Da un articolo di Hannah Brockhaus, del Catholic News Agency, nella mia traduzione.  

Card. Joseph Zen
Card. Joseph Zen

Il cardinale Joseph Zen ha detto lunedì che pensa che la Traditionis custodes potrebbe non avere un effetto disastroso sulla celebrazione della Messa Latina Tradizionale (MLT), anche se dubita delle intenzioni di alcuni critici della MLT strettamente legati a Papa Francesco.


“Penso che l’effetto del motu proprio potrebbe non essere così devastante”, ha detto il cardinale emerito di Hong Kong il 9 agosto, durante un evento in livestreaming sulle restrizioni di Papa Francesco e sul “futuro della Messa latina tradizionale”.

Zen ha detto di essere contento che i vescovi di Hong Kong, per esempio, abbiano scelto di non fare alcun cambiamento riguardo alla celebrazione della Messa in latino nella loro diocesi. Ma ha aggiunto che è preoccupato che alcune persone sperano che il motu proprio del papa non solo agisca per regolare quella forma della Messa, ma sia “un processo per farla sparire”.

“Questo è molto preoccupante, perché penso che [la Messa in latino] sia qualcosa di molto prezioso e molto benefico per la pietà e il nutrimento della fede”, ha dichiarato.

Il cardinale Zen ha anche detto che sospetta che le idee dietro la Traditionis custodes potrebbero non aver avuto origine con Papa Francesco ma con “le persone intorno a lui, specialmente [nella] Segreteria di Stato”.

“Forse se qualcuno ha qualche informazione in più sull’origine di tutta questa tempesta, potrebbe risparmiarci troppe discussioni su qualcosa che penso dovrebbe essere ovvio: che la forma [della Messa in latino] della liturgia è molto favorevole alla pietà e persino a rafforzare la fede”, ha detto il cardinale.

Traditionis custodes, che è entrato in vigore il 16 luglio, il giorno in cui è stato pubblicato, ha sottolineato che è “competenza esclusiva” di un vescovo autorizzare le Messe latine tradizionali nella sua diocesi.

Il documento apporta modifiche radicali alla lettera apostolica Summorum Pontificum di Benedetto XVI del 2007, che aveva riconosciuto il diritto di tutti i sacerdoti a celebrare la messa secondo il Messale Romano del 1962 senza dover chiedere il permesso del loro vescovo.

La Messa secondo il Messale Romano del 1962 è indicata variamente come la forma straordinaria del Rito Romano, la Messa Tridentina e la Messa Latina Tradizionale.

La Messa più comunemente celebrata nelle chiese cattoliche di tutto il mondo, radicata nel Messale Romano promulgato nel 1970 da Papa Paolo VI, è anche conosciuta con diversi nomi, tra cui la forma ordinaria del Rito Romano, la Messa di Paolo VI, e il Novus Ordo.

Il Cardinale Zen ha parlato della Messa Latina Tradizionale durante una tavola rotonda trasmessa in diretta che includeva anche il vescovo ausiliare di Astana, Kazakistan, Athanasius Schneider; i laici John Rao; Felipe Alanis; James Bogle, e Robert Moynihan. La tavola rotonda online è stata ospitata da Aurelio Porfiri, un compositore di musica e fondatore di Altare Dei, una rivista cattolica sulla liturgia e la musica sacra.

Durante la discussione, il cardinale cinese ha parlato della sua educazione e delle sue prime esperienze con la messa in latino.

Ha fatto notare che suo padre, che era un convertito al cattolicesimo, aveva voluto diventare un sacerdote, ma è stato scoraggiato dai missionari perché era appena stato confermato.

Secondo Zen, i missionari dissero a suo padre di sposarsi e più tardi “manda il tuo ragazzo a farsi prete”.

“Così mio padre si è sposato e ha avuto cinque ragazze prima di me. Io ero il sesto della famiglia e il primo ragazzo”, ha detto il cardinale, spiegando che suo padre lo portava a messa tutti i giorni tranne la domenica, quando lo portava a cinque messe in cinque diverse chiese cattoliche.

“Era meraviglioso, in nessun modo qualcosa di noioso. Molto piacevole. E questa è l’origine della mia vocazione a diventare prete”, ha detto Zen.

L’ultima messa del giorno della domenica era sempre una ben frequentata Messa Alta Latina, ha detto, notando che la musica era bella e catturava la sua attenzione come un bambino.

Ha detto che ama la Messa di Requiem, e può cantare la sequenza latina Dies Irae “dalla prima all’ultima parola”.

Su sollecitazione di un altro membro del panel, Zen ha cantato una piccola parte durante il livestream. “Una bella preghiera”, ha detto.

Ha aggiunto: “Mi piacerebbe avere questo per il mio funerale, quindi ora se non c’è nessuno in grado di farlo lo registrerò” per farlo suonare.

