Che fare (3): La guerra all'intelligenza e alla Cultura, ovvero la cretinizzazione delle masse
Confederazione Triarii https://www.youtube.com/watch?v=gdyiXjSKT9c
CORONAVIRUS E ALTRI MALI CON L’AIUTO DI CHESTERTON. Di Fabio Trevisan
“È pura anarchia dire che un medico può sequestrare e segregare chi gli pare. Alcuni grandi igienisti potrebbero recintare o limitare la vita di tutta la cittadinanza, la tirannide è attuabile”.
“Trattare tutta la gente in buona salute come se fosse malata”
“La vaccinazione, nei suoi cent’anni di pratica sperimentale, è stata contestata quasi quanto il battesimo nei suoi circa duemila. Ma ai nostri politici sembra perfettamente naturale imporre la vaccinazione e parrebbe loro follia imporre il battesimo”.
Stiamo assistendo, giorno dopo giorno, a uno stillicidio di opinioni mediatiche, scientifiche, politiche sull’opportunità o meno dei vaccini, dei loro effetti collaterali a medio e a lungo termine, sull’obbligatorietà del green pass, sulle manifestazioni “pro e contro i no-vax”, sulla dittatura sanitaria e coercitiva che va sempre più instaurandosi. Non potendo più contare su un Magistero che possa illuminare dall’alto, su un’autorità che sappia impostare il problema sanitario in modo corretto, sono dovuto ricorrere a un testo di un secolo fa di Gilbert Keith Chesterton, “Eugenetica e altri mali”, al quale mi sono ispirato persino nel titolo, poiché tutti quelli altri mali paventati dal grande scrittore cattolico inglese sono ancora quelli che stiamo vivendo.
Innanzitutto Chesterton denunciava la strana mescolanza tra la stupidità corrente, il fanatismo pseudo-scientifico e l’arroganza politica fino all’invettiva esplicita contro “i malfattori straricchi” di allora (Harriman, Carnegie, Rockefeller) che sostenevano la pianificazione familiare, l’evoluzionismo razzistico darwiniano e l’eugenetica. Ora, potremmo sostituire quei “malfattori straricchi” con i filantropi capitalisti odierni (Gates, Soros, Bezos), che hanno finanziato il business dei vaccini, che hanno sorretto organizzazioni internazionali (OMS), ONG, politici, banche e mass media.
Riguardo alla “dittatura sanitaria” che sempre più si sta imponendo, nel 1969 il Dr. Alan Guttmacher, che è stato vice-presidente dell’Associazione eugenetica americana e presidente del Planned Parenthood dal 1962 al 1974, scriveva nella prestigiosa rivista medica Medical World News: “Ogni Paese dovrà decidere la propria forma di coercizione e determinare come essa vada impiegata”. Non dovremmo quindi meravigliarci troppo di trovarci nella forma di coercizione che questi tempi riservano: allora si chiedeva un esame, un patentino per potersi sposare e legittimamente procreare, ora si chiede un green pass per poter andare a teatro, al ristorante, al cinema, a scuola, sui mezzi pubblici. Quel patentino di allora era rilasciato da una Commissione di esperti sanitari, scienziati, sostenuta da filantropi, politici così come adesso. Il principio di discriminazione di allora (abili alla procreazione/deboli di mente inadatti) rimane lo stesso (vaccinati responsabili/non vaccinati irresponsabili).
