ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

venerdì 30 luglio 2021

Nell’era dell’analfabetismo cattolico*(se li conosci lo eviti)

I non vaccinati saranno la nuova classe discriminata

Il tempo passa e gli anni corrono, ma dalla storia non vogliamo imparare niente. Ci affanniamo a fare lotte e leggi contro ogni nuova categoria di discriminati e contemporaneamente sembra che il bisogno di discriminare si auto-alimenti, quasi come fosse un bisogno naturale dell’uomo o forse le cose non stanno proprio cosi??!!


L’uomo, come non nasce ladro e corrotto, non nasce nemmeno razzista e discriminante; quindi è la società in cui vive e naturalmente la propensione del suo carattere a farlo diventare tale.

Certo in tutto questo un ruolo fondamentale lo giocano la politica e chi ne detiene il potere di indirizzarla. Se Hitler non fosse andato a capo della Germania con la complicità di chi aveva il potere di imporlo al popolo, quasi certamente il fenomeno del “nazismo” non avrebbe visto la luce, risparmiando all’umanità tutte le  immani atrocità che questa ideologia ha consumato.

E’ chiaro che quando si parla di “nazismo” – forma abbreviata per nazionalsocialismo, lo facciamo in riferimento al regime dittatoriale instaurato in Germania da A. Hitler e operante dal 1933 al 1945.

Come risulta altrettanto chiaro, che di fronte a persone che presentano atteggiamenti deliberatamente intolleranti, violenti, crudeli e discriminatori, siamo in presenza di soggetti che di fatto e/o potenzialmente possono diventare la linfa di un nuovo regime dittatoriale, covato nella mente dei potenti, i quali potrebbero avere tutto l’interesse a riproporre.

Dico tutto questo, perché oggi avverto forte la sensazione e sono altrettanto forti i segnali, che potremmo essere agli inizi di un fenomeno simile. Non voglio esagerare ma nell’ottica di prevenire, è sempre consigliabile parlarne e confrontarsi prima.

La questione dei vaccini e del green-pass, sta assumendo toni tali che devono assolutamente preoccuparci. Naturalmente la nostra classe politica, i responsabili di governo e l’informazione main-stream contribuiscono in maniera determinante a rendere questo fuoco iniziale, incandescente.

In un popolo già stremato e psicologicamente a terra da un anno e mezzo di “lockdown” e restrizioni varie della propria libertà, per non parlare della conseguente drammatica crisi economica che famiglie ed imprese stanno vivendo. Dico, in un popolo avvolto dalla paura per gli effetti della pandemia e già diviso al suo interno in due squadre (vaccinati e non-vaccinati), le parole del nostro premier Mario Draghi pronunciate pochi giorni fa in conferenza stampa, hanno avuto l’effetto di far letteralmente esplodere le piazze.

Draghi: “Non vaccinarsi significa ammalarsi e morire”. 

Draghi specifica: “Due cose: l’appello a non vaccinarsi è un appello a morire, sostanzialmente. Non ti vaccini, ti ammali, muori. Oppure fai morire. Secondo: senza vaccinazione si deve chiudere tutto, di nuovo”. (1)

Sinceramente il nostro premier poteva anche, in “gergo”, come si “suol dire”, “toccarla più piano”. Le sue parole eccessivamente imbarazzanti, potrebbero diventare di una gravità estrema qualora non trovassero conferma nella scienza medica; che è bene ricordare presenta opinioni e pareri alquanto contrastanti sull’effettiva necessità di una vaccinazione della totalità della popolazione mondiale. Ma su questo torneremo più avanti.

Ora, vorrei concentrarmi e far porre la vostra attenzione su un aspetto molto importante che emerge come spunto di riflessione proprio dalle parole pronunciate da Draghi.

Per fare questo vorrei partire dal rileggere insieme l’articolo 32 della nostra amata e benedetta Costituzione:

Articolo 32

La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti.

Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

Le parole di Draghi e l’agire del suo governo come andremo ad analizzare non risultano in perfetta sintonia con principi e gli intenti sperati dai padri-fondatori che ebbero il compito di redigere la nostra Costituzione. E’ pur vero che esiste un tentativo del governo attuale, di tutelare la salute come diritto fondamentale dell’individuo all’interno dell’interesse della collettività, garantendo la “gratuità” del vaccino. Ma il tutto all’interno di un concetto (“se non ti vaccini muori e/o fai morire”), che come vedremo non ha base scientifica.

Infatti, qualora ci fosse una base scientifica a conforto delle sue parole, Draghi ed il suo governo (come del resto il precedente), starebbero violando in modo palese quanto espresso nel secondo capoverso dell’articolo (“Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge”).

Come vedete, la nostra Costituzione, ci consente, in considerazione dei principi espressi nel primo capoverso, di poter rendere obbligatoria per legge la vaccinazione, cioè in poche parole e di fronte ad uno o più pareri scientifici comprovati, il governo potrebbe facilmente emettere un decreto per rendere obbligatoria la vaccinazione.

Ma, nonostante la Costituzione lo contempli, non lo fanno!!!….. ci vogliamo chiedere il perché???

La risposta si ritrova nel modulo di manleva che viene fatto firmare a chiunque si sottoponga al vaccino (2). Basta leggere al punto 10 del modulo (riportato in calce alla nota 2), dove viene palesemente riportata la seguente frase: “Non è possibile al momento prevedere danni a lunga distanza”.

Secondo illustri ricercatori il confezionamento di un vaccino sicuro necessità di anni di sperimentazione. Ecco cosa afferma il professor Alberto Mantovani, Direttore scientifico di Humanitas: “Normalmente, il tempo impiegato a sviluppare un vaccino è molto lungo e prevede un alto tasso di insuccessi. Il periodo di ricerca preliminare, infatti, può andare dai due ai cinque anni e, per arrivare allo sviluppo completo del prodotto, possono passare anche dieci anni. Questo perché la messa in commercio di un vaccino implica che vi sia totale sicurezza sulla sua efficacia e sulla sua sicurezza”.

Quindi per tornare alla nostra risposta, non lo rendono obbligatorio per un semplice fatto di responsabilità, civili e penali. L’eventualità che in futuro Case farmaceutiche e Stati possano essere chiamati a ingenti risarcimenti danni e pesanti conseguenze penali, potrebbero essere legalmente concrete qualora la responsabilità non fosse assunta direttamente da chi si sottopone al vaccino firmando la manleva.

Ovvero, per una maggiore precisione, le Case farmaceutiche si sono già ampiamente protette a livello civile, con apposite clausole presenti nei contratti di fornitura che hanno già firmato con i Ministeri dei vari Stati (3). Ed il documento in questione serve di fatto, soltanto a manlevare lo Stato italiano ed il nostro sistema sanitario.

In questo contesto il Green Pass opera come una coazione pubblica senza assunzione pubblica di responsabilità, e che trattasi di “coazione” è chiaro nel momento in cui si vede che il Green Pass è richiesto per ogni sorta di eventi, non solo bar, ristoranti o discoteche, ma per ogni attività pubblica al chiuso (si pensi alle attività extrascolastiche dei ragazzi, come lo sport, un corso di lingua, ecc.). Inoltre si parla di estendere l’obbligo anche al trasporto pubblico. E’ altrettanto chiaro e manifesto l’intento di COSTRINGERE la popolazione refrattaria – a prescindere dall’età – a vaccinarsi, pena la morte sociale, l’impossibilità di fare alcunché condannandosi ad una sorta di lockdown personale perenne.

Ma, trattasi di una costrizione chiaramente in malafede. Se ci fossero univoche motivazioni scientifiche e pragmatiche per poter operare serenamente, l’obbligo sarebbe già cosa fatta. Solo che un obbligo di legge, come ho già sottolineato, è qualcosa che eliminerebbe lo scarico di responsabilità consentito tramite l’accettazione dei rischi (disclaimer) da chi si sottopone volontariamente alla vaccinazione.

Allora, mi chiedo e vi chiedo: di fronte ad uno governo che non si assume la responsabilità di quello che esige da noi cittadini, non vi sembra giusto che debba esserci anche la tutela del diritto alla libertà di scelta di chi non vuole vaccinarsi!!! come del resto le ultime righe dell’articolo 32 della costituzione evidenziano (“La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana).

 Tanto più quando le evidenze sono che il Covid, per chi è sano e proporzionalmente all’età, ha un tasso di mortalità bassissima. Altre evidenze ci confermano con estrema chiarezza che un vaccinato può ugualmente contrarre il Covid (anche in forma leggera) e risultare lui stesso contagioso. Un soggetto vaccinato con tanto di “green-pass”, può essere infettato in forma leggera e senza saperlo può liberamente salire su un aeroplano e contagiare gli altri. In questo caso, come è del tutto evidente, non è certamente il vaccino o l’essere dotato del green-pass l’elemento essenziale per garantire la sicurezza degli altri, ma bensì sarebbe più indicato il tampone, come di fatto avviene.

Sempre parlando in merito alla non assunzione di responsabilità da parte del nostro governo contrapposta ai diritti di noi cittadini non vaccinati, vorrei farvi notare che ci sono situazioni reali nella nostra quotidianità che meritano attenzione e rispetto, e questo verrei dirlo a tutti coloro che caratterialmente più prepotenti si arrogano il diritto di fare la voce grossa nei confronti di chi non si vaccina.

Provate a mettervi un attimo nei panni di una mia amica, che dopo la prima dose di vaccino è stata colta da “shock anafilattico”, il quale le ha provocato una paresi facciale per diversi giorni. Adesso, si trova nella drammatica situazione di doversi presentare per la seconda dose. Naturalmente, vista la gravità della situazione, le è stata imposta l’ospedalizzazione. E’ una madre con una figlia piccola con la paura di quello che potrebbe succederle e la testa sulle spalle di non voler caricare su se stessa e sul futuro della figlia la responsabilità di quell’imponderabile che tutti noi speriamo non accada. Si presenterà in ospedale con l’Avvocato perché non vuole firmare. Chi può biasimarla!!!

Di casi ne possiamo trovare quanti ne vogliamo e tutti sono meritevoli dei diritti che la nostra Costituzione ci attribuisce, questo devono metterselo bene in testa sia i nostri governanti che coloro che sbraitano sui social, in TV e nei bar. Altrimenti se continuiamo su questa strada, il percorso che ci condurrà ai drammatici momenti storici già vissuti, quelli che ci tornano alla mente solo nelle ricorrenze, sarà brevissimo.

E’ un fatto, come afferma Andrea Zhok (post-Facebook del 23 Luglio 2021 ore 18:34) , professore di Filosofia morale presso il Dipartimento di Filosofia dell’Università degli Studi di Milano,  che sono stati identificati alcuni problemi specifici per alcuni preparati, problemi non emersi nella fase sperimentale che aveva portato alla loro commercializzazione. Per il vaccino Astrazeneca si sono riscontrate trombosi aspecifiche in un numero significativo di soggetti, per il vaccino Janssen è stato aggiornato proprio ieri il foglio illustrativo degli effetti collaterali includendovi, come effetto collaterale raro, la sindrome di Guillian-Barrè (malattia autoimmune che può condurre a paralisi progressiva).

Quindi il problema della sicurezza dei vaccini non è un problema di poco conto ed i dubbi che attanagliano chi ancora deve vaccinarsi oppure i milioni di mamme e di papà italiani che stanno vivendo momenti di incertezza e di tensione legati all’argomento vaccino sì vaccino no per i propri figli minorenni, devono assolutamente essere compresi e condivisi.

Tutta questa diversità di opinioni in campo medico e tutta questa incertezza ci dicono una cosa semplice, ovvero che chiunque si sbracci, giurando a reti unificate, sul proprio onore e nel nome della Scienza, l’Assoluta Sicurezza dei Vaccini o è un mentitore o è uno sciocco.

Attenzione anche alle vie di mezzo, come quella rappresentata da una certa parte di coloro che operano nel campo medico-scientifico, i quali per non esporsi in maniera netta, dando “un colpo al cerchio ed uno alla botte”, al fine di una azione di valutazione, introducono il più che controverso per non dire senza significato, parametro dei “costi-benefici”. In sostanza il loro assunto si articola sulla seguente formula: “i vaccini anti-Covid presentano un profilo costi-benefici che, allo stato attuale delle conoscenze, è positivo per i gruppi in cui il Covid rappresenta una minaccia grave. Ma i vaccini in generale sono farmaci e non acqua fresca, che questi vaccini nello specifico presentano aree di nescienza più elevata rispetto a vaccini testati su tempi più lunghi, e che in generale sappiamo sin d’ora che in una minoranza di casi potremo avere effetti collaterali molto seri”.

Come potete ben capire usando la logica, davanti alle evidenze sempre più concrete che il Covid si cura ad a fronte di una chiara e netta affermazione delle case farmaceutiche, le quali non garantiscono sugli effetti a lunga scadenza dei vaccini – beh, più che gli incerti benefici derivanti dai vaccini, dovremmo seriamente prenderne in considerazione gli incalcolabili costi.

