Mario Draghi, conferenza stampa 22.07.2021
Mario Draghi, conferenza stampa 22.07.2021

 

AUTO-INTERVISTA

 

di Marco Rigoni 

 

D Si presenti

Mi chiamo Marco Rigoni e svolgo la professione di avvocato da oltre trent’anni. Faccio parte anche del Comitato Etico di un importante nosocomio.

Perché intende rilasciare questa auto-intervista su un tema così delicato

Proprio perché è un tema delicato e perché si sta creando un clima sociale molto pericoloso, non degno di un Paese che si definisce democratico.

Lei è vaccinato

Potrei non rispondere a questa domanda per due motivi: il primo, rispondere implica rivelare un dato riservato, protetto dal cosiddetto diritto della privacy; il secondo, è che si tratta di un’informazione irrilevante. Comunque, rispondo che non sono vaccinato.

È un no-vax

Non sono un no-vax, categoria che detesto, inventata dai giornalisti e che determina una inaccettabile semplificazione del problema. Che cosa significa no-vax? Io non nego né l’esistenza del virus e della malattia, né nego l’importanza dei vaccini; sono fortemente contrario a questi vaccini e alla campagna vaccinale adottata dal governo.

Io contesto il comportamento di coloro i quali si dichiarano no-vax; sono contrario alle derive violente e alle dichiarazioni farneticanti di chi addirittura se la prende con gli ebrei. Le azioni violente di costoro non fanno che screditare le persone oneste, in buona fede che per motivi fondati esprimono il loro legittimo dissenso alle vaccinazioni contro il corona virus. Sorge addirittura il dubbio che costoro siano “provocatori” al soldo di chi sostiene la campagna vaccinale e addirittura l’obbligo di vaccinarsi. Lo trovo aberrante.

Che cosa trova aberrante

Trovo aberrante la violenza di tutti i generi, compresa quella subdola del governo che si ammanta di buon senso richiamando il fondamentale diritto della salute di tutti, violando quella dei singoli e introducendo discriminazioni che alimentano il conflitto sociale. Si sta affermando un regime antidemocratico alimentando la paura della gente e l’avversione verso coloro i quali per mille motivi rifiutano la vaccinazione.

Un regime dittatoriale, apertamente dittatoriale, come quelli che la Storia ci ha proposto non sarebbe attualmente accettato, ma un regime autoritario che sfrutta la paura della malattia, del contagio e delibera lo “stato di emergenza” e introduce restrizioni a fondamentali libertà e diritti di valenza costituzionale insistendo proprio sulla paura della pandemia, non viene immediatamente riconosciuto come tale e la gente si abitua alle privazioni di libertà, peraltro soltanto per alcuni, non per tutti.

D Sia più preciso.

Cercherò di esserlo. Innanzitutto, viene violata la nostra Costituzione.  Schematicamente:

1) L’art. 2 stabilisce che la Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell’uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità. Ebbene, la campagna vaccinale in corso sta violando questi fondamentali diritti dell’uomo, impedendone o condizionandone i movimenti, i contatti, il lavoro, l’istruzione, la salute.

2) L’art. 32, stabilisce, al primo comma, che la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell’individuo e interesse della collettività. Al secondo comma è scritto che nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge, ma comunque la legge “non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana”.

Alcune considerazioni riguardo a questa fondamentale norma costituzionale.

Innanzitutto, quale rispetto della persona umana può derivare imponendo una vaccinazione non ancora obbligatoria formalmente ma di fatto sì?

Non dimentichiamo che i vaccini che vengono somministrati sono oggetto di sperimentazione. Ora, i medicinali in fase di sperimentazione non possono essere somministrati obbligatoriamente, ma soltanto a coloro che volontariamente aderiscono allo studio su di essi.

Il primo comma dell’articolo riconosce espressamente il diritto dell’individuo e solo l’interesse della collettività. Tra diritto e interesse prevale il diritto.