Di Sabino Paciolla

https://www.sabinopaciolla.com/cardinale-zen-la-messa-tradizionale-in-latino-dovrebbe-continuare-anche-se-alcuni-critici-sperano-che-sparisca/

Lettera su “Traditionis custodes” / “Caro Papa, guarda le lacrime di tanti tuoi figli”

di padre Daniel-Ange

Sono sbalordito, sopraffatto da questo motu proprio. Il minimo che possiamo dire è che ci sentiamo ko! Comunico con le lacrime di tanti miei amici e parenti. Prego che non siano tentati dall’amarezza, se non dalla rivolta e dalla disperazione.

Perché tanta durezza, senza un briciolo di misericordia o compassione? Come non essere confusi, destabilizzati?

Certo, tra questi fratelli cattolici attaccati alla tradizione ce ne sono alcuni – ahimè! ahimè! – che hanno potuto indurirsi, congelarsi, impennarsi, ritirarsi in un ghetto, arrivando al punto di rifiutarsi di concelebrare alle messe crismali, il che è inaccettabile. Ma per questa piccola minoranza non sarebbe bastata una forte esortazione, unita a possibili minacce di sanzioni? Ispirato al libro della Sapienza: “Per questo tu correggi a poco a poco quelli che sbagliano e li ammonisci ricordando loro in che cosa hanno peccato (…) Anche quelli che erano uomini, li hai risparmiati. A poco a poco hai ceduto al pentimento” (12, 2,8,10).

Ma, per parlare solo della Francia, il Papa sa che ci sono gruppi e comunità meravigliosamente raggianti, che attirano un gran numero di giovani, giovani coppie e famiglie. Sono attratti dal senso del sacro, della bellezza liturgica, della dimensione contemplativa, della bella lingua latina, della docilità alla Sede di Pietro, del fervore eucaristico, della confessione frequente, della fedeltà al Rosario, della passione delle anime da salvare, e tanti altri elementi che non riescono a trovare – ahimè! – in molte delle nostre parrocchie.

Non sono tutti questi elementi profetici? Non dovrebbero sfidarci, stimolarci, addestrarci? Non è stata l’intuizione di san Giovanni Paolo II, nel suo motu proprio Ecclesia Dei?

Nelle loro assemblee dominano i giovani, le case e le famiglie, la cui pratica domenicale è vicina al 100%. Non diciamo che sono nostalgici del passato, anacronistici. È il contrario. Latino, messa ad orientem , gregoriano, tonaca: per loro è del tutto nuovo. Ha tutto il fascino della novità.

Non è sorprendente che le comunità monastiche che mantengono l’Ufficio in latino, e talvolta anche la celebrazione eucaristica secondo il messale di san Giovanni XXIII, siano fiorenti, attirando molti giovani?

[…]

In un mondo così feroce, dove la lotta per la fedeltà a Gesù e al suo Vangelo è eroismo, dove i cattolici sono già emarginati, disprezzati, derisi nelle loro scuole, come anche in famiglia, dove tutti i loro valori sono violati, se non prostituiti, dove si ritrovano terribilmente soli e isolati, così insicuri, a volte al limite della disperazione, perché, perché rifiutare loro queste poche roccaforti che danno loro la forza, il coraggio, l’audacia di resistere? Tutto ciò in mezzo a un periodo di turbolenza per la Chiesa, in mezzo al crollo della fede nel mondo. La guerra contro Cristo e la sua Chiesa è scatenata, siamo nel mezzo di un duello tra l’omicida e il Principe della Vita: i giovani hanno più che mai diritto a essere sostenuti, rafforzati, armati, semplicemente messi in sicurezza. Non chiudiamo loro alcuni dei nostri rifugi più belli. Come un rifugio di alta montagna in mezzo a crepacci mortali.

Nell’arido deserto di una società dove vince “l’apostasia silenziosa dell’uomo che si crede felice senza Dio” (Giovanni Paolo II), questi gruppi e parrocchie sono vere e proprie oasi di ristoro. I loro fiori più belli sono questi giovani e anche bambini che hanno raggiunto le vette luminose della santità.

[…]

Dopo tutto questo, come si fa a capire che il Papa sembra mirare semplicemente alla loro estinzione, scioglimento, liquidazione definitiva? Questo per la semplice applicazione degli standard ormai imposti? Questo emerge dal fatto che i loro sacerdoti sono strappati alla loro parrocchia, e gli è vietato crearne di nuove: non è questa una forma di iniezione di sterilizzazione? Che nessun nuovo sacerdote di rito ordinario potrà celebrare la cosiddetta messa tridentina, senza indulto del suo vescovo dal momento che lui è tenuto a seguire le direttive romane.

