ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 18 settembre 2021

La Casa dei Tre Oci

LUCE VS TENEBRE

I cattolici che non saranno mai un Peter Singer

Il Premio Berggruen 2021, un milione di dollari, è andato a Peter Singer, animalista e bioeticista a favore dell’assassinio non solo dei nascituri ma anche dei neonati e degli adulti con deficit mentali congeniti. Gli onori per Singer e compagni stridono con le bastonate che il mondo riserva ai cattolici veri. Ma per loro ci sarà un altro premio.


Partiamo dalla seguente notizia. Nel 2010 il multimiliardario Nicolas Berggruen fonda l’omonimo Istituto Berggruen. Se si va a leggere il sito dell’istituto si capisce subito da che parte sta: «Viviamo in un tempo di grandi trasformazioni. Dal capitalismo, dalla democrazia, all’ordine globale, le nostre istituzioni stanno vacillando. Il significato stesso dell’umano sta vacillando. Il Berggruen Institute è stato fondato nel 2010 per sviluppare idee fondamentali su come rimodellare le istituzioni politiche e sociali di fronte a queste grandi trasformazioni. Lavoriamo attraverso le culture, le discipline e i confini politici, coinvolgendo grandi pensatori per sviluppare e promuovere risposte a lungo termine alle più grandi sfide che l’umanità deve affrontare oggi». Le solite cose che sanno di zolfo: un nuovo umanesimo fatto di un po’ di transumanesimo e di un po’ di post-umano, l’anarchia come istituzione sociale, il sincretismo culturale, ossia il monopensiero, la religione del futuro et similia.

Questo istituto di recente ha insignito il bioeticista e animalista Peter Singer del Premio Berggruen 2021, donandogli un milione di dollari. Peter Singer insegna all’università di Melbourne, i suoi libri sono tradotti in qualche decina di lingue e scrive cose di questo tipo: «Alcuni esseri appartenenti a specie diverse dalla nostra sono persone; alcuni essere umani non lo sono. [...] E così, sembra che sia più grave uccidere, per esempio, uno scimpanzé piuttosto che un essere umano il quale, a motivo di un deficit mentale congenito, non è e mai potrà essere una persona» (Practical Ethics, Cambridge University Press, Cambridge 1993, p. 117-118). Singer è a favore dell’assassinio non solo dei nascituri, ma anche dei neonati e delle persone adulte che sono incapaci di esprimere funzioni elevate dell’intelletto. A questo signore sono stati donati, appunto, un milione di dollari, proprio perché l’Istituto Berggruen è della stessa ‘parrocchia’ di Singer.

A leggere questa notizia giustamente ci indigniamo (eccezion fatta per quegli ominidi che la pensano come l’animalista di cui sopra). Bene indignarsi, ma non stupiamoci. Si sa che il mondo premia i figli delle tenebre e condanna i figli della luce. Ed oggi questa tendenza premiale/sanzionatoria si è accentuata ancor di più, vedansi, tra i molti esempi, il referendum dei radicali sull’eutanasia che in breve tempo ha ricevuto centinaia di migliaia di sottoscrizioni (mentre i pro life erano occupati a scannarsi tra loro sulla questione vaccini) e la decisione dell’Ungheria di varare una legge al fine di difendere le anime dei più piccoli dalla propaganda Lgbt, Ungheria attaccata o, tuttalpiù, lasciata sola da quasi tutti i paesi dell’UE.

