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giovedì 1 luglio 2021

«Corredentrice» non è solo una prerogativa o un “chiodo fisso”

La «Corredentrice» tra Papa Benedetto XVI
e Papa Francesco I




Don Luigi Nardella, Cappellano U.A.L.


Anche sotto il Pontificato di Benedetto XVI (2005-2013), la corrente corredenzionista prosegue con grande libertà e in particolare si segnalano i simposi e gli studi su Maria Corredentrice curati dai Francescani dell’Immacolata. È interessante rilevare che anche in altri ambienti si riscontrano posizioni corredenzioniste. Ecco qualche esempio.
Su “Voce di Popolo” N. 6 del 17.02.2006 (Settimanale dell’Arcidiocesi di Foggia-Bovino) è riportata la conferenza di Don Luigi Nardella sull’allora Servo di Dio Mons. Fortunato Maria Farina (1881-1954) Vescovo di Troia e poi anche di Foggia (“Mons. Fortunato Maria Farina, un grande maestro di vita spirituale”: p. 13).
In una lettera del 1924 o 1925 Mons. Farina scrive: «la Madonna ci assisterà e ci aiuterà maternamente, essa l’Addolorata, la Regina dei Martiri, corredentrice delle anime nostre, e, soprattutto, madre e modello dei sacerdoti, a pie’ della Croce in un mare di amarezze”» (p. 13).

Nel novembre 2020 Papa Francesco lo ha dichiarato Venerabile.

Su L’Osservatore Romano di lunedì-martedì 30-31 Luglio 2007 c’è l’articolo “Innamorato della Vergine” in cui Giovanni Velocci illustra la mariologia di Sant’Alfonso de’ Liguori (1696-1787). Velocci spiega che nel Settecento il culto mariano è contestato da cattolici come Ludovico Antonio Muratori ed è rifiutato dai giansenisti col pretesto che tale culto oscuri quello di Cristo.  Ma Sant’Alfonso con grande coraggio illustra la verità sul mistero di Maria secondo la tradizione e l’insegnamento dei teologi cattolici. Così Velocci sintetizza la mariologia alfonsiana: «Maria fu eletta Madre di Dio per essere corredentrice e mediatrice; uno stesso decreto divino la predestinò a questa duplice missione. […] In virtù del suo privilegio di Madre di Dio, Maria cooperò con Gesù alla salvezza dell’umanità, divenne corredentrice, e ora in cielo svolge la missione di mediatrice» (p. 4).

Nel 2007 Rai–Eri Rizzoli (RCS Libri, Milano) pubblica il libro-intervista del Card. Tarcisio Bertone con il giornalista Giuseppe De Carli, “L’ultima veggente di Fatima. I miei colloqui con Suor Lucia”. Il libro reca la “Presentazione di Papa Benedetto XVI” (pp. 9-11), datata 22 febbraio 2007. Il Pontefice afferma, verso la conclusione: «Invoco su tutti coloro che si accosteranno alla testimonianza offerta con questo libro la protezione della Vergine Ss.ma di Fatima» (p. 11).
Nell’intervista il Card. Bertone afferma che «nell’ultima lunga lettera inviata a Giovanni Paolo II suor Lucia chiedeva tre cose» (pp. 42-43): la prima era la beatificazione di Giacinta e Francesco (cf. p. 43); la seconda era proclamare il rosario come preghiera liturgica (cf. p. 44); la terza era il permesso per la pubblicazione del suo libro “Gli Appelli del Messaggio di Fatima” (cf. p. 46).
Il Card. Bertone commenta: «Il libro era stato bloccato» (p. 47). De Carli chiede:  «Perché mai?».

Il Card. Bertone risponde: «Perché si pensava: “Se lasciamo pubblicare un  libro a suor Lucia diventa subito un bestseller, come fosse il libro di una santa”.  Ne ho parlato prima col cardinale Ratzinger, poi col Papa.  “Ma Santo Padre, scrivono oggi tanti libri di teologia, di pseudo-teologia, un libro di suor Lucia non può che fare del bene.  Eventualmente lo facciamo rivedere”.  Il Papa ha acconsentito.  Un professore di teologia spirituale, il compianto padre Jesus Castellano, carmelitano, lo lesse, senza apportarvi grandi correzioni. […] Non vi era alcuna necessità di correzioni o censure. Il libro di suor Lucia era percorso, anche se in una forma sobria, dalla tesi di riconoscere Maria come “corredentrice” dell’umanità» (p. 47).

