Stiamo entrando negli ultimi tempi, i tempi dell’Apocalisse, cioè della Rivelazione delle cose nascoste. Già oggi molte cose nascoste sono divenute visibili, perché molti veli sono caduti o stanno cadendo: e ciò sia nella Chiesa cattolica, sia nella società profana.
Davvero c’è una dimensione provvidenziale in quel che sta accadendo da quindici mesi a questa parte, quando il mondo sembra impazzito, ma nella sua pazzia possiamo vedere con estrema chiarezza una serie di errori, di vizi, di colpe, di menzogne, che, senza tali avvenimenti, sarebbero rimasti più o meno celati, avrebbero seguitato a marcire e imputridire, sino a infettare e rendere completamente avariato l’intero organismo sociale e, quel che è peggio, l’intera vita spirituale degli uomini, anche al livello individuale. Perché il male e il peccato, ricordiamolo sempre, non stanno solo al di fuori dell’uomo, ma anche e soprattutto all’intero di lui: è più facile riconoscere il male esterno, solo è perché è più scomodo, doloroso e impegnativo avere il coraggio di guardarsi dentro per bene e riconoscere quel che in noi è guasto, così come è più facile vedere la pagliuzza nell’occhio dell’altro, invece che la trave che si ha nel proprio.
Apocalisse, peraltro, non significa rivelazione in senso generico, ma Rivelazione di Dio agli uomini: dunque non si tratta di una rivelazione puramente umana e di cose umane, ma della Rivelazione divina, mediante la quale cadono i veli delle cose umane ed appare la dimensione soprannaturale, nella quale si mostrano in piena luce le cose ultime, quelle che gli uomini non sarebbero mai arrivati neppure a immaginare, e sia pure gli uomini più intelligenti, sagaci e profondi. Ora, molti indizi suggeriscono che stiamo realmente assistendo alla rivelazione delle cose ultime, perché mai come ora il senso della storia appare chiaro e concluso: la Luce è venuta nel mondo per illuminarlo, ma il mondo ha preferito le tenebre alla Luce, perché le sue opere sono malvagie (cfr Gv 3,19). Ora i veli stanno cadendo: il divino Vignaiolo ha paziento per duemila anni; la Chiesa fondata da Gesù Cristo ha avuto duemila anni di tempo per convertire il mondo, ma ora è essa che si è convertita al mondo, rovesciando e tradendo la sua missione e l’intenzione di Colui che l’ha istituita: non tutta, ma hanno tradito gran parte dei suoi pastori e le pecorelle si sono disperse; è rimasto fedele solo un piccolo resto.
Non abbiamo alcuna certezza in proposito, perché Gesù ha ammonito sovente che nessuno conosce il giorno né l’ora in cui il Figlio dell’uomo, lo Sposo della sua Chiesa, ritornerà sulla terra, per giudicare i vivi e i morti (cfr. Mt 24,36). Vale la pena di rileggersi e meditare a fondo le Parole stesse del nostro Signore, in questi giorni amari che hanno il sapore della fine, quando tanti hanno tradito e adulterato il suo santo Vangelo, annunciando empiamente e sfrontatamente che il peccato non è più peccato, che il vizio non è più vizio, che il male è diventato bene e che il bene è diventato male (Mt 24,1-51):
1 Mentre Gesù, uscito dal tempio, se ne andava, gli si avvicinarono i suoi discepoli per fargli osservare le costruzioni del tempio. 2Egli disse loro: «Non vedete tutte queste cose? In verità io vi dico: non sarà lasciata qui pietra su pietra che non sarà distrutta».
3Al monte degli Ulivi poi, sedutosi, i discepoli gli si avvicinarono e, in disparte, gli dissero: «Di' a noi quando accadranno queste cose e quale sarà il segno della tua venuta e della fine del mondo».
4Gesù rispose loro: «Badate che nessuno vi inganni! 5Molti infatti verranno nel mio nome, dicendo: «Io sono il Cristo», e trarranno molti in inganno. 6E sentirete di guerre e di rumori di guerre. Guardate di non allarmarvi, perché deve avvenire, ma non è ancora la fine. 7Si solleverà infatti nazione contro nazione e regno contro regno; vi saranno carestie e terremoti in vari luoghi: 8ma tutto questo è solo l'inizio dei dolori.
