RISCHIO SCISMA
Germania, la dura vita dei vescovi fedeli al Catechismo
Alcuni giovani tedeschi contestano monsignor Burger con slogan arcobaleno chiedendo benedizioni per le coppie gay. Sacerdoti ribelli tacciano di “omofobia” l'intervista di mons. Ipolt alla Bussola. Con questa pesante aria anti-Chiesa pochi si espongono, ma tra essi c’è il cardinale Cordes, che spiega le storture del Cammino Sinodale.
Dura la vita dei vescovi cattolici nella Germania ad un passo dallo scisma. Specie di quelli intenzionati a rimanere fedeli al Catechismo della Chiesa Cattolica. Pochi giorni fa, recatosi a Überlingen per un incontro ecumenico con un pastore protestante, monsignor Stephan Burger è stato accolto da una ventina di manifestanti della Katholische junge Gemeinde. I membri locali del più importante gruppo giovanile di cattolici tedeschi non erano lì per dare il benvenuto al loro vescovo ma per contestarlo con bandiere arcobaleno, cartelli con su scritto lo slogan #LoveIsNoSin (“L’amore non è peccato”) e cori per invocare la benedizione sulle coppie formate da persone dello stesso sesso.
L’arcivescovo di Friburgo, uno dei pochi presuli tedeschi ad aver accolto positivamente la pubblicazione del Responsum della Congregazione per la Dottrina della Fede, ha cercato di superare l’imbarazzo della situazione, oltrepassando i contestatori ma alla fine, subissato di cori che invocavano “benedizioni per tutti” in nome dell’amore e della vita, ha dovuto affrontarli. Burger ha spiegato di essere pronto a benedire tutti individualmente, ma, all’esortazione della piccola folla che lo invitava a farlo anche per le coppie di omosessuali, l’arcivescovo ha replicato che ciò gli era impedito dall’insegnamento morale della Chiesa. Un piccolo episodio che dà bene l’idea di quale sia il clima attuale all’interno delle comunità cattoliche in Germania, con preti ribelli e organizzazioni laicali sempre più agguerrite a sfidare apertamente Roma e le gerarchie ecclesiastiche locali.
Ne sa qualcosa anche monsignor Wolfgang Ipolt, il vescovo di Görlitz che poco più di una settimana fa aveva ribadito alla Nuova Bussola Quotidiana la sua contrarietà alle benedizioni collettive che stanno andando in scena in Germania. La nostra intervista, tradotta in tedesco e rilanciata da alcuni portali del Paese, è stata commentata sui social da alcuni sacerdoti ribelli che hanno persino scomodato la parola “omofobia” nonostante i toni molto soft scelti da Ipolt per esprimere il suo pensiero.
L’aria pesante instauratasi potrebbe essere uno dei motivi per cui molti vescovi preferiscono non commentare il plateale atto di ribellione di numerosi sacerdoti in tutto il Paese e il silenzio calato su eventuali sanzioni da comminare.
Chi, invece, ha scelto di parlare apertamente della confusione nella Chiesa tedesca è il cardinale Paul Josef Cordes, da anni residente a Roma ma originario della Renania Settentrionale-Vestfalia. In un’intervista uscita ieri sul Tagespost, il presidente emerito del Pontificio Consiglio Cor Unum ha ricordato ai suoi connazionali che i “pastori consacrati sono sempre obbligati a preservare il significato biblicamente rivelato” nelle loro attività pastorali, altrimenti “la Chiesa si arrenderebbe a ciò che è desiderato dai media e appassirebbe in un corpo sociale come un partito o una squadra di calcio”. Non se la prende soltanto con la benedizione delle coppie omosessuali, ma anche con l’intercomunione perché “la cosiddetta ospitalità eucaristica sarebbe un paradosso per la Chiesa primitiva” dal momento che, come sosteneva sant’Agostino, “l’amen del destinatario vale sia per la presenza reale di Gesù sia per l’appartenenza alla comunità celebrante”.
