ma per non collaborare con un dannoso sistema di falsità pianificate.
Su elementi di fondamentale importanza per la decisione morale di vaccinarsi, quali ad esempio se ci sia veramente uno stato di necessità grave e attuale, oppure se i vaccini siano sufficientemente testati e non comportino una incerta e pericolosa sperimentazione di gregge, al cittadino non sono forniti elementi oggettivi, ma volutamente approssimativi, accompagnati da una “campagna pubblicitaria” per il vaccino che ha poco di scientifico e molto di politico.
Una persona che avesse conoscenza sufficientemente motivata che il vaccino è stato fin dall’inizio una scelta ideologica e politica, per la quale sono state sacrificate altre strade terapeutiche almeno potenzialmente utili, e non una decisione primariamente sanitaria, avrebbe il dovere di contrapporsi a questo disegno non sottoponendosi alla vaccinazione. In questo caso la motivazione sarebbe ugualmente legata al bene comune, il quale non ha solo un aspetto sanitario, anzi l’aspetto sanitario ne è una parte che non può essere in contrasto con altre parti e che trova luce dal tutto.
La limitazione della libertà personale, l’obbligo a vaccinarsi sotto minaccia di licenziamento, la situazione di ignoranza in cui si viene abbandonati, il controllo del potere sanitario in vece di quello politico sugli spostamenti dei cittadini … in assenza di motivi sanitari certi e indicativi di una gravissima emergenza possono motivare la scelta morale di rifiutare di vaccinarsi, con ciò non negando il contagio in atto ma denunciando un suo utilizzo contrario al bene comune anche se spacciato per bene comune dall’autoreferenzialità del potere politico.
La gestione politica della pandemia ha sopravanzato quella sanitaria, fornendo una narrazione sistematica e concordata da parte di tutti gli attori della comunicazione. Il cittadino in cerca di verità ha dovuto attingere ad una specie di samizdat, un circuito di informazione clandestina spesso accusata di essere inattendibile. Allora ci si chiede: una volta verificato se l’assunzione del vaccino non sia in collegamento con qualche atto intrinsecamente cattivo – come l’aborto procurato - la questione morale è finita? Credo di no, perché ci sono altri elementi da valutare, dato che la considerazione costi-benefici riguarda sì l’aspetto sanitario strettamente inteso, ma anche le conseguenze dell’uso ideologico e politico del vaccino, che impedisce addirittura di fare anche una seria valutazione sanitaria.
Stefano Fontana
https://www.lanuovabq.it/it/anche-rifiutare-il-vaccino-e-unazione-morale
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