ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

domenica 26 settembre 2021

Un fenomeno intrinseco alla Chiesa come l’acidità di stomaco

Lettera ad Aldo Maria Valli sul modernismo

Caro Aldo Maria,

noto che nelle tue lettere tu usi la parola “modernismo”. Come forse sai o avrai notato, mi sto occupando molto di questo fenomeno che gli storici collocano tra la fine del diciannovesimo secolo, il tramonto di Leone XIII e l’inizio del ventesimo secolo, prendendo tutto il papato di san Pio X che termina con la sua morte nell’agosto del 1914. In realtà, quel fenomeno di riformismo in senso liberale del cattolicesimo non è mai veramente terminato, anche pensando che due dei tre modernisti più celebri (il terzo era George Tyrrell, morto nel 1909) saranno attivi ben oltre il 1914: Alfred Loisy morirà nel 1940 ed Ernesto Buonaiuti nel 1946.

In realtà, il modernismo non è mai finito: è un fenomeno intrinseco alla Chiesa come l’acidità di stomaco. Va combattuto, ma poi sempre rispunta. Questo perché riguarda la relazione che la Chiesa ha con il mondo, relazione che tende spesso a essere squilibrata. Nei miei studi recenti ho capito che la nouvelle théologie, il Concilio, la teologia della liberazione non sono momenti sorgenti ma tappe del percorso segnato dal modernismo, a sua volta non estraneo ai valori dell’umanesimo, della Rivoluzione francese, del protestantesimo liberale, dell’illuminismo e del lavoro dietro le quinte delle società segrete, di un certo sionismo e di sette esoteriche. Ora il Concilio Vaticano II mi appare sotto una luce più chiara perché capisco che il vero problema non è il Concilio stesso, ma tutto ciò che viene molto prima e in esso è sfociato.

Lo studio della storia della Chiesa mi fa vedere tutto con più chiarezza. Il vero problema della Chiesa non è questo o quel papa, ma proprio il modernismo, una attitudine che la consuma dal di dentro. Se tu vedessi come il modernismo era diffuso ai tempi di san Pio X resteresti stupefatto. Certo, quel pontefice reagì con impeto, ma oggi il veleno modernista si è evoluto sviluppando anche qualità anestetiche. Molto clero non si accorge nemmeno più che lo spirito da essi seguito non è quello che viene da Dio, ma quello insinuato dal mondo.

Vorrei poterti dire che c’è una soluzione, ma non è così. C’è chi crede di farsi la sua “Chiesa perfetta in miniatura” (che poi perfetta non è mai), come il presidente della Costa d’Avorio che si fece riprodurre una basilica di San Pietro a grandezza naturale. Eppure, io continuo a pensare che fra una cadente basilica di San Pietro in Vaticano e una sfolgorante basilica di San Pietro in Costa d’Avorio sia sempre meglio affidarsi, consapevoli della verità, alla prima.

https://www.aldomariavalli.it/2021/09/26/lettera-ad-aldo-maria-valli-sul-modernismo/

«Una puttana sciolta»: Dante e la chiesa del suo tempo. (#Dante, Purgatorio, canto XXXII, vv. 148-153)

La parte finale del canto XXXII è così cupa, violenta e spaventevole che, in un primo momento, avevo deciso di sorvolare, tenendomene un po’ alla larga. Per questo ieri ne ho trattato in maniera molto sommaria, nella parte finale dell’articolo. Pensandoci meglio, tuttavia, mi pare che in quella terribile visione della storia della chiesa vi sia un amaro farmaco che a noi fa bene prendere, per guarirci da due malattie opposte e concomitanti: da una parte il pessimismo (facilmente rancoroso) di chi guarda con sgomento alla presente situazione della chiesa e nutre in special modo una sfiducia che talvolta sconfina nel disprezzo nei confronti della gerarchia che la governa; dall’altra l’ottimismo (facilmente artificioso) di chi difende tutto per partito preso e si scandalizza di ogni critica rivolta al papa e ai vescovi. Un ottimismo che, quando non è ingenuo (ai limiti dell’incoscienza puerile), pretende di spacciare per speranza ciò che è piuttosto il frutto di una cecità deliberata di fronte agli scandali, alle miserie e alla scipitezza di un cristianesimo ormai agonizzante, per non dire comatoso.

