ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 18 agosto 2021

Il libertarismo vi farà liberi?

Vaccini. I pro e i contro di chi rifiuta di fare da cavia. Le due posizioni a confronto



(s.m.) A giudicare dall’impennata di lettori e dalle reazioni, l’intervento su Settimo Cielo del 9 agosto del professor Pietro De Marco (nella foto, con sue opere d’arte in mostra) ha davvero colto nel segno:

> Apocalittici e libertari. Il ribellismo suicida dei cattolici No-vax

Propriamente, la critica di De Marco non colpisce solo quei cattolici, specie di area tradizionalista, che si ribellano alle normative vaccinali adottate in tutto il mondo. A sostenere analoghe contestazioni sono anche pensatori laici e progressisti di spicco, come in Italia i filosofi Massimo Cacciari e Giorgio Agamben.

A tutti, De Marco imputa il grave errore di rivendicare la libertà da ogni imposizione, senza capire che così facendo si consegnano anima e corpo a “un amabile dittatore libertario” che “concede, anzi legittima, tutte le libertà private” e con ciò dissolve la concezione non solo cristiana della politica, dello Stato, in definitiva dell’uomo.

A riconoscere la solidità dell’analisi di De Marco è intervenuta anche una voce non sospetta, quella di Andrea Grillo, docente di teologia al Pontificio Ateneo Sant’Anselmo di Roma, che contro lo stesso De Marco ha più volte duellato da posizioni progressiste.

“Contrariamente a De Marco – conclude Grillo il suo commento – io non sono affatto convinto che la svolta liberale sia una catastrofe. Ma l’analisi delle dinamiche in gioco nelle polemiche attuali mi pare da lui condotta con mano sicura e con piglio autorevole. Di questo lo ringrazio e mi rallegro per la sua fortezza: cantare fuori dal coro non è mai facile”.

Ma c’è anche chi dissente da De Marco collocandosi in una posizione mediana, né favorevole né ostile al vaccino, ma a sostegno di una piena libertà di scelta e quindi anche di un’astensione dal vaccinarsi, tenuto conto in coscienza di possibili futuri effetti negativi del farmaco.

È questo il caso di don Mauro Gagliardi, 46 anni, teologo di primo piano e autore, tra l’altro, di un massiccio trattato di dogmatica cattolica, “La Verità è sintetica”, edito da Cantagalli e presentato nel dicembre del 2017 con grandi lodi in Vaticano dal cardinale Gerhard L. Müller, prefetto uscente della congregazione per la dottrina della fede.

Ecco qui di seguito la lettera in cui Gagliardi argomenta la sua posizione, con la replica di De Marco.

*

LA LETTERA DI MAURO GAGLIARDI

Caro Magister,

ho letto con attenzione il contributo di Pietro De Marco, che ci ha abituati a riflessioni di alta qualità, come è – quanto meno nei dotti riferimenti – anche la recente sua nota riguardo ai No-vax. Non essendo competente in materia, non entro nel merito sociologico e politologico e inoltre, dato il clima dogmatico che ormai si è creato, dichiaro subito di non essere un No-vax. Penso, tuttavia, che polarizzare il dibattito tra Pro-vax e No-vax, tra illuminati e retrogradi, tra “nòmici” – dal greco “nomos”, legge – e “anòmici”, sia riduttivo. Mi pare esista come minimo una terza opzione, quella del libero vaccino, del cosiddetto Free-vax.

Il Free-vax non è per forza un tradizionalista cattolico ottuso, né un libertario che rifiuta il principio di autorità. Egli potrebbe essere un cattolico serio, o anche semplicemente una persona seria, che sa di avere una coscienza, sa che deve formarla e usarla. Se credente, egli sa che Dio parla anche e principalmente nella coscienza rettamente formata e non solo attraverso le legittime autorità civili e religiose. Con John Henry Newman, egli sa che bisogna di certo brindare al papa, ma alla coscienza prima e poi al papa. Egli ha letto nel n. 1778 del Catechismo questa definizione dello stesso Newman: “La coscienza è il primo di tutti i vicari di Cristo”.

