“Neghiamo il peccato e avremo conquistato il mondo!”.

Non credo si trovi questo nel Vangelo. Eppure pare che questo sia – al di là del caso specifico – l’idea vocazionale e missionaria del Vescovo di Anversa (vedi qui). Attenzione a non contestualizzare la discussione al dibattito attuale e al convegno online organizzato su The Tablet (qui) per protestare contro il Responsum della Congregazione per la Dottrina della Fede ad un dubium circa la benedizione delle unioni di persone dello stesso sesso. Il punto è ben altro. Ecco perché è ancora una volta importante risalire alla matrice prima. E invito chi legge a non circoscrivere la questione al tema della identità sessuale o dell’orientamento, o della pastorale familiare, ecc.

Il passaggio fondamentale del discorso di Mons. Bonny non riguarda infatti il matrimonio, il sacramento, le benedizioni o surrogati illeciti e illogici delle stesse. Il passaggio chiave è invece questo: “Il Catechismo non è di diritto divino, può essere cambiato dal Papa. Papa Benedetto ha cambiato alcuni paragrafi del Catechismo. (…) Il Catechismo è un libro aperto alla storicità e al progresso. Penso che ci sono paragrafi che, in modo collegiale, potrebbero essere cambiati per il meglio della Chiesa e per il meglio del nostro lavoro pastorale che dobbiamo fare”.

Due parole assolutamente non cristiane (per cose sono usate e intese): “progresso” e “storicità”.

Sia chiaro. Nessuno è contrario al progresso, nessuno (o almeno chi scrive) è un nostalgico reazionario di un “piccolo mondo antico”, fatto di famiglia rurale, cure con erbe medicinali  e privilegi nobiliari. Anzi, detto per inciso e da professore sul campo, sono convinto e favorevole circa la grade opportunità tecnologica – ovviamente usata con equilibrio e buon senso – che abbiamo raggiunto oggi (anche a causa della pandemia), nella scuola, nell’Università, nei Convegni e nei corsi di formazione. Tanto meno poi, chi scrive è contrario alla storia (anche perché la insegna felicemente). Anzi, per formazione ho anche un approccio storico-filosofico anche in molte prospettive teoriche.

Tuttavia, approccio storico non significa storicistico. Così come il progresso non è categoria da applicare alla Verità. A maggior ragione se è Verità divina consegnata in custodia da Cristo alla Chiesa. Per sempre e senza aggiungere o togliere neppure uno iota.

Già in un precedente articolo (qui) avevo sottolineato che la fraternità è – prima del Battesimo – una fraternità di peccato. Perché tutti gli uomini hanno peccato in Adamo. Perché questo insegna la Rivelazione sull’uomo: non proprio il suo radioso (e divino) destino, quanto la sua colpa e la sua condanna, che sono costati il sangue della Croce: perché il senso stesso della Incarnazione è la morte come sacrificio espiatorio del Figlio di Dio. Lasciamo ad altri, falsi cristi e falsi cristianesimi (vedi qui).

Johan Bonny, vescovo

Johan Bonny, vescovo

A ben vedere, ragionare in termini sociologici, perdendo di vista la Verità, è quanto di più distante da quella domanda di Cristo fatta a suoi: Volete andarvene anche voi? (Gv 6, 67). A ben vedere è Satana a proporre a Cristo la “sociologia messianica”. A ben vedere, non siamo molto lontani da quella provocazione fatta il venerdì santo di “scendere la Croce, affinché tutti credano”. Satana propone a Cristo di “mondanizzarsi”, farsi conforme alle aspettative messianiche della gente: onnipotenza manifesta e miracolistica, gloria democratica e mediatica delle nazioni, messianismo terreno. Di fatto propone a Cristo di diventare l’Anticristo! E paradossalmente, proprio in nome del bene e dell’amore.