Chesterton denunciò quelle aberranti ideologie eugenistiche un secolo fa, prima dell’avvento di Mengele e degli orrori del nazismo e del comunismo. Egli ci può aiutare, anche ora, a comprendere l’origine di questi mali, ossia il clima necessario non solo dove può attecchire e propagarsi il virus ma ciò che ancor di più divorava e divora la società: l’anarchia silenziosa e l’abnorme peccato di una società atea e materialista. Ecco cosa scriveva nel 1922: “Un’anarchia silenziosa consuma la nostra società. Devo soffermarmi su questa espressione, perché la vera natura dell’anarchia è perlopiù fraintesa. L’anarchia non è necessariamente violenta né viene necessariamente dal basso. Un governo può diventare anarchico tale e quale un popolo”. Distinguendo tra anarchia e rivoluzione, in quanto la rivoluzione mira a minare un ordine costituito per instaurare un nuovo ordine, mentre l’anarchia richiama all’assenza di ogni ordine e governo, egli chiariva come l’anarchia fosse la condizione d’animo o di comportamento di chi non poteva fermarsi: “È la perdita di quell’autocontrollo che permette di tornare alla normalità…è chiaro che questa sorta di caos può impadronirsi dei poteri che governano una società così come della società governata”.
Questa “anarchia silenziosa” aveva contestato la legittima autorità e si era separata dalla ragione e dal senso comune con tutte le allarmanti conseguenze che Chesterton intravedeva e a cui noi stiamo assistendo: “Non c’è luogo di incontro fuori della ragione”. Fuori della ragione c’era la pazzia di chi negava il reale, il senso comune, il senso profondo di quella sanità che non può prescindere da Dio: “Il medico non ha diritto di somministrare la morte in quanto rimedio a tutti i malanni (pensiamo alla terrificante attualità del dibattito sulla liceità dell’eutanasia), come non ha l’autorità morale per imporre un nuovo concetto di felicità”.
Egli aveva sottoposto a critica quanto, ancor oggi, viene presupposto superficialmente: “Prevenire meglio che curare”. Così si esprimeva in questo coraggioso saggio del 1922: “Meglio prevenire che curare. Commentando questa posizione, io dissi che equivaleva a trattare tutta la gente in buona salute come se fosse malata…qui sta la fondamentale fallacia di tutto il discorso sulla medicina preventiva. La prevenzione non solo è meglio della cura: è peggio perfino della malattia. Prevenzione significa essere invalidi a vita, con l’esasperazione supplementare di godere ottima salute. Chiederò a Dio, ma non certo all’uomo, di prevenirmi in tutte le mie azioni”.
In un quadro sostanzialmente ateo e materialistico, i concetti di “salute” e “felicità” erano indipendenti da ciò che riferiva alla sfera spirituale e interiore, tanto che tutto rimaneva necessariamente orientato al godimento del corpo, alle sue sensazioni ed emozioni. In una visione e fede cristiana la “salute” e la “felicità” assumono contorni completamente diversi poiché la salute è davvero inscritta in Dio e nella Sua grazia. Nella “grammatica eugenista” come in quella da coronavirus, le caratteristiche atee e materialiste dei propugnatori salutisti suggerivano le parole che corrispondevano a una visione senza anima, orizzontale e piatta, che rifletteva quel principio di immanenza contrapposto alla trascendenza di una visione in cui Dio c’è e c’entra con la nostra vita. Ecco così apparire, come aveva con lungimiranza previsto Chesterton, la vera tirannia: “E’ pura anarchia dire che un medico può sequestrare e segregare chi gli pare. Alcuni grandi igienisti potrebbero recintare o limitare la vita di tutta la cittadinanza, la tirannide è attuabile”. Queste considerazioni finali che propongo fanno davvero rabbrividire per la sconcertante attualità e fanno arrabbiare e interrogare sul perché non siano state prese in considerazione. Ecco cosa scriveva: “Chi tenta davvero di tiranneggiare tramite il governo è la scienza. Chi usa davvero il braccio secolare è la scienza. È il credo che davvero estorce decime e si impadronisce delle scuole, il credo che davvero è proclamato non in prediche ma in leggi e diffuso non da pellegrini ma da poliziotti…La nostra vera “Chiesa ufficiale” è il materialismo: perché è il materialismo che gode davvero dell’aiuto del governo nel perseguitare i suoi eretici. La vaccinazione, nei suoi cent’anni di pratica sperimentale, è stata contestata quasi quanto il battesimo nei suoi circa duemila. Ma ai nostri politici sembra perfettamente naturale imporre la vaccinazione e parrebbe loro follia imporre il battesimo”.