Nel caso in oggetto, è necessario – come sempre – contemperare il dettame dell’autorità con quello della coscienza rettamente formata. La mia insistenza sul fatto che la coscienza deve essere formata elimina alla radice l’idea che chi non desidera vaccinarsi sia automaticamente un libertario o un anomico. La coscienza formata, infatti, è la facoltà che emette un giudizio pratico non in base al proprio arbitrio, bensì alla norma oggettiva applicata alle circostanze.

Riguardo ai vaccini, la prima cosa da dire è che non si tratta solo di vaccini nel senso classico della parola, bensì anche di terapie geniche. La seconda è che, a quanto ci dicono, nel breve periodo essi funzionano, nel senso che tengono vuoti i reparti di terapia intensiva degli ospedali, anche se non impediscono il contagio dei vaccinati. Il terzo aspetto è che nessuno sa quali effetti producano questi farmaci nel medio e nel lungo periodo. Si spera che non vi saranno effetti negativi, ma il punto è che nessuno lo sa, né le case farmaceutiche che li producono, né i governi che, almeno in certi casi, li impongono. Non c’è stata mai chiarezza nella comunicazione riguardo a questo. Uno di quei virologi sempre presenti in TV ha detto che il governo italiano avrebbe dovuto essere più onesto nel dichiarare che è in atto una sperimentazione di massa. Questi aspetti non possono essere trascurati da chi cerca di formare la propria coscienza in vista di una decisione così importante. Con ciò non è detto che chi ha scelto di farsi iniettare il farmaco anti-covid abbia fatto male. È detto, però, che se qualcuno ci sta ancora pensando su, oppure ha deciso di non ricevere il farmaco, non è giusto etichettarlo come uno stolto o un rivoluzionario in ogni caso.

È noto che papa Francesco ha dichiarato che farsi vaccinare è un dovere etico. Questo è stato dichiarato in un’intervista. Quando però il papa ha approvato e fatto pubblicare la nota ufficiale con cui la congregazione per la dottrina della fede ha dichiarato la liceità morale dei cosiddetti vaccini, egli ha approvato anche il passaggio di quel documento in cui si precisa che la vaccinazione non deve essere obbligatoria.

L’Unione Europea, d’altro canto, ha escluso che si possano attuare discriminazioni dirette o indirette non solo verso chi non può, ma anche verso chi non vuole vaccinarsi. Il Governo italiano sta seguendo questa indicazione? Lo ha fatto quando ha imposto la vaccinazione al personale sanitario? E lo sta facendo ora, imponendo la vaccinazione agli insegnanti, pena la perdita dello stipendio, cioè la possibilità di mettere il pane in tavola e di pagare le bollette? Il tutto continuando ad affermare che non sussiste in Italia uno stretto obbligo vaccinale. Ma se un padre di famiglia che per sorte fa l’insegnante non vuole vaccinarsi, come può dirsi che non sia obbligato, dato che, se non accetta l’imposizione, gli portano via il reddito con cui mantiene se stesso e i propri cari?

Tra i Free-vax ci sono anche molte persone che si sono vaccinate o lo faranno a breve. Non si tratta, pertanto, di una presa di posizione negazionista o ideologica. Si tratta di difendere non il libertarismo ma la libertà, quella libertà che, come opportunamente ricorda De Marco, non significa negare il principio di autorità, né fare tutto ciò che si vuole. È, al contrario, quella libertà fondata sulla ragione e sulla possibilità di una onesta e responsabile autodeterminazione delle persone, in base a una coscienza rettamente formata. Paradossalmente, se le cose in futuro andassero male, ci si accorgerebbe che chi non si è vaccinato è stato più nomico di chi lo ha fatto senza convinzione e riflessione, affidandosi ciecamente alle accorate esortazioni delle autorità, o persino subendo senza difendersi le loro imposizioni.

Se poi – Dio non voglia! – i cosiddetti vaccini dovessero avere effetti negativi nel medio e lungo termine, a tenere in piedi la società, sotto diversi punti di vista, sarebbero proprio quelli che saranno scampati a tali effetti in quanto non vaccinati. In tale scenario quasi apocalittico, si rivelerebbe che chi a suo tempo seguì il ”nomos” oggettivo della legge naturale e divina, appresa e applicata dalla retta coscienza, fu lungimirante, profetico e per l’appunto nomico, e che invece coloro che acriticamente si fecero convincere dalla costantemente cangiante propaganda – e a volte censura – mediatica furono i veri anomici, perché sostituirono alla legge la fiducia cieca nell’autorità, la quale stessa è soggetta alla legge e alla quale non si può prudentemente offrire una fiducia totale che sospenda anche l’uso di ragione.