Cordes ha anche parlato del Cammino Sinodale tedesco, interpretandolo in contrapposizione con il concetto di sinodalità inteso da Papa Francesco perché mentre quest’ultimo “si basa sul sensus fidei, osserva la struttura della Chiesa cattolica (diocesi individuale - Chiesa universale), si subordina all’autorità decisionale dell’ufficio (vescovi - papa) e mira a vitalizzare la fede in Dio”, il modello rappresentato dal Synodaler Weg “mostra la sua deplorevole imperfezione rispetto all’iniziativa papale in ogni punto menzionato”. E al presidente della Conferenza episcopale tedesca, Georg Bätzing, secondo cui “la Chiesa in Germania non può aspettare che gli ultimi siano pronti”, il cardinale che fu collaboratore di san Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI ha replicato seccamente, chiedendogli se per lui gli ultimi sono “quelli che non hanno seguito lo spirito del tempo, ma fanno ancora affidamento su Dio e Gesù Cristo”.
Nico Spuntoni
https://lanuovabq.it/it/germania-la-dura-vita-dei-vescovi-fedeli-al-catechismo
Le sconcertanti parole di Papa Bergoglio
Il cardinale Braz de Aviv, intervenendo in un colloquio in videoconferenza per la 50a Settimana Nazionale degli Istituti di Vita Consacrata, ha rivelato che, durante un recente incontro con Francesco, il successore di Pietro avrebbe espresso la sua paura di "una certa tendenza ad allontanarsi un po' dal Concilio Vaticano II, assumendo posizioni tradizionaliste".
È difficile farsi un'idea chiara di cosa intendesse il pontefice argentino con così poche informazioni. Ma è già interessante notare che "asssumere posizioni tradizionaliste" significa "allontanarsi un po' dal Concilio Vaticano II".
Questa confidenza, dice il cardinale, è stata comunicata nel quadro più ampio della formazione dei sacerdoti. Il Papa è quindi preoccupato che la formazione sacerdotale sia deviata, distorta, perché ai seminaristi o ai giovani religiosi vengono insegnate "posizioni tradizionaliste".
Il cardinale ha anche invitato i consacrati ad attualizzare il significato dell'obbedienza, lontano dall'abuso di potere. Riconosciamo in questo quello che il Papa chiama il pericolo del "clericalismo", che peraltro può riguardare nelle sue parole non solo i chierici, ma anche i laici.
Considerando il numero di volte che questo pericolo è stato denunciato da Francesco, vuol dire o che questa minaccia gli sembri importante o che ne abbia un particolare orrore.
È quasi da credere che il fantasma di Gambetta infesti i palazzi apostolici. Questo politico aveva infatti lanciato una vera guerra contro la religione, pronunciando il suo famoso slogan "clericalismo, ecco il nemico", il 4 maggio 1877 alla Camera dei Deputati.
Se bisogna comunque deplorare, denunciare e sanzionare l'abuso di potere nella Chiesa, va ricordato che "l'abuso non toglie l'uso", e che il Papa e i vescovi devono soprattutto incoraggiare i titolari di un'autorità a santificarsi, unico mezzo veramente efficace per ridurre gli abusi.
Purtroppo non è perseguitando la Tradizione e le "posizioni tradizionaliste" che si otterrà questo risultato. Ma concentrandosi sull'insegnamento integrale della fede, formando dei santi sacerdoti e ristabilendo la disciplina morale, sia per i chierici che per i fedeli. Questo è ciò che hanno fatto tutte le vere riforme nella Chiesa.
Fonte: fsspx.news/it/news
Vademecum Cristiano. Manuale di guerra nella società dell’apostasia. Don Bosco.
Marco Tosatti
Carissimi Stilumcuriali, abbiamo ricevuto, e offriamo alla vostra attenzione riflessione, questo annuncio editoriale, che ci sembra quantomai adatto nei tempi – non facili – che stiamo attraversando. Buona lettura.
§§§
Arrivato! “Vademecum Cristiano. Manuale di guerra nella società dell’apostasia” di San G. Bosco
Arrivato e già disponibile un nuovo capolavoro tratto da due opere di San Giovanni Bosco: il Vademecum Cristiano. Manuale di guerra per essere fedeli a Cristo nella società dell’apostasia, in un’edizione rinnovata curata da Radio Spada. Affrettarsi!
