Il servizio pubblico dell’imperdibile “Eccles is saved” spiega “come sbarazzarsi della Messa in latino”
Comunicazione di servizio – Coloro che sono sprovvisti del buon senso umoristico, si astengono dalla lettura (e quindi, dal commentare): quanto segue è “british humour”. Cioè, per chi non conosce i basilari dell’inglese e della cultura britannica: si tratta di satira britannica. L’umorismo britannico è modellato dalla relativa stabilità della società britannica e porta un forte elemento di satira diretta all’assurdità della vita quotidiana. I temi includono il sistema di classe e tabù sessuali. Tecniche comuni includono giochi di parole, insinuazioni e battute intellettuali. Un forte tema di sarcasmo e auto-deprecazione, spesso con consegna impassibile, attraversa tutto l’umorismo britannico.
È da tanto tempo che non gli diamo più la parola, quindi è ora di rimetterci in viaggio spirituale con Eccles, suo fratello Bosco e la sua Grate-Anti Moly. Eccles is saved (Eccles è salvato), ma ci sono stati veri problemi con Bosco e Moly (ma sono cose di famiglia, che non ci interessano).
Oggi, Eccles is saved parla di un tema di cui ci siamo già occupato, senza satira [Francesco vuole abrogare il Summorum Pontificum di Benedetto XVI. Messainlatino.it riferisce che l’ha detto alla Plenaria della Conferenza Episcopale Italiana – 26 maggio 2021].
Abbiamo aggiunto alla nostra traduzione italiana del testo in inglese (non facile, visto che ci sono diversi “giochi di parole”) alcune note, per facilitarne la comprensione.
Buona lettura e ribadisco, segue satira.
Come sbarazzarsi della Messa in latino
Eccles is saved, 26 maggio 2021
È tempo per un’altra nella nostra lunga serie su “Come essere un buon Papa”, che si sta rivelando una lettura imperdibile per quei cardinali che non vedono l’ora di sedersi sul trono di San Pietro. La storia fino ad ora: il tuo predecessore, Papa Benedictus, che vive interamente di birra tedesca ed è quindi ancora vivo all’età di 103 anni, ha scritto un Motor Propeller, Summa Holiday (promemoria: controlla il titolo) che consente un uso più ampio della tradizionale Messa latina.
Ora, hai sempre odiato il latino a scuola, da quando il Signor Pacelli ti ha somministrato una punizione corporale per aver tradotto male la Preghiera del Signore. E ci sono prove di un diffuso sostegno alle tue opinioni – perché solo ieri hai ricevuto una lettera sull’argomento che diceva “vecchie, impopolari, incomprensibili, davvero piuttosto inutili, migliori alternative disponibili”. Certo, stavano parlando di te, ma è il pensiero che conta.
Quindi, è giunto il momento di abrogare Summa Holiday. Stavi aspettando la morte di Benedictus, ma stamattina l’hai visto fare jogging e ti stai chiedendo se potesse anche sopravvivere a te. Quindi, hai scritto il tuo Motor Propeller. In italiano ovviamente, come se usassi il latino ti spareresti a una gamba. Comunque, il tuo voto in latino è ancora un punto dolente.
Tuttavia, per farlo sembrare ufficiale, lo hai dato un titolo latino.
Romanes Eunt Domus è – ti assicurano i tuoi consiglieri – un modo idiomatico per dire “non più latino”, e farà capire al pubblico che sei determinato [1].
La prima cosa da fare, è tenere una conferenza stampa, alla quale non è invitato nessuno della stampa, solo un gruppetto di vescovi italiani loquaci. In questo modo, i tuoi piani possono trapelare in modo non ufficiale (come sottolinea il tuo amico Arthur Sosa: “Se non è su un registratore, non è mai successo, e questo vale anche per il Nuovo Testamento”) [QUI].