C’è da sperare che si torni in tempi brevissimi a un esercizio dell’autorità che consista nel sostenere lo sviluppo della persona più che a decidere al suo posto, privandola di fatto della responsabilità. A differenza di quanto sostenuto non troppo tempo fa da un sindaco italiano, in democrazia chi governa o amministra non è il “padre” dei cittadini, bensì un rappresentante del popolo. È bene ricordare a coloro che ci guidano che essi sono al servizio di chi li ha eletti (lo stesso vale per i non pochi leaders non eletti ma nominati: altra anomalia dei tempi recenti) e che i cittadini non sono tenuti ad accettare una sorta di “patria potestà” da parte di coloro che li rappresentano.

Mauro Gagliardi

*

LA REPLICA DI PIETRO DE MARCO

Caro Gagliardi,

ai suoi ragionati rilievi va tutto il mio apprezzamento, anche perché abbiamo ricevuto (intendo Magister ed io) qualche irata deprecazione. In più dovremmo sempre scusarci di accentuare troppo i toni.

Avverto subito che non è per obbedienza a papa Francesco, con il quale purtroppo sono spesso in dissenso teologico ed ecclesiologico, che ho preso posizione, ma per il motivo che ho scritto: l’abuso a destra e a sinistra, in campo laico come in campo cattolico, di argomenti libertari o anche tecnicamente liberali, nella dimenticanza che essi non hanno vigenza politica né giuridica nel “Notfall”, nello stato di necessità, in cui i popoli si trovano.

Lei mi oppone la coscienza formata e la norma oggettiva superiore, anzi suprema, che la guida. Direi che anche gli argomenti libertari o liberali invocati fin dal marzo-aprile 2020 rivendicano un fondamento analogo – l’individuo, la coscienza –, anche se poggiato sui “diritti fondamentali” e non sulla norma di diritto naturale e divino. In ambedue gli stili di deduzione della scelta, però, ciò che è realmente in gioco, che decide della decisione, è il giudizio sul fatto.

Lei argomenta, assieme a molti altri pensatori “moderati”: 1) che i vaccini non sono veramente tali; 2) che comunque non proteggono i vaccinati dal contagio; 3) che non conosciamo né potremmo sapere fin d’ora se vi saranno effetti imprevisti e magari perversi nel lungo periodo. Prevarrebbe, insomma, nella spinta delle autorità alla vaccinazione collettiva, l’aspetto della “sperimentazione” su quello della certezza della cura.

Ora, queste ragioni possono essere congrue alla formazione di una giudizio sospensivo, di massima cautela. Ma sfugge che la vaccinazione di miliardi di persone non è tema di una esercitazione accademica né argomento di un referendum, né una alternativa tra scelte indifferenti. La vaccinazione è oggi certamente una necessità. Gli Stati  – e gran parte dei singoli cittadini – che all’inizio avevano optato diversamente hanno dovuto ricredersi e agire con maggiore determinazione. La coscienza formata cui si chiede di decidere e agire ha bisogno di una visione intellettuale completa, consequenzialisticamente informata, e di sapersi comunque responsabile. Non è legittimata a fermarsi sulla soglia della libera scelta, sospendendo di agire.

Anzitutto perché questa è già anch’essa una scelta. Non per caso i No-vax radicali hanno optato prima per l’inesistenza del virus, come se fosse una messa in scena politica mondiale, poi per la sua inoffensività, poi per una sua pericolosità indotta, strumentale a un progetto di soggezione dell’umanità. In questi casi, tutti prova di un dominio farmacologico del mondo, per la coscienza così “informata” sottrarsi alla vaccinazione diventa una scelta obbligata.