Fabio Trevisan
Papa in Slovacchia: green pass troppo talebano, i fedeli scappano
Grande è l’entusiasmo per i viaggi papali. Centinaia di migliaia, talvolta milioni di persone, si affollano in ogni località del mondo quando arriva benedicente il Santo Padre.
O meglio, si affollavano. Sta facendo rumore, infatti, il caso del prossimo viaggio papale in Slovacchia dal 12 al 15 settembre: erano attese 350mila persone agli eventi in programma, se ne sono prenotate appena 46mila. Bergoglio non pare destare lo stesso entusiasmo dei suoi predecessori, e gli organizzatori si sono ritrovati in preda al panico all’idea di affrontare un simile clamoroso flop. Poi è subentrato un dubbio, di quelli fantozziani: non saranno le regole un tantino troppo stringenti a scoraggiare la partecipazione dei fedeli? Effettivamente… eccole qua:
Come annunciato da tempo, potranno entrare nelle aree degli eventi solo le persone completamente vaccinate, ovvero che hanno ricevuto la seconda dose di un vaccino anti-Covid da almeno 14 giorni, che hanno ricevuto il vaccino a dose unica Johnson da almeno 21 giorni, o che hanno ricevuto la prima dose del vaccino da almeno 14 giorni entro 6 mesi da quando sono guariti dal COVID-19.
Regole demenziali, che scoraggerebbero anche i 12 apostoli. Così, ecco la rapida retromarcia: da ieri gli slovacchi possono accedere agli eventi papali anche se in possesso di solo tampone o certificato di guarigione. Sospiro di sollievo per tutti, flop (sperabilmente) evitato.
Cose che succedono anche ai più cattolici, quando si diventa troppo talebani.
https://visionetv.it/papa-in-slovacchia-green-pass-troppo-talebano-i-fedeli-scappano/
Istanza ai Vescovi Italiani: no Green Pass e Discriminazioni nelle Chiese.
7 Settembre 2021 7 Commenti
Marco Tosatti
Cari amici e nemici di Stilum Curiae, ieri il presidente della Conferenza Episcopale Italiana ha ricevuto nelle sue mani, consegnato personalmente, questo testo che trovate qui sotto e che ben volentieri pubblichiamo. La lettera è stata firmata sia dall’avv. Gianfranco Amato (Giuristi per la Vita) che dall’avv. Francesco Fontana (Iustitia in Veritate) . Buona lettura.
§§§
IUSTITIA IN VERITATE
***
AL CARD. GUALTIERO BASSETTI
PRESIDENTE DELLA CEI
31 agosto 2021
Eminenza,
poiché i fedeli “hanno il diritto, e anzi talvolta anche il dovere, di manifestare ai sacri Pastori il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa” (can. 212 § 3), esprimiamo con fermezza ai Pastori della Chiesa italiana il nostro
DISSENSO
circa l’obbligo del vaccino anti-covid e circa l’imposizione della vaccinazione di massa anche nei luoghi di culto, nelle strutture ecclesiali e nei seminari, per i seguenti motivi:
- la vaccinazione di massa comporta l’insorgere delle varianti, non garantisce l’immunità ed espone al rischio di contrarre gravi patologie;
- è un provvedimento discriminatorio che distrugge l’umano e il tessuto sociale sia nell’ambito della società civile sia dentro la Chiesa, creando un conflitto tra vaccinati e non vaccinati;
- con la prossima approvazione del nuovo protocollo curativo da parte dell’Unione Europea, che avrà luogo in ottobre, decadrà l’emergenza che autorizza la sperimentazione dei vaccini genici anti covid-19, e poiché verrà meno la condizione che presume l’inesistenza di altre terapie, di conseguenza non sarà più possibile imporre obbligatoriamente farmaci sperimentali e in gran parte inefficaci, come sono appunto i sopraddetti vaccini genici anti covid-19.
