AVER PAURA DEI PROPRI FIGLI
Chi di noi avrebbe immaginato, anche solo un anno e mezzo fa, che ci saremmo trovati in una situazione simile? Eppure è accaduto; e se è accaduto, significa che esistevano le condizioni necessarie e sufficienti perché accadesse, e chissà da quanto tempo. Oggi i genitori sono arrivati ad aver paura dei figli.
Voi direte: è sempre accaduto, è sempre stato possibile. Un figlio prende una cattiva strada, nonostante l’amore e le cure di genitori; e i genitori, un giorno, arrivano a tremare per lui, non solo: arrivano a tremare di lui. Arrivano ad averne paura, ad aver paura di quello che può fare, anche contro di loro. Sì, questo è sempre accaduto, perché fa parte delle possibilità reali: è contemplato nello statuto ontologico della natura umana. È un mistero, ma è sempre accaduto; anche nel giardino coltivato con più cura può sbocciare un fiore velenoso. Non si sa perché; nessuno lo può spiegare, se non dall’esterno, ricorrendo alla psicologia, alle condizioni sociali, alle dinamiche culturali, eccetera: ma perché una cosa del genere accada, considerandola in se stessa, nelle profondità abissali dell’anima, nessuno lo sa.
Ora però sta accadendo qualcos’altro, qualcosa di diverso e assai più terribile. Vi sono genitori che arrivano ad avere paura dei loro figli non perché questi ultimi hanno intrapreso deliberatamente la via del male, infrangendo le leggi di Dio e degli uomini, ma perché quei figli hanno scelto la via del male seguendo le direttive di una falsa chiesa e di un falso e aberrante ordine civile. In altre parole, non sono divenuti delinquenti nel senso comune della parola, ma stanno facendo esattamente quel che viene chiesto loro da uno Stato pervertito e da una chiesa degenerata. Ed essi, i genitori, che hanno trepidato per quei figli, li hanno aiutati e incoraggiati, li hanno sostenuti economicamente e affettivamente, ed erano orgogliosi dei risultati da essi raggiunti, ora tremano. Una madre che era fiera della sua figlia laureata in medicina, oggi è arrivata ad aver paura di lei. La figlia, totalmente imbevuta della mentalità odierna, è una fanatica sostenitrice della vaccinazione contro il Covid-19; è convinta, convintissima, che è in atto una pericolosissima pandemia; ed è del pari convinta, con rocciosa certezza, che tutti si devono proteggere con la mascherina, i distanziamenti, i tamponi, i protocolli sanitari e soprattutto con la vaccinazione generalizzata. Anche i suoi genitori si dovrebbero vaccinare, per il bene proprio e altrui; e siccome essi non vogliono farlo, per un milione di buone ragioni, ecco che quegli infelici genitori hanno oggi paura della loro stessa figlia. Non la riconoscono più. La figlia è diventata una dottoressa e la dottoressa è divenuta parte di un meccanismo spietato, cieco, votato alla morte anziché alla vita. Non per ciò l’avevano incoraggiata a seguire la strada della professione medica: non per vederla arrivare, dopo anni di studio, a smarrire completamente il senso del bene e del male. Eppure è avvenuto, sotto i loro occhi: l’orribile trasformazione è stata l’amara conclusione di tante speranze e legittime aspettative. Erano orgogliosi della figlia laureata in medicina: ora subiscono pressioni fortissime da parte di lei affinché si decidano a vaccinarsi. Li tratta da pazzi, da rimbambiti, da oscurantisti e da egoisti. Sì, anche da egoisti: perché non pensano al bene comune, non riflettono che vivere in società significa avere dei doveri verso di essa. Loro, che si sarebbero tolti il pane di bocca per darlo ai propri figli, per consentire loro di studiare e far carriera; che non hanno mai badato a sacrifici per aiutarli a realizzarsi.
Oggi l’incredibile è divenuto realtà: i genitori sono arrivati ad aver paura dei propri figli!