Ma il “vaccino libero”, non apocalittico e complottista ma solo perplesso, non può moralmente fermarsi sulla soglia, perché l’utilità della vaccinazione per miliardi di uomini ne sovrasta i rischi per individualità anche numerose. Vi è una tradizione di casistica cattolica netta su questo: il caso celebre dei due alpinisti bloccati su una parete rocciosa. Ambedue precipiteranno, restando lì inattivi. Chi dei due può farlo deve salvarsi, sia pure con la morte certa dell’altro. I governi non possono fermarsi su una soglia di non scelta, che è solo l’attesa che i chiodi cedano; e infatti non si sono fermati, nella piena legalità costituzionale dello stato d’emergenza. I rischi futuri, tutti dell’ordine del possibile, non hanno la stessa obbligatorietà, nella formazione di una decisione, delle evidenze presenti, dell’ordine dell’essere.

Aggiungo: l’idea di trovarci in una fase di sperimentazione è concettualmente errata, ma gli specialisti non sono buoni filosofi. La sperimentazione in senso stretto è già avvenuta e un’altra sta avvenendo per migliorare i prodotti di prima generazione, nelle sedi e secondo protocolli appropriati. Noi siamo nella fase iniziale della somministrazione di un farmaco indispensabile, affrontandone da uomini i rischi connessi, come nella storia di ogni farmaco. L’idea che perciò siamo cavie è paranoica o è una fallacia logica.

Pietro De Marco

Settimo Cielo di Sandro Magister 18 ago

http://magister.blogautore.espresso.repubblica.it/2021/08/18/vaccini-i-pro-e-i-contro-di-chi-rifiuta-di-fare-da-cavia-le-due-posizioni-a-confronto/

Andrea Tosatto: "Non mi sottoporrò all'obbligo vaccinale senza ricevere prima chiarimenti"



Andrea Tosatto, psicologo e scrittore, ha ricevuto una lettera di richiamo dalle autorità perché ancora non vaccinato. "Ho posto una serie di domande indispensabili per fornire un consenso informato. Non posso e non voglio fare da cavia gratuitamente in favore di una sperimentazione di massa utile alle grandi compagnie farmaceutiche. Senza risposte esaustive respingerò le richieste al mittente"


 Le bugie dietro la “pandemia dei non-vaccinati”

I media mainstream dicono che la maggior parte dei ricoveri legati alla COVID sono dovuti ai non vaccinati, ma un'indagine più approfondita suggerisce il contrario.


Secondo i Centers for Disease Control and Prevention, la Casa Bianca e la maggior parte dei media mainstream, quella a cui ci troviamo ora di fronte è una “pandemia dei non vaccinati” [1].

Secondo la narrativa ufficiale, il 99% delle morti per COVID-19 e il 95% dei ricoveri legati alla COVID si stanno verificando tra i non vaccinati. In una conferenza stampa alla Casa Bianca del 16 luglio 2021[2], la direttrice del CDC, la dottoressa Rochelle Walensky, ha affermato che “oltre il 97% delle persone che stanno entrando in ospedale in questo momento non sono vaccinate.”

Ma, come riportato dalla conduttrice di Fox News Laura Ingraham su “The Ingraham Angle”, “quella statistica è grossolanamente fuorviante ” [3] e, in una dichiarazione video del 5 agosto 2021, la Walensky ha inavvertitamente rivelato com’era stata creata la statistica “dal 95% al 99%.”

Manipolazioni dei dati grossolanamente fuorvianti

Come si è scoperto, per ottenere quelle statistiche, il CDC ha incluso dati di ospedalizzazione e di mortalità da gennaio a giugno 2021, lasciando fuori i dati più recenti e quelli relativi alla variante Delta, che ora è il ceppo prevalente in circolazione. Il problema è che in quel periodo la stragrande maggioranza della popolazione degli Stati Uniti non era vaccinata.

Il 1° gennaio 2021, solo lo 0,5% della popolazione statunitense aveva ricevuto una dose di vaccino di COVID. A metà aprile, si stima che il 31% avesse ricevuto una o più dosi [4] e, al 15 giugno, il 48,7% era completamente “vaccinato” [5]. Si tenga presente che non si è “completamente vaccinati” fino a due settimane dopo la seconda dose (nel caso di Pfizer o Moderna), che viene somministrata sei settimane dopo la prima iniezione. Questo secondo lo stesso CDC [6].