De Carli osserva: «Una tesi non nuova, sostenuta, fra l’altro, da alcuni teologi e da un movimento nordamericano, il Fatima Center con la sua rivista “The Fatima Crusader”».

Il Card. Bertone risponde: «Sulla questione della “corredenzione” sia la Congregazione per la Dottrina della Fede che l’Accademia mariana internazionale avevano rilevato qualche criticità, specialmente in ragione del dialogo ecumenico.  Il libro di suor Lucia era però di grande valore, era il distillato teologico di una donna che aveva meditato con intensità i misteri della fede cristiana. Persino il vescovo di Leiria-Fatima, restio ad avallare la pubblicazione, si lasciò coinvolgere firmando la prefazione» (pp. 47-48).

Come abbiamo visto nella puntata precedente (qui), il libro di suor Lucia è stato finalmente pubblicato e in esso ricorre ben 8 volte il titolo mariano di «corredentrice», che in tal modo ha superato l’esame della Congregazione per la Dottrina della Fede al tempo di Papa Giovanni Paolo II e del Card. (poi Papa) Joseph Ratzinger.

Nel libro “Madre di Dio e Madre nostra. Introduzione alla mariologia” (Edizioni Ares, Milano 2008), P. Antonio Orozco, sacerdote in Salamanca (Spagna), chiama Maria: «Corredentrice con Cristo» (p. 77). Ella è «la Madre del Figlio di Dio e, per la sua corredenzione, è Madre spirituale di ogni uomo redento e Madre della Chiesa» (p. 81). Inoltre Maria è «Mediatrice e Dispensatrice di tutte le grazie» (p. 90).

È molto interessante anche l’intervento dell’11 gennaio 2008 dell’allora Segretario di Stato Card. Tarcisio Bertone, su “Il cardinale Alfonso Maria Stickler nel ricordo di un ex-allievo”, riportato sul website del Vaticano: « Il Card. Stickler si è distinto per una robusta spiritualità nutrita di solida conoscenza storico-teologica, di liturgia e di sacramenti, con un timbro tipicamente salesiano (le tre devozioni: Eucaristia, la Madonna, il Papa). Nel suo testamento spirituale ha una espressione molto tenera di filiale pietà mariana: «Questa mia vita è stata sin dall’inizio protetta e guidata dall’amore materno di Maria Santissima, corredentrice e mediatrice di tutte le grazie. La Madonna sarà anche nel momento della mia morte la vera mamma che dona il suo amore e la sua misericordia anche ai figli meno fedeli» (vedi qui: http://www.vatican.va/roman_curia/secretariat_state/card-bertone/
2008/documents/rc_seg-st_20080111_card-stickler_it.html).

Su “Il Bollettino Diocesano. Nuova Serie del Bollettino del Clero” dell’Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno, Anno LXXXIX, N. 1, gennaio-aprile 2011, nell’omelia tenuta nella Cattedrale di Salerno il 01 gennaio 2011, a proposito della Madonna, l’Arcivescovo Mons. Luigi Moretti dice: «È Lei la prima e la più grande collaboratrice di Gesù nell’opera della redenzione: noi La veneriamo e La celebriamo corredentrice» (p. 56).

Su “Annale 2011 dell’Ufficio Catechistico Nazionale. Quaderni della Segreteria CEI. Nuova Serie”, N. 5, giugno 2012, nell’articolo “Il Vangelo nell’Arte” (pp. 209-213), di Sr. Maria Luisa Mazzarello e Sr. Franca Tricarico (docenti di Catechetica e di Arte alla Pontificia Facoltà di Scienze dell’Educazione “Auxilium” di Roma), a proposito dell’opera “La Natività” di Jacopo Torriti (sec. XIII-XIV), leggiamo: «È pure visualizzato il ruolo di Maria quale corredentrice e typus della Chiesa» (p. 213).