9Allora vi abbandoneranno alla tribolazione e vi uccideranno, e sarete odiati da tutti i popoli a causa del mio nome. 10Molti ne resteranno scandalizzati, e si tradiranno e odieranno a vicenda. 11Sorgeranno molti falsi profeti e inganneranno molti; 12per il dilagare dell'iniquità, si raffredderà l'amore di molti. 13Ma chi avrà perseverato fino alla fine sarà salvato. 14Questo vangelo del Regno sarà annunciato in tutto il mondo, perché ne sia data testimonianza a tutti i popoli; e allora verrà la fine.
15Quando dunque vedrete presente nel luogo santo l'abominio della devastazione, di cui parlò il profeta Daniele - chi legge, comprenda -, 16allora quelli che sono in Giudea fuggano sui monti, 17chi si trova sulla terrazza non scenda a prendere le cose di casa sua, 18e chi si trova nel campo non torni indietro a prendere il suo mantello. 19In quei giorni guai alle donne incinte e a quelle che allattano!
20Pregate che la vostra fuga non accada d'inverno o di sabato. 21Poiché vi sarà allora una tribolazione grande, quale non vi è mai stata dall'inizio del mondo fino ad ora, né mai più vi sarà. 22E se quei giorni non fossero abbreviati, nessuno si salverebbe; ma, grazie agli eletti, quei giorni saranno abbreviati.
23Allora, se qualcuno vi dirà: «Ecco, il Cristo è qui», oppure: «È là», non credeteci; 24perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi segni e miracoli, così da ingannare, se possibile, anche gli eletti. 25Ecco, io ve l'ho predetto.
26Se dunque vi diranno: «Ecco, è nel deserto», non andateci; «Ecco, è in casa», non credeteci. 27Infatti, come la folgore viene da oriente e brilla fino a occidente, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. 28Dovunque sia il cadavere, lì si raduneranno gli avvoltoi.
29Subito dopo la tribolazione di quei giorni,
il sole si oscurerà,
la luna non darà più la sua luce,
le stelle cadranno dal cielo
e le potenze dei cieli saranno sconvolte.
30Allora comparirà in cielo il segno del Figlio dell'uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell'uomo venire sulle nubi del cielo con grande potenza e gloria. 31Egli manderà i suoi angeli, con una grande tromba, ed essi raduneranno i suoi eletti dai quattro venti, da un estremo all'altro dei cieli.
32Dalla pianta di fico imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l'estate è vicina. 33Così anche voi: quando vedrete tutte queste cose, sappiate che egli è vicino, è alle porte. 34In verità io vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo avvenga. 35Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
36Quanto a quel giorno e a quell'ora, nessuno lo sa, né gli angeli del cielo né il Figlio, ma solo il Padre.
37Come furono i giorni di Noè, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. 38Infatti, come nei giorni che precedettero il diluvio mangiavano e bevevano, prendevano moglie e prendevano marito, fino al giorno in cui Noè entrò nell'arca, 39e non si accorsero di nulla finché venne il diluvio e travolse tutti: così sarà anche la venuta del Figlio dell'uomo. 40Allora due uomini saranno nel campo: uno verrà portato via e l'altro lasciato. 41Due donne macineranno alla mola: una verrà portata via e l'altra lasciata.
42Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. 43Cercate di capire questo: se il padrone di casa sapesse a quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. 44Perciò anche voi tenetevi pronti perché, nell'ora che non immaginate, viene il Figlio dell'uomo.
45Chi è dunque il servo fidato e prudente, che il padrone ha messo a capo dei suoi domestici per dare loro il cibo a tempo debito? 46Beato quel servo che il padrone, arrivando, troverà ad agire così! 47Davvero io vi dico: lo metterà a capo di tutti i suoi beni. 48Ma se quel servo malvagio dicesse in cuor suo: «Il mio padrone tarda», 49e cominciasse a percuotere i suoi compagni e a mangiare e a bere con gli ubriaconi, 50il padrone di quel servo arriverà un giorno in cui non se l'aspetta e a un'ora che non sa, 51lo punirà severamente e gli infliggerà la sorte che meritano gli ipocriti: là sarà pianto e stridore di denti.
