I cattolici “devoti” che promuovono attivamente l’aborto è vogliono l’eucarestia
L’arcivescovo Aquila ha sostenuto che la coerenza eucaristica richiede che coloro che partecipano all’Eucaristia, compresi i politici cattolici, siano in comunione con la Chiesa. Cioè, devono aderire all’insegnamento dottrinale e morale fondamentale della Chiesa. Non farlo sarebbe in contrasto con l’esortazione di San Paolo: “27 Perciò, chiunque mangerà il pane o berrà dal calice del Signore indegnamente, sarà colpevole verso il corpo e il sangue del Signore”.
Poche ore dopo la pubblicazione dell’articolo dell’Arcivescovo Aquila, il Cardinale Blase Cupich gli scrisse una lettera in cui criticava il suo articolo. La critica del Cardinale non era in alcun modo pertinente a ciò che l’Arcivescovo Aquila aveva scritto, ma gli ha permesso di fabbricare una critica con cui esprimere il suo disappunto. Per ragioni politiche; Blase Cupich, come altri della filiera McCarrick promossa dal Pontefice regnante, in USA e nel Vaticano, è a favore dei democratici e dei progressisti.
L’accusa che costoro rivolgono a vescovi come Aquila e Cordileone è quella di politicizzare l’eucarestia. Ma dal momento che questo argomento è ben vivo e presente in ogni Paese, Italia compresa, è interessante rilevare quello che scrive a questo proposito padre Thomas Weinandy, un religioso cappuccino molto noto in ambito accademico.
Dice Weinandy che alcuni vescovi sostengono che a tali politici cattolici non dovrebbe essere rifiutata la Comunione, perché farlo significherebbe politicizzare l’Eucaristia. Rifiutare di dare la Santa Comunione a politici cattolici dissidenti, tuttavia, non è politicizzare l’Eucaristia. La politicizzazione dell’Eucaristia avviene nell’atto del politico cattolico che si presenta a ricevere la Comunione anche se è ben consapevole che farlo è contrario a ciò che la Chiesa insegna.
A coloro che sono oggettivamente in stato di peccato mortale, o che dissentono o promuovono posizioni contrarie all’insegnamento dogmatico o morale fondamentale della Chiesa, è proibito ricevere il corpo e il sangue di Gesù, perché si sono resi indegni di farlo. Così, tali politici cattolici, nel presentarsi all’altare, stanno usando – e quindi abusando – dell’Eucaristia per scopi apparentemente politici – per presentarsi come cattolici “devoti”.
Primo, coloro che sono indiscutibilmente cattolici devoti non hanno bisogno di identificarsi come tali – è evidente a tutti che lo sono. In secondo luogo, quando un politico dissidente dichiara di essere un cattolico devoto, si percepisce immediatamente che qualcosa non va. I politici cattolici sottolineano la loro devozione – e i loro sostenitori fanno eco alla dichiarazione – perché c’è qualcosa nel loro comportamento che è sospetto.
E Come manifestano la loro devozione? Vanno alla Comunione! Ironicamente, tali politici cattolici fanno proprio la cosa che nessun cattolico veramente devoto farebbe mai. La stessa azione “devota” che compiono, quella di ricevere la Santa Comunione, è una dichiarazione palese che essi mancano di autentica devozione cattolica.
Infine, padre Weinandy, cerca di giustificare in un certo modo il loro comportamento: uno dichiara di essere un devoto cattolico e riceve la Comunione nella speranza che, in qualche modo, un giorno, tutto andrà bene. Questo si avvicina pericolosamente a una superstizione “cattolica” sentimentale. Ma conclude, alla fine, ciò che non può essere negato in tutto questo inganno, è l’opera del diavolo. Egli, soprattutto, vuole politicizzare l’Eucaristia – per ridurla al marketing politico. Niente potrebbe essere più ingannevole di politici cattolici “devoti” che portano scompiglio nella Chiesa cattolica e di vescovi cattolici che approvano tale comportamento diabolico.
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