Passiamo al Pontificato di Papa Francesco.
Finora, in almeno 3 occasioni, l’attuale Pontefice non ha mostrato approvazione verso il titolo di «Corredentrice», anche se ha comunque espresso, almeno implicitamente, la consapevolezza che la Chiesa ha chiamato la Madonna anche con quel bel titolo.

1) Il 12 dicembre 2019, nell’omelia alla Messa in onore della Beata Vergine di Guadalupe, Papa Francesco dice che «Maria è donna. È donna, è signora […] Donna con la signoria di donna». È «Nostra Signora», è «discepola» (di Gesù). «Non si è mai presentata come co-redentrice. No, discepola. […] Maria è Madre nostra, […] è Madre della Chiesa» (L’Osservatore Romano, sabato 14 dicembre 2019, p. 8).

Un mio commento: sì, è vero che Maria non si è presentata come “Corredentrice”, ma ciò non vuol dire che non lo sia. D’altronde, lo stesso Pontefice afferma: «La pietà cristiana nel corso dei tempi ha sempre cercato di lodarla con nuovi titoli: erano titoli filiali, titoli dell’amore del popolo di Dio, ma che non toccavano in nulla questo essere donna-discepola» (p. 8).

«Maria donna, Maria madre, senza altro titolo essenziale. Gli altri titoli – pensiamo alle litanie lauretane – sono titoli di figli innamorati cantati alla Madre, ma non toccano l’essenzialità dell’essere di Maria: donna e madre» (p. 8).

Dunque, alla luce delle parole di Papa Francesco, possiamo far rientrare il titolo «Corredentrice» tra quei titoli che la Chiesa ha dato con amore a Maria Santissima. È dunque un titolo legittimo e il Pontefice non lo vieta, anche se personalmente non lo gradisce.

2) Nell’omelia tenuta a Santa Marta, venerdì mattina 03 aprile 2020, «Venerdì di Passione» (Va settimana di Quaresima), Papa Francesco afferma che la Madonna «non ha chiesto per sé di essere una quasi-redentrice o una co-redentrice: no, il Redentore è uno solo e questo titolo non si raddoppia» (L’Osservatore Romano, sabato 04 aprile 2020, p. 8).  

«Maria è «soltanto discepola e madre; e così, come madre, noi dobbiamo pensarla, dobbiamo cercarla, dobbiamo pregarla: è la Madre, nella Chiesa madre» (p. 8).

Un mio commento: è vero che Maria non ha chiesto per sé quel titolo, infatti Le è stato dato da Teologi, da Papi e da Santi, anche da San Giovanni Paolo II. È un titolo che esprime un aspetto fondamentale della Vocazione di Maria Santissima.

3) All’udienza generale di mercoledì 24 marzo 2021, Papa Francesco ribadisce che la Madonna è nostra Madre: «come Madre, non come dea, non come corredentrice: come Madre» (L’Osservatore Romano, mercoledì 24 marzo 2021, p. 8).

Subito, prosegue: «È vero che la pietà cristiana sempre le dà dei titoli belli, come un figlio alla mamma:  quante cose belle dice un figlio alla mamma alla quale vuole bene! Ma stiamo attenti: le cose belle che la Chiesa e i Santi dicono di Maria nulla tolgono all’unicità redentrice di Cristo. Lui è l’unico Redentore.  Sono espressioni d’amore come un figlio alla mamma – alcune volte esagerate. Ma l’amore, noi sappiamo, sempre ci fa fare cose esagerate, ma con amore» (p. 8).

Un mio commento: ebbene, lo stesso Papa Francesco ci fa capire che il titolo «Corredentrice» rientra tra «i titoli belli», tra le «cose belle», che «la pietà cristiana», «la Chiesa e i Santi dicono di Maria» «con amore».  La Chiesa e i Santi che hanno chiamato Maria «Corredentrice» non hanno mai inteso farne una «dea», ma hanno semplicemente detto la verità «con amore».

Qualche scrupoloso potrebbe pensare che, sotto Papa Francesco, per essere cattolici si debba bandire del tutto il titolo «Corredentrice». Ma non è così e questo, in qualche modo, ce lo assicura lo stesso giornale quotidiano del Papa e del Vaticano: L’Osservatore Romano.