A tal proposito, in merito alla circostanza che il Covid può essere tranquillamente curato con una terapia domiciliare fatta bene, in modo da impedire che le persone arrivino in terapia intensiva in ospedale, non possiamo far a meno di apprezzare le recenti parole di Giorgia Meloni. Parole, che la leader di Fratelli d’Italia ha postato sul proprio profilo facebook lo stesso giorno della sua partecipazione alla pacifica manifestazione che si è svolta il 27 luglio scorso davanti al Ministero della Salute, alla presenza di molti medici e professionalità nel campo specifico della medicina (vedi sotto):

La principale argomentazione che viene usata per indurre alla vaccinazione l’intera popolazione adulta (coatta de facto, seppure non de jure), per mezzo di strumenti come il green pass, mi pare essere quella per cui i non vaccinati metterebbero a rischio i vaccinati (o meglio le categorie vaccinate a rischio). Questo perché la presenza di non vaccinati faciliterebbe la circolazione del virus, permettendo così – si dice – al virus di mutare, rendendo di conseguenza più probabile l’insorgenza di una variante resistente al vaccino. Per questo, coloro che sostengono tale tesi, affermano con forza che bisognerebbe arrivare idealmente a un tasso di vaccinazione del 100%.

Per mettere in dubbio tale argomentazione e toccare con mano che non siamo in presenza di un consenso assoluto in campo medico sulla vicenda, basterebbe leggere un recente articolo che prende in esame una vastissima letteratura sulla vaccinologia, pubblicato sulla prestigiosa rivista “Nature”. (5)

Leggendolo (purtroppo è in inglese), si prende conoscenza che: «tassi di vaccinazione molto elevati (superiori all’80%) potrebbero avere conseguenze negative, poiché l’assenza di trasmissione di agenti patogeni in tal caso impedirà il potenziamento delle difese naturali negli individui vaccinati e potrebbe portare a una diminuzione dell’immunità se non vengono impiegate dosi di richiamo del vaccino»

Insomma, di fatto ribaltando la tesi a sostegno della vaccinazione totale, si sta dicendo – se ho ben compreso – che i vaccinati ed in particolare le categorie a rischio, piuttosto che essere minacciati da una certo grado di circolazione del virus tra le categorie non a rischio, al contrario ne beneficerebbero.

In conclusione dell’articolo torniamo a fare due parole su i due aspetti che più ci preoccupano della questione e che sono emersi dalla conferenza del premier Draghi.

Il primo è certamente la presa di coscienza della caduta del mito del Premier “Super Competente” e del governo di unità nazionale. Certamente, come abbiamo visto, non si può dire che Draghi con le sue parole abbia dimostrato di conoscere alla perfezione il dossier in questione. Personalmente, non mi sono mai fatto incantare dalla retorica della “competenza”, dall’adulazione della figura di Mario Draghi, dalla celebrazione preventiva delle sue gesta salvifiche come premier, pur riconoscendone le indubbie qualità. È un fatto però che Draghi e i suoi ministri sono stati unanimemente salutati ed a noi rivenduti da commentatori e media mainstream come il premier ed il governo Super Competenti.

Certamente, il rendersi conto che il premier Super Competente ignora la principale questione tecnico-scientifica alla base della decisione di ieri sul Green Pass non è affatto tranquillizzante, per nulla. In che mani siamo?

L’altro aspetto riguarda come già sottolineato, il crescente clima di divisione e di odio che, attualmente sta caratterizzando le nostre vite. Accanite discussioni lacerano famiglie ed amicizie. Una coazione, apparentemente “soft” ma che in pratica obbliga i giovani e gli adolescenti non vaccinati ad estinguersi socialmente, non istruirsi e non praticare sport. Sono tutti elementi che devono farci preoccupare, riflettere e nel breve valutare bene quello che potrebbe essere il drammatico punto di approdo di tutte queste divisioni che si stanno volutamente creando. Lo dobbiamo fare ognuno di noi certamente, ma a maggior ragione sono tenuti a farlo coloro che hanno su di sé, le responsabilità di prendere decisioni per conto degli altri. Mi riferisco a chi ci governa ed a chi ha la professionalità di certificare le verità tecnico-scientifiche, ma anche a coloro che hanno la visibilità di influenzare le masse.

Attenzione (e mi rivolgo a questi soggetti) a quello che dite e fate, alle parole con cui vi esprimete, alla luce del clima attuale, dovete avere ben presente nelle vostre menti, che le vostre azioni sono caratterizzate da un potenziale moltiplicatore, che potrebbe renderle devastanti per la tenuta sociale del nostro paese.

Di Megas Alexandros alias Fabio Bonciani

NOTE

(1) Draghi replica a Salvini: “L’appello a non vaccinarsi è appello a morire” – YouTube

(2) Vaccinazione AntiCOVID – Modulo di Consenso (1).pdf (quifinanza.it)

(3) Vaccino Covid, in caso di effetti collaterali chi paga? Tutti i dubbi sui contratti con la Ue | QuiFinanza

(4) (1) Andrea Zhok | Facebook

(5) A guide to vaccinology: from basic principles to new developments | Nature Reviews Immunology

Pubblicato da Jacopo Brogi per ComeDonChisciotte.org

27.07.2021

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I vaccini anti-covid19. Quella morale e quella carità cristiana ignota a quei turbolenti “cattolici antivax” che urlano sui social media come pescivendoli al mercato rionale

Il Cattolico ha il dovere morale di vaccinarsi per un senso di profonda responsabilità nei confronti del genere umano, perché il genere umano è quel suo prossimo che non solo deve rispettare e tutelare, ma che deve proprio amare come se stesso. Cosa dura da far capire a soggetti ciechi e ottusi che hanno fondata la loro ideologia anti-scientifica anzitutto sul palese disprezzo per l’altro, che sia il singolo o che sia l’intera comunità scientifica mondiale. E simili atteggiamenti, per un cattolico, sono veramente e profondamente peccaminosi.


A questo tema delicato i Padri de L’Isola di Patmos hanno dedicato il saggio: La Chiesa e il coronavirus. Emblematico il sottotitolo del libro: «Tra supercazzole e provedi fede. L’apostolato dei Padri de L’Isola di Patmos in tempo di pandemia», nato dalla riflessione di apertura in cui il teologo domenicano Gabriele Giordano M. Scardocci spiega il significato di supercazzola, termine assunto dal lessico filosofico per indicare giri di parole prive di senso. Seguono le riflessioni di tutti e tre, incluse quelle molto preziose del teologo cappuccino Ivano Liguori che ha trascorso anni della sua vita sacerdotale a prestare servizio nel grande polo ospedaliero di Cagliari, a contatto giornaliero con la vita umana, la malattia e la morte.


Se prima era opportuno ricordare la nostra opera di saggistica, che sinceramente vi consigliamo in lettura, adesso è necessario articolare una premessa, prima di aprire la riflessione vera e propria.

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Il movimento dei cosiddetti antivax ha dei propri aderenti molto virulenti anche all’interno del nostro mondo cattolico, benché si tratti di cattolici a modo loro. Si va infatti dai catastrofisti millenaristi a quelli convinti della diabolica immoralità dei vaccini all’interno dei quali sono stati frullati i feti dei bambini abortiti (!?). Seguono quelli che identificano il vaccino col marchio della bestia che compare nella narrativa simbolica e a tratti ermetica dell’Apocalisse del Beato Apostolo Giovanni e altri che parlano dell’imminente lotta finale che vedrà il definitivo trionfo del Cuore Immacolato di Maria.

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Se a questi vari estremisti novax del cattolicesimo fai-da-te spieghi che la Santa Sede non ha tardato a chiarire la moralità dei vaccini rispondendo anzitutto alla bufala dei feti di bimbi abortiti frullati al loro interno [vedere documento della Congregazione per la Dottrina della Fede], la risposta del catto-idiota integralista antivax non si farà attendere: «La Santa Sede ha ormai smarrito gli autentici valori del Vangelo e si è sottomessa ai poteri forti mondiali». Appresso seguono poi le contumelie sul Pontefice regnante da parte di molti appartenenti a questi gruppuscoli pseudo-cattolici che risolvono il problema alla radice mettendo direttamente in dubbio la validità della sua elezione al sacro soglio. Rifacendosi, anche in questo caso, a tutte le bufale che circolano da anni sulla fantastica invalidità dell’atto di rinuncia del Sommo Pontefice Benedetto XVI.

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Gli antivax che ritengono di essere cattolici sono tra tutti i peggiori, perché supportano le loro teorie strampalate con il soprannaturale, mentre gli antivax laicisti si basano su loro evidenti disturbi psicotici, oppure sui fanta-complotti, senza scomodare Dio Padre, il Verbo di Dio Incarnato, la Beata Vergine Maria e l’Apocalisse del Beato Apostolo Giovanni.

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L’esperienza maturata in questi tempi di pandemia ha insegnato, a me e ai miei confratelli redattori, che parlare con l’antivax è inutile, perché è chiuso al ragionamento e al senso critico. Si possono portare tutte le più logiche ragioni scientifiche, che egli rifiuterà sempre e comunque, sostenendo teorie assurde variabili dai complotti planetari sino alla inesistenza del Covid-19 chiamato ironicamente “pandemenza”, senza alcun rispetto per i vivi che si sono salvati e per la memoria di tutti coloro che sono morti e le loro famiglie ancora sofferenti per la perdita dei loro cari.

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L’antivaccinista ha però una risposta assurda sempre pronta: non nega che vi siano stati svariati milioni di morti in tutto il mondo, nega che siano morti per Covid-19, perché a suo dire non ne abbiamo alcuna prova. Inutile ricordargli i 793 morti in un solo giorno il 21 marzo 2021 e la triste fila di camion militari che trasportavano le salme fuori Bergamo dove non c’erano più luoghi di sepoltura e cremazione, perché l’antivaccinista ha una risposta pronta anche per questo: «Non è stato dimostrato che siano morti di Covid-19 perché non sono state eseguite le autopsie». Dinanzi a una simile risposta basata su granitiche convinzioni illogiche e anti-scientifiche, si può forse spiegare che non è possibile effettuare autopsie sulle salme di un numero simile di deceduti in un momento di emergenza senza precedenti come quello che abbiamo vissuto nel 2020, con gli ospedali che scoppiavano e il personale sanitario allo stremo delle forze? O che forse, anziché salvare la vita ai vivi, si doveva fare le autopsie ai morti? O che forse si è smarrito il ricordo di medici ultra ottantenni rientrati in servizio perché, a partire dai medici, il personale sanitario era stato messo fuori combattimento dal virus che aveva colpito anzitutto medici e para-medici? Spiegare tutto questo non serve purtroppo a niente, proprio perché l’antivax ha una risposta di smentita irrazionale pronta per tutto, mentre l’antivax pseudo cattolico ancora di più e ancora di peggio. Gli uni per un verso, gli altri per altro verso, si collegano ai loro siti e blog complottisti di fiducia e bevono di tutto e di più come delle oche alle quali sono stati dati granelli di sale in cibo.

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A questi soggetti impossibili da scalfire nelle loro radicali opinioni, ho tentato di narrare certe tristi esperienze fatte come sacerdote? Sì, l’ho fatto, narrando per esempio di essere entrato in una terapia intensiva con tutte le più alte cautele perché un amico medico, 52 anni d’età, era ad alto rischio di mortalità. E come desiderio, sapendo di essere prossimo alla morte, chiese di me. I suoi colleghi fecero un’eccezione, per questo ometto sia il luogo sia soprattutto il nome dell’ospedale. Non entrai propriamente dentro, ma rivestito di tuta, con mascherina, guanti e visiera agli occhi, lo vidi a mezzo metro al di là del vetro. Dall’interno le infermiere spinsero il letto a rotelle fino al vetro e una delle due attivò dall’interno il vivavoce del suo cellulare, altrettanto feci io col mio. Sorrisi all’amico e gli dissi: «vuoi domandare in cuor tuo perdono a Dio onnipotente e misericordioso per i tuoi peccati?». Lui bisbigliò per due volte: «… si … si …». Levando la mano dinanzi al vetro recitai: «Ego, facultate mihi ab Apostolica Sede tributa, et remissionem omnium peccatorum tibi concedo. In nomine Patris, et Filii, et Spiritus Sancti» (Per le facoltà a me conferite dalla Sede Apostolica ti concedo la remissione di tutti i tuoi peccati …). Mentre poi presi a recitare: «Per sacrosancta humanae reparationis mysteria, remittat tibi omnipotens Deus omnes praesentis et futurae vitae poenas, paradisi portas aperiat et ad gaudia sempiterna perducat». Incominciò a stravolgere gli occhi e a divenire cianotico. Le infermiere spinsero di nuovo il letto nella sua posizione e non vidi più nulla se non le spalle delle due e di altri tre membri del personale sanitario sopraggiunti di corsa. Quando dopo alcuni minuti si distaccarono da lui, uno di essi si volse verso di me scuotendo la testa. A quel punto vidi l’amico riverso sul letto con gli occhi stravolti e la bocca spalancata. Era morto, al di là del vetro, soffocato. 