«Ma Gesù, qui, ha profetizzato la distruzione di Gerusalemme, non la fine del mondo». Sì, senza dubbio, nella prima parte del Suo discorso, Egli parla di Gerusalemme e del tragico destino che l’attende, da lì a qualche anno; ma poi il discorso escatologico prende un respiro assai più ampio, e a un certo punto (37 sgg.) Egli dice apertamente che sta parlando della venuta del Figlio dell’uomo, e dunque degli ultimi tempi. Per precisare, sì, che nessuno potrà conosce in anticipo quel giorno e quell’ora, perché altrimenti i servi infedeli potrebbero premunirsi e cercar di nascondere le tracce della loro cattiva condotta, prima del ritorno del padrone; nondimeno fornisce una serie d’indizi, in particolare il moltiplicarsi di calamità e dolori e l’apparire di numerosi falsi Cristi e falsi profeti, i quali inganneranno molti e diffonderanno ovunque una grandissima confusione. E tutto questo ci riporta al presente, che sembra proprio mostrare i segni della presenza dell’Anticristo. Perché l’Anticristo non è un personaggio, o un insieme di personaggi, che vengono a predicare e ad insegnare il contrario di quel che ha insegnato Cristo, ma che mescolano alla verità la menzogna, e così facendo seducono gli uomini, perché addolciscono con l’inganno la giusta severità della Rivelazione, e danno a intendere che il peccatore impenitente non si vedrà addebitare la mercede dei propri peccati, e che essere stati fedeli al Vangelo o averlo adulterato empiamente, daranno un identico risultato, perché Dio accoglierà tutti, indipendentemente dai loro meriti e dalle loro colpe, dato che sono tutti peccatori. Tale è l’oscena, blasfema pastorale del signor Bergoglio: tutti saranno accolti sotto la grande tenda d’Iddio; e tutti si possono comunicare col Suo Corpo, perché il Pane divino è destinato ai peccatori e non ai giusti. E di questa perfidia, di questo scandalo enorme dati alle anime, Dio chiederà conto ai falsi pastori, o meglio ai lupi feroci travestiti da pastori. Non sta a noi giudicare, ma i loro atti medesimi li giudicano, anzi li hanno già giudicati: e sappiamo cosa dice Gesù dei seminatori di scandali; che sarebbe meglio per essi se venisse legata loro al collo una macina da mulino e fossero precipitati negli abissi del mare (cfr. Mt 18,6). Parole tremende ma parole chiarissime, che nessuno può adulterare o annacquare, o fingere di non aver inteso nel loro pieno significato.
E a proposito degli ultimi tempi, è bene rileggersi anche ciò che scrive san Giovanni nella prima lettera che porta il suo nome (1 Gv 2, 12-29):
1 Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto. 2È lui la vittima di espiazione per i nostri peccati; non soltanto per i nostri, ma anche per quelli di tutto il mondo.
3Da questo sappiamo di averlo conosciuto: se osserviamo i suoi comandamenti. 4Chi dice: «Lo conosco», e non osserva i suoi comandamenti, è bugiardo e in lui non c'è la verità. 5Chi invece osserva la sua parola, in lui l'amore di Dio è veramente perfetto. Da questo conosciamo di essere in lui. 6Chi dice di rimanere in lui, deve anch'egli comportarsi come lui si è comportato.
7Carissimi, non vi scrivo un nuovo comandamento, ma un comandamento antico, che avete ricevuto da principio. Il comandamento antico è la Parola che avete udito. 8Eppure vi scrivo un comandamento nuovo, e ciò è vero in lui e in voi, perché le tenebre stanno diradandosi e già appare la luce vera. 9Chi dice di essere nella luce e odia suo fratello, è ancora nelle tenebre. 10Chi ama suo fratello, rimane nella luce e non vi è in lui occasione di inciampo. 11Ma chi odia suo fratello, è nelle tenebre, cammina nelle tenebre e non sa dove va, perché le tenebre hanno accecato i suoi occhi.
12Scrivo a voi, figlioli, perché vi sono stati perdonati i peccati in virtù del suo nome.
13Scrivo a voi, padri, perché avete conosciuto colui che è da principio. Scrivo a voi, giovani, perché avete vinto il Maligno. 14Ho scritto a voi, figlioli, perché avete conosciuto il Padre. Ho scritto a voi, padri, perché avete conosciuto colui che è da principio. Ho scritto a voi, giovani, perché siete forti e la parola di Dio rimane in voi e avete vinto il Maligno.
15Non amate il mondo, né le cose del mondo! Se uno ama il mondo, l'amore del Padre non è in lui; 16perché tutto quello che è nel mondo - la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita - non viene dal Padre, ma viene dal mondo. 17E il mondo passa con la sua concupiscenza; ma chi fa la volontà di Dio rimane in eterno!