Chiedete ora ad alcuni giornalisti impassibili di inventare i motivi per cui la Messa tradizionale latina deve essere soppressa. Diranno che:
- è fascista, da vecchia destra, trumpista, razzista;
- è omofobico, transfobico, claustrofobico;
- provoca il cambiamento climatico: ha già ucciso tutti gli orsi polari di Roma;
- è amato da Burke, Sarah, Müller, Pell e tutti gli altri pazzi che erano tuoi amici;
e così via. Quindi puoi andare avanti con essa. Un consiglio importante è quello di sostituire il Cardinale Sarah alla Congregazione per il Culto Divino con il suo vice, l’uomo bluff del Yorkshire Fra (Arthur) Tuck. Non sei mai stato in grado di capire una parola di quello che dice, ma sei abbastanza sicuro che odia il latino (“eeh, quella è una lingua strana del sud!”). Quindi ti aiuterà a implementare il tuo Romanes Eunt Domus, e prendersi la colpa se va tutto storto. Fallo cardinale in modo da poterlo tenere d’occhio [2].
Quod erat demonstrandum!
[1] Romanes eunt domus. Certi chiamati Romanes vanno la casa?
“Romani ite domum” (Romani andate a casa) è la frase latina corretta per il graffito “Romanes eunt domus”, da una buffa scenetta tratta dal film “Life of Brian” dei Monty Phython.
Palestina 33 d.C. Brian, un comune ragazzo di Nazareth, spesso scambiato per il Messia, vuole entrare a far parte del Fronte Popolare di Giudea perché odia i Romani. Ma prima deve provare la sua fedeltà con un atto di coraggio: scrivere “Romani andate a casa” sul muro del Tempio di Gerusalemme. Sfortunatamente la sua conoscenza della scrittura in latino si rivela inadeguata a tale compito… Il risultato è una scena buffissima che ricorda una tipica lezione scolastica di latino, il centurione corregge sarcasticamente gli errori di Brian passo passo, e infine gli ordina di riscrivere cento volte la stessa frase correttamente!
Centurione: Cosa stiamo facendo qui? Romanes eunt domus. Certi chiamati Romanes vanno la casa?
Brian: Vuol… vuol dire “Romani andate a casa”.
Centurione: No, carino. Come si dice “Romano”? Forza, in latino.
Brian: Romanus!
Centurione: Della?
Brian: Seconda.
Centurione: La desinenza del vocativo plurale…
Brian: I… i.
Centurione: Quindi, Romani. Che vuoi dire con “eunt”?
Brian: Andate.
Centurione: Coniuga il presente indicativo di “andare”!
Brian: Ire… Eo, is, it, imus, itis, eunt.
Centurione: Quindi eunt è…?
Brian: Aah, ehm… terza persona plurale, presente indicativo. “Essi vanno”.
Centurione: Ma “Romani andate a casa” è un ordine, quindi devi usare che cosa?
Brian: Aah! L’imperativo!
Centurione: E cioè?
Brian: Ehm, oh… oh, ehm… i, i!
Centurione: Ma quanti sono i Romani?
Brian: Ah, già, plurale! Ite! Ite!
Centurione: Ite.
Brian: Aah, ah.
Centurione: Domus. Nominativo? “Andate a casa” è moto a luogo, giusto, giovanotto?
Brian: Ehm… ehm… dativo, signore? Aih! Ooh! No, no no! Non dativo, signore, no! No, aah! Accusativo! Accusativo! Aah! Domum, signore! Ad domum! Aah, aah!
Centurione: Solo che domum vuole il…?
Brian: Aah! Il locativo, signore! Aah!
Centurione: E cioè?
Brian: Domum! Aah, ah, aah…
Centurione: Domum… Domum. Hai capito?
Brian: Sì, signore!
Centurione: Allora scrivilo cento volte.
Brian: Sì, signore! Grazie, signore! Ave, Cesare!
Centurione: Ave, Cesare! E se all’alba non hai finito ti taglio le palle.
Brian: Grazie signore, troppo buono! Ave, Cesare! Ave, Cesare! Aah… Finito!
Soldato: Bravo! Vedrai che adesso non sbagli più!
Brian: No, no. Buongiorno.
Uomo: E sta’ un po’ attento!
[2] Predetto avantieri da Eccles is saved, puntualmente avvenuto ieri alle ore 12.00: “Il Santo Padre ha nominato Prefetto della Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti Sua Eccellenza Reverendissima Monsignore Arthur Roche, Arcivescovo-Vescovo emerito di Leeds, finora Segretario della medesima Congregazione” (Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede N. 337 del 27 maggio 2021).