Guardiamo dunque a Dante, che è al tempo stesso pieno di speranza più di qualunque altro uomo al mondo (parole sue, dette nel canto XXV del Paradiso, vv. 52-53) e totalmente privo di complessi o di timori reverenziali quando si tratta di dire la verità sulla reale condizione del popolo di Dio. In questo passo egli dice che l’«edificio santo» della chiesa, simboleggiato dal carro, si è trasformato al punto che «simile mostro visto ancor non fue» (v. 147), e che sopra quel carro «sicura, quasi rocca in alto monte, / seder sovresso una puttana sciolta / m’apparve con le ciglia intorno pronte» (vv. 148-150). Una puttana sciolta: io non conosco un insulto più violento e sboccato di questo, rivolto da un cristiano all’autorità di governo della sua chiesa: nell’immagine di ascendenza apocalittica, va infatti riconosciuta senza dubbio la figura della chiesa nella sua dimensione istituzionale: papa, cardinali, vescovi, curia romana … «Di costa a lei», dice sempre il profeta Dante, sta «dritto un gigante» – nel quale tutti i commentatori vedono la rappresentazione del potere mondano (allora il re di Francia, oggi decidete voi) – «e basciavansi insieme alcuna volta» (vv. 152-153). Una puttana che amoreggia col suo «feroce drudo»: questa è l’immagine della chiesa del suo tempo (quella dei papi trasferiti ad Avignone, a far da cappellani ai re di Francia).

Noi, che profeti non siamo, non ci permetteremmo mai di usare parole come le sue. Ce ne guarderemo bene. Impariamo però da lui a non scandalizzarci della parresia, quella vera.

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https://leonardolugaresi.wordpress.com/2021/09/24/una-puttana-sciolta-dante-e-la-chiesa-del-suo-tempo-dante-purgatorio-canto-xxxii-vv-148-153/


RUBRICA SPIRITUALE DEDICATA ALLA
SANTISSIMA VERGINE MARIA


a cura della Fraternità San Pio X


Maria è vera Madre di Dio



(chiesa di Santa Maria ad Efeso, dove venne proclamato il titolo di «Madre di Dio»)


Pubblicata dalla FSSPX il 25  settembre 2021



La Sacra Scrittura afferma la maternità divina in maniera eloquente: «Ecco concepirai un figlio, lo darai alla luce e lo chiamerai Gesù. Sarà grande e chiamato Figlio dell’Altissimo; il Signore Dio gli darà il trono di Davide suo padre e regnerà per sempre sulla casa di Giacobbe e il suo regno non avrà fine» (Lc. 1, 31-33).

San Paolo dice anche: «Ma quando venne la pienezza del tempo, Dio mandò il suo Figlio, nato da donna, nato sotto la legge» (Gal. 4, 4).

Un dogma di fede

Si tratta quindi di un dogma della nostra fede cattolica: la Santa Vergine Maria è Madre di Dio.
Il dogma è stato formulato da San Cirillo d’Alessandria, nel primo dei suoi “anatematismi”.

Il testo fu ripreso dal concilio di Efeso nel 431: «Se qualcuno non confessa che l’Emmanuele è Dio nel vero senso della parola e che perciò la Santa Vergine è Madre di Dio perché ha generato secondo la carne il Verbo che è da Dio, sia anatema» (Denzinger, 252).

Alcuni potrebbero chiedersi come una creatura possa essere detta «Madre di Dio».

Ma se questo titolo sembra straordinario, esso è assolutamente veridico. E’ utile comprendere la ragione profonda che giustifica questo eterno titolo di gloria della Vergine.

Il linguaggio umano può designare uno stesso essere in modo diverso secondo i suoi vari aspetti. Così, possiamo dire «quest’uomo è un teologo» per dire «San Tommaso d’Aquino è un teologo», poiché San Tommaso è un uomo, ora in cielo.

Ora, il nome «Dio» può designare tutte le persone divine: il Padre o il Figlio o lo Spirito Santo, cioè l’intera Trinità.

E’ per questo che tutto ciò che è detto del Figlio è come dirlo di Dio. Dire «il Figlio si è incarnato» è come dire «Dio si è incarnato».