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Ho narrato questo episodio a qualche antivax che vive di complotti e che ironizza sulla “pandemenza” da Covid-19? Certo, l’ho fatto, ma con questi risultati: una mi rispose affermando con gran sicurezza e sicumera che quella era la prova provata che con le intubazioni erano state ammazzate le persone, perché se non le avessero sottoposte a ventilazione artificiale non sarebbero morte. Un altro mi rispose che quelle erano delle morti causate volutamente per creare una grande instabilità socio-politica e per metterci tutti sotto controllo con una vaccinazione a tappeto. Evito di andare oltre con le risposte assurde che mi furono date, prive soprattutto di umano rispetto per i vivi e per i morti. Quale preparazione scientifica avevano queste persone? Da dove traevano le loro granitiche sicurezze? Semplice, saltano di blog in blog, tra complotti e teorie anti-scientifiche, senza che nessuno li possa scalfire, ecco da dove traggono le loro sicurezze. Ho mai consigliato loro di visionare il Sito ufficiale del Ministero della Salute o quello della Agenzia del Farmaco? Certo che sì, ma per l’antivax le uniche verità risiedono nelle pericolose dichiarazioni di quel cialtrone di Stefano Montanari e di quella vergogna d’italiano di Antonio Pappalardo, che dall’alto della sua carica di generale in pensione dell’Arma dei Carabinieri finì rinviato a giudizio per vilipendio del Capo di Stato. Questa la triste morale della favola: è inutile parlare con certe persone, invitarle alla ragione o ad ascoltare i pareri degli esperti che, lungi dall’essere infallibili, ne sanno di certo più dell’antivax privo di qualsiasi formazione scientifica, perché in ogni caso seguiteranno a nutrirsi di bufale sui social media. Parlare con loro è quindi una perdita di tempo che implica due diverse fatiche: prima si compie lo sforzo necessario per arrabbiarsi, poi si compie lo sforzo necessario per tranquillizzarsi.

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Interessante il rapporto nevrotico di queste persone quando fanno ricerche su internet, dove trovano solo ed esclusivamente ciò che vogliono trovare a suffragio delle loro opinioni, tutto il resto non esiste. Criticano in modo spietato i virologi — va da sé senza avere strumenti scientifici per farlo —, tacciandoli di essere servi dei poteri occulti o sul libro paga di quelli forti e manco a dirsi delle multinazionali farmaceutiche, ma nessuno di questi antivax ha mai letto i loro articolo scientifici, i dati statistici riportati o ascoltato le loro conferenze. L’antivax si è creato un mondo chiuso dal quale sostiene e diffonde senza pudore l’anti-scienza, criticando la scienza con metodi anti-scientifici grossolani, il tutto dopo essersi rifiutato di leggere, ascoltare e valutare le ragioni che la scienza porta, perché il suo mondo spazia appunto tra Stefano Montanari e Antonio Pappalardo, i due venefici soggetti di cui dicevo prima.

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Tentare di ragionare con un antivax è come voler parlare di rispetto per le diverse culture religiose con un fondamentalista islamista dell’Isis. In un primo momento si è pensato che gli antivax andassero trattati con empatia, vale a dire presi in giro bonariamente e altrettanto bonariamente messi in ridicolo per cercare di indurli a prendere atto di quanto strampalate e fuori da ogni criterio scientifico fossero le loro convinzioni. È stato però un errore, sarebbe bastato chiedere lumi a qualche esperto psichiatra per prendere atto che il fanatico invasato da fanatismo politico, o peggio ancora religioso o pseudo-religioso, oltre a non possedere una vena ironica e umoristica è del tutto privo di auto-ironia. Come unico punto di riferimento ha solo le convinzioni che si è formato e sulle quali non intende discutere, salvo diventare violento e aggressivo.

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Uso me stesso come esempio ricordando che di formazione sono teologo dogmatico e studioso della storia del dogma. È ovvio che per me i dogmi sono i pilastri fondanti della nostra fede. Ma non ho mai avuto problema a confrontarmi con persone e studiosi che considerano i dogmi delle pure e semplici invenzioni umane, costruiti e poi definiti da persone intelligenti, o da intere assise di persone intelligenti ― a partire dal primo grande Concilio di Nicea dell’anno 325 ― al fine di tenere in piedi l’impianto di quella fides catholica che certi studiosi non credenti, o atei, considerano elaborata a tavolino. Quindi che il Cristianesimo ebbe il successo che a partire dal IV secolo riscosse grazie all’Imperatore Costantino, che a suo modo ne fu per gran parte il creatore, non solo il sostenitore per interessi puramente politici. A fronte di questo e altro, perché io teologo e molti miei confratelli sacerdoti teologi, non abbiamo mai avuto problema ad avere questi scambi? Anzi, quasi sempre ne è nata stima reciproca e anche belle amicizie umane tra persone molto diverse tra di loro, pure se le une credono e le altre negano il tuo credo. Il tutto è avvenuto e seguita ad avvenire per il semplice fatto che dall’una e dall’altra parte non c’è mai stato un chiuso, ottuso e gretto atteggiamento integralista. L’antivax è invece il paradigma della persona chiusa, ottusa e gretta che struttura il suo sentire soggettivo su forme di pericoloso integralismo psicologico.

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Perché noi Padri de L’Isola di Patmos ci siamo subito vaccinati appena giunto il nostro turno? Due i principali motivi: il primo, perché la scienza ha indicato il vaccino come unico possibile rimedio per arginare o comunque limitare gli effetti del virus. E nessuno di noi ha conoscenze e competenze scientifiche per poter affermare che la scienza sbaglia, quindi abbiamo seguito, come tutti dovrebbero fare, il consiglio degli specialisti e degli uomini di scienza. Il secondo, perché come pastori in cura d’anime e come teologi abbiamo e viviamo interiormente ed esteriormente, in sostanza e forma, un profondo senso di responsabilità nei confronti del genere umano. Domanda: la scienza e gli uomini di scienza, possono sbagliare? Certamente, è accaduto più volte e accadrà anche in futuro, però, se proprio vogliamo concedere il beneficio dell’errore umano, meglio concederlo alla scienza e agli uomini di scienza che cercano di salvare le vite umane, anziché dare certi benefici a ignoranti arroganti privi dei fondamenti basilari di certe scienze mediche. E questa si chiama logica, si chiama comune buon senso, quello pressoché assente negli antivax ideologici e purtroppo anche in una fetta sempre più consistente di popolazione.

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Se con gli antivax non si può ragionare, allora in che modo si può interagire con loro, appurato scientificamente che l’unico sistema per ridurre i danni da Covid-19 è la vaccinazione di tutta la popolazione, checché ne possano dire costoro? Il problema è giuridico per quanto riguarda lo Stato laico, morale per quanto riguarda la nostra fede cattolica.

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Partiamo dallo Stato laico: abbiamo visto gruppi di antivax esaltati gridare «libertà, libertà!» sulle piazze per rivendicare il loro “diritto” del no al vaccino. La prima domanda che bisogna porsi è la seguente: per queste persone, che cos’è la libertà? Procediamo con gli esempi: vogliamo per caso incriminare per atti osceni in luogo pubblico una coppia che decide di avere un rapporto sessuale su una spiaggia affollata o sulla panchina di un luogo pubblico? Lo fanno perché si amano e per questo decidono liberamente di fare l’amore, è un loro diritto amarsi e fare l’amore, o no? Come può esistere nel 2021 un sistema così retrogrado e puritano che osa chiamare “atti osceni” la libertà che due persone hanno di amarsi? Dunque è presto detto: l’articolo 527 del Codice Penale non va semplicemente depenalizzato, ma proprio abolito come figura di reato. Come vedete la libertà è un concetto nel quale si può racchiudere di tutto, dal diritto di una coppia a copulare in un luogo pubblico al diritto assoluto e indiscutibile della donna di abortire un figlio, per seguire col diritto altrettanto assoluto e indiscutibile di praticare l’eutanasia. Tutti coloro che nel corso del tempo, in vari Paesi del mondo, hanno voluto trasformare la vita umana, la propria ma soprattutto quella degli altri, in un bene disponibile, lo hanno sempre fatto gridando due parole: «diritti» e «libertà». Ovviamente, nel nostro discorso, non sono in questione né l’aborto né l’eutanasia, ma la salute intesa come interesse collettivo. L’articolo 32 della Costituzione della Repubblica Italiana è molto chiaro:

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«La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti».

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In una situazione di pandemia, possono delle persone ledere la tutela della salute della collettività perché per loro motivazioni puramente irrazionali, anti-scientifiche e ideologiche rifiutano la vaccinazione? Lo stesso articolo 32 prosegue però a precisare:

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«Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana».

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La nostra Costituzione è chiara senza fraintendimento nell’indicare che la salute è un bene collettivo, ma che al tempo stesso nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario, se non ai sensi di legge. Sono entrambi due punti fissi e rigidi. E proprio questo è il problema: bisogna stabilire in modo chiaro e preciso che coloro che rifiutano la vaccinazione per loro motivazioni puramente irrazionali, anti-scientifiche e ideologiche, o anche per forme di ignoranza radicata e invincibile, possono realmente recare un grave danno all’intera collettività. Il tutto deve essere provato però in modo molto rigoroso nel rapporto di causa ed effetto, tanto da poter invocare la obbligatorietà in virtù del fatto che nessun Paese liberale, democratico e veramente civile ha mai concesso che la male intesa idea soggettiva di “libertà” possa recare grave danno all’intera collettività. Personalmente ― ma il mio pensare, beninteso, è un’opinione che lascia il tempo che trova ―, credo che nella situazione attuale potrebbero ricorrere tutti gli elementi giuridici per imporre l’obbligatorietà della vaccinazione. Come però ripeto il tutto deve essere chiarito in punta di diritto nel modo più rigoroso possibile, evitando così di dare vita, in caso contrario, a un pericoloso precedente in virtù del quale si possa dichiarare domani non salutare la permanenza in vita di un malato terminale o la nascita di un bimbo affetto da sindrome di Down.

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Usando come esempio quello del buon pater familias, potremmo dire che lo Stato è un po’ come un genitore che avendo il dovere di tutelare una famiglia molto numerosa non può permettere in alcun modo che alcuni rechino grave danno a tutti gli altri. Certamente lo Stato non può agire come quel padre debole e smidollato che con un sorriso addolorato stampato in faccia prova in tutti i modi a convincere un figlio irragionevole e ribelle a non danneggiare gli altri, specie quando questo non considera ciò un danno ma piuttosto l’esercizio di un suo libero diritto. Può dunque ammonirlo una, due volte, ma alla terza eserciterà la sua potestas in modo coercitivo e lo obbligherà a fare quel che è doveroso faccia per non recare danno a tutti gli altri.

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In uno Stato come il nostro, formato perlopiù da politici affamati di voti come dei bulimici voraci, pronti a dimenticarsi gli Antonio Gramsci, i Palmiro Togliatti e gli Enrico Berlinguer che hanno caratterizzato il loro glorioso passato di Sinistra italiana, per piegarsi a un povero analfabeta come quel certo Influencer lombardo che muove dodici milioni di followers. Con, dall’altra parte, una Destra cosiddetta populista che misura la temperatura mestruale all’utero della piazza per cercare di capire come compiacerla e aumentare così in futuro il consenso elettorale, qualcuno vede per caso all’orizzonte uno Stato che possa agire con la sapienza del buon pater familias?

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Mi stupisco veramente del nostro Presidente della Repubblica e di tutti i politici che invitano le frange dei novax al senso di responsabilità, perché sarebbe come chiedere a un cieco di leggere la segnaletica stradale o a un sordo di apprezzare la voce della soprano Maria Callas. Per questo non capisco come mai la massima carica dello Stato e i politici dotati di buon senso perdano tempo inutilmente attraverso queste esortazioni che, come suol dirsi, possono sortire come unico effetto quello di intestardire ancora di più nell’irrazionale queste frange di persone. Occorre — a mio modesto parere — un deciso intervento legislativo. Non basta dire che senza green pass non si potrà entrare nei locali pubblici, quindi essere per ciò sottoposti a tutta una serie di limitazioni. Occorre di più: è necessario stabilire con preciso e deciso decreto legge che le persone contrarie alla vaccinazione per motivi ideologici-irrazionali, se contraggono il virus in forma grave dovranno pagare dalla prima all’ultima tutte le spese sanitarie, anche perché, un ammalato ricoverato in terapia intensiva, alla collettività nazionale dei pubblici contribuenti costa 2.000 euro al giorno di degenza. Una simile decisione sarebbe utile anche per evitare altre possibili e per nulla improbabili ingiustizie sociali, per esempio che una persona alla quale non è possibile somministrare il vaccino per sue gravi e complesse patologie, sia infettata dall’antivax che finisce poi ricoverato in terapia intensiva a spese della collettività, mentre per il malato al quale non poteva essere somministrato il vaccino non ci sarà posto per il ricovero. L’antivax uscirà dalla terapia intensiva e continuerà a parlare di complotti dei poteri forti, semmai denuncerà pure i medici che con la scusa della “pandemenza” hanno causato il danneggiamento dei suoi organi interni, mentre il malato al quale non era possibile somministrare il vaccino morirà, perché l’antivax gli ha rubato il posto nella terapia intensiva.