Arthur Roche è nato a Batley Carr, nel West Yorkshire, nel nord dell’Inghilterra. La gente dello Yorkshire è spesso stereotipata come amichevole ma indisponente, testarda (note anche come “testardi dello Yorkshire”) e polemiche. Infatti, nel corso della storia dell’area, che risale ai Briganti tribali, attraverso il periodo normanno e le Guerre delle Rose, la regione ha visto una serie di ribellioni contro i governanti non dello Yorkshire o non del Nord. È questo stereotipo a cui si fa riferimento nel detto “puoi sempre dire a uno Yorkshireman, ma non puoi dirgli molto”. Un altro stereotipo spesso sentito in relazione ai lavoratori dello Yorkshire è il proverbio “dove c’è fango, c’è ottone”; questo si riferisce all’opinione diffusa che dove si è disposti a fare un lavoro sgradevole, ci sono molti soldi da fare.
[3] On Ilkla Moor Baht ‘at – in inglese standard significa “On Ilkley Moor without a hat” (Nella brughiera di Ilkley senza cappello) – è una canzone popolare nel dialetto dello Yorkshire, considerato l’inno non ufficiale della regione. Secondo la tradizione, le parole sono state composte dai membri di un coro parrocchiale durante una gita nella brughiera vicino a Ilkley, nello Yorkshire occidentale (foto di copertina).
Quelle strane manovre nella Chiesa per impedire la Messa in latino
Il Papa sarebbe pronto a diffondere un documento che, di fatto, indebolirebbe il Motu proprio Summorum Pontificum di Benedetto XVI
"Introibo ad altare Dei, ad Deum qui laetificat juventutem meam". Le volute di incenso innalzano le parole, che si fanno preghiere, verso il cielo. "Salirò all'altare di Dio, al Dio che rallegra la mia giovinezza", dicono i fedeli in una lingua che non è la loro ma che è di tutti loro. Il sacerdote, inchinato di fronte al crocifisso, dà le spalle ai fedeli e pronuncia, uguali ed eterne, parole in latino. Le si può solo intuire. Il Figlio di Dio, ancora una volta, sta tornando sulla terra in carne, sangue, anima e divinità. Il celebrante invoca la Beata Vergine, san Michele arcangelo, Giovanni Battista e tutti i santi del cielo. E, soprattutto, chiede pietà per i peccati commessi, anche i più piccoli, perché di lì a poco non sarà più un semplice uomo, ma agirà in persona Christi, ovvero come se fosse Cristo.
Inizia così, o almeno così è iniziata per molto tempo, la Messa della Chiesa cattolica, in quello che oggi viene definita forma extra ordinaria, per usare l'espressione del Motu Proprio Summorum Pontificum con cui, nel 2007, Benedetto XVI sancì che quel rito non era mai stato abrogato ("numquam abrogatum"). Che tutto ciò che ruotava (e ruota) attorno a quel rito non poteva esser cancellato. Che la Chiesa non nasceva con il Concilio Vaticano II ma poteva (e doveva) contare su una storia millenaria.
Oggi tutto questo rischia di scomparire. O almeno di esser più difficile da vivere. Secondo quanto riportano diversi siti "tradizionalisti", come per esempio Messa in Latino, papa Francesco sarebbe pronto a restringere il campo del Summorum Pontificum promulgato da Benedetto XVI. In pratica, scrive Messa in latino, "si ritornerebbe all’indulto - con previa autorizzazione del vescovo, o addirittura del Vaticano - con tutto ciò che ne consegue e cioè una reintroduzione del divieto di celebrare secondo il Messale di San Giovanni XXIII, tantissimi dinieghi delle autorizzazioni e la pratica ghettizzazione dei sacerdoti e dei fedeli legati all’antico rito". La paix liturgique si spinge oltre: "Questo documento, inapplicabile in molti Paesi tra cui la Francia, avrà soprattutto un significato simbolico: fare della celebrazione della Messa tradizionale non più un diritto, ma un'eccezione tollerata".
Se queste restrizioni venissero confermate, ci troveremmo di fronte a una ferita terribile non solo per i sacerdoti che celebrano in rito antico e i loro fedeli, ma anche per la Chiesa tutta. Se Francesco dovesse rispedire la Messa antica in soffitta, infatti, sconfesserebbe non solo Ratzinger, ma anche tutti i suoi predecessori. E, soprattutto, priverebbe il mondo intero di una delle più importanti fonti della Grazia.
https://www.ilgiornale.it/news/cronache/papa-vuole-abolire-messa-latino-1949765.html
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