Quindi, coloro a cui era stata somministrata una prima dose a giugno, per esempio, risulterebbero “completamente vaccinati” solo otto settimane dopo, a luglio o ad agosto.

Usando le statistiche di un periodo in cui gli Stati Uniti, nel loro insieme, non erano vaccinati, il CDC ora sostiene che siamo in una “pandemia dei non vaccinati,” nel tentativo di demonizzare coloro che ancora non hanno accettato di farsi iniettare questa pozione sperimentale di modifica genetica.

La pressione selettiva promuove l’emergere di nuove varianti

Ecco ciò che l’immunologo canadese e ricercatore di vaccini, Dr. Byram Bridle, ha detto a Laura Ingraham riguardo l’affermazione che saremmo in una pandemia di non vaccinati e che i non vaccinati sono focolai di varianti pericolose:

“Assolutamente, è falso chiamare questa una pandemia dei non vaccinati. Ed è certamente falso … che i non vaccinati siano in qualche modo la causa dell’emergere delle nuove varianti. Questo va contro ogni principio scientifico di nostra conoscenza.

La realtà è che la natura dei vaccini che stiamo usando ora, e il modo in cui li stiamo distribuendo, stanno applicando a questo virus una pressione selettiva che lo spinge a creare nuove varianti. Ancora una volta, questo si basa su solidi principi.

Non dobbiamo cercare altre spiegazioni … l’emergere della resistenza agli antibiotici … Il principio è questo: Se hai un’entità biologica che è incline alla mutazione, e il SARS-CoV-2, come tutti i coronavirus è incline alla mutazione, e applichi una pressione selettiva strettamente focalizzata che non è letale, e lo fai per un lungo periodo di tempo, questa è la ricetta per stimolare l’emergere di nuove varianti.

Questo è esattamente quello che stiamo facendo. I nostri vaccini si concentrano su una singola proteina del virus, quindi il virus deve modificare solo una proteina, e questi vaccini non sono in grado di fornire un’immunità sterilizzante.

I vaccinati hanno ancora la possibilità di essere infettati, [questo vaccino] sembra solo poter rendere un po’ meno grave la malattia, e ciò significa che questi vaccini, nella stragrande maggioranza delle persone, stanno applicando una pressione non letale, strettamente focalizzata su una proteina, e la somministrazione del vaccino sta avvenendo in un lungo arco temporale. Questa è la ricetta per creare le varianti.”

L’immunità naturale offre una protezione di gran lunga superiore

Bridle spiega anche perché l’immunità naturale offra una solida protezione contro tutte le varianti, mentre l’immunità indotta dal vaccino non è in grado di farlo. Quando ci si infetta in modo naturale, l’organismo sviluppa anticorpi contro TUTTE le proteine virali, mentre le iniezioni mRNA inducono la produzione di anticorpi diretti unicamente contro una singola proteina, la proteina spike.

Come detto sopra, quando si hanno anticorpi contro una sola delle proteine virali, il virus ha bisogno di mutare solo quella proteina per eludere il sistema immunitario. Invece, quando c’è l’immunità naturale, gli anticorpi riconosceranno tutte le componenti del virus e quindi, anche se la proteina spike è mutata, l’organismo riconoscerà altre parti del virus e le attaccherà.

Che il SARS-CoV-2 funzioni allo stesso modo di altri virus era stato dimostrato in uno studio di Nature Reviews Immunology [7] di Alessandro Sette e Shane Crotty, pubblicato nell’ottobre 2020. Lo studio, “Cross-Reactive Memory T Cells and Herd Immunity to SARS-CoV-2” aveva dimostrato che l’immunità acquisita naturalmente contro il SARS-CoV-2 è potente, duratura e di portata molto ampia, poiché si sviluppano sia anticorpi che cellule T che prendono di mira più componenti del virus e non solo uno.

Se dobbiamo dipendere dall’immunità indotta dal vaccino, come i funzionari della sanità pubblica ci esortano a fare, finiremo su un tapis roulant di infiniti richiami. I richiami saranno assolutamente necessari, dato che l’iniezione offre una protezione limitata contro una singola proteina virale. Già i dati in tutto il mondo dimostrano che la protezione conferita dal vaccino sta diminuendo rapidamente di fronte alle nuove varianti e Moderna ha dichiarato pubblicamente che si prevede la necessità di ulteriori richiami [8].