Peggio: dichiarando che il messale (Messa e altri sacramenti compresi) di san Giovanni XXIII non appartiene più al rito romano, poiché la “unica espressione” di questo è ormai l’unico messale di Paolo VI, questo rito è quindi ipso facto relegato al passato, obsoleto, superato, e si ritrova senza peso nel vuoto…

Non è una pugnalata alle spalle, anzi al cuore, del nostro caro Benedetto XVI? Il suo colpo di genio era stato quello di salvare questo rito semplicemente rendendolo la seconda variante o forma dell’unico rito romano. Che coraggio ha avuto! E non lo fece assolutamente per semplice diplomazia o politica ecclesiale, come insinua il motu proprio. Quante volte ha affermato che questo rito che aveva santificato il popolo cristiano, irrigato tutta la Chiesa, prodotto tanti frutti di santità per tanti secoli, aveva oggi piena cittadinanza e faceva parte integrante della liturgia latina e romana.

È stato uno scandalo aver tentato di eliminarlo circa sessant’anni fa. All’improvviso, brutalmente, con un tratto di penna, fu abrogato da un Papa che era certamente meno liturgico nell’anima di questo Benedetto XVI dall’anima tutta benedettina.

Benedetto XVI nel suo ritiro monastico dovrà chiedere al suo successore il permesso di celebrare ancora questo rito che tanto amava e che era riuscito, magistralmente, a salvare?

Aggiungo: l’intenzione del nostro Santo Padre è sicuramente bella e buona: proteggere la comunione nel popolo di Dio. Ma è probabile che l’effetto sia esattamente l’opposto.

[…]

Insomma, c’è un rischio concreto di «scismi che fioriranno da ogni parte se vescovi improvvisi imporranno il loro potere agli abati intransigenti» (G.Privat). Oppure, sarà la tentazione di andare nelle catacombe…

La Comunione ecclesiale non è la stessa della Trinità tutta santissima (Gv 17), cioè quella della bellezza nella sua diversità? Quanto maggiori sono le differenze, purché vissute come complementari, tanto più bella è la Chiesa. L’alterità non è una condizione di fertilità? Perché abbiamo tanta difficoltà ad accogliere e amare questi fratelli e sorelle battezzati, con la loro sensibilità, i loro desideri, i loro carismi propri e specifici, anche e soprattutto se non sono i nostri? Perché imporre ai giovani, già così fragili, le nostre stesse preferenze? Rispettiamo i nostri fratelli cattolici delle sante Chiese orientali. Nella stessa Roma è dedicata loro una Congregazione. Siamo stupiti dalle loro sontuose liturgie divine, siano esse copte, etiopi, armene,

Per essere logici, sarebbe necessario standardizzare tutta la vita monastica o religiosa! Benedettini, Cistercensi, Certosini, Carmelitani, Clarisse: addio! Bisognerebbe uniformare tutti i movimenti spirituali, nelle loro fastidiose diversità. Neocatecumenali, Focolari, Rinnovamento carismatico, Oaza, Comunione e liberazione: fuori! Tradizioni e sensibilità benedettine, carmelitane, francescane, domenicane, gesuitiche, vincenziane, salesiane, eccetera: nella spazzatura!

No e no, l’unità non è uniformità, ma diversità! La comunione non è orizzontalità, ma complementarità!

San Giovanni Paolo II lo esprimeva bene nel suo motu proprio Ecclesia Dei: “Tutti i pastori e gli altri fedeli devono avere una nuova consapevolezza non solo della legittimità, ma anche della ricchezza che è la diversità dei carismi e delle tradizioni di spiritualità e di apostolato. Questa diversità costituisce anche la bellezza dell’unità nella varietà: tale è la sinfonia che, sotto l’azione dello Spirito Santo, la Chiesa terrena innalza verso il Cielo”.

Il Santo Padre ha misurato l’impatto, se non il terremoto, che tale intransigenza rischia di provocare, nella Chiesa e anche fuori della Chiesa? Che una persona atea, dall’aura indiscutibile, come Michel Onfray, osi ammettere di essere “sgomento”? Afferma infatti: “La messa in latino è l’eredità del tempo genealogico della nostra civiltà. Eredita storicamente e spiritualmente una lunga stirpe sacra di riti, celebrazioni, preghiere, tutto cristallizzato in una forma che offre uno spettacolo totale”. […] Ha pensato allo choc che proveranno i nostri fratelli nelle sante Chiese ortodosse? Il motu proprio di Benedetto XVI, da loro molto stimato come grande teologo, li rassicurava: la Chiesa latina custodisce fedelmente e protegge un rito liturgico che attraversa i secoli. E ora ci chiediamo, ansiosi: non lo buttiamo via?

[Papa Francesco] ha intuito il probabile terremoto tra tanti giovani, giovani coppie, intere famiglie che saranno destabilizzate, confuse, scoraggiate, tentate dalla rivolta? Finora amavano il loro Papa Francesco – tenero e sconcertante com’era – erano fedeli al Magistero romano, e ora eccoli toccati dal dubbio, dalla sfiducia, se non dal rifiuto, con l’amara impressione di essere stati ingannati, negati, se non traditi.

Come non piangere con loro?

Che almeno una grande ondata di compassione battesimale, di affetto fraterno e paterno da parte dei nostri vescovi e preghiere ardenti li circondi, li conforti, li consoli, li sostenga, li incoraggi, li accolga. Ardentemente. Generosamente. Vale a dire con amore.

