ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 25 novembre 2015

I chierichetti della Basilica di San Pietro


SACRO BORDELLO - QUALCHE CHIERICHETTO DEVE ESSERE RIUSCITO A SBIRCIARE NEI FASCICOLI DELLA NUOVA VATILEAKS E PARE CHE NE SIA RIMASTO MOLTO TURBATO. E SÌ, PERCHÉ IN QUELLE PAGINE DI FATTI RACCOLTI CE NE SIANO DAVVERO MOLTI. COMPRESE ALCUNE NOVELLE DEGNE DEL PIÙ SPUDORATO BOCCACCIO…

Fatti, conversazioni, atteggiamenti non proprio lineari, in grado di svelare non solo quelle che si chiamano tecnicamente notizie di reato, ma anche di restituire un chiaro spaccato delle relazioni esistenti fra alcuni soggetti attualmente alla sbarra che come interesse non avevano proprio lo zelo apostolico…. -

nuzzi fittipaldi chaouquiNUZZI FITTIPALDI CHAOUQUI
Dagoreport

I chierichetti della Basilica di San Pietro non riescono più a ricordare per quale motivo sono state chiamate cinque persone dal Tribunale vaticano. Ruoli e responsabilità assai diverse che verranno evidenziate e chiarite ma certo alcuni ritengono che il vero motivo sia quello di essersi macchiati o di aver concorso “nell’alto tradimento al Santo Padre”.

I fatti che riguardano la sostanza del processo sono infatti spariti della pagine dei giornali ed è sempre più difficile tirare una linea dritta sul tema e provare a capirci qualcosa. Ma “i fatti sono testardi”, come amava dire il procuratore aggiunto Robledo all’inizio delle sue requisitorie al Tribunale di Milano, ed è proprio da quelli che prima o poi bisognerà ripartire.
nuzzi e fittipaldi sul banco degli imputati in vaticano accanto a francesca chaouqui e vallejo baldaNUZZI E FITTIPALDI SUL BANCO DEGLI IMPUTATI IN VATICANO ACCANTO A FRANCESCA CHAOUQUI E VALLEJO BALDA

Per far incazzare i gendarmi, persone pacifiche che come primo obiettivo mettono quello di non finire schiacciati nel tritacarne delle molte talari che animano i Sacri palazzi, davvero ci vuole molto talento. Lo sa bene la lunga serie di grassatori, spioni e gente di umanità varia, che nel corso degli anni sono finiti nell’Ufficio di Giani, comandante dei Gendarmi di Sua Santità.

Ma allora come mai proprio la misericordiosa Chiesa di Papa Francesco utilizza la strategia del “pugno duro” nei confronti di questi signori. Pochi si fanno questa domanda ed è forse l’unico vero peccato. La risposta è semplice e si trova nelle 1.027 pagine di atti depositati lo scorso 20 novembre presso l’Ufficio del Promotore di Giustizia Vaticano.
gianluigi nuzziGIANLUIGI NUZZI

I chierichetti di San Pietro raccontano di aver visto il Papa dispiaciuto all’indomani della scoperta del tradimento di un suo monsignore e che abbia dato luce verde all’operazione per dare Urbi et Orbi il messaggio che quelle persone non erano in missione per conto suo. Basta rileggere le ultime righe del bollettino dei primi arresti diffuso della sala stampa vaticana. In Vaticano, si sa, nemmeno una parola viene scritta per caso.

Alcuni di questi allegri e curiosi chierichetti giocano spesso a nascondino dietro l’ufficio della Gendarmeria e a forza di passare il tempo nel parcheggio delle auto di servizio qualcuno di loro deve essere riuscito a sbirciare fra le pagine contenute nei fascicoli della nuova Vatileaks e pare che ne sia rimasto molto turbato.

il processo vatileaks nuzzi fittipaldi chaouquiIL PROCESSO VATILEAKS NUZZI FITTIPALDI CHAOUQUI
E sì, perché in quelle pagine di fatti raccolti ce ne siano davvero molti. Comprese alcune novelle degne del più spudorato Boccaccio. Fatti, conversazioni, atteggiamenti non proprio lineari, in grado di svelare non solo quelle che si chiamano tecnicamente notizie di reato, ma anche di restituire un chiaro spaccato delle relazioni esistenti fra alcuni soggetti attualmente alla sbarra che come interesse non avevano proprio lo zelo apostolico.

gianluigi nuzzi e emiliano fittipaldiGIANLUIGI NUZZI E EMILIANO FITTIPALDI
Vedremo se altre gendarmerie forse più garantiste ma certo più esperte continueranno il lavoro degli investigatori vaticani. Ma intanto possiamo stare certi che il processo andrà avanti placido, nella serena quiete del Vaticano. Prima o poi sbucheranno fuori molti fatti con tempi e procedure che Sancta Romana Ecclesia conosce e gestisce meglio di qualsiasi altro ufficio di comunicazione. E allora forse sì che sarà meglio trovare rifugio altrove.

gianluigi nuzzi e emiliano fittipaldiGIANLUIGI NUZZI E EMILIANO FITTIPALDIfrancesca chaouquiFRANCESCA CHAOUQUI145804103 d689eaca 2eef 486b aed3 83e37f4e027f145804103 D689EACA 2EEF 486B AED3 83E37F4E027Femiliano fittipaldiEMILIANO FITTIPALDIemiliano fittipaldi e gianluigi nuzziEMILIANO FITTIPALDI E GIANLUIGI NUZZIemiliano fittipaldi e gianluigi nuzziEMILIANO FITTIPALDI E GIANLUIGI NUZZIfrancesca chaouquiFRANCESCA CHAOUQUI
HTTP://WWW.DAGOSPIA.COM/RUBRICA-29/CRONACHE/SACRO-BORDELLO-QUALCHE-CHIERICHETTO-DEVE-ESSERE-RIUSCITO-SBIRCIARE