Quanto è pericolosa la variante Delta?

Secondo il dottor Anthony Fauci, la variante Delta è sia più trasmissibile che più pericolosa del virus originale e delle varianti precedenti. Il 4 luglio 2021, ha detto a NBC News [9]:

“[La variante Delta] è più efficace ed efficiente nella sua capacità di trasmettersi da persona a persona. E, secondo gli studi effettuati nei Paesi dove sta predominando questa variante, sembra anche essere più letale, nel senso di più grave, causa una malattia più grave, portando all’ospedalizzazione e, in alcuni casi, alla morte.”

In un’intervista del 29 giugno 2021[10], Fauci aveva definito la variante Delta “un punto di svolta” per le persone non vaccinate, avvertendo che avrebbe devastato la popolazione non vaccinata, mentre gli individui vaccinati sarebbero stati protetti contro di essa.

Ricordate, Fauci non è un medico e non ha mai trattato qualcuno infettato dal SARS-CoV-2. Diversi specialisti e medici di base che curano pazienti con la COVID-19 non sono d’accordo con le affermazioni di Fauci e sostengono che non solo la variante Delta non è più pericolosa, ma, di certo, non è più pericolosa per i non vaccinati.

Come riportato dalla Ingraham nel giugno 2021 (video sopra), c’è una teoria di genetica evolutiva chiamata Ingranaggio di Muller, secondo cui quando un’epidemia inizia a calare, il virus tende a mutare verso forme più trasmissibili, ma allo stesso tempo si indebolisce, causando infezioni molto meno gravi. Secondo l’epidemiologo e cardiologo Dr. Peter McCullough, questo è esattamente ciò che stiamo vedendo. [McCullough] aveva dichiarato alla Ingraham:

“La buona notizia è che il 18 giugno, il Regno Unito ha presentato il suo 16° rapporto [11] sulle mutazioni – e stanno facendo un ottimo lavoro, molto meglio del nostro CDC – e ciò che hanno dimostrato è che la Delta è più contagiosa ma è molto meno letale, molto meno preoccupante. Infatti, è un virus molto più debole sia della variante britannica [Alpha] che di quella sudafricana [Beta].”

Le mutazioni Spike rendono i vaccinati vulnerabili alla Delta

È importante notare che la variante Delta contiene tre diverse mutazioni, tutte nella proteina spike. Questo, spiega McCullough, permette a questa variante di eludere le risposte immunitarie in coloro che hanno ricevuto i vaccini COVID – ma non in persone che hanno un’immunità naturale che, lo ribadisco, è molto più ampia. In un’apparizione del 30 giugno 2021 su Fox News (video ), McCullough aveva dichiarato [12]:

“È assolutamente chiaro dal Briefing tecnico del Regno Unito [13] pubblicato il 18 giugno che il vaccino non fornisce alcuna protezione contro la variante Delta. È una variante molto blanda.

Che si prenda il vaccino o no, i pazienti avranno sintomi molto lievi, come quelli di un raffreddore che potranno essere facilmente gestiti … Nei pazienti con sintomi gravi o ad alto rischio, possiamo usare una terapia domiciare con semplici combinazioni di farmaci e far loro superare la malattia. Quindi, ora non c’è motivo di spingere le vaccinazioni.”

Il direttore scientifico di Children’s Health Defense, il dr.Brian Hooker, ha fatto eco alle parole di McCullough. Secondo Hooker [14]:

“Quella a cui stiamo assistendo è una lezione sull’evoluzione virale. Ai virus piace sopravvivere, quindi uccidere l’ospite (cioè la persona infettata) vanifica lo scopo, perché la morte dell’ospite uccide anche il virus.

Per questo motivo, le nuove varianti del virus che circolano liberamente nella popolazione tendono a diventare più trasmissive ma meno patogene. In altre parole, si diffonderanno più facilmente da persona a persona, ma causeranno meno danni all’ospite.

Il vaccino si concentra sulla proteina spike, mentre l’immunità naturale prende in considerazione l’intero virus.