I cattolici, quelli veri, oggi stanno dalla parte sbagliata della Storia. Ce lo dicono quell’insegnante che si ritrova tutti i colleghi contro perché è critico verso Darwin; quella coppia di fidanzati che ha deciso di non convivere prima di sposarsi e per questo deve difendersi dalle accuse di “non volersi bene”; quella donna che ha deciso di non legarsi affettivamente a nessun uomo finché non avesse ottenuto la dichiarazione di nullità del suo matrimonio, posto che mai arrivi, e per tale motivo deve sopportare i rimbrotti della madre che la giudica troppo bigotta; quel gruppo di fedeli che partecipa alla Messa vetus ordo e che ora, più che mai, viene trattato come una setta fanatica dagli stessi correligionari; quello psicologo il quale sa che l’omosessualità è un fardello troppo pesante da portarsi addosso per tutta la vita e che quindi tenta di aiutare i propri pazienti omosessuali nel disfarsi di tale fardello, ma così facendo rischia di essere radiato dall’ordine; quella madre che protesta con un certo docente per i contenuti arcobaleno che suo figlio di 8 anni si deve sorbire a scuola e per questo finirà nella lista nera del prof; quella moglie che, in virtù solo del sacramento, tiene duro e non corre dall’avvocato per chiedere il divorzio anche se il suo matrimonio le pare Kabul e il marito un talebano; quel sacerdote che vestendo sempre in talare, parlando dell’Inferno, condannando l’aborto e il divorzio, menzionando anche altri concili oltre al Vaticano II, si preclude per sempre ogni carriera ecclesiale.

Ecco, tutti costoro - e molti, molti altri cattolici che potremmo definire con un termine prelevato dall’enologia come cattolici in purezza - non saranno mai un Peter Singer, celebrato e onorato da tutti; non riceveranno mai un milione di dollari, ma solo un milione di delusioni e bastonate. Non lasceranno alcun segno nel mondo, ma nel cuore di Dio sì. Il mondo, poi, li vedrà sempre come gli invisibili, gli sconfitti, gli inetti, i retrivi, gli stupidi, gli ingenui di questo secolo. Insomma, dei perdenti. Proprio come tanti Gesù in croce. Ma dopo la croce… verrà la Risurrezione.

Tommaso Scandroglio

https://lanuovabq.it/it/i-cattolici-che-non-saranno-mai-un-peter-singer

Quando nemmeno “tre oci” servono a vedere chiaro

Un miliardario, il suo istituto e un riconoscimento che copre di soldi un “filosofo” dalle tesi raccapriccianti

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di Cristina Tamburini

«Viviamo in un tempo di grandi trasformazioni. Dal capitalismo alla democrazia, all’ordine globale, le nostre istituzioni stanno vacillando. Il significato stesso dell’umano sta vacillando. Il Berggruen Institute è stato fondato nel 2010 per sviluppare idee fondamentali su come rimodellare le istituzioni politiche e sociali di fronte a queste grandi trasformazioni. Lavoriamo attraverso le culture, le discipline e i confini politici, coinvolgendo grandi pensatori per sviluppare e promuovere risposte a lungo termine alle più grandi sfide che l’umanità deve affrontare oggi».

Con questa auto-descrizione assai significativa si presenta l’Istituto Berggruen, «idee per cambiare il mondo».

L’Istituto è stato fondato da Nicolas Berggruen, definito «investitore e filantropo miliardario statunitense», nato a Parigi nel 1961, figlio di un collezionista e mercante d’arte di origine ebraico-tedesca. Dopo aver completato gli studi negli Stati Uniti d’America, partendo da un fondo fiduciario di 250mila dollari e investendo in immobili e in azioni pubbliche, il magnate è arrivato a fondare nel 1984 la Berggruen Holdings, che opera prevalentemente come investitore e proprietario a lungo termine per le società in portafoglio.

Sintetizzarne la biografia in poche righe è comunque arduo. Ribelle a 15 anni, quando rifiutò di imparare l’inglese giudicandola “la lingua dell’imperialismo”, interessato al marxismo tanto da arrivare a elaborare la Costituzione di un Paese utopico, espulso dal prestigioso liceo Le Rosey di Rolle, in Svizzera, per sedizione, dopo aver fatto pace con l’inglese ha costruito negli Stati Uniti un impero miliardario tale da far impallidire Tony Stark anche dentro l’armatura migliore.

Nel 2011 la Berggruen Holdings aveva uffici a Berlino, Istanbul, Mumbai, New York City e Tel Aviv, possedeva più di 30 società in vari settori per un valore di oltre 1,5 miliardi di euro. In quello stesso periodo il filantropo dal portafogli esagerato ha fondato il Berrgruen Institute, investendovi 100 milioni di dollari, capitale successivamente integrato da altri 500 milioni nel 2016.