3) Il diritto alla salute e anche l’interesse della collettività vengono apertamente violati con la campagna vaccinale in corso poiché: a) i danni, anche gravi e anche permanenti, sono più frequenti di quanto ci facciano credere. Basterebbe parlare con onesti medici di medicina generale per averne contezza. b) La somministrazione dei vaccini espone al rischio di questi effetti indesiderati, peraltro non ancora pienamente noti. Ne deriva l’esposizione della collettività al rischio di danno enorme. c) Infatti, la sperimentazione è ancora in corso e durerà anni. Gli effetti del vaccino potrebbero manifestarsi a distanza di molto tempo. Non possiamo considerare solo quelli di immediata evidenza. d) I fogli informativi, che dovrebbero essere illustrati dettagliatamente e consegnati in copia a chi si sottopone al vaccino per ottenerne un vero e attendibile consenso informato, sono insufficienti da questo punto di vista e il vaccinando è chiamato ad esprimere un consenso – assumendosene la responsabilità – senza disporre di informazioni esaurienti e attendibili. e) Le informazioni esaurienti e attendibili ai fini della formazione di un consapevole consenso non sono ancora disponibili essendo in pieno svolgimento la sperimentazione. I vaccini vengono somministrati da meno di un anno. f) Non dimentichiamoci che i vaccini sono obbligatori solo nel caso in cui non esistano cure contro la malattia. Nel caso del corona virus le cure esistono e sono proprio quelle poste al bando dal ministro della salute e che ora stanno per essere reintrodotte in virtù della normativa europea. Anche a questo riguardo basterebbe parlare con i medici di medicina generale per averne contezza. g) Fin dagli esordi della pandemia si è subito parlato di vaccini prima ancora di concentrarsi sulle cure. Assurdità incredibile e significativa degli interessi economici – e non solo – che sorreggono questo orientamento.

Che cosa pensa del cosiddetto green pass

La risposta a questa domanda la si ricava completando la risposta alla domanda precedente. E per farlo richiamo il Regolamento UE N. 953/2021. I regolamenti UE sono vincolanti per gli Stati membri.

Il regolamento disciplina il rilascio dei certificati di vaccinazione, di test e di guarigione in relazione alla COVID-19.

Cito alcuni “considerando” che costituiscono il preambolo del regolamento stesso.

Considerando n. 6: Chiarisce che gli Stati membri possano adottare provvedimenti limitativi del diritto di circolazione per motivi di sanità pubblica; tuttavia – cito testualmente – “E’ necessario che tali limitazioni siano applicate conformemente ai principi generali del diritto dell’Unione, segnatamente la proporzionalità e la non discriminazione.” Il considerando prosegue precisando che “Tutte le misure adottate dovrebbero essere strettamente limitate nella portata e nel tempo,…, e non dovrebbero andare al di là di quanto strettamente necessario per tutelare la salute pubblica”.

Considerando n. 7: stabilisce un’equivalenza tra le persone vaccinate e le persone che abbiano avuto di recente un risultato negativo a un test per Covid-19.

Considerando n. 21: mira ad assicurare “l’accesso universale, tempestivo e a prezzi abbordabili ai vaccini e ai test” (quindi anche ai test).

Considerando n. 36: è forse il più importante di tutti. Prevede: “E’ necessario evitare la discriminazione diretta o indiretta di persone che non sono vaccinate, per esempio per motivi medici, perché non rientrano nel gruppo di destinatari per cui il vaccino anti COVID-19 è attualmente somministrato o consentito, come i bambini, o perché non hanno ancora avuto l’opportunità di essere vaccinate o hanno scelto di non essere vaccinate.”

Considerando n. 41: “Il ricorso a test antigenici rapidi consentirebbe di facilitare il rilascio di certificati di test in modo economicamente conveniente.”

Come si pone l’attività di governo rispetto ai considerando che ho citato? Come si pone la recente dichiarazione del Presidente Mattarella, il quale discrimina fortemente le persone tra quella vaccinate e non? Che introduce un forte motivo di conflitto sociale, in palese violazione di norme costituzionali? Come si può qualificare l’attività di governo che espone i propri cittadini a rischi gravi, non ancora completamente accertati, legati alla somministrazione di vaccini in fase di sperimentazione?

Un’ultima considerazione, implicita in queste domande retoriche: I componenti dei Comitati etici devono rilasciare un’autocertificazione che attesti la mancanza di conflitto di interessi. È richiesto altrettanto da parte dei componenti del CTS, dell’Aifa, dell’Ema? I cosiddetti scienziati che ne fanno parte non hanno, per caso, qualche interesse con le case farmaceutiche?

E ancora, come mai l’informazione pubblica non invita mai quegli scienziati che – pur avendo una preparazione scientifica equivalente a quelli ormai noti – sono contrari a questi vaccini? Come mai una giornalista chiede alla immunologa Viola, ormai costantemente presente in televisione, come abbia fatto a convincere una madre a vaccinarsi e, per reciprocità e completezza di informazione, non viene chiesto a scienziati di pari livello e di parere opposto come mai siano contrari a questi vaccini?

 https://www.sabinopaciolla.com/sui-vaccini-anti-covid-domande-comuni-per-gente-comune/