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A questi ideologi-irrazionali va chiesta e pretesa coerenza, se contraggono il virus della “pandemenza”, le soluzioni dovrebbero essere due: o si curano con la loro tanto esaltata medicina alternativa, con la naturopatia, l’omeopatia e i cocktail di aminoacidi e vitamine, oppure pagano le conseguenze del loro grido «libertà, libertà!» saldando tutte le spese ospedaliere. Domanda: si può, moralmente, negare le cure e il ricovero in terapia intensiva a una persona che non può pagarle? Penso di sì, anzi ritengo che sarebbe non solo possibile ma anche opportuno e risolutivo, basterebbe a tal proposito ricordare in che modo fu posta fine alla stagione dei sequestri di persona in Calabria e in Sardegna. Bloccando alle famiglie dei sequestrati i beni e rendendo impossibile il pagamento dei riscatti. Purtroppo alcuni sequestrati non fecero mai ritorno a casa né mai furono ritrovati neppure i loro cadaveri, però la stagione dei sequestri di persona si chiuse definitivamente. Da sempre, purtroppo, non solo è lecito, ma persino auspicabile e opportuno sacrificare in certe particolari situazioni una vita umana per salvarne altre mille dal rischio di morte. Questo principio all’apparenza disumano e crudele lo compresi verso la metà degli anni Novanta attraverso il racconto di un’anziana donna ebrea, madre di quattro figli, che dalla soffitta dove era nascosta con gli altri tre figlioletti vide in strada il figlio maggiore adolescente, uscito per degli approvvigionamenti — perché essendo adolescente destava minore sospetto — catturato dalle S.S. nell’inverno del 1943. Cosa avrebbe dovuto fare? Correre in strada urlando “ridatemi mio figlio!”, facendo in tal modo catturare anche gli altri tre, oppure finendo catturata anche lei e lasciando soli gli altri tre piccoli già orfani di padre? Le menti che vivono di passioni e che esprimono giudizi dettati da pure emozioni, quale soluzione logica, razionale e realistica darebbero dinanzi a un caso del genere?

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Concludiamo adesso con i peggiori: i novax che pensano di essere cattolici e che rivendicano il diritto di esserlo a modo loro, come del resto è tipico in tutte le forme espressive degli integralisti. Anzitutto che cosa vuol dire:

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«Preziosa agli occhi del Signore è la morte dei suoi fedeli»? [Sal 115, 15].

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Può voler dire molte cose, a partire dal fatto che nessuno, per egoismo e ideologiche convinzioni errate può mettere a rischio la vita dei fedeli, così preziosa agli occhi del Signore. E ancora:

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«Dammi intelligenza e osserverò la tua Legge; la praticherò con tutto il cuore. Guidami per il sentiero dei tuoi comandamenti, poiché in esso trovo la mia gioia» [Sal 119, 34-35].

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Come si conciliano queste parole con chi, come l’antivax pseudo cattolico fondmentalista, rifiuta invece l’intelligenza per elevare a legge la stoltezza illogica che ha deciso di far albergare in sé stesso? Anche l’ultimo degli integralisti pseudo-cattolici convertito alla moderna religione pagana dell’antivaccinismo ― salvo sentirsi cattolico integrale duro e puro ― è capace a recitare come una tiritera la frase impressa nel Libro del Levitico e poi riportata anche per bocca di Cristo Dio nei Santi Vangeli:

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«Non odierai tuo fratello nel tuo cuore; rimprovera pure il tuo prossimo, ma non ti caricare di un peccato a causa sua. Non ti vendicherai e non serberai rancore contro i figli del tuo popolo, ma amerai il prossimo tuo come te stesso. Io sono il Signore» [Lv 19, 17-18].

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Il cattolico fanatico convertito alla religione pagana dell’antivaccinismo, le parole delle Sacre Scritture e dei Salmi non è proprio in grado di recepirle. Se poi le legge, non riesce purtroppo a comprenderle. Il fratello è indubbiamente il nostro simile in carne e ossa, ma è anche un grande contenitore all’interno del quale sono racchiuse tutte le specie di fratellanza: fratello è il personale medico e paramedico che ha svolto il proprio lavoro in un grande momento di crisi sanitaria. Fratello sono i virologi che anziché andare in televisione ― checché se ne dica, perché li ho incontrati negli studi di Mediaset e più volte ci ho parlato ―, avrebbero preferito rimanere nei loro ospedali e nei loro laboratori di ricerca. Difficilmente però, a fare informazione in un momento di emergenza da pandemia poteva provvedere l’Associazione Nazionale dei Parrucchieri o quella delle Estetiste, l’Ordine Nazionale degli Avvocati, quello degli Ingegneri o quello degli Architetti. E semmai, per andare a fare informazione, loro che erano gli unici in quel momento qualificati a farla, hanno sacrificato il poco tempo disponibile che gli restava per stare una o due ore con le loro mogli e i loro figli.

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Negli scritti, nei messaggi, nelle dichiarazioni degli antivax cattolici serpeggia un disprezzo sarcastico intollerabile che denota una mancanza pressoché totale di carità cristiana, basta leggere certi blog o riviste telematiche per comprendere e toccare con mano il loro infimo livello umano. Parole intrise di rancore, dense di minacce e di giudizi morali che non stanno cristianamente né in cielo né in terra.

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«Ama il prossimo tuo come te stesso» vuol dire anzitutto proteggerlo e tutelarlo, perché non esiste ragione soggettiva, basata sulle emozioni fondate sulla anti-scienza, in nome della quale si possa recare gravi danni ai propri simili, a partire dal rifiuto della vaccinazione.

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Come cittadino della Repubblica Italiana, sacerdote e teologo affermo che rifiutare in questo momento la vaccinazione, dopo che le migliori conoscenze della scienza moderna mondiale l’hanno indicata come unico rimedio per evitare, o almeno per ridurre di molto i danni del Covid-19, è cosa moralmente inaccettabile, vale a dire peccaminosa, in quanto peccato contro la carità. E lo è perché l’intera narrazione vetero e novo testamentaria mi dice esattamente il contrario di quello che scrivono certi poveri sciagurati qualificandosi come “veri cattolici” e come “vero pensiero cattolico”.

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Grazie a Dio non sono membro della Conferenza Episcopale Italiana, se lo fossi non esiterei a proporre a tutti gli altri fratelli vescovi l’adozione di una decisione drastica: senza green-pass non si entra in chiesa. Ce lo impone l’amore per il prossimo e il nostro rifiuto deciso e totale verso ogni forma di idolatria, inclusa la moderna religione pagana degli antivax basata sul culto di una non meglio precisata medicina alternativa, della naturopatia e della omeopatia. Soggetti ai quali puoi mettere sotto gli occhi le persone che muoiono soffocate per mancanza di respirazione, ma che senza rispetto alcuno per i morti e per i vivi ti diranno che non è vero, che è tutta quanta una “pandemenza”. È vero, è una “pandemenza”, per l’esattezza la “pandemenza” ideologico-irrazionale e antiscientifica degli antivax, ignari che i dementi affetti da “pandemenza” esistono eccome, sono loro!

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Il Cattolico ha il dovere morale di vaccinarsi per un senso di profonda responsabilità nei confronti del genere umano, perché il genere umano è quel suo prossimo che non solo deve rispettare e tutelare, ma che deve proprio amare come se stesso. Cosa dura da far capire a soggetti ciechi e ottusi che hanno fondata la loro ideologia anti-scientifica anzitutto sul palese disprezzo per l’altro, che sia il singolo o che sia l’intera comunità scientifica mondiale. E simili atteggiamenti, per un cattolico, sono veramente e profondamente peccaminosi.

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dall’Isola di Patmos,  29 luglio 2021

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In postilla finale chiarisco: nell’era dell’analfabetismo digitale un numero elevato di persone, oltre a non avere la capacità di comprendere quel che leggono, hanno difficoltà a capire il significato delle parole di cui ignorano radice ed etimo. E dopo avere letto titolo e sottotitolo di uno scritto articolato come questo testé proposto all’attenzione dei nostri Lettori, l’analfabeta digitale, letto solo il titolo e forse il sottotitolo, comincia a impazzare sui social media offendendo e attribuendo all’Autore ciò che mai ha pensato, detto e scritto. Credo di avere spiegato a sufficienza che certi soggetti sono irrecuperabili poiché chiusi a meccanismi anche elementari di ragionamento. Per scrupolo di chiarezza preciso che non ho mai sostenuto l’obbligo alla vaccinazione, ma solo sostenuto e chiarito, da un punto di vista giuridico e da un punto di vista morale, il dovere alla vaccinazione. E per chiunque conosca la lingua italiana — eccezion fatta per gli analfabeti digitali —, le parole “dovere” e “obbligo” hanno due diversi significati nell’ambito del diritto e nell’ambito della dottrina cattolica, quindi due diversi modi di applicazione.

Cari Lettori,

vi prego di prendere visione dell’articolo scritto dal presidente delle nostre Edizioni [vedere QUI], nel quale avevamo chiesto un sostegno per il fondo delle mie spese processuali dopo che fui reso oggetto di una querela che, per quanto infondata, mi impone però di procedere alla mia difesa in sede di giudizio e quindi mi obbliga a spendere soldi per le spese legali. La logica è palese: colpirne uno per spaventarne e metterne a cuccia mille. Sino a oggi abbiamo raccolto quasi il necessario. 

Per questo ringrazio coloro che sino a oggi hanno inviato un contributo per il fondo spese processuali e ai quali ho inviato in privato un messaggio di ringraziamento. Purtroppo ad alcuni non ho potuto rispondere, perché assieme alla loro donazione non hanno inviato un messaggio con la loro email, quindi è stato impossibile anche e solo ringraziarli. Li ringrazio tanto in queste righe, dispiaciuto per non avergli potuto inviare un messaggio.

 

https://isoladipatmos.com/i-vaccini-anti-covid19-quella-morale-e-quella-carita-cristiana-ignota-a-quei-turbolenti-cattolici-antivax-che-urlano-sui-social-media-come-pescivendoli-al-mercato-rionale/

Uomini e lemmings

I lemmings sono dei piccoli roditori, lunghi circa 15 centimetri, che vivono nelle tundre dell’Europa e dell’Asia settentrionali. Questa specie ha la particolarità di intraprendere improvvisamente senza alcun motivo apparente delle migrazioni collettive che terminano con un suicidio in massa nelle acque del mare. L’enigma che questo comportamento ha posto agli zoologi è così singolare che essi, dopo aver tentato di fornire spiegazioni che si sono rivelate insufficienti, hanno preferito rimuoverlo. Ma una delle menti più lucide del XX secolo, Primo Levi si è interrogato sul fenomeno e ne ha fornito un’interpretazione convincente. Noi diamo per scontato che tutti gli esseri viventi desiderino continuare a vivere: nei lemmings per qualche ragione questa volontà è venuta meno e l’istinto che li spingeva a vivere si è rovesciato in un istinto di morte.
Io credo che qualcosa di simile stia oggi accadendo a un’altra specie di viventi, quella che noi chiamiamo homo sapiens. Il suicidio collettivo avviene qui – come si conviene a una specie che ha sostituito all’istinto il linguaggio e a un impulso endosomatico una serie di dispositivi esterni al corpo – in modo artificioso e complicato, ma il risultato potrebbe essere lo stesso. Gli esseri umani non possono vivere se non si danno per la loro vita delle ragioni e delle giustificazioni, che in ogni tempo hanno preso la forma di religioni, di miti, di fedi politiche, di filosofie e di ideali di ogni specie. Queste giustificazioni sembrano oggi – almeno nella parte dell’umanità più ricca e tecnologizzata – cadute e gli uomini si trovano forse per la prima volta ridotti alla loro pura sopravvivenza biologica, che, a quanto pare, si rivelano incapaci di accettare. Solo questo può spiegare perché, invece di assumere il semplice, amabile fatto di vivere gli uni accanto agli altri, si sia sentito il bisogno di istaurare un implacabile terrore sanitario, in cui la vita senza più giustificazioni ideali è minacciata e punita a ogni istante da malattie e morte. E solo questo può spiegare che, benché le industrie che li producono abbiano dichiarato che non è possibile prevedere gli effetti dei vaccini a lungo termine, perché non è stato possibile rispettare le procedure previste e che i test sulla genotossicità e cancerogenicità termineranno solo nell’ottobre del 2022, milioni di persone sono state sottoposte a una vaccinazione di massa senza precedenti. È perfettamente possibile – anche se non è in alcun modo certo – che fra qualche anno il comportamento degli uomini risulterà simile a quello dei lemmings e che la specie umana si stia in questo modo avviando alla sua estinzione.

28 luglio 2021
Giorgio Agamben

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Il Grano e la Zizzania. Lettera Aperta di don Francesco d’Erasmo. 

Marco Tosatti

Carissimi Stilumcuriali, riceviamo, e volentieri pubblichiamo, da parte di don Francesco d’Erasmo, questo messaggio. Buona lettura e riflessione.

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Il grano e la zizzania

Lettera aperta a tutti i Veri Cattolici e a tutti gli uomini di buona volontà.

Nello stesso campo nel quale il Signore ha seminato i Figli del Regno, il diavolo ha seminato i figli del maligno. Gesù in persona ci ha spiegato la parabola del grano e della zizzania che aveva annunciato poco prima (Mt 13).

Nel suo testo dell’aprile 2019 sugli abusi nella Chiesa Cattolica, Papa Benedetto XVI ha applicato questa parabola direttamente alla Santa Chiesa. Il  riferimento diretto è ai ministri che usano della autorità loro conferita in nome della Santa Chiesa, in nome di Gesù Cristo, in modo contrario alla volontà di Dio. Si chiama appunto abuso: un uso della autorità non conforme alla finalità per cui tale autorità è stata conferita.

Gesù in quella parabola, agli operai impazienti, che chiedono il permesso di intervenire subito per togliere la zizzania, dice che la separazione del grano dalla zizzania avverrà alla fine del mondo.