A ben guardare, però, la metamorfosi era in qualche modo prevedibile. Essere medico, oggi, con questa università, con questo servizio sanitario, con questa cultura “scientifica” e civile, significa praticare l’aborto e l’eutanasia come cose normali; non sentirsene affatto in colpa, ma anzi andarne fieri, come di un dovere compiuto; non percepire più la distanza che esiste fra la vera professione medica, che implica il giuramento d’Ippocrate, e ciò che essa è divenuta in uno Stato laicista, liberale, materialista, anticristico. E la stessa cosa accade, o può accadere, a chi ha i figli che sono divenuti magistrati, tutori dell’ordine, perfino sacerdoti. Quei genitori si aspettavano di poter andare fieri dei loro figli: e invece ecco che essi sono divenuti strumento di un organismo mostruoso, dediti a comportamenti inattesi e sconcertanti, perfino perversi. Invece di difendere i cittadini onesti, oggi i magistrati li perseguitano; invece di proteggere la popolazione pacifica, oggi le forze dell’ordine sono impegnate a vessarla; invece di servire Dio e condurre a Lui le anime, i sacerdoti adorano la Pachamama e allontanano le anime da Gesù Cristo. E quei poveri genitori soffrono, non riescono a capacitarsi di quanto è avvenuto. Hanno paura dei loro figli: l’incredibile è divenuto realtà. Sgomenti, li guardano e non li riconoscono più; cercano di parlare con essi, ma tutto è inutile: ogni richiamo alla ragionevolezza e al buon senso si spunta contro una corazza d’acciaio fatta di un’ideologia fredda e disumana. È il tremendo capolavoro del diavolo: il bene è diventato male, il male è diventato bene; e quanti hanno creduto di far bene, di fare del proprio meglio, si trovano a stringere in pugno non un fiore profumato, ma un grumo di spini.
La pandemia e la metamorfosi della società? Addio giuramento d’Ippocrate e vera professione medica: divenuta solo un’ideologia fredda e disumana!
Ci eravamo scordati che, come dice il Vangelo di San Giovanni, ci sono i figli della Luce e i figli delle tenebre. Ci eravamo scordati che, come scrive sant’Agostino, due città si contendono la vittoria fin dagli inizi della storia: la città di Dio e la città del diavolo, l’una dedita all’amore di Dio, l’altra all’amore di se stessi. Ci eravamo soprattutto scordati, anche perché un clero colpevole ha smesso di parlarcene, che la vita terrena una milizia, e che il cristiano è chiamato a combattere, non a darsi al buon tempo; e che per affrontare la guerra nella maniera giusta deve rivestirsi delle armi della fede, della speranza e della carità, senza le quali non potrà mai uscire vittorioso, perché i nemici contro i quali si deve battere non sono creature di carne e sangue come lui, ma sono gli spiriti del male, i signori invisibili di questo mondo di tenebre. Vegliate e pregate, ammonisce san Pietro, perché il diavolo, come leone ruggente, si aggira in cerca di chi divorare. E come agisce il diavolo, quali sono le sue armi preferite? La frode, l’inganno, la mezza verità, la menzogna rivestita di abiti seducenti. Ecco spiegato come siamo arrivati a questo punto: allentando la vigilanza, abbassando la guardia e abituandoci, in dosi omeopatiche, alle mezze verità e alle menzogne confezionate in abiti seducenti. L’aborto? Ma si trattava di dire sì a una legge che avrebbe permesso alle donne violentate di non dover subire le conseguenze della violenza subita: un fatto di civiltà, un fatto di libertà. Dei diritti del nascituro quasi nessuno ha parlato, a suo tempo. E così l’aborto è diventato legge, e i medici si sono trasformati in operatori di morte. E poi, una volta aperto il varco, il diavolo ha fatto in modo che si allargasse un poco alla volta, e divenisse uno squarcio dal quale far passare qualsiasi cosa. Anche le multinazionali del farmaco che promuovo l’aborto come forma di commercio mediante l’espianto di organi e la fabbricazione di svariati prodotti, compreso il famoso vaccino. Se l’aborto è lecito e se è un fatto di libertà della donna, perché non offrire alle donne una congrua ricompensa in denaro per farsi inseminare, portare avanti una gravidanza e poi sottoporsi all’aborto a due, tre, cinque mesi di gestazione, espiantare gli organi del feto e metterli in commercio, o mettere in commercio le sue linee cellulari? Oh, ma per un fine buono, ci mancherebbe: per la ricerca scientifica, per la produzione di farmaci, per la realizzazione di vaccini che salveranno tante, tante vite. Perché alla protezione della vita ci tengono, costoro, lo sanno tutti: Bill Gates, George Soros, Klaus Schwab, sono notoriamente dei filantropi, vogliono farci vaccinare tutti quanti perché amano e rispettano la vita. E se qualcuno ha dei dubbi, se qualcuno non si vuole vaccinare, o se qualcuno è così incosciente da voler abbracciare un amico, o andare a visitare i genitori anziani, rischiando di contagiarli con un virus che non perdona, ecco che costui diventa un mostro d’insensibilità e di egoismo. E meno male che ci sono al mondo le persone altruiste e responsabili, che si regolano in ben altro modo; meno male che ci sono i filantropi come Gates o Soros, così generosi da investire somme favolose affinché si producano i farmaci della salvezza, o si vadano a recuperare in mare i poveri migranti, saliti a bordo di zattere e barconi per fare il viaggio della speranza, in fuga da guerra e fame. Così il male diventa bene e il bene diventa male; il falso diventa vero e il vero diventa falso; il giusto diventa ingiusto e l’ingiusto, giusto.