L’immunità naturale – con una gamma più diversificata di anticorpi e recettori delle cellule T – fornirà una migliore protezione complessiva, poiché ha più bersagli sul virus da attaccare, mentre l’immunità derivata dal vaccino si concentra solo su una parte del virus, in questo caso, la proteina spike. Una volta che quella porzione del virus sarà mutata a sufficienza, il vaccino non sarà più efficace.”

I dati del mondo reale mostrano che la maggior parte degli infetti sono completamente “vaccinati”

I dati reali in aree con alti tassi di vaccinazione COVID mostrano l’esatto contrario di ciò che affermano i media, il CDC e i funzionari della Casa Bianca. Oltre al British Technical Briefing No. 16 [15], citato sopra, abbiamo ulteriori dati da Israele, Scozia, Massachusetts e Gibilterra:

– Il 1° agosto 2021, la direttrice dei servizi di salute pubblica israeliani, la dottoressa Sharon Alroy-Preis, ha annunciato che [in Israele] la metà di tutte le infezioni da COVID-19 erano tra i completamente vaccinati [16]. Tra i completamente vaccinati stanno anche emergendo quadri patologici più gravi, in particolare in persone di età superiore ai 60 anni, ha aggiunto la dottoressa.

Pochi giorni dopo, il 5 agosto, il dottor Kobi Haviv, direttore dell’ospedale Herzog di Gerusalemme, è apparso su Channel 13 News, riferendo che il 95% dei pazienti gravemente malati di COVID-19 sono completamente vaccinati e che costituiscono l’85-90% dei ricoveri complessivi legati alla COVID [17]. Al 2 agosto 2021, il 66,9% degli Israeliani aveva ricevuto almeno una dose del vaccino Pfizer, l’unico usato in Israele; il 62,2% aveva ricevuto due dosi [18].

– In Scozia, i dati ufficiali sui ricoveri e sui decessi mostrano che l’87% di coloro che sono morti per COVID-19 nella terza ondata iniziata all’inizio di luglio erano vaccinati.19

– Un’indagine del CDC su un’epidemia nella contea di Barnstable, nel Massachusetts, tra il 6 luglio e il 25 luglio 2021, ha rilevato che il 74% di coloro a cui era stata fatta una diagnosi di COVID19 e l’80% dei ricoverati, erano tra i completamente vaccinati [20,21]. La maggior parte, ma non tutti, avevano la variante Delta del virus.

Il CDC ha anche scoperto che gli individui completamente vaccinati che contraggono l’infezione hanno nelle cavità nasali una carica virale paragonabile a quella degli infettati non vaccinati [22]. Questo significa che i vaccinati sono infettivi tanto quanto i non vaccinati.

– A Gibilterra, che ha un tasso di vaccinazione COVID del 99%, i casi di COVID sono aumentati del 2.500% dal 1° giugno 2021 [23].

 

Mentre coloro che hanno tutto da guadagnare dal mantenimento della pandemia vorrebbero che tremaste dalla paura al solo pensiero della variante Delta, non c’è assolutamente alcuna prova che sia peggiore dell’originale. È più trasmissibile, sì, ma molto meno pericolosa, poiché i suoi sintomi principali sono quelli di un normale raffreddore.

Secondo i professori di Harvard e Stanford, il numero effettivo di Americani che muoiono per o con la COVID-19 è, in realtà, al minimo storico, quindi l’allarmismo è ingiustificato [24].

E, per quanto riguarda i post virali sui social media di medici e infermieri che affermano che gli ospedali sono strapieni di pazienti non vaccinati per la COVID, non credeteci. La maggior parte sono bot. Abbiamo avuto più volte la prova che la paura viene diffusa non da persone reali ma da account falsi gestiti dall’intelligenza artificiale. Questo include anche account con badge blu. Ecco un campione di recenti tweet fatti in serie per cercare di spaventare la gente [25]:

Dr. Joseph Mercola

Riferimenti:

Fonte: articles.mercola.com
Link: https://articles.mercola.com/sites/articles/archive/2021/08/16/pandemic-of-unvaxxed-lies.aspx
16.08.2021
Scelto e tradotto da Markus per comedonchisciotte.org


https://comedonchisciotte.org/le-bugie-dietro-la-pandemia-dei-non-vaccinati/

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