Non possiamo illuderci che prima della fine del mondo sia possibile una separazione con la quale i figli del diavolo siano gettati fuori dagli operai. Dobbiamo ricordare questa verità se non vogliamo cadere in trappola. È verità rivelata da Dio, nessuno potrà cambiarla. “Il cielo e la terra passeranno, ma le Mie parole non passeranno”, afferma Gesù (Mt 24,35). Papa Benedetto XVI, nel cuore della battaglia interna alla Santa Chiesa circa la sua purificazione dai ministri traditori, scatenata dalla denuncia di S. Ecc. Mons. Carlo Maria Viganò nell’agosto 2018, ha ricordato con forza questa verità, ripetendoci questa immagine di Gesù unitamente con l’altra, della rete con i pesci buoni e cattivi.

Occorre allora imparare a riconoscere il grano dalla zizzania senza la pretesa di sradicarlo prima del tempo, andando contro il piano di Dio. Noi non abbiamo autorità per compiere ciò che il Signore ha deciso che sarà affidato agli angeli. Ci sono delle autorità che hanno la facoltà di espellere i propri sudditi. Ma i sudditi non hanno il potere di espellere i superiori. Per questo ci sono delle situazioni in cui l’unica autorità che potrà effettivamente purificare il campo, espellendo chi non appartiene al Suo raccolto, saranno gli angeli, e lo faranno quando saranno inviati da Dio, il Padrone del campo. E Gesù ci spiega anche il motivo. Quando vediamo la impossibilità di questa espulsione, non dobbiamo ribellarci, o agire tentando di violare l’ordine stabilito da Dio, illudendoci di poter fare ciò che non compete a noi. Andremmo anche a compiere quel danno che il Padrone vuole evitare: sradicare il grano buono prima della maturazione.

Nemmeno possiamo cadere nell’errore opposto: ignorare che non tutto ciò che è in questo campo è grano buono. È Gesù stesso che ci avverte di stare attenti ai falsi profeti. E ci fornisce i criteri per distinguerli.

Ringraziando il Signore, abbiamo ancora quasi dappertutto nel mondo accesso libero al Catechismo della Chiesa Cattolica (CCC) e alla Sacra Scrittura nella versione ufficiale proclamata dalla Santa Chiesa Cattolica. La Parola di Dio, secondo i dettami del Concilio Vaticano I: la Biblia Vulgata, con le sue traduzioni, nonostante tante piccole o grandi deviazioni, ci permette di accedere alla Verità Rivelata che la Santa Tradizione della Chiesa trasmette nei secoli a tutti gli uomini di buona volontà, cioè a coloro che vogliono veramente il bene.

Proprio il Catechismo della Chiesa Cattolica, al paragrafo 675 ci dice con chiarezza che la “apostasia della verità” scuoterà la fede di molti credenti.

Per questo, ricordare la Verità è evidentemente un aiuto che possiamo donarci nella prova, per sostenere la nostra fede e sostenere chi rischierebbe di cadere nella menzogna. È una delle opere di misericordia. “Gesù allora disse a quei Giudei che avevano creduto in lui: «Se rimanete fedeli alla mia parola, sarete davvero miei discepoli; conoscerete la verità e la verità vi farà liberi»” (Gv 8, 31-32).

Ultimamente si assiste ad una pericolosa contrapposizione, operata dal diavolo, molto astuto, secondo il suo solito stile: “divide et impera”. Infatti si chiama anche diavolo proprio per l’attività di divisore, secondo una parola di origine greca: diabolon. Egli spinge i Sacri Ministri della Chiesa Cattolica a tradire Gesù, per poi accusarli davanti agli uomini e spingere i fedeli ad abbandonare la Santa Chiesa Cattolica per ribellione a questi cattivi ministri, nuovi Giuda.

A chi cade in questa tentazione, ricordo che Gesù ha detto che Egli è la Via, la Verità e la Vita. Senza di Lui non possiamo fare niente. Egli fondò la Sua Chiesa sulla roccia di Pietro. Il CCC ci ricorda al nr. 816 che: “« L’unica Chiesa di Cristo… » è quella « che il Salvatore nostro, dopo la sua risurrezione, diede da pascere a Pietro, affidandone a lui e agli altri Apostoli la diffusione e la guida […]. Questa Chiesa, in questo mondo costituita e organizzata come una società, sussiste [“subsistit in”] nella Chiesa cattolica, governata dal Successore di Pietro e dai Vescovi in comunione con lui ». Il decreto sull’ecumenismo del Concilio Vaticano II esplicita: « Solo per mezzo della cattolica Chiesa di Cristo, che è lo strumento generale della salvezza, si può ottenere tutta la pienezza dei mezzi di salvezza. In realtà al solo collegio apostolico con a capo Pietro crediamo che il Signore abbia affidato tutti i beni della Nuova Alleanza, per costituire l’unico corpo di Cristo sulla terra, al quale bisogna che siano pienamente incorporati tutti quelli che già in qualche modo appartengono al popolo di Dio »”.

Per quanto gravi i peccati, crimini e tradimenti dei suoi membri, la Chiesa Cattolica è l’unica Santa Chiesa voluta da Dio, e i suoi ministri amministrano validamente e lecitamente i Santi Sacramenti necessari alla salvezza, per istituzione divina. Chiunque rifiuti i Sacramenti amministrati da tali ministri, rifiuta la Grazia Sacramentale secondo la modalità che Dio stesso ha stabilito per riceverli.

Alcuni sedicenti difensori della verità cattolica stanno inducendo i fedeli a non ricevere i Santi Sacramenti nella Chiesa Cattolica dai sacerdoti che nominano “Papa Francesco” nel Canone della Santa Messa. (Qualcuno si è spinto all’eresia di negare la validità di tali Sacramenti. Qualcuno prima affermava tale eresia, e ora si è corretto).

Taluni affermano tuttora che coloro che ricevono i sacramenti dai sacerdoti che nominano “Papa Francesco” nel Canone della Messa, entrerebbero per tale fatto “in comunione con” tutti i peccati ed errori che vengono commessi da Bergoglio e da tutti coloro che per mezzo del suo governo della Chiesa Cattolica sono mantenuti impuniti nei confini visibili della Santa Chiesa nonostante gravi errori, peccati, crimini, eresie ed eventualmente apostasia. Anche questa affermazione è gravemente erronea.

La espressione del Canone che nomina il Pontefice regnante, nonostante le traduzioni e le riformulazioni del nuovo Rito romano promulgato da Paolo VI, indipendentemente dal fatto che si tratti del Pontefice legittimo o di un eventuale impostore, non indica una comunione con gli atti personali della sua persona soggettiva, ma una preghiera per lui in quanto segno visibile della continuità della Successione Apostolica. Tale preghiera indica quindi esclusivamente la comunione di tale Santa Messa con la Chiesa Cattolica Apostolica Romana, e la preghiera per il Romano Pontefice, ovvero l’obbedienza a Cristo che ha fondato la Sua Unica Santa Chiesa sulla roccia di Pietro. Se il Romano Pontefice tradisce il suo mandato, oppure se ci si trovasse addirittura di fronte ad un impostore, questo non cambia la natura di quella preghiera. Dio infatti interpreta quella preghiera secondo il suo vero significato, che è quello che la tradizione bimillenaria della Chiesa gli ha sempre attribuito, ossia l’atto di essere in comunione con l’Unico vero Dio attraverso i ministri da Lui stesso istituiti, nell’Unica Chiesa da Lui divinamente istituita. Gli abusi eventuali di chi siede sul trono di Pietro saranno imputati a lui personalmente. Anche perché, come la tradizione bimillenaria della santa Chiesa afferma e come ricorda il Concilio Vaticano I, “la Prima Sede non è giudicata da nessuno”. Per sua natura la Sede di Pietro non può essere giudicata dall’inferiore. È quindi impossibile in una situazione come la presente arrivare ad un giudizio positivo che liberi i fedeli dalla confusione generata dai pur legittimi sospetti, dubbi o addirittura fatti che sono davanti agli occhi di tutti. Non avendo nessun uomo sulla terra l’autorità per giudicare chi siede sul Trono di Pietro, il cristiano che vuole aderire alla Santa Chiesa fondata da Gesù deve riporre tutta la Sua fiducia in Lui, il Padrone del Campo, che a tempo debito invierà i Suoi angeli. Fino a quel momento quello che è sufficiente che avvenga, attraverso la presenza di una Sede Apostolica Romana, è che si possano riconoscere i confini visibili di quella “società” che è appunto la Santa Chiesa (CCC 816).

Il cattolico che partecipa alla Santa Messa nella sua parrocchia, o nel luogo dove per le proprie condizioni di vita ha la possibilità di recarsi, e tale Messa è celebrata da un Sacerdote validamente ordinato, con la materia del vero pane e vero vino, e le parole della Consacrazione approvate dalla Santa Chiesa, che nonostante tutte le legittime discussioni sono ancora presenti in tutti i Messali della Chiesa Cattolica attualmente in uso, assiste a una Santa Messa validamente celebrata nella quale Nostro Signore Gesù Cristo si rende realmente presente nelle Sacre Specie.

Dalle mani di tale sacerdote egli può ricevere validamente e lecitamente il Santo Sacramento del Corpo di Cristo per nutrirsene ed essere in Comunione con Lui, per obbedire al Suo divino comando, e non è in pericolo di entrare in comunione con gli eventuali peccati o crimini del sacerdote celebrante o di colui che viene nominato nel Canone come Papa. Ed il fedele può essere validamente assolto dai peccati da tale sacerdote, indipendentemente da quale nome egli pronunci nel Canone. In casi di estrema confusione o addirittura di Sede vacante, ciò che rimane essenziale è la validità dei sacramenti, che appunto, sulla scia della Sacra Tradizione, nemmeno i sedevacantisti negano. In casi di estrema necessità il cattolico può ricevere i Santi Sacramenti perfino da un sacerdote incorso nelle più gravi pene canoniche, come i membri delle chiese scismatiche, o perfino chi fosse ridotto allo stato laicale. Questa è la dottrina di sempre della Santa Chiesa!

È paradossale che taluni, volendosi erigere a paladini della Fede Cattolica, neghino poi questa verità innegoziabile che la Sacra Tradizione della Chiesa ha ininterrottamente tramandato.

Soprattutto in Italia, l’errore di costoro mette in grave pericolo la possibilità dei fedeli di ricevere serenamente i Santi Sacramenti, primo mezzo di santificazione del cristiano, perché genera nelle loro coscienze dubbi e confusione infondati, di fronte alla situazione di evidente grave confusione dottrinale.

Inoltre, costoro generano un clima di diffidenza generalizzato e superficiale, legato solo al fatto che si pronunci quel nome nel Canone. Tale diffidenza impedisce ai fedeli di riconoscere i pastori che, pur in mezzo a mille difficoltà, continuano a testimoniare la Vera Fede della Santa Chiesa, insegnando la sana dottrina, aiutando a non cadere nelle trappole dei falsi pastori, che, come “lupi vestiti da agnelli” si sono infiltrati in essa. “In verità, in verità vi dico: chi non entra nel recinto delle pecore per la porta, ma vi sale da un’altra parte, è un ladro e un brigante” (Gv 10,1). Costoro entrano attraverso la buona fede dei semplici che, giustamente, vedendo chi è rivestito di autorità gerarchica nella Santa Chiesa, lo rispettano come rappresentante di Cristo, ma poi abusano di questa fiducia e rispetto per predicare “un vangelo diverso” (Gal 1, 6).

Gesù condanna con una forza ineguagliabile lo scandalo: “Chi invece scandalizza anche uno solo di questi piccoli che credono in me, sarebbe meglio per lui che gli fosse appesa al collo una macina girata da asino, e fosse gettato negli abissi del mare!” (Mt 18, 6-7) Ma aveva detto anche: “beato colui che non si scandalizza di me” (Mt 11, 6). È infatti Gesù, che per volontà del Padre, ha istituito la Chiesa sul fondamento degli Apostoli. È lui che ha scelto delle persone che avrebbero potuto tradirlo, e di fatto lo hanno tradito. Non solo Giuda. Gli altri si sono pentiti, ma anche Pietro è stato a suo tempo chiamato Satana da Gesù, perché non pensava “secondo Dio, ma secondo gli uomini” (Mc 8, 33). Infatti: proprio Pietro si era scandalizzato dell’annuncio della Croce! Quale analogia con quello che viviamo adesso! Quanto questo rifiuto di partecipare ai Sacramenti, celebrati dai sacerdoti che pronunciano nel Canone “in comunione con Papa Francesco”, nasconde in realtà il rifiuto della croce del momento presente, per come il Signore permette che sia!

Ora, se noi non accettiamo che la Santa Chiesa possa avere come Ministri degli uomini, che eventualmente possono tradire il Signore, e di fatto purtroppo spesso lo hanno tradito e lo tradiscono, in realtà ci scandalizziamo del Signore, che non ha scelto degli angeli, ma degli uomini come Suoi ministri. L’angelo, all’inizio della sua esistenza, decide a favore o contro il Signore, divenendo angelo buono o demonio, come ci insegna San Tommaso. L’uomo ha la propria libertà a disposizione tutta la vita, fino alla morte, e solo quello che persevera fino alla fine si salverà, ovvero conserverà la propria decisione buona per l’eternità. Questo significa che l’uomo, anche se Apostolo, ha sempre la possibilità di tradire il Signore. E questo per volontà di Dio. Dio non vuole che tradisca, ma nemmeno toglie la libertà con cui potrebbe farlo.