Nel dare un sottotitolo a questa nuova opera che compendia due importanti libri di San Giovanni Bosco – ovvero il Porta Teco Cristiano e ampie parti de Il Cattolico Provveduto per le pratiche di pietà[1]– le Edizioni Radio Spada hanno optato per queste parole: Manuale di guerra per essere fedeli a Cristo nella società dell’apostasia.
Si tratta infatti di un manuale che raccoglie avvisi, consigli, informazioni e strategie per condurre una battaglia importante: quella contro noi stessi. Sia chiaro, il teatro di questo conflitto non è solo interiore ma si sviluppa anche all’esterno: nelle nostre famiglie, nei luoghi di lavoro, nel gruppo dei nostri amici, nella società in generale. Del resto, Cristo deve regnare sui singoli e sulle nazioni.
Un manuale di guerra dunque, ed inevitabilmente anche un manuale di virilità, nel senso più alto e compiuto del termine. Non si spaventino le donne! Pio XI nel parlare dei meriti di Santa Teresa di Lisieux raccomandava al vescovo di Bayeux: «Dite e fate dire che si è resa un po’ troppo insipida la spiritualità di Teresa. Com’è maschia e virile, invece! Santa Teresa di Gesù Bambino, di cui tutta la dottrina predica la rinuncia, è un grand’uomo»[2]. In questo volume madri, spose e figlie troveranno parole preziose, dunque si sentano coinvolte al pari degli uomini.
Mai come oggi – l’esperienza lo insegna – si sente ragionare di ideali e di lotte, quasi si dovesse spaccare il mondo, quando poi nemmeno si riesce a tenere a freno la lingua dalla mormorazione; quando manca anche solo un abbozzo di ordine nella vita; quando, insomma, si vuol cambiare tutto nella società, cambiando ben poco in sé stessi. Ecco dunque un antidoto tanto generale quanto specifico, collaudato da uno dei grandi santi degli ultimi secoli[3].
Ben coscienti dei nostri limiti, preferiamo tacere e lasciare a lui la parola. Si esprimerà certamente meglio di noi, senza che nessuno possa obiettare sul valore della sua condotta.
Il lettore noterà subito quanto sia frequente nel testo il termine doveri e quanto sia raro il termine diritti: se vorrà andare controcorrente rispetto alla società, gli spunti non mancheranno. Oltre a mille consigli concreti e a tante nozioni in materia religiosa, potrà incontrare una raccolta di preghiere per tutti gli stati e le necessità: dalla preghiera di un giovane studente, a quella di un vecchio, da quella di un ricco che desidera santificarsi nelle sue ricchezze a quella di un povero, da quella di un negoziante che desidera di santificarsi nel suo commercio a quella di un medico, e ancora, di un pubblico impiegato, di un militare, di un agricoltore, di un artigiano, di un padrone, di un viaggiatore, e così via fino alla preghiera per ottenere la pioggia o la serenità del cielo. Si stupiranno i mondani, ma la preghiera si occupa di tutto perché tutto può essere affrontato con la preghiera.
Coraggio dunque! Caro cristiano che hai per le mani questo libro, usa i suoi contenuti come una spada e procurerai il meglio – nel tempo e nell’eternità – per te e per i tuoi cari.
>>> Già disponibile: Vademecum Cristiano. Manuale di guerra per essere fedeli a Cristo nella società dell’apostasia <<<
[1] Gli estratti riportati in questa edizione non sempre si susseguono secondo l’ordine di quella del 1868.
[2] Citato in: Chronique du Congrès, Annales de Ste Thérèse de Lisieux, VIII, 1932, p. 237.
[3] Nell’aprire Il Cattolico Provveduto, San G. Bosco annetteva la tipica Protesta dell’Autore: «Per ubbidire ai decreti di Urbano VIII mi protesto che, a quanto si dirà in questo libro di miracoli, rivelazioni, o di altri fatti, non intendo di attribuire altra autorità, che umana; e dando ad alcuno titolo di Santo o Beato, non intendo darlo se non secondo l’opinione; eccettuate quelle cose e persone, che sono state già approvate dalla S. Sede Apostolica».
Uno studente universitario, lettore di MiL, ha voluto commentare, con quegli impulsi "romantici" che contraddistinguono i giovani, quanto sta accadendo nelle comunità cattoliche tedesche .
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