La fede? Non c’è più. Cosa ci rimane allora? Gettarci in ginocchio e dire con fede, con pentimento: Signore, non siamo degni; ma Tu di’ solo una parola, e noi saremo salvati.
Come siamo arrivato fino a questo punto? Come è stato possibile che si verificasse un’inversione di tutti i valori, senza che ce ne accorgessimo per tempo? E i credenti dov’erano, cosa facevano mentre tale inversione veniva portata avanti con metodica e scrupolosa efficienza, fino ad arrivare a un papa (o sedicente tale) che proclama il dovere morale di assumere dei vaccini, che vaccini non sono, e carichi di effetti collaterali d’ogni sorta, ma soprattutto fabbricati con linee cellulari di feti abortiti? Ci siamo arrivati perché l’inversione è stata preceduta da una lenta, graduale, scientifica e capillare distruzione di tutti i dati fondamentali della società e dell’individuo. Ogni cosa è stata distrutta, sotto i nostri occhi; ma è stata distrutta in maniera così accorta, così abile, che non ce ne siamo resi conto quando eravamo ancora in tempo a reagire.
L’economia: non c’è più un’economia. Quando il lavoro viene fatto sparire e la circolazione del denaro bloccata dalle banche, non si può più parlare di economia: c’è solo un’immensa mandria di schiavi; sette miliardi e mezzo di schiavi che soggiacciono ad alcune centinaia di persone.
La politica: non c’è più politica. Perché vi sia, deve esistere la polis, che è fatta di Stati e di partiti. Ma gli Stati non ci sono più, fagocitati dal potere vero, quello della grande finanza. Di loro resta solo la facciata e quel minimo di apparato repressivo, che verrà sostituito dalla superpolizia mondiale. I partiti non ci sono più, perché non c’è più il libero gioco di forze diverse in competizione. I partiti attuali recitano il copione di un teatrino, dove chi governa finge di governare di propria volontà, e chi sta all’opposizione finge di fare opposizione, ma getta solo del fumo negli occhi. Del resto, nei partiti non si tengono più i congressi, e i parlamentari sono designati dalle segreterie e non dal voto dei cittadini, che viene manipolato in mille modi.
La medicina: non c’è più medicina. Ci sono i protocolli sanitari, imposti da “tecnici” che non sono medici, e che impongono ai medici di regolarsi nei confronti dei pazienti non secondo scienza e coscienza, ma secondo i protocolli. Scienza e coscienza sono state bandite dalla sanità quando è stata approvata la legge sull’aborto e da quando l’eutanasia, sebbene non ancora approvata per legge, di fatto è già entrata nell’orizzonte della medicina. Anche la cosiddetta donazione degli organi, per le modalità in cui si svolgono gli espianti e la filosofia che vi è sottesa, va contro la scienza e la coscienza dei medici. Il malato è ridotto a un corpo, e il corpo a mera rex estensa.