Caro Santo Padre – che anch’io amo, stimo e ammiro – a nome di un gran numero di miei amici, giovani e vecchi, oso condividere con Lei, con tutta filiale semplicità, il mio profondo dolore. Ma, spinto da una folle fiducia, oso sperare che, vedendo tante lacrime sulle guance dei Suoi stessi figli, avrà il coraggio e l’umiltà di ribaltare una decisione di tanta intransigenza, sebbene nel finale [di Traditionis custodes] si legga: “Tutto ciò che ho deliberato con questa Lettera apostolica in forma di Motu Proprio, ordino che sia osservato in tutte le sue parti, nonostante qualsiasi cosa contraria, anche se degna di particolare menzione”.

Contro ogni speranza, spero!

Padre Daniel-Ange

23 luglio 2021, quarantesimo anniversario della mia ordinazione sacerdotale al Congresso eucaristico internazionale di Lourdes.

Fonte: lesalonbeige.fr

Titolo originale: Traditionis custodes: une piqûre de stérilisation?

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Padre Daniel-Ange de Maupeou d’Ableiges (Bruxelles, 17 ottobre 1932) è un religioso, presbitero e scrittore belga con cittadinanza francese noto come fondatore della scuola di preghiera ed evangelizzazione Jeunesse-Lumière e per i suoi scritti di spiritualità.

 https://www.aldomariavalli.it/2021/08/11/lettera-su-traditionis-custodes-caro-papa-guarda-le-lacrime-di-tanti-tuoi-figli/

Kwasniewski e il Motu Proprio. Prepararsi a una Lunga Campagna. 

 


Carissimi Stilumcuriali, ecco a voi, nella traduzione di Vincenzo fedele, che ringraziamo di cuore, il terzo articolo del dott. Peter Kwasniewski sul Motu Proprio Traditionis Custodes apparso su One Peter Five. Buona lettura. Gli articoli precedenti sono apparsi su questo collegamento, e su questo collegamento

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Prepararsi per la lunga campagna

Peter Kwasniewski Agosto 4, 2021

(Nota dell’editore: questa è la parte III di una serie in tre parti: “Condurre una vita cattolica tradizionale in un’epoca di guerra civile”. La parte I può essere trovata qu  e la parte II può essere trovata qui .)

Nella prima parte ho parlato di quanto sarebbe facile scoraggiarsi davanti al rinnovato assalto alla tradizionale Fede cattolica, e quanto beneficio possiamo trarre dal prendere esempio dal comportamento dei tradizionalisti della prima ondata, che hanno tenuto viva la Messa latina in quelli che furono veramente i giorni più bui. Nella seconda parte, ho parlato dei pericoli che affrontiamo, specialmente il pericolo più sottile, la nostra stessa morbidezza, un effetto collaterale di quattordici anni di (relativa) pace liturgica. L’improvviso cambiamento della politica papale ha colto molti impreparati e, entro certi limiti, sono stati facili bersagli per i cosidetti “apologeti cattolici” che cercano di ficcare in qualunque gola a portata di mano una versione indigesta dell'”infallibilità papale”. Per reagire in modo appropriato, dobbiamo trovare il tempo per la preghiera, per lo studio e per l’azione.

Vorrei iniziare con un consiglio semplice. (Un consiglio che, più di una volta, ho dovuto fare a me stesso). Calmatevi e non rovinatevi la salute. I problemi che il papa ha scatenato con la Traditionis Custodes potrebbero richiedere da quattordici mesi a quattordici anni per essere risolti, semplicemente non lo sappiamo. Come in ogni grande guerra (si pensi alla prima o alla seconda guerra mondiale), ci saranno molte battaglie personali, alcune le vinceremo, altre le perderemo.

Non facciamoci prendere dal panico per questa o quella svolta degli eventi. Ricordate che in questa guerra siamo tutti insieme fino alla fine, quando la Tradizione avrà la vittoria assicurata dall’assistenza divina. A chi sta cercando di adulterare il cristianesimo – quello che p. John Hunwicke chiama “Bergoglionismo”: non importa nulla della tradizione, ma è destinato al fallimento come tutti i costrutti puramente umani. Quindi possiamo permetterci di prenderci del tempo per pregare, per pensare, per prepararci, per fare strategie, per fare rete, per realizzare operazioni su piccola e grande scala, e per pregare ancora di più.

L’ingiustizia inflitta alla Chiesa deve essere contestata e combattuta in ogni modo moralmente ammissibile, mentre continuiamo a nutrirci delle ricchezze che abbiamo a  disposizione, alcune delle quali, come il tradizionale Ufficio divino, non possono mai esserci portate via da alcun potere sulla terra.