Perciò il Signore, consapevole del fatto che molti, anche Suoi ministri, esattamente come i ministri dell’Antica Alleanza avevano fatto, avrebbero purtroppo tradito la loro missione, avverte i Suoi. E le parabole del Regno sono molto chiare in proposito.  La parabola dei vignaioli omicidi è una di queste (Mt 21). Ma la parabola dell’uomo che parte per ricevere il titolo regale non lascia dubbi: si riferisce evidentemente a Gesù e i suoi ministri, non più all’antico Israele. Solo Gesù infatti può essere identificato con questo uomo di nobile stirpe che va a ricevere il titolo regale allontanandosi lungo tempo dalla presenza sensibile e regnante in mezzo ai Suoi sudditi (Lc 19,12). È poi proprio San Giovanni Apostolo che applica direttamente gli avvertimenti di Gesù ai membri della stessa Santa Chiesa: “Figlioli, questa è l’ultima ora. Come avete udito che deve venire l’anticristo, di fatto ora molti anticristi sono apparsi. Da questo conosciamo che è l’ultima ora. Sono usciti di mezzo a noi, ma non erano dei nostri; se fossero stati dei nostri, sarebbero rimasti con noi; ma doveva rendersi manifesto che non tutti sono dei nostri” (1 Gv 2, 18-19).

 

Ecco che risulta evidente che la presenza di falsi profeti all’interno della Santa Chiesa Cattolica non è una contraddizione della promessa di Gesù, “le porte degli inferi non prevarranno” (Mt 16, 18). D’altronde, se questa promessa avesse significato che nessuno degli apostoli chiamati da Gesù avrebbe potuto tradirlo, Gesù stesso, nel medesimo Vangelo, si sarebbe contraddetto: “In verità io vi dico, uno di voi mi tradirà” (Mt 26, 21). E questa affermazione è fatta addirittura con la formula di giuramento!

Risulta dunque evidente che l’inganno sta in chi identifica che la promessa di Gesù, “non praevalebunt”, con una promessa di assenza di tradimenti. Gesù invece promette che la Chiesa non sarà sopraffatta dalle potenze degli inferi, nemmeno se i tradimenti sono da Lui stesso annunciati. Anzi, Gesù annuncia ai Suoi che saranno perseguitati proprio dentro la loro casa: “i nemici dell’uomo sono quelli di casa sua” (Mt 10, 36).  “Anzi, verrà l’ora in cui chiunque vi ucciderà crederà di rendere culto a Dio. E faranno ciò, perché non hanno conosciuto né il Padre né me. Ma io vi ho detto queste cose perché, quando giungerà la loro ora, ricordiate che ve ne ho parlato” (Gv 16, 2-4).

Quindi, chi veramente ha fede nelle parole di Gesù, non ha paura dei tradimenti dei successori degli Apostoli, e non se ne scandalizza, perché ricorda la Parola di Gesù, e sa che essi non prevarranno sulla potenza di Gesù né sulla Sua Santa Chiesa. Proprio il Catechismo della Chiesa Cattolica, nel brano già citato, prosegue: “La Chiesa non entrerà nella gloria del Regno che attraverso quest’ultima Pasqua, nella quale seguirà il suo Signore nella sua morte e risurrezione. Il Regno non si compirà dunque attraverso un trionfo storico della Chiesa, secondo un progresso ascendente, ma attraverso una vittoria di Dio sullo scatenarsi ultimo del male” (CCC 677). Se dunque osserviamo che taluni successori degli Apostoli, come Giuda, consegnano i veri credenti nelle mani dei loro nemici, perché vengano annientati, se questo ci appare come un processo che porta alla morte della Chiesa visibile, non possiamo temere che questo contraddica la promessa di Gesù Cristo, né che questa sia la vittoria del maligno sul Regno di Dio. La Fede proclamata ufficialmente e solennemente dalla Santa Chiesa attraverso il Catechismo ci annuncia proprio questo fatto.

Chi ha questa fede non ha nemmeno paura di guardare in faccia tali tradimenti, e denunciarli, per evitare che i fedeli più deboli possano cadere in trappola. Il vero pericolo non è infatti che i veri cristiani siano consegnati nelle mani dei nemici di Dio. Il pericolo più grande è che possano non distinguere il Bene dal male, la Verità dalla menzogna, la Luce dalle tenebre. Se cadessero nel cammino della menzogna, perché erroneamente convinti di seguire dei veri ministri di Dio, potrebbero correre il pericolo di dannarsi. “Vegliate e pregate, per non cadere in tentazione” (Mt 26, 41).

I veri pastori sono quindi chiamati ad aiutare i fedeli a discernere i falsi profeti, affinché non affidino ad essi la propria fede. Quando infatti un ministro di Dio insegna una dottrina diversa da quella di Gesù, i fedeli che la ascoltassero rischierebbero di cadere in errore. Costui non deve essere accettato da chi vuol essere di Gesù. “Se anche noi stessi, o un angelo dal cielo vi predicasse un vangelo diverso da quello che vi abbiamo predicato, sia anàtema! L’abbiamo già detto e ora lo ripeto: se qualcuno vi predica un vangelo diverso da quello che avete ricevuto, sia anàtema!” (Gal 6, 1-9). L’Apostolo è molto chiaro, e parla di “noi stessi”, gli Apostoli!

Perciò è dovere di qualunque pastore della Chiesa avvertire i fedeli circa i falsi pastori. Anche nel giuramento previsto dalla Santa Chiesa per chi riceve un ufficio si giura di combattere l’errore.  Gesù dice: “Il ladro non viene se non per rubare, uccidere e distruggere; io sono venuto perché abbiano la vita e l’abbiano in abbondanza. Io sono il buon pastore. Il buon pastore offre la vita per le pecore. Il mercenario invece, che non è pastore e al quale le pecore non appartengono, vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge e il lupo le rapisce e le disperde; egli è un mercenario e non gli importa delle pecore.” (Gv 10, 10-13) Chi ama le pecore le protegge dal lupo, che è il seminatore della menzogna. Il vero pastore annuncia la Verità, che libera le pecore dal lupo, anche se dovesse pagare per questo con la sua stessa vita, a imitazione di Cristo, l’unico Vero Buon Pastore del gregge.

Dopo il mio testo dell’anno scorso (https://www.marcotosatti.com/2020/04/02/rinnovata-professione-di-fede-di-francesco-derasmo/) , vedendo che era stato troppo frettolosamente manipolato da coloro i quali esortano i fedeli cattolici a disertare i Santi Sacramenti celebrati da chi nomina “Papa Francesco” nella Santa Messa, avevo deciso di affidare al silenzio e alla preghiera le numerose nuove riflessioni che mi sorgono di fronte ai numerosi nuovi attacchi alla Fede Cattolica provenienti proprio da chi siede sulla Cattedra che dovrebbe essere dell’Apostolo Pietro e dei Suoi Successori. In tutto questo tempo ho offerto al Signore le innumerevoli sofferenze che tale silenzio mi provocava, e ho pregato ricordando sempre le parole del Santo Pontefice Gregorio Magno, nella «Regola pastorale» (Lib. 2, 4; PL 77, 30-31): “Il pastore sia accorto nel tacere e tempestivo nel parlare, per non dire ciò ch’è doveroso tacere e non passare sotto silenzio ciò che deve essere svelato. Un discorso imprudente trascina nell’errore, così un silenzio inopportuno lascia in una condizione falsa coloro che potevano evitarla. Spesso i pastori malaccorti, per paura di perdere il favore degli uomini, non osano dire liberamente ciò ch’è giusto e, al dire di Cristo ch’è la Verità, non attendono più alla custodia del gregge con amore di pastori, ma come mercenari. Fuggono all’arrivo del lupo, nascondendosi nel silenzio”. Io non ho taciuto per paura, ma per evitare di aumentare il pericolo di collaborare involontariamente con coloro che inducono i fedeli a disertare i Santi Sacramenti.

Ma ora, di fronte a ripetuti nuovi attacchi contro la Verità della Fede Cattolica, di una portata sempre più violenta e grave, perché condotti con menzogne sottili e subdole, approfittando della debolezza delle pecore (i fedeli), spesso incolpevolmente impreparati a tali attacchi, per non avere ricevuto una adeguata formazione nella fede, sento nuovamente la responsabilità di svolgere il mio servizio alla Verità che è Gesù Cristo, anche attraverso questo mezzo. Non è mio merito ciò che il Signore mi dona di riconoscere, ed è perciò un dono che gratuitamente ho ricevuto e gratuitamente metto a disposizione di chi cerca la Verità.

Continua infatti San Gregorio: “Cos’è infatti per un pastore la paura di dire la verità, se non un voltar le spalle al nemico con il suo silenzio? Se invece si batte per la difesa del gregge, costruisce contro i nemici un baluardo per la casa d’Israele. Per questo al popolo che ricadeva nuovamente nell’infedeltà fu detto: «I tuoi profeti hanno avuto per te visioni di cose vane e insulse, non hanno svelato le tue iniquità, per cambiare la tua sorte» (Lam 2, 14). Nella Sacra Scrittura col nome di profeti son chiamati talvolta quei maestri che, mentre fanno vedere la caducità delle cose presenti, manifestano quelle future. La parola di Dio li rimprovera di vedere cose false, perché, per timore di riprendere le colpe, lusingano invano i colpevoli con le promesse di sicurezza, e non svelano l’iniquità dei peccatori, ai quali mai rivolgono una parola di riprensione. Il rimprovero è una chiave. Apre infatti la coscienza a vedere la colpa, che spesso è ignorata anche da quello che l’ha commessa. Per questo Paolo dice: «Perché sia in grado di esortare con la sua sana dottrina e di confutare coloro che contraddicono» (Tt 1, 9). E anche il profeta Malachia asserisce: «Le labbra del sacerdote devono custodire la scienza e dalla sua bocca si ricerca l’istruzione, perché egli è messaggero del Signore degli eserciti» (Ml 2, 7). Per questo il Signore ammonisce per bocca di Isaia: «Grida a squarciagola, non aver riguardo; come una tromba alza la voce» (Is 58, 1). Chiunque accede al sacerdozio si assume l’incarico di araldo, e avanza gridando prima dell’arrivo del giudice, che lo seguirà con aspetto terribile.
Ma se il sacerdote non sa compiere il ministero della predicazione, egli, araldo muto qual è, come farà sentire la sua voce?”

Anzitutto devo ricordare alcuni aspetti che riguardano i farmaci prodotti e somministrati in questi mesi, quale presunta protezione dalla malattia che ha determinato in qualche modo le vicende della vita di tutto il mondo in questi ultimi due anni. Questi farmaci sperimentali sono prodotti anche attraverso l’uso di quello che comunemente viene chiamato “linee cellulari”. La CdF ha pubblicato una nota il 21 dicembre 2020 in cui cita la medesima Congregazione per la Dottrina della Fede, Istruz. Dignitas personae, n. 35: “Quando l’illecito è avallato dalle leggi che regolano il sistema sanitario e scientifico, occorre prendere le distanze dagli aspetti iniqui di tale sistema, per non dare l’impressione di una certa tolleranza o accettazione tacita di azioni gravemente ingiuste. Ciò infatti contribuirebbe a aumentare l’indifferenza, se non il favore con cui queste azioni sono viste in alcuni ambienti medici e politici”. Il testo che pone questa citazione in nota, però afferma nel corpo del testo: “l’uso lecito di tali vaccini non comporta e non deve comportare in alcun modo un’approvazione morale dell’utilizzo di linee cellulari procedenti da feti abortiti”. La contraddizione in termini è palese a chi ha un po’ di dimestichezza con il linguaggio giuridico o filosofico, ed è minimamente formato all’uso della logica. Il fedele semplice e ingenuo ritiene invece che il corpo del testo attuale stia affermando la stessa cosa che è riportata in nota, e perciò “inghiottisce” il veleno della menzogna insieme allo “zucchero” della verità. La menzogna velenosa è la parolina “lecito” accostata all’uso di tali prodotti, mentre la verità che la addolcisce è la denuncia del male.

Ma io non rendo lecito un atto cattivo perché, mentre lo compio, dichiaro che è da evitare!

Somma di tutte le ipocrisie!

Nemmeno i farisei del tempo di Gesù erano mai arrivati a tanto! Sicuramente dal fondo dell’inferno applaudiranno felici alla abilità diabolica di questi nuovi loro proseliti che superano il maestro nel costruire sepolcri imbiancati! Come è evidente l’ipocrisia di chi firma il suddetto testo contenente la seguente affermazione: “Nello stesso tempo, appare evidente alla ragione pratica che la vaccinazione non è, di norma, un obbligo morale e che, perciò, deve essere volontaria” e poi di fatto mette in atto tutto quanto è in suo potere per obbligare coloro su cui esercita più o meno lecitamente la propria autorità!

Il Catechismo ricorda che si “coopera ai peccati commessi da altri” “comandandoli, consigliandoli, lodandoli o approvandoli”, e inoltre “non denunciandoli o non impedendoli, quando si è tenuti a farlo” (CCC 1868). Al numero 2275 condanna inoltre, nell’ambito della riflessione sull’omicidio volontario in merito al quinto comandamento, la “produzione di embrioni umani destinati a essere sfruttati come “materiale biologico” disponibile”. È impressionante il gioco di parole con cui nel recente testo della CdF si manipola il Sacro Magistero per indurre i semplici, anche rafforzando affermazioni che non hanno alcuna prova scientifica, ad aderire ad un comportamento che, come il testo che pur viene citato sottolinea, risponde a logiche perverse del sistema sanitario e politico.