C’è uno straordinario passaggio in una catechesi degli anni Settanta di Fulton Sheen, quando diceva: “L’essenza del diabolico è l’odio per la Croce di Cristo. È questo il maligno da un punto di vista biblico. Il disprezzo per la croce. Il diabolico è l’anticroce”. Fulton Sheen vedeva nelle tre tentazioni del deserto, tre scorciatoie per fuggire dalla Croce: la prima, quella delle pietre indica il lasciarsi andare, il soddisfare gli appetiti degli istinti. “Prima scorciatoia: la permissività. Fa’ qualsiasi cosa ti vada di fare”. “La seconda. La Croce non riuscirà mai a conquistare l’umanità, perché l’umanità ama i prodigi, le sorprese, gli splendori, tutto quello che fa sospirare: oh, che meraviglia! […].”Lanciati dal pinnacolo del tempio e resta illeso! Questa è una meraviglia. Fallo, e la folla ti seguirà. Tu non hai bisogno della croce.

La tentazione finale sarà la stessa per la Chiesa dei prossimi cento anni, una tentazione di cui già scorgiamo gli albori. Satana dice che la teologia è politica. Perché preoccuparsi di Dio e del mistero della redenzione? L’unica cosa che conta è la politica! Con il globo scintillante del mondo nella sua mano, Satana dice: «Tutti questi regni sono miei e li darò a te se, prostrandoti, mi adorerai». Forse che Satana per una volta nella sua vita abbia detto la verità? La terza tentazione di nostro Signore fu dunque di non interessarsi all’ordine divino, ma di interessarsi solo a un ordine sociale e politico”.

Questo è sempre stato il pericolo: mondanizzare il Vangelo, perché il Vangelo sia creduto. Ma questo è semplicemente assurdo. Sarebbe come dire “mentire, affinché credano”. Ma a cosa crederanno? Ad una menzogna?! Può la Verità farsi menzogna, per essere creduta?! È satana a proporre la menzogna sotto forma di verità. Almeno però Satana è coerente con se stesso: ha l’intenzionale finale di corrompere e ingannare.

Dovremmo negare il Giudizio e l’inferno, perché vengano in Chiesa!? Dovremmo negare la divinità di Cristo, perché tutte le religioni si sentano vere!? Dovremmo negare il Sacrificio sull’Altare, perché tutti possano assistere alla Messa!? Dovremmo negare il peccato, perché così ognuno è libero di auto-divinizzarsi, magari in nome di Dio stesso!? Dovremmo negare che la storia è il teatro di una immane guerra tra Città di Dio e Città del diavolo!?

Ma cosa avremmo attenuto?

Non ci sarà forse un Giudizio e la possibilità reale dell’inferno eterno? Non ha Cristo detto di essere unica via, verità e vita? Non ha Cristo redento l’uomo dal peccato di Adamo, per mezzo del sangue della Croce, il cui sacrificio viene rinnovato da ogni singolo sacerdote, in ogni singolo altare? Non dobbiamo considerare solo Gesù (e non di certo l’intera umanità e ognuno di noi) vero Dio e vero Uomo, Seconda Persona della Trinità, Incarnata?

Se una qualsiasi azione pastorale può – per motivi sociologici – modificare/adattare/ mondanizzare ben più di uno iota, allora vuol dire che la Verità non è più Verità su Dio, su l’uomo e sulla donna, sulla fede, sui Comandamenti, sui sacramenti, sul peccato, sul Giudizio. Vuol dire che la Storia e il Progresso sono in se stessi l’auto-rivelazione di Dio. Ma questa tentazione – non a caso tanto cara alla teologia di Küng (vedi qui) – è la tentazione di fare dello Spirito Santo lo spirito del mondo: di voler ricavare dalla moda del mondo – il cui principe è Satana – il volere di Dio.

Noi siamo chiamati a contraddire la mentalità del mondo. Siamo chiamati alla Croce. E  Cristo non è sceso, anche vedendo che tutti fuggivano! Se fosse sceso dalla Croce, non avrebbe salvato nessuno! 

 

di Pierluigi Pavone