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mercoledì 21 aprile 2021

Sub tuum presidium confugimus...



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Strani avvisi agli ospiti degli alberghi vaticani. Negato il soccorso ai nottambuli


In questi giorni è comparso all’ingresso della residenza vaticana di Via della Scrofa, quella dove alloggiava Jorge Mario Bergoglio prima dell’elezione, gemella della casa di Santa Marta nella quale ora abita da papa, il seguente testuale ”Avviso”:

“Pur essendo spiacevole, sono costretto a richiamare ai Reverendi Ospiti la necessità di rispettare coscienziosamente il coprifuoco imposto dalle Autorità Statali.
Mi sembra oltremodo fuori luogo e pericoloso che vi siano rientri in casa alle 0.30, 2.00 e 2.15 di notte.
Il sottoscritto, pur essendo molto disponibile, non è tenuto ad alzarsi in piena notte per soccorrere qualche confratello incappato nei rigori delle Forze dell’Ordine.
Pertanto, a chi capita, spetterà l’onere di dimostrare chi sono, che cosa facevano in giro in piena notte o verso l’alba.
Grato per l’attenzione, saluto con cordialità.
Mons. Battista Ricca
Direttore”

In un italiano parecchio zoppicante, veniamo dunque a sapere che tra gli ospiti degli alberghi vaticani non tutti osservano il divieto di circolare tra le 22 e le 5 che vale per Roma e per l’Italia.

Papa Francesco, pur esortando tutti a una rigorosa osservanza delle norme anti-Covid imposte dalle autorità italiane, se ne è spesso discostato nei fatti, da ultimo indulgendo anche ai “baciamano”. Ma certo non è mai andato “in giro in piena notte o verso l’alba” a fare chissà che, al pari di qualche suo compagno d’albergo.

Ma l’elemento più curioso è in chi firma l’avviso. Monsignor Battista Ricca, oltre che direttore delle residenze vaticane di Santa Marta e di Via della Scrofa, ha un passato da diplomatico, poi troncato a motivo di certe sue intemperanze omosessuali.

Quelle che più gli compromisero la carriera sono documentate negli archivi della nunziatura di Montevideo, in Uruguay, dove Ricca prestò servizio tra il 1999 e il 2001.

Forte di questa documentazione, “L’Espresso” ne riferì in un servizio del 18 luglio 2013, nel quale tra l’altro si leggeva:

“Nei primi mesi del 2001 Ricca incappò in più di un incidente per la sua condotta sconsiderata. Un giorno, recatosi come già altre volte – nonostante gli avvertimenti ricevuti – in Bulevar Artigas, in un locale di incontri tra omosessuali, fu picchiato e dovette chiamare in aiuto dei sacerdoti per essere riportato in nunziatura, con il volto tumefatto.

“Nell'agosto dello stesso 2001, altro incidente. In piena notte l'ascensore della nunziatura si bloccò e di prima mattina dovettero accorrere i pompieri. I quali trovarono imprigionato nella cabina, assieme a Monsignor Ricca, un giovane che le autorità di polizia identificarono”.

Il 28 luglio 2013, sul volo di ritorno da Rio de Janeiro, nella prima delle sue conferenze stampa in aereo, Francesco fu interrogato da una giornalista brasiliana proprio sul caso di Monsignor Ricca. E fu allora, nel rispondere, che il papa pronunciò la famosa frase: “Se una persona è gay e cerca il Signore e ha buona volontà, ma chi sono io per giudicarla?”.

Stando all’avviso affisso in questi giorni, non pare che Monsignor Ricca sia altrettanto indulgente verso gli odierni nottambuli, accasati nei suoi alberghi.

*

[Rispetto alla stesura iniziale, questo post ha avuto alcune correzioni nel titolo e nel testo].

Settimo Cielo

di Sandro Magister 20 apr

http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2021/04/20/strani-avvisi-agli-ospiti-di-santa-marta-negato-il-soccorso-ai-nottambuli/

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