Ecco:

1) Nell’inserto mensile “Donne chiesa mondo” numero 16, allegato a “L’Osservatore Romano” di mercoledì 2 ottobre 2013, nell’articolo “La vocazione di conciliare studio e fornelli”, di Gilbert Tsogli, si parla di Suor Rita Mboshu Kongo, congolese, cuoca al Collegio Capranica e dottore di ricerca in teologia presso il Pontificio Istituto di Spiritualità Teresianum di Roma.   Tsogli precisa: «Sin dal 1978 il servizio cucina del collegio è gestito dalle Figlie di Maria Santissima Corredentrice, tra cui suor Rita, nata in Congo».

Suor Rita afferma tra l’altro: «Il carisma delle Figlie di Maria Santissima Corredentrice, quindi, consiste nell’immolazione di sé in un silenzioso martirio quotidiano, perché tutta la loro vita – e cioè la preghiera, i sentimenti, i pensieri e le azioni – è offerta a Dio come sacrificio di adorazione, riparazione, redenzione e santificazione, affinché privilegi con la sua grazia i sacerdoti, per renderli sempre più suoi efficaci ministri» (p. 2).

«Conseguire il titolo di dottore in teologia non mi toglie la mia fondamentale vocazione, che è quella di Figlia di Maria Santissima Corredentrice. Vivo dunque il mio impegno da cuoca nello spirito del nostro carisma» (p. 2).

L’Istituto delle Figlie di Maria Santissima Corredentrice è stato fondato da P. Vittorio Dante Forno (Porto Alegre (Brasile) 1916 – Reggio Calabria 1975), salesiano fino al 1958, e in quell’anno incardinato nell’Arcidiocesi di Reggio Calabria. Il 25 marzo 1963 l’Arcivescovo di Reggio Calabria Mons. Giovanni Ferro emette il decreto di approvazione del nuovo Istituto.

2) Dopo alcuni anni «suor Rita Mboshu Kongo, delle Figlie di Maria Santissima Corredentrice» risulta «docente di Teologia spirituale e formazione alla vita consacrata alla Pontificia Università Urbaniana» (L’Osservatore Romano, 2 dicembre 2020, p. 2).

3) Il 21 dicembre 2020, Papa Francesco ha autorizzato la Congregazione per le Cause dei Santi  a promulgare decreti tra cui quello de: «le virtù eroiche della Serva di Dio Rosa Staltari, Religiosa professa della Congregazione delle Figlie di Maria Santissima Corredentrice; nata il 3 maggio 1951 ad Antonimina (Italia) e morta a Palermo (Italia) il 4 gennaio 1974» (“Congregazione delle Cause dei santi. Promulgazione di decreti”, in “L’OsservatorRomano”, 22 dicembre 2020, p. 7).

4)   Su L’Osservatore Romano di sabato 15 maggio 2021, nell’articolo “Giglio, aurora e stella del mare. Il culto di Maria nell’Occidente cristiano dopo la “grande paura” dell’Anno Mille”, il musicologo Benno Scharf afferma: «La figura della Madre del Salvatore balza ora in primo piano, analogamente a quanto già avveniva nell’Oriente cristiano; ella è corredentrice per la salvezza del genere umano e a lei si dedicano componimenti poetici e musicali nelle varie nazioni» (p. 5).

Segnalo infine che sul “Monitore Diocesano. Organo Ufficiale della Curia Vescovile di Caltanissetta”, N. 4, Ottobre-Dicembre 2020, nell’omelia tenuta il 13 novembre 2020 per l’anniversario della dedicazione della Cattedrale di Caltanissetta, Mons. Mario Russotto, Vescovo di Caltanissetta, parla di «Maria Santissima, posta alla destra del Figlio suo Redentore, come Corredentrice dell’umanità» (p. 781).

Dunque il titolo di «Corredentrice» non è solo una prerogativa o un “chiodo fisso” dei soliti Francescani dell’Immacolata. È un titolo che con amore nella Chiesa si dà a Maria Santissima fino ai nostri giorni.
di Padre Paolo M. Siano, FI


Pubblicato su Corrispondenza Romana



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