Cominciamo con la preghiera. Per prima cosa occorre continuare ad assistere alle Messe in latino, dovunque si possa ed ogni volta che sia possibile. Se la possibilità che avevamo nelle vicinanze è stata cancellata dalla mappa, potrebbe essere necessario stare alla guida un po’ di più. Conosco famiglie per le quali il lungo cammino verso la Messa in latino è diventato un’occasione per conversare, ascoltare catechesi o buona musica, pregare o trovare il tempo per una buona lettura spirituale. O un mix di queste opportunità. Dimostriamo con questo ciò a cui teniamo di più .

Cerchiamo di trarne giovamento per trasmettere la Fede nelle abitudini famigliari ed anche come insegnamento. Il Benedictudel Sophia Institute,una pubblicazione mensile su abbonamento con i propri della messa, le meditazioni, le preghiere quotidiane ed articoli per ogni giorno del mese, potrebbe costituire un perfetto fondamento devozionale per casa vostra. Sophia uscirà presto con i calendari delle messe latine in formato poster deluxe a colori, con miniature in stile medievale, che diventeranno rapidamente un mezzo prezioso e pratico per vivere seguendo l’anno liturgico.

Chiedete ai sacerdoti solidali di far battezzare i vostri figli con il vecchio rito. Cercate la possibilità della Cresima tradizionale. Nessun tentativo formale è stato fatto per controllare questi aspetti. Se e quando dovesse accadere,  troveremo nuove soluzioni.

Iniziate a pregare una parte dell’Ufficio Divino tradizionale. Il Breviarium Romanum è costoso se si acquista il set completo di tre volumi, ma Angelus Press offre estratti: VespriCompieta e una selezione che chiamano Ufficio Divino. Il Monastic Diurnal, che contiene le ore del giorno secondo la Santa Regola di San Benedetto, è molto più abbordabile (è quello che uso come oblato). [N.d.T. -Gli editori ed i volumi che l’articolo cita, sono riferiti all’ambito USA, ma analoghi supporti sono a nostra disposizione sui vari siti cattolici tradizionali facilmente consultabili ed a costi abbordabili. Stesso consiglio per quanto attiene al “Benedictus” del Sophia Institute citato prima. Gli analoghi in italiano non mancano di certo. Basta cercarli – Il medesimo consiglio vale per i libri recensiti nel seguito. In molti casi sono tradotti anche in italiano e ce ne sono molti altri]. Il Piccolo Ufficio della Beata Vergine Maria è un’altra valida opzione. Una buona strategia per i principianti è iniziare con l’ufficio di Prima, e seguirlo con la lettura quotidiana del Martirologio Romano, suggestivo richiamo al trionfo della grazia di Dio in mezzo alle prove più atroci. Ciascuno di questi libri dell’Ufficio tradizionale è di gran lunga superiore alla Liturgia delle Ore, che è stata rovinata nella riforma liturgica ancora più estesamente della Messa stessa. Un vecchio libro dell’ufficio includerà i versetti imprecatori o maledetti dei Salmi, [N.d.T. – sono i versetti cosiddetti “difficili”] che sono stati rimossi chirurgicamente dalla Liturgia delle Ore, come se Dio avesse commesso un errore quando ha consegnato queste preghiere per Israele e la Chiesa. Quando preghiamo queste potenti parole in unione con i santi di tutte le età, il Signore non solo comprenderà il loro corretto significato, ma saprà, infallibilmente, come realizzarle.

Per i giorni in cui la “Messa dei secoli” non è disponibile, imparate a pregare una “Messa asciutta” a casa, sia come metodo di preghiera personale che come devozione familiare. Se nel vostro quartiere è disponibile l’Adorazione, praticate le Ore Sante per il ripristino della tradizione, il rinnovamento della gerarchia della Chiesa nella fede e nella santità, e in riparazione delle bestemmie e dei sacrilegi contro la Santissima Eucaristia. Pregate il Rosario in famiglia, magari accompagnato da brevi meditazioni (di cui “questo” può essere un esempio). 

Di tanto in tanto si potrebbe usare la seguente “Preghiera per il Movimento Tradizionale”:

O Signore, ricorda nel Tuo Regno N. e N. [nomi di individui o comunità], e tutti i religiosi, il clero e i laici del mondo che sono dedicati o attirati ai venerabili riti di Roma. Benedici tutti noi, governaci, difendici, purificaci e moltiplicaci per il bene delle anime, per la restaurazione della tua Chiesa e per la gloria del tuo santo nome. Amen.

Coloro che non possono recarsi a una messa tradizionale in latino a una distanza ragionevole in auto dovrebbero cercare una parrocchia cattolica orientale o una parrocchia dell’ordinariato anglicano. [N.d.T. Da noi sono assenti le parrocchie anglicane, ma qualcuna del cattolicesimo orientale si può trovare, oppure si può sopperire con quelle della Fraternità Sacerdotale di San Pietro o con FSSPX, come consigliato nel seguito. Il vero consiglio è di usare la fantasia per cercare occasioni di vero incontro con Dio]. Dal momento che il Vaticano ha affermato più di una volta che la partecipazione alle cappelle della FSSPX è consentita, questa sarebbe un’opzione in un luogo in cui le messe tradizionali diocesane siano state rimosse o non ci siano mai state.