L’educazione: non c’è più educazione. Qualsiasi cosa dicano li genitori o la scuola o la Chiesa, la (dis)educazione dei bambini e dei giovani oggi la fanno i mass-media, i social, i videogiochi.
La famiglia; non c’è più famiglia. Qualunque forma di convivenza, anche la più contraria alla natura, anche quella che include la pratica dell’utero in affitto e della fecondazione eterologa ad esclusione del sesso opposto.
L’identità sessuale: sparita. C’è l’orientamento: una cosa liquida, temporanea, reversibile. Si può decidere di cambiar sesso, magari di cambiarlo di nuovo; oppure dichiararsi da uomo, donna, e da donna, uomo, e ottenere che gli altri, a cominciare dalle istituzioni, ne prendano atto. È un diritto, e guai a chi lo contesta; tanto peggio per il principio di realtà e il principio di non contraddizione.
Come siamo arrivato fino a questo punto? Come è stato possibile che si verificasse un’inversione di tutti i valori, senza che ce ne accorgessimo per tempo?
La ragione: non c’è più la ragione. Ci sono le emozioni e i sentimenti, specialmente il sentimento della paura. La ragione vorrebbe che si verifichi, dati alla mano, se c’è davvero un pandemia; perché accettare l’emergenza sanitaria per una pandemia che non esiste, va contro la ragione. Ora, nessuno ha posto questa domanda: c’è una pandemia?; tutti però hanno accettato l’emergenza, coi suoi effetti devastanti a breve e lungo termine, materiali e morali. Dunque, non c’è più la ragione.
Il senso comune: non c’è, scomparso pure quello. Il senso comune ci dice che la mascherina, specie all’aperto, non protegge da un virus; che il virus non ha una recrudescenza fra le dieci di sera e le sei del mattino; che non si può fare un vaccino se il virus in questione non è stato isolato, e che non si può chiamare vaccino un intruglio che non dà immunità. Eppure tali cose si fanno e si dicono.
L’etica: non c’è più l’etica. Se per proteggersi da un pericolo immaginario si approva il commercio dei feti abortiti, allora vuol dire che il senso del bene e del male è totalmente scomparso.
La scienza: non c’è più. Al suo posto, una tecnologia diabolica, messa al servizio del male.
L’arte: non c’è più. Basta visitare una mostra di cosiddetta arte moderna, o semplicemente osservare l’architettura delle nostre città, il progetto delle case in cui viviamo, il design dei mobili, o ascoltare ciò che oggi viene passare per musica, per danza, per teatro, e lodato da critici prezzolati.
La civiltà: non solo è scomparsa, ma è odiata. Si esalta il primitivo, il selvaggio; i credenti si pitturano il viso coi colori delle tribù amazzoniche e i vescovi portano in chiesa crudeli idoli pagani
La volontà? Non c’è. La fede? Non c’è più. Cosa ci rimane allora? Gettarci in ginocchio e dire con fede, con pentimento: Signore, non siamo degni; ma Tu di’ solo una parola, e noi saremo salvati.
Aver paura dei propri figli
di Francesco Lamendola
Trovo che questa analisi del prof. Lamendola abbia sfumature depressive.
RispondiEliminaPer grazia di Dio non tutta la realtà che viviamo ha tinte così oscure, anzi credo che sotto la massa di cenere sotto cui un sistema perverso ci vuole sotterrare ad ogni costo covi la nutrita brace di una resistenza - non manifesta ma tenace - che farà fallire i tentativi di azzeramento dell'umano.
Quanto alle derive imboccate da tanti figli nella loro vita professionale - vuoi per iniziale ingenuità vuoi per impossibilità di opporsi a un sistema stritolante o altro: stiamo combattendo una guerra, e chi sta al fronte in prima linea è sottoposto a pressioni che chi sta ormai nelle retrovie può non capire, anche se si trova indiscutibilmente dalla parte del Vero.
In questi frangenti ritengo che l'unica posizione fattibile da tenere da parte di genitori credenti sia: tenere senza cedimenti ma con serenità la propria posizione di difesa dell'umano ovunque si esprima - continuare a pregare per loro affidandoli al Signore e a Sua Madre - nutrire pensieri positivi e fiducia nelle radici buone che si sono date loro.
Le forze di morte non prevarranno.