A questo proposito è bene ricordare che la Santa Chiesa Cattolica, osservando la Parola del Suo divino Fondatore, ha sempre insegnato che mai è lecito fare un bene attraverso il male. La lettera enciclica Veritatis Splendor di S. Giovanni Paolo II sviscera approfonditamente questo tema con magistero solenne e definitivo.

Caifa fu il più appariscente caso della storia che proclamò il principio che pare ora ispirare tutti coloro che hanno potere di governare nel mondo: “Disse loro: «Voi non capite nulla e non considerate come sia meglio che muoia un solo uomo per il popolo e non perisca la nazione intera»” (Gv 11, 49-50).

Ora purtroppo si sta portando questo principio alle sue inevitabili conseguenze: non si sacrifica uno solo, ma molti, per ciò che alcuni, ponendosi al di sopra della legge di Dio, affermano che sia il bene del popolo. E questo con la benedizione di coloro che si presentano come ministri della Chiesa di Gesù Cristo!

Ci conforti a questo proposito il commento del Santo Vangelo: “Questo però non lo disse da se stesso, ma essendo sommo sacerdote profetizzò che Gesù doveva morire per la nazione e non per la nazione soltanto, ma anche per riunire insieme i figli di Dio che erano dispersi” (Gv 11, 51-52). Il sacrificio di tanti innocenti sia accolto dal Padre in unione all’unico sacrificio salvifico di Gesù per la salvezza di tutti!

Impressiona non poco che Bergoglio abbia firmato un testo che confonde sulla moralità degli atti che pongono fine alla vita di bambini innocenti in modo così terrificante, un testo tutto intriso di contraddizione, menzogna e ipocrisia, proprio nel giorno in cui Dio ha permesso che egli venisse alla luce!

Dio abbia misericordia di lui e lo converta!

“Un albero buono non può fare frutti cattivi, né un albero cattivo fare frutti buoni” (Mt 7,18). Un Figlio di Dio, non può parlare in modo menzognero, né un figlio del maligno dire la verità. “Chiunque infatti fa il male, odia la luce e non viene alla luce perché non siano svelate le sue opere. Ma chi opera la verità viene alla luce, perché appaia chiaramente che le sue opere sono state fatte in Dio” (Gv 3, 20-21).

Se dunque con la menzogna non si ha pudore nel tentare di far passare come “moralmente accettabile” la cooperazione con ciò che il vero Magistero della Santa Chiesa da sempre condanna come un peccato “che grida vendetta al cielo” (CCC 2268), quale male terribile non si potrà voler raggiungere attraverso tale mezzo? “Non si raccolgono fichi dalle spine, né si vendemmia uva da un rovo” (Lc 6,43) Molti scienziati, cattolici e non, liberi da minacce o compensi di alcun tipo, avvertono della grave pericolosità dei prodotti che vengono proposti con violenza sempre crescente dal mondo politico nel momento presente, presentandoli come unica soluzione alla crisi che stiamo vivendo, affinché tutti si sottopongano alla sperimentazione, scaricando perfino la responsabilità sulle vittime, che spesso nemmeno si rendono conto che con le proprie firme rendono impunibili tutti coloro che li stanno usando come cavie.

Certamente, anche riguardo alla possibile manipolazione del patrimonio genetico umano come mezzo per raggiungere la presunta sicurezza sanitaria, la vera Fede Cattolica ha molto da dire.

Il primo comandamento ci ricorda che nulla è al di sopra di Dio. Lo slogan che viene utilizzato per manipolare le menti delle masse in questo momento è invece l’esatto opposto di questo comandamento. Si afferma continuamente, anche all’interno delle nostre chiese: la salute viene prima di tutto.

NO! Dio solo viene prima di tutto!

E lo stesso CCC ai numeri 2292-2294 ricorda i limiti della ricerca scientifica.

Tutto questo è calpestato dall’ingannevole illusione di risolvere i problemi manipolando il progetto di Dio sulla nostra realtà biologica come se noi ne potessimo disporre a piacimento. Ancora una volta il Catechismo ci ricorda che questo è l’azione dell’anticristo: “una impostura religiosa che offre agli uomini una soluzione apparente dei loro problemi, al prezzo dell’apostasia della verità” (CCC 675). Se la benedizione vaticana sull’uso delle pratiche sperimentali in massa è ciò che rende possibile l’espansione quasi totale del dominio di una scienza che non riconosce più la Signoria di Dio, siamo proprio davanti allo svelamento del “Mistero d’iniquità” di cui parla il Catechismo! Benedetto il Signore, che “svela i segreti dei cuori”! (Lc 2,35)

L’uomo si pone al posto di Dio. Ma Gesù ci ricorda: “non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello” (Mt 5,36-37) Figuriamoci se è lecito all’uomo manipolare il patrimonio genetico della popolazione mondiale! Ed è quanto mai significativo che questo brano Gesù lo proponga proprio in un contesto in cui sta parlando della necessità della schiettezza e sincerità assoluta richiesta a chi Lo vuole seguire: “Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno” (Mt 5,37).

Il testo della CdF parla di cooperazione al male, ma remota, e quindi moralmente accettabile. Il sì mescolato con il no. Il credente chiede: è bene o male? E la risposta è che è un po’ e un po’. Ecco il di più che viene dal maligno. Questo documento non rende lecito proprio nulla, ma scarica anch’esso la responsabilità su chi agisce. Infatti, se lo si legge con serietà, si nota che si elencano numerose condizioni, che poi non si danno nella realtà. Ma se anche uno ritenesse di compiere un atto così grave perché la Congregazione della Dottrina della Fede lo ha dichiarato moralmente accettabile, davvero qualcuno si illude che il Giudice Divino si farà influenzare da quel testo

Tutto questo rivela un peccato molto più grave: la totale mancanza di fede in Dio.

L’umanità è caduta in una trappola causata proprio dalla propria imprudenza nel trattare ciò che non gli appartiene senza rispetto per i limiti imposti da Dio. Solo i faziosi, tra gli scienziati veramente competenti, negano che la situazione attuale sia stata causata da operazioni umane con il patrimonio genetico di vari esseri viventi e dell’uomo.

Ma questa umanità ribelle, invece che fare penitenza di fronte a Dio, ha addirittura l’illusione di poter raggiungere la soluzione attraverso la medesima strada perversa! E i ministri ribelli della Santa Chiesa di Dio, invece che esortare i fedeli a fuggire da queste trappole diaboliche, confidando nella Misericordia di Dio, ed accettando umilmente i Suoi castighi per espiare le nostre colpe, spinge le pecore deboli a cadere proprio nella bocca del lupo, confidando addirittura in coloro che hanno generato quella stessa situazione, da cui ora, mentendo, promettono di volerci liberare.

“Maledetto l’uomo che confida nell’uomo, che pone nella carne il suo sostegno e dal Signore si allontana il suo cuore. Egli sarà come un tamerisco nella steppa, quando viene il bene non lo vede; dimorerà in luoghi aridi nel deserto, in una terra di salsedine, dove nessuno può vivere. Benedetto l’uomo che confida nel Signore” (Ger 17, 5-7).  Il Signore avvertiva già il popolo dell’antica alleanza. Ma ora è Gesù stesso che si rivolge a coloro che operano tale iniquità: “Razza di vipere, come potete dire cose buone, voi che siete cattivi? Poiché la bocca parla dalla pienezza del cuore. L’uomo buono dal suo buon tesoro trae cose buone, mentre l’uomo cattivo dal suo cattivo tesoro trae cose cattive” (Mt 12, 34-35). “Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che innalzate i sepolcri ai profeti e adornate le tombe dei giusti, e dite: Se fossimo vissuti al tempo dei nostri padri, non ci saremmo associati a loro per versare il sangue dei profeti; e così testimoniate, contro voi stessi, di essere figli degli uccisori dei profeti. Ebbene, colmate la misura dei vostri padri! Serpenti, razza di vipere, come potrete scampare dalla condanna della Geenna?” (Mt 23, 29-33).

Ecco però che voi siete pronti, prontissimi, dall’alto del vostro potere in Vaticano, e spesso anche nelle Curie diocesane, a castigare coloro che cercano di vivere la fede seguendo la Santa Tradizione della Chiesa, e invece lasciate impuniti coloro che la calpestano. E la vostra ipocrisia è evidente a tutto il mondo!

Condannate a parole la benedizione della vita di peccato di chi pratica la sodomia con un documento della CdF (“Responsum della Congregazione per la Dottrina della Fede ad un dubium circa la benedizione delle unioni di persone dello stesso sesso, 15.03.2021”) e poi non fate nulla di fronte ai pastori che pubblicamente ostentano l’inosservanza di tali indicazioni!

Se però alcuno osa tentare di restare fedele al “Depositum fidei” viene perseguitato con ogni mezzo e deve sentirsi straniero a casa propria.

Ma Gesù vi ha già condannato: “Perciò ecco, io vi mando profeti, sapienti e scribi; di questi alcuni ne ucciderete e crocifiggerete, altri ne flagellerete nelle vostre sinagoghe e li perseguiterete di città in città; perché ricada su di voi tutto il sangue innocente versato sopra la terra, dal sangue del giusto Abele fino al sangue di Zaccaria, figlio di Barachìa, che avete ucciso tra il santuario e l’altare. In verità vi dico: tutte queste cose ricadranno su questa generazione” (Mt 23, 34-36). E questa è la cosa più triste: che voi non riconoscete che il male che state commettendo attira l’ira di Dio non solo su di voi, ma su tutta questa generazione, e gli innocenti pagheranno un prezzo altissimo per causa vostra!

Non a caso Gesù aveva profetizzato di voi, già rivolgendosi ai vostri antenati: “Sulla cattedra di Mosè si sono seduti gli scribi e i farisei” (Mt 23, 2-4).

Ecco però che ultimamente vi siete smascherati da soli. Il perfido documento circa la celebrazione della Santa Messa secondo il Rito Perenne della Chiesa Cattolica Romana, promulgato da San Pio V, e riconosciuto irrevocabile, anche molto recentemente da Benedetto XVI (Lettera Apostolica “MOTU PROPRIO DATA” SUMMORUM PONTIFICUM, 7 luglio 2007), lo avete preparato forse in modo troppo frettoloso.

Ora mi rivolgo nuovamente ai fedeli cui indirizzo questo mio scritto.

La recente Lettera Apostolica “Traditionis custodes”, emanata dal Vaticano in data 16 luglio 2021 afferma: “Art. 1. I libri liturgici promulgati dai santi Pontefici Paolo VI e Giovanni Paolo II, in conformità ai decreti del Concilio Vaticano II, sono l’unica espressione della lex orandi del Rito Romano”.

Il riferimento è a uno dei pilastri della dottrina cristiana, fin dall’epoca patristica. L’espressione usata è “lex orandi”. Questa formula indica la “regola della preghiera”. Ma l’uso di questo termine, nella Santa Dottrina, lo identifica con la “lex credendi”, “la regola della fede”. In parole semplici: la Chiesa afferma che si prega in modo conforme alla fede. Questa profonda identità è stata anche la strada per il riconoscimento dei primissimi dogmi cristologici della Santa Chiesa. Se pertanto questo recente documento identifica la “lex orandi” esclusivamente con il nuovo rito del 1970, e nella pratica delle indicazioni del documento stesso fa intendere che l’uso del rito precedente deve essere considerato come pura concessione in casi eccezionali, sottilmente, senza dirlo esplicitamente, ma realizzandolo attraverso la normativa, si sta frapponendo una distanza e una differenza tra questa “lex orandi” e quella del rito precedente. La “lex orandi” del Rito del 1970 infatti sarebbe l’unica! Ma se la “lex orandi” è la “lex credendi”, significa che si sta insinuando una distanza e una differenza tra la fede espressa dal Rito che si vuole affermare unico, e quello che si vuole relegare nell’ambito delle concessioni. Pertanto, attraverso la normativa, si afferma che l’unica vera fede della Chiesa sarebbe quella di chi può eventualmente concedere una sua espressione conforme a quella di sempre in alcuni casi molto limitati, ma ritiene che si esprima “unicamente” nella forma del Nuovo Messale di Paolo VI. Perciò: chi volesse esprimere la propria fede in un modo conforme a come la espressero tutti i cristiani che ci hanno preceduto, fino al 1970, è da considerarsi uno che compie qualcosa di semplicemente tollerato, non veramente conforme all’unica “lex orandi”, che però è anche l’unica “lex credendi”. Quindi chi desiderasse esprimere la “lex credendi “ di sempre attraverso la “lex orandi” di sempre deve chiedere il permesso, e non è detto che ciò gli sia concesso. Se però la “lex credendi” di prima è diversa, perché la attuale è l’”unica”, come unica è la “lex orandi”, allora chi ha emanato questo documento non ha più una fede “una” con la fede apostolica (Ef 4, 5).

Insomma: la fede di sempre non è più di casa nella chiesa governata da chi ha emesso questo documento!