Dopo la preghiera, la prossima cosa più importante è che studiamo un po’ la Fede tradizionale. La Messa latina, insieme a tutta la vita sacramentale-mistico-culturale di cui è il centro, è qualcosa di ricco, profondo e sottile. Mentre molti dei suoi benefìci sono ovvi, altri richiedono tempo per apprezzarli e quando nutriamo le nostre menti con i migliori libri sull’argomento, impariamo a vedere e ascoltare molto di più e impariamo a spiegare e difendere ciò che amiamo. Per quattordici anni ci siamo spesso accontentati di lasciare che la tradizione parlasse da sola (e sicuramente funzionava, visto l’ aumento delle presenze alle celebrazioni TLM), ma ora che siamo sotto attacco frontale e la banda papale sta lanciando accuse di “disobbedienza”, “giudizio privato” et  similaria, dobbiamo rafforzare la componente intellettuale.

Ci sono così tanti libri utili che questo potrebbe trasformarsi rapidamente in un elenco gigantesco (e, per questo, potrebbe essere inteso come intimidatorio). E, guarda caso, un elenco del genere è già stato pubblicato su OnePeterFive. Qui, vorrei citare solo alcuni titoli che sono particolarmente preziosi per i cattolici amanti della tradizione in questo frangente:

#1. La Messa tradizionale di Michael Fiedrowicz : storia, forma e teologia del rito romano classico. Il miglior libro da leggere, nessuno escluso, proprio su quello che dice il suo sottotitolo. Se vuoi un testo accessibile ed intellettualmente a prova di bomba per toccare con mano che quella che chiamiamo la “Messa Tridentina” è la più bella fioritura di un continuo sviluppo nella tradizione cattolica romana e che San Pio V non ha “creato un nuovo messale” dopo Trento, è proprio questo. È una gioia da leggere, con nuove scoperte da fare in ogni pagina. È così bello che la Fraternità Sacerdotale di San Pietro lo ha adottato, infatti, come testo principale per i propri studi liturgici. La virtù speciale di questo libro è che ti porta prima attraverso i percorsi meravigliosi con cui la Provvidenza ha costruito la nostra Messa, poi esamina la funzione, la logica e il simbolismo di ciascuna delle sue parti e gli aspetti principali, e infine espone la saggezza divina contenuta nel messale, contrapponendola alla difettosa lex orandi del Novus Ordo. Un tour de force !

#2. Niente di superfluo di fr. James Jackson : una spiegazione del simbolismo del rito di San Gregorio Magno è un commento continuo sulle parti, le preghiere, gli oggetti e le azioni della tradizionale Messa latina. Jackson apprezza che la Messa sia una “poesia”, la più grande poesia che il nostro mondo abbia mai visto, una poesia scritta da nostro Signore Gesù Cristo e dallo Spirito Santo nel corso di venti secoli. Fa emergere il dramma della liturgia come solenne ripresentazione dei sacri misteri della vita, morte e risurrezione di Nostro Signore e fa partecipare al loro inesauribile dinamismo. La Messa tradizionale non è semplicemente santa (anche se lo è, al massimo grado);  non è semplicemente dottrinalmente pura, ampia e degna di fiducia (è anche questo senza alcun dubbio); è soprattutto bella, ordinata e armoniosa, eleva i sensi, l’immaginazione, la memoria, l’intelletto, la volontà al di sopra di se stessi e sconfina nella Gerusalemme celeste. Dopo aver letto Niente di superfluo, non penserete né incontrerete mai più la Messa allo stesso modo. Questo libro, che rispetto a quello di Fiedrowicz è più devozionale e poetico, ne integra molto bene gli aspetti storici e dottrinali.

#3. Frutto di trent’anni di esperienza, studio e riflessione, il mio libro Reclaiming Our Roman Catholic Birthright: The Genius and Timeliness of the Traditional Latin Mass  è stato scritto come un “manuale di apologetica” basilare per il TLM, fornendo argomenti ai suoi sostenitori e rispondendo ad ogni obiezione che si possa sentire. Visto che la conoscenza liturgica tra la popolazione cattolica in generale è ai minimi storici, mi preoccupo di spiegare i miei termini (da cui il glossario) e cerco di evitare di dare tutto per scontato. Mentre il focus è sulla Messa, sono frequenti i riferimenti agli altri riti sacramentali, all’Ufficio divino, alle benedizioni, agli esorcismi e, in generale, all’intera “forma” della vita cattolica tradizionale, che segue la grande legge: lex orandi, lex credendi, lex vivendi. Il libro affronta quindi l’intero problema dell’  aggiornamento” [N.d.T. – in italiano nell’originale inglese] del Vaticano II che è come inacidito con la desacralizzazione e nella secolarizzazione. Il libro vuole essere anche concreto e pratico. Ad esempio, il capitolo 2 riassume perché la TLM “è così com’è”… come “funziona” per la gloria di Dio e la nostra santificazione… e perché funzionerà sempre ; il capitolo 3 spiega i vari modi di partecipare fruttuosamente alla Messa tradizionale; i capitoli 17-20 sono diretti ai genitori, spiegando loro perché la TLM è così importante per formare le menti ed i cuori dei bambini e approfondendo come i genitori possono aiutare i loro figli ad assimilare le sue ricchezze; il capitolo 22 parla del perché coloro che sono a favore della vita dovrebbero essere anche a favore della tradizione.