18Figlioli, è giunta l'ultima ora. Come avete sentito dire che l'anticristo deve venire, di fatto molti anticristi sono già venuti. Da questo conosciamo che è l'ultima ora. 19Sono usciti da noi, ma non erano dei nostri; se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; sono usciti perché fosse manifesto che non tutti sono dei nostri. 20Ora voi avete ricevuto l'unzione dal Santo, e tutti avete la conoscenza. 21Non vi ho scritto perché non conoscete la verità, ma perché la conoscete e perché nessuna menzogna viene dalla verità. 22Chi è il bugiardo se non colui che nega che Gesù è il Cristo? L'anticristo è colui che nega il Padre e il Figlio. 23Chiunque nega il Figlio, non possiede nemmeno il Padre; chi professa la sua fede nel Figlio possiede anche il Padre.
24Quanto a voi, quello che avete udito da principio rimanga in voi. Se rimane in voi quello che avete udito da principio, anche voi rimarrete nel Figlio e nel Padre. 25E questa è la promessa che egli ci ha fatto: la vita eterna.
26Questo vi ho scritto riguardo a coloro che cercano di ingannarvi. 27E quanto a voi, l'unzione che avete ricevuto da lui rimane in voi e non avete bisogno che qualcuno vi istruisca. Ma, come la sua unzione vi insegna ogni cosa ed è veritiera e non mentisce, così voi rimanete in lui come essa vi ha istruito.
28E ora, figlioli, rimanete in lui, perché possiamo avere fiducia quando egli si manifesterà e non veniamo da lui svergognati alla sua venuta. 29Se sapete che egli è giusto, sappiate anche che chiunque opera la giustizia, è stato generato da lui.
Dunque l’Anticristo non è una figura unica ed eccezionale; vi saranno e vi sono già stati numerosi Anticristi, perché Anticristo è chiunque viene dal gregge di Cristo, ma non è mai stato veramente dei Suoi. Perciò parla come se fosse un suo seguace, ma non espone fedelmente il suo Vangelo: il suo tristo ruolo consiste nel sedurre gli uomini annunciando un “vangelo” che esteriormente sembra il vero Vangelo di Gesù Cristo, ma in realtà è pieno di frodi e d’inganni, perché lo scopo dell’Anticristo non è quello di portare gli uomini a Cristo, ma di allontanarli da Lui, e di farlo con l’infernale abilità di evitare che essi se ne rendano conto, finché non sia troppo tardi. Ciò ricorda i falsi teologi e i falsi pastori che, a partire da una data luttuosa, il 1958, hanno incominciato a diffondere nel mondo e nella Chiesa stessa una quantità di abominevoli errori e di false dottrine, spacciandoli tuttavia, con incredibile audacia, per la Parola di Dio, “soltanto” resa più chiara e accessibile agli uomini d’oggi. Menzogna, insopportabile e atroce menzogna! La Parola di Dio è sempre la stessa e non cambia per il mutare delle epoche e dei gusti egli uomini: essa va annunciata oggi come duemila anni fa, perché è la Parola di Dio che deve uniformare a sé il mondo, non il mondo che possa pretendere di adattare a sé la Parola di Dio. E in maniera ancora più precisa, san Giovani asserisce che l’Anticristo è colui che afferma che Gesù non è il Figlio Unigenito di Dio (cfr. 23 sgg.), colui quindi che nega la divinità del Cristo. Vi ricorda qualcosa, vi fa venire in mente dei nomi, dei personaggi precisi? A noi sì’. Ecco anche il nostro tempo è pieno di Anticristi: teniamoci pronti, vegliamo e preghiamo, perché non sappiamo il giorno e l’ora, ma numerosi indizi suggeriscono che il ritorno del Figlio non tarderà ancora molto.
Ancora, mentendo, i falsi teologi e i falsi pastori si appendono alla lettera del discorso di san Giovanni, là dove egli dice che chi odia suo fratello è nelle tenebre, anche se crede e afferma di essere nella luce. Quale orribile pervertimento del concetto dell’amore cristiano! L’amore del prossimo non consiste nel giustificare i suoi peccati e accompagnarsi a lui; accompagnarsi verso cosa, verso l’inferno? No: l’amore cristiano comprende, quale parte essenziale, la correzione fraterna. Il vero cristiano non dice al peccatore: «Va in pace e seguita a fare il comodo tuo, perché Dio ti ama come sei, ti ama comunque»; ma gli dice: «Convertiti, cambia vita, e Iddio ti perdonerà».
Guardarsi dal mondo, fuggire l’Anticristo
di Francesco Lamendola
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