Inoltre, poiché con il Decreto Legge n.105 del 23-7-2021 il Governo italiano ha imposto la Certificazione Verde Covid-19, o green-pass, per coloro che si spostano in entrata e uscita da territori classificati in “zona rossa” o “zona arancione”, per coloro che accedono a residenze sanitarie assistenziali o altre strutture, e per chi partecipa alle feste per cerimonie civili e religiose,
CI OPPONIAMO
all’imposizione del sopraddetto green-pass in occasione di feste per cerimonie religiose e soprattutto per l’accesso nei luoghi di culto e per la partecipazione alla Messa e ai Sacramenti, o a qualunque attività nella vita della Chiesa (compresi campi scuola), in forza dei seguenti motivi:
– con il Decreto Legge 105, che impone il green-pass, ci troviamo di fronte ad un abuso plurimo di normative, artatamente confusionarie, e ad una babele di provvedimenti riesumati;
– viene fatto uno sfregio di ogni principio di diritto naturale;
– a questo ormai tragicamente consueto sfregio, si aggiunge la violazione specifica dell’art. 3 della Costituzione italiana con l’introduzione di una discriminazione incompatibile con il Regolamento CE 953/21, che ha ribadito la risoluzione del Consiglio d’Europa del 27-1-2021, n. 2631, confermando e garantendo la tutela della libera scelta rispetto alla vaccinazione.
Non solo. Far dipendere dal green-pass l’accesso ad un luogo di culto, far dipendere dal green-pass la partecipazione ad una cerimonia religiosa, o alla vita della comunità ecclesiale o parrocchiale, o addirittura alla Messa e ai Sacramenti, e così via, contrasta soprattutto con le leggi canoniche e – nel caso dell’accesso ai Sacramenti – va contro il diritto divino. Perciò
DENUNCIAMO
l’imposizione del green-pass nelle chiese e in tutti i luoghi sopraddetti già messa in atto in modo illegittimo in alcune Diocesi sparse sul territorio italiano da alcuni Vescovi e Sacerdoti, come testimonia la documentazione qui allegata, e chiediamo ai Pastori di non esigere l’obbligo del vaccino anti-covid, che oltre ad essere un farmaco incerto crea problemi di coscienza in tanti cattolici per la cooperazione con l’aborto; domandiamo ai Pastori di rispettare la libertà dei fedeli, attenendosi alle indicazioni della Congregazione per la Dottrina della Fede, che ha dichiarato: “La vaccinazione non è di norma un obbligo morale e perciò deve essere volontaria” (Nota del 21-12-2020).
Siano ammoniti tutti i Pastori soprattutto a non negare i Sacramenti ai non vaccinati, e si ricordi loro che secondo le leggi della Chiesa “i ministri sacri non possono negare i Sacramenti a coloro che li chiedono opportunamente, siano ben disposti e non ne abbiano dal diritto la proibizione di riceverli” (can. 843 § 1). Si richiamino i Vescovi all’obbedienza alle recenti disposizioni della CEI circa la libera partecipazione di tutti i fedeli alla Messa e alle Processioni, senza escludere chi non ha il green-pass.
Infine, poiché dal prossimo 6 settembre inizierà la discussione parlamentare per la conversione del Decreto Legge n. 105 che ha introdotto il green-pass, rivolgiamo formalmente questa
ISTANZA
a Lei, Eminenza, come Presidente della CEI, e per mezzo di Lei tutti i Vescovi della Chiesa italiana, affinché si alzi la voce e si condanni pubblicamente l’imperterrita legiferazione in sacris posta in essere dal Governo italiano mediante il Decreto Legge n.105, che, limitando la partecipazione alle feste per cerimonie religiose, compie un’ingerenza abnorme nella sfera giuridica della Chiesa in contrasto con l’art. 7 della Costituzione e le norme concordatarie.
Con ossequio, il Presidente dell’Associazione “Iustitia in Veritate”
Avv. Francesco Fontana
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