#4. In difesa della messa romana . Fr. Raymond Dulac. Questa preziosa collezione riunisce il meglio dei combattivi e persuasivi articoli di F. Dulac del periodo 1967-1972, scritti in difesa della superiorità del messale tradizionale e del diritto perpetuo dei sacerdoti di avvalersene. Secondo questo canonico, il rito romano classico non era proibito e non può essere proibito, un giudizio che è stato rivendicato, decenni dopo, da Benedetto XVI. Consiglio questo libro proprio perché proviene dai primi tempestosi anni dell’imposizione del Novus Ordo Missae, a cui resistevano intelletti acuti e grandi cuori cattolici come Fr. Dulac. Poiché il motto del pontificato di Francesco sembra essere “Ritorno agli anni ’70!”, i migliori testi di quel periodo parlano direttamente della nostra situazione attuale, quando il papa tenta ancora una volta di dire che c’è un solo “rito romano”, il moderno rito di Paolo VI.

#5. Annibale Bugnini, riformatore della liturgia. Yves Chiron. Chi ha sentito parlare di Bugnini tende a pensare a lui o come ad un malvagio massone intrigante deciso a distruggere la fede cattolica o come un burocrate di grande talento che ha guidato agevolmente una complessa riforma liturgica alla sua felice conclusione. Il primo punto di vista è discutibile e il secondo punto di vista è semplicemente stupido. Questa biografia ben studiata, ma pietosamente compatta, ritrae una figura più complessa e umana, guidata da teorie razionaliste e pastorali su come dovrebbe essere la liturgia, ma in corsa contro le resistenze che hanno portato, infine, alla sua emarginazione. Nel mettere in relazione la vita e l’opera di un uomo che fu singolarmente influente nella riscrittura senza precedenti della totalità del culto cattolico romano, Chiron assembla e riassume la riforma liturgica del ventesimo secolo, papa per papa, comitato per comitato, libro per libro. È davvero una delle storie più sorprendenti – e inquietanti – nella storia del cattolicesimo. Man mano che apprendiamo di più su come è stata prodotta la salsiccia “nuova e migliorata”, sugli ingredienti che sono stati messi dentro e sulle persone che lavorano nella fabbrica, abbiamo sempre più motivi per dire “no grazie, non voglio neanche assaggiarla”.

#6. L’amore per il papato  Roberto De Mattei e la resistenza filiale al papa nella storia della ChiesaDate le circostanze che stiamo attraversando, dobbiamo conoscere i casi in cui i papi hanno incasinato, dottrinalmente o prudenzialmente, sono stati legittimamente respinti dai membri della Chiesa. È confortante – sia nell’accezione attuale della parola (consolante, rassicurante) sia nel suo senso antiquato (rafforzante, galvanizzante) – sapere che ci sono precedenti per tale resistenza, e sapere come si presentavano. La Divina Provvidenza mette in primo piano le persone giuste al momento giusto.

#7. Christus Vincit  vescovo Athanasius Schneider : il trionfo di Cristo sulle tenebre dell’età. Quando le persone mi chiedono: “Cosa dovrei leggere per capire l’attuale crisi della Chiesa, come siamo arrivati qui e come ne usciamo?”, consiglio sempre questo libro, che è scritto con la chiarezza, la forza d’animo, la gentilezza e l’ortodossia per la quale il vescovo Schneider è famoso (e che abbiamo apprezzato ancora una volta in opera nella sua reazione al motu proprio).

Coloro che desiderano spunti per ulteriori letture troveranno, in fondo al mio libro Reclaiming Our Roman Catholic Birthright , una “Bibliografia selezionata” organizzata in sette categorie: Generale; Messali o Guide; Per i lettori più giovani; Teologia Liturgica; Storia; fantascienza; Risorse in linea.

Vorrei fare eco ad una recente affermazione del Dr. Joseph Shaw : “Il modo migliore per rispondere alla Traditionis Custodes è continuare con il lavoro di restaurazione della Tradizione”. Continua parlando dell’addestramento dei chierichetti e dei ministranti e del rammendo dei paramenti.

Partecipa personalmente, per quanto possibile, alla tua comunità TLM e aiuta a costruirla attraverso eventi sociali, culturali ed educativi. Abbiamo bisogno l’uno dell’altro come mai prima d’ora e abbiamo bisogno di opportunità per le nostre famiglie per interagire.