Signor Jorge Mario Bergoglio, la chiamo così perché, anche se nessuno ha il potere di giudicarLa, Lei non nasconde le sue rinnovate eresie ed apostasie dalla Fede Cattolica quasi quotidiane, perdendo per il diritto stesso il proprio Ufficio (munus); signori tutti che collaborate con questo suo governo della Santa Chiesa: ricordatevi che state firmando la vostra condanna. Siete proprio voi che state dichiarando in modo sempre meno velato che la vostra fede non è la stessa di Pietro, sulla quale Gesù ha fondato la Sua Chiesa. “Ciascuno stia attento come costruisce. Infatti nessuno può porre un fondamento diverso da quello che già vi si trova, che è Gesù Cristo” (1 Cor 3, 10-11).

Se la vostra fede ritiene come qualcosa di appena tollerabile, e solo alle vostre condizioni, l’espressione bimillenaria di quella fede che hanno professato tutte le generazioni di Santi che ci hanno preceduto, e che cantano nelle Schiere Celesti la Gloria del Signore, chi è fuori posto nella Santa Chiesa fondata da Gesù Cristo siete voi! Potete ingannare gli uomini, ma non ingannerete il Signore!

Io non ho avuto la grazia di conoscere al tempo della mia formazione l’augusto Rito Tridentino della Santa Messa, ma non lo ritengo un ospite scomodo. Vivo il Rito Romano attuale come una declinazione di quello antico, imperfetta, ma valida: proprio perché, grazie a Dio, ancora non ha perduto la totalità del suo contenuto essenziale. Spero di avere l’occasione di poter celebrare il Rito Tridentino adeguatamente, come ancora non sono riuscito mai a fare, pur avendo iniziato ad imparare. Non è perciò il rito che mi preoccupa.

Ma se voi ritenete che, chi ama tale Rito Tridentino come espressione immortale della “Lex orandi”, che coincide con la “Lex credendi” della Santa Chiesa Cattolica, sia solo un ospite difficilmente tollerabile, che porta divisione, sappiate che siamo noi, che invece crediamo la stessa Fede dei Santi Apostoli, che stiamo tollerando voi, secondo l’esortazione alla carità fattaci dall’Apostolo (1 Cor 13), e ricordate inoltre che siete proprio voi che state portando divisione e distruzione nella Santa Chiesa di Dio, con la vostra insofferenza verso tutto ciò che i Santi Padri ci hanno trasmesso, fedeli al Comando di Gesù Cristo, e non pretendendo di inventare un nuovo vangelo e fondare una nuova chiesa, come costantemente state facendo voi!

Voi potete continuare ad abusare dell’autorità che avete conquistato, con mezzi leciti o molto più verosimilmente illeciti, in modo valido o molto più verosimilmente invalido, ma la Santa Chiesa, l’Unica Apostolica Cattolica Romana, appartiene da sempre e per sempre al Suo unico Pastore, Gesù Cristo, che avrà sempre cura di noi, anche nella valle oscura, e non ci abbandonerà nelle tenebre e nell’ombra della morte, e ci libererà dalle mani dei nemici, anche se tali nemici doveste essere proprio voi (Sal 23 e Lc 1, 79).

“Scio cui credidi – so infatti a chi ho creduto e sono convinto che Egli è capace di conservare il mio deposito fino a quel giorno”, e di Lui solo io “io sono stato costituito araldo, apostolo e maestro” (1 Tim 11-12), come ogni vero sacerdote della Vera Chiesa Cattolica Apostolica Romana.

Ai fedeli cattolici, che rimangono sconcertati di fronte a quello che sta accadendo, ricordo le parole del nostro Catechismo: “il discepolo di Cristo accetta di vivere nella verità, cioè nella semplicità di una vita conforme all’insegnamento del Signore” (CCC 2470), “Il dovere dei cristiani di prendere parte alla vita della Chiesa li spinge ad agire come testimoni del Vangelo e degli obblighi che ne derivano. Tale testimonianza è trasmissione della fede in parole e opere. La testimonianza è un atto di giustizia che comprova o fa conoscere la verità: « Tutti i cristiani, dovunque vivono, sono tenuti a manifestare con l’esempio della vita e con la testimonianza della parola l’uomo nuovo, che hanno rivestito col Battesimo, e la forza dello Spirito Santo, dal quale sono stati rinvigoriti con la Confermazione ». Il martirio è la suprema testimonianza resa alla verità della fede; il martire è un testimone che arriva fino alla morte. Egli rende testimonianza a Cristo, morto e risorto, al quale è unito dalla carità. Rende testimonianza alla verità della fede e della dottrina cristiana. Affronta la morte con un atto di fortezza. « Lasciate che diventi pasto delle belve. Solo così mi sarà concesso di raggiungere Dio » (CCC 2472-2473).

“L’autorità non trae da se stessa la propria legittimità morale. Non deve comportarsi dispoticamente, ma operare per il bene comune come « forza morale che si appoggia sulla libertà e sulla coscienza del dovere e del compito assunto »:  « La legislazione umana non riveste il carattere di legge se non nella misura in cui si conforma alla retta ragione; da ciò è evidente che essa trae la sua forza dalla Legge eterna. Nella misura in cui si allontana dalla ragione, la si deve dichiarare ingiusta, perché non realizza il concetto di legge: è piuttosto una forma di violenza ».  L’autorità è esercitata legittimamente soltanto se ricerca il bene comune del gruppo considerato e se, per conseguirlo, usa mezzi moralmente leciti. Se accade che i governanti emanino leggi ingiuste o prendano misure contrarie all’ordine morale, tali disposizioni non sono obbliganti per le coscienze. « In tal caso, anzi, chiaramente l’autorità cessa di essere tale e degenera in sopruso »” (CCC 1902-1903).

Anche nel caso della Santa Chiesa l’autorità non è assoluta. “La coscienza morale è un giudizio della ragione mediante il quale la persona umana riconosce la qualità morale di un atto concreto che sta per porre, sta compiendo o ha compiuto. In tutto quello che dice e fa, l’uomo ha il dovere di seguire fedelmente ciò che sa essere giusto e retto. È attraverso il giudizio della propria coscienza che l’uomo percepisce e riconosce i precetti della Legge divina: La coscienza « è una legge del nostro spirito, ma che lo supera, che ci dà degli ordini, che indica responsabilità e dovere, timore e speranza. […] Essa è la messaggera di Colui che, nel mondo della natura come in quello della grazia, ci parla velatamente, ci istruisce e ci guida. La coscienza è il primo di tutti i vicari di Cristo »” (CCC 1778). Mai un ordine o una indicazione dell’autorità ecclesiastica supera in autorità la coscienza. Questa è la fede proclamata dal Magistero Solenne della Santa Chiesa.

Restiamo dunque in pace, fermi nel compiere il bene ed evitare il male, nell’obbedire al Signore Gesù Cristo attraverso la fedeltà all’Insegnamento Autentico della Chiesa da Lui stesso fondata come mediatrice della Sua Grazia di Salvezza. Attingiamo ai Santi Sacramenti fino a quando il Signore ce ne farà dono, senza frapporre ostacoli ingannevoli.

Preghiamo per l’intercessione dei Santi Apostoli Pietro e Paolo, di San Giuseppe, patrono della Chiesa universale, per i meriti e la mediazione della Madre di Dio Maria Santissima, che Gesù ci ha donato come nostra Madre dalla Santa Croce, certi della protezione dei Santi Angeli, che il Signore ha promesso ai Suoi piccoli, che contemplano il Suo Volto notte e giorno.

E con fiducia nella Promessa del Signore perseveriamo fino alla fine, perché così saremo salvi (Mt 24, 13). Amen.

Francesco d’Erasmo, sacerdote cattolico

Tarquinia, 29 luglio 2021, Santa Marta.

https://www.marcotosatti.com/2021/07/30/il-grano-e-la-zizzania-lettera-aperta-di-don-francesco-derasmo/

LA BIBBIANO GLOBALE. COSA C’È DIETRO L’OBBLIGO VACCINALE DEI MINORENNI

Da decenni ormai il potere nascosto, quello vero, delle élites al di là del bene e del male, ha come obbiettivo i bambini, i nostri figli.

La destrutturazione e la distruzione sistematica della famiglia e delle sue figure fondanti e imprescindibili. Film e canzoni che la descrivono come una sentina di soprusi, violenze, vessazioni. Il vomito ideologico contro la famiglia composta da padre, madre e figli, e recepito dalla legislazione dei diritti, che ha aperto la voragine su una sempre cangiante ridefinizione della sua natura.

L’attacco reiterato alla figura del maschio, marito e padre, con le leggi sul femminicidio, le campagne mediatiche che lo mettono in cattivissima luce, insinuando nella donna, fin dalle adolescenti, la sua intrinseca malvagità; con la femminilizzazione del maschio, che erode le sue caratteristiche peculiari autorità, autorevolezza, forza e coraggio. La conseguente evaporazione della figura del padre nei figli, facendo di questi degli orfani raminghi pronti a consegnarsi a qualsiasi affetto capace di sedurli.

Parallelamente, lo stupro spirituale e fisico della donna, nel suo essere sposa e madre. L’aborto insinuato come un diritto nella sua anima e mente di minorenne, che polverizza la vocazione materna sostituita dall’egoismo che muove guerra alla sua biologia del dono di sé stesse. Il femminismo spacciatore di menzogne, di presunte e inesistente uguaglianze al posto della diversità che realizza la sana complementarietà tra maschio e femmina. La illusoria parità di genere che genera mostri innaturali che vegetano nella frustrazione, sempre sull’orlo del suicidio interiore.

La donna autodeterminata, sbiadita in ipocrite quota rosa che le mettono sul bancone della carne nel negozio dell’ideologia. Donne oggetto illuse, dedotte e abbandonate, forni a pagamento per figli a menu; donne ingannate che smettono di essere spose e madri, lasciando i figli orfani della propria origine d’amore, tenerezza, misericordia.

Il Gender come nuovo paradigma della società globale

La dottrina gender che vogliono rendere obbligatoria nella scuola, un lavaggio del cervello che cancelli l’eredità biologica e spirituale costituente la persona che i figli ricevono in famiglia. Un abominio che progetta stragi interiori nei nostri figli, bombardamenti atomici sulle cui rovine potranno scrivere ciò che vorranno, in antitesi ad ogni Verità rivelata da Dio.

La lunghissima marcia della tragicamente detta “liberazione sessuale”, che ha silurato gli adolescenti nel mondo delle relazioni sessuali senza sapere altro che la pornografia indotta dal potere, vera pedofilia di Stato con cui si feriscono inguaribilmente i ragazzi. Cosi drogati da un piacere esorbitante le loro capacità, spesso assuefatti a canne e pasticche, i figli sono strappati alla lenta maturazione della propria sessualità nell’ambito della famiglia, dove si imparano le relazioni, il dono e il perdono ad esempio, il rispetto e la pazienza.

L’ecologismo alla Greta che spinge i ragazzi ad aderire a un’ideologia in virtù di un lavaggio del cervello che li anestetizza per ogni pensiero critico. Mentre li foraggiati con i nuovi gadget digitali li fa sentire buoni e dalla parte giusta portandoli a scioperare dalla scuola in nome dell’ecologismo contro l’uomo e malthusiano. Anche così sono sfilati dall’autorità educativa della famiglia.

L’abbassamento dell’età in cui i cittadini possono votare, addirittura sotto il limite che li definisce maggiorenni, non è altro che un altro fendente lanciato contro l’ambiente educativo della famiglia. Ovvio che se un sedicenne può votare non ascolterà certo i propri genitori.

La campagna subdola e intessuta di sofismi, violenta e militaresca, sull’obbligo morale della vaccinazione dei minori è solo l’ultimo passo di questa marcia satanica con cui il potere vuole strappare i figli alle proprie famiglie. Per capire quello che sta accadendo bisognerebbe studiare Pol Pot, come ogni dittatura fascio-comunista. E Paesi come Giappone, Corea e Cina, dove l’educazione è già appaltata alla scuola e, di conseguenza allo Stato.

Vaccinazione genetica dei bambini. un crimine contro l’umanità

Le parole gravi delle più alte cariche dello Stato che inducono e spingono all’obbligo vaccinale dei minori oppongono il timbro dell’autorità civile su questo progetto abominevole.

Il punto non è neppure l’utilità e i rischi del vaccino per i minori, che pure è tema dibattuto. Il punto è che proprio quanto sta accadendo rivela senza alcun dubbio l’obbiettivo vero del potere dei nuovi “nazisti i guanti bianchi”: trasformare il mondo in una grande Bibbiano, nella quale plasmare i nostri figli e renderli figli dell’ideologia, del consumo e della transizione digitale. Figli post-umani guidati da remoto nel pensiero, nei diritti-desideri, nelle scelte e nella vita.

Occorre per questo pregare senza sosta e custodire la fede, trasmettendola con credibilità ai nostri figli. Difendere quindi, a costo del sangue se necessario, il deposito della fede e la santità delle nostre famiglie.

Nella certezza che il demonio non prevarrà, e il Signore risorto ci farà presto giustizia dell’avversario. Perché la famiglia cristiana salverà il mondo.

Don Antonello Lapicca

N.B. L’opinione dell’autore potrebbe non coincidere con la posizione della redazione.

https://www.controinformazione.info/la-bibbiano-globale-cosa-ce-dietro-lobbligo-vaccinale-dei-minorenni/

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