Ora, il santo Vangelo parla di Gesù Cristo come «figlio di Maria».
Ne deriva che «Dio è figlio di Maria» e cioè che Maria è «Madre di Dio».

Questa maternità deriva da una vera generazione naturale: la Madonna ha realmente concepito e messo al mondo Gesù, Gli ha veramente dato il suo corpo umano. E’ una relazione interamente reale: Maria si relaziona a Gesù come la madre a suo figlio.

Il dogma della maternità divina distrugge l’eresia di Nestorio

Nella sua enciclica Pascendi dominici gregis contro il modernismo, il Papa San Pio X dice della Santissima Vergine che ella è «distruttrice di tutte le eresie». Ne abbiamo un magnifico esempio nella maternità divina.

La proclamazione della Vergine come «Madre di Dio», Théotokos in greco, venne fatta
per respingere l’eresia di Nestorio. Questo patriarca di Constantinopoli (428-431)
pretendeva che in Gesù Cristo vi fossero due persone: una persona divina e una persona umana. Questa eresia divideva Cristo e distruggeva il dogma dell’Incarnazione. La conseguenza era il rifiuto del titolo di Théotokos.

L’eresiarca venne combattuto da San Cirillo d’Alessandria. L’approvazione da parte della Chiesa della formula «Madre di Dio», avvenuta nella chiesa Santa Maria ad Efeso, respinse definitivamente l’eresia nestoriana. Fu così che Maria trionfò vittoriosamente su questo grave errore, schiacciando un’altra volta la testa del serpente.

Accogliamo il voto di San Pio X: «Che la Vergine Immacolata, distruttrice di tutte le eresie, vi aiuti con la sua preghiera».

http://www.unavox.it/Rubrica_spirituale_FSSPX/116_Maria_vera_Madre_di_Dio_25_settembre_2021.html

1 commento:

  1. In Amazzonia c’è un sacerdote di origini austriache ma naturalizzato brasiliano, Erwin Kräutler, classe 1939, il quale è stato nominato vescovo di Xingu da Giovanni Paolo II, e lo è rimasto per sette lustri, dal 1981 (dal 1980 come coadiutore) al 2015, quando ha chiesto di essere sollevato dall’incarico per raggiunti limiti di età (75 anni). È giunto nel bacino del Xingu nel 1965 e dunque vive fra gli indigeni da cinquantasei anni. In tutti questo tempo…Non ha mai cercato di convertire nessuno; non ha mai battezzato un solo indigeno in quarant’anni di attività “missionaria”…. si vanta di non aver mai battezzato un solo indigeno….Come Bergoglio, questo signore è molto amato dai poteri oligarchici, dietro i quali agiscono istituzioni che mentre versano una lacrimuccia per la sorte della foresta pluviale, scatenano una pandemia per instaurare il Nuovo Ordine Mondiale; e mentre fingono di preoccuparsi per il destino di alcune migliaia d’indigeni amazzonici, progettano l’asservimento e lo sterminio di centinaia di milioni di esseri umani in tutto il pianeta.No, così non va. Questi non sono operai della vigna santa. E se non sono da Dio, da chi sono allora?
    http://www.accademianuovaitalia.it/index.php/cultura-e-filosofia/la-contro-chiesa/10370-operai-nella-vigna-del-signore

    L’attività missionaria come è concepita dalla mente (distorta) dei preti modernisti, una conferma tra tante:
    “Alcuni anni or sono, in una nota località di villeggiatura dove in estate si fa raccolta di fondi per le missioni, nell’omelia domenicale il parroco riferiva la destinazione dei fondi raccolti l’anno precedente; era lì presente un folto gruppo di bambini, ai quali il don era solito rivolgere domande retoriche, in stile catechismo modernista. Ad un certo punto si rivolse loro chiedendo “bambini, cosa ci vanno a fare i sacerdoti nelle missioni?”, al che i piccoli risposero in coro “ad aiutare a costruire case, scuole, ospedali”; “ecco, vedo che avete capito cosa significa fare il missionario”, replicò il parroco.
    Negli anni cinquanta essi avrebbero sicuramente risposto (così come anche noi stessi) “ a convertire gli infedeli per portarli a Cristo, in Paradiso”.
    http://www.unavox.it/ArtDiversi/DIV3744_Catholicus_Proselitismo.html


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