Scrivete lettere, in positivo e rispettose, al vostro vescovo ed ai sacerdoti della vostra diocesi amici della tradizione. Dite loro quanto amate la Messa in latino, e perché; come vi ha condotto a una vita di preghiera più profonda; come vi ha avvicinato a Gesù nella Santissima Eucaristia; come ha aiutato la vostra famiglia, i  figli, il coniuge; come vi ha aiutato a costruire una comunità con altre famiglie; le opere di misericordia corporale o spirituale cui ha dato origine. Dite loro che conoscete convertiti o riconvertiti che sono stati ricondotti alla Fede dall’antica liturgia.

I vescovi hanno bisogno di sentire questo, hanno bisogno di ricordare gli innumerevoli buoni frutti che la saggia politica di Benedetto XVI ha permesso di far fiorire. Anche i sacerdoti hanno bisogno di “sentire” i fedeli. Conoscere i bisogni, il sostegno e la gratitudine del popolo di Dio li fortifica nell’ora della prova e li rinvigorisce a continuare a lavorare per riavere la Messa in latino, o per rafforzarla là dove ancora persiste. Inoltre, è più probabile che facciano la cosa giusta quando le cose potrebbero andare di male in peggio.

(Sconsiglio di scrivere al papa, perché riceve molte lettere che non guarda mai, e con noi non è assolutamente comprensivo. Infatti odia il nostro tradizionalismo, quindi molte lettere, se le notasse, non farebbero altro che confermare i suoi pregiudizi. Dedicate i vostri sforzi alla scena locale, alla scena diocesana o regionale).

Il vostro vescovo ha proibito la messa in latino? Prendete spunto dai tradizionalisti francesi: radunate un paio di centinaia di persone (o anche di più, se si riesce ad organizzarli) e marciate fino alla casa o all’ufficio del vescovo, e restate lì per un po’, intonando canti, pregando il Rosario, testimoniando pacificamente con cartelli. Chiedetegli di uscire e parlare con voi. Non urlare o minacciare. Dimostrategli che esistiamo e che non smetteremo mai di chiedere il culto tradizionale della Chiesa. Potrebbe anche essere possibile offrire la Santa Messa all’aperto, nelle piazze, nei parcheggi, davanti alle chiese chiuse, come nella foto principale di questo articolo, che mostra i fedeli di Saint-Germain-en-Laye che celebrano la Messa fuori da un chiesa che era stata chiusa contro di loro.

Fate contare le vostre donazioni. Non date un centesimo a nessuna diocesi che non sostiene espressamente la TLM. Sostenete gli individui, i monasteri, le comunità e le società che la mantengono in vita e ce la offrono. Se conoscete sacerdoti “accantonati”, invitateli a casa vostra per dire la Messa. I cattolici di tutto il mondo hanno iniziato a costruire cappelle domestiche per i giorni di ricusazione che potrebbero essere imminenti. Sostenete questi sacerdoti con la vostra amicizia, con pasti e con aiuti.

Infine, farò eco a ciò che Fr. Zuhlsdorf ha detto tante volte sul suo blog: i cattolici tradizionali hanno tutte le ragioni per impegnarsi in opere di misericordia spirituale e corporale, in opere concrete di carità. Facciamo già molto nell’area pro-life ma ci sono altre opportunità che possiamo promuovere nei nostri locali. Non si dica mai (almeno da parte delle persone oneste) che i “cattolici della messa in latino” sono “interessati solo alla liturgia e non ad aiutare gli altri”. Eventuali coniugi con una famiglia numerosa di cui occuparsi stanno già donando al mondo una bella immagine di Cristo e della Chiesa, suprema testimonianza di carità e risposta eroica alla chiamata di Dio; ma molti di noi, di sicuro, potrebbero fare di più di quanto stiano già facendo nella sfera non liturgica.

Se prendiamo tutte le categorie (preghiera, studio, azione) e tutti i suggerimenti in ciascuna di esse, sono un sacco di cose e potrebbero sembrare opprimenti. Ma non sto dicendo che tutti debbano fare tutto , e certamente non tutte in una volta. Come dice il proverbio cinese, un viaggio di mille miglia inizia con un solo passo. Rendiamo più centrale la nostra vita di preghiera, un piccolo passo alla volta. Facciamo spazio a un po’ di studio, cinque o dieci pagine alla volta. Facciamo un po’ più di spazio per attività con altri cattolici che la pensano allo stesso modo. Scopriremo che, con il passare dei mesi e degli anni, la nostra fede, la nostra speranza e il nostro amore si rafforzeranno, così come la nostra capacità di rispondere alla crisi nella Chiesa.

“Sappiate che il Signore ha riservato per sé i pii; il Signore ascolta quando lo chiamo. Arrabbiati e non peccare… Offri giusti sacrifici e confida nel Signore… In pace mi coricherò e mi addormenterò; poiché tu solo, o Signore, mi fai abitare al sicuro» (Sal 4).

(Traduzione di Vincenzo Fedele)

Marco Tosatti

https://www.marcotosatti.com/2021/08/11/kwasniewski-e-il-motu-proprio-prepararsi-a-una-lunga-campagna/