Poi si è messo a scrivere e pubblicare testi. Per esempio Intelligent Governance for the 21st Century: A Middle Way between West and East, del 2012, in cui afferma che il populismo e il pensiero a breve termine sono l’ostacolo principale al progresso delle democrazie occidentali, mentre i Paesi autoritari orientali, Cina in primis, trarrebbero beneficio dal rafforzamento dei propri sistemi meritocratici. E Renovating Democracy: Governing in the Age of Globalization and Digital Capitalism, del 2019, dove approfondisce le convinzioni sulla necessità di un rinnovamento della democrazia, la necessità di relazioni stabili tra Stati Uniti e Cina, l’immancabile problema del cambiamento climatico e la necessità di istituire un “capitale di base universale” per garantire condizioni di vita adeguate per tutti, indipendentemente dalla condizione lavorativa di ognuno.

Soprannominato «il miliardario senza casa», nei primi anni 2000 ha venduto tutte le proprietà residenziali di cui era titolare, alienando tutti i propri averi. Senza possedere una casa, un’auto o un orologio, viaggiava con il proprio jet privato – troppo “pratico” per poterne fare a meno – alloggiando in hotel, portando con sé solo pochi abiti e un Blackberry. Ma l’esistenza da ramingo l’ha poi interrotta nel 2016 mettendo radici a Beverly Hills, dove vive con i due figli nati da una “donatrice” di ovuli e due madri surrogate.

Nei giorni scorsi l’Istituto Berggruen ha inaugurato il primo centro di attività europeo nello storico edificio veneziano La Casa dei Tre Oci (La Casa dei Tre Occhi, in dialetto veneziano, per le tre caratteristiche finestre che si affacciano sul bacino di San Marco). Commentando l’acquisizione, il miliardario ha affermato: «Noi vediamo Venezia come una porta d’ingresso per coloro che cercano risposte alle domande e alle sfide più pressanti del nostro tempo e La Casa dei Tre Oci come il nesso del lavoro dell’Istituto nello sviluppo di idee per costruire un mondo migliore».

E per inaugurare questo nuovo centro di attività europeo l’Istituto Berggruen ha insignito il “filosofo” australiano Peter Singer del Premio (ovviamente) Berggruen 2021, che consiste nella bellezza di un milione di dollari assegnati annualmente «ai pensatori le cui idee hanno profondamente plasmato l’autocomprensione umana e il progresso in un mondo in rapido cambiamento». Singer è stato selezionato «per il suo lavoro ampiamente influente e intellettualmente rigoroso nel rinvigorire l’utilitarismo come parte della filosofia accademica e come forza di cambiamento nel mondo. Attraverso i suoi scritti, Singer ha contribuito a plasmare i movimenti per i diritti degli animali e l’altruismo efficace e ha sostenuto politiche socioeconomiche più espansive nella risposta globale alle emergenze e nell’eliminazione della povertà globale».

La giuria del Premio afferma di avere scelto Singer tra centinaia di nomi rinomatissimi. Peccato che nello sperticato elogio del pensatore australiano manchi qualsiasi cenno alle conseguenze ultime delle sue ipotesi, che invece i lettori di iFamNews sicuramente non hanno dimenticato: dall’affermazione secondo la quale un figlio, entità rimpiazzabile, vale l’altro alla giustificazione dell’infanticidio, sulla base del minor valore della vita di un neonato rispetto a quella di un cane, un maiale o uno scimpanzé. D’altra parte è proprio l’utilitarismo singeriano a considerare gli individui come serbatoi di petrolio: mero numero entro il calcolo matematico finalizzato al raggiungimento della maggiore utilità per il maggior numero di persone.

Singer ha già annunciato che devolverà metà del Premio ricevuto all’associazione «The Life You Can Save», da lui stesso fondata per «offrire una guida pratica per dare contributi alla filantropia globale». Date le premesse note, non si può immaginare per quali scopi verranno utilizzati quei denari, laddove la “filantropia” animalista, abortista e infanticida ha sostituito la carità.

Fonte: ifamnews.com

https://www.aldomariavalli.it/2021/09/16/quando-nemmeno-tre-oci-servono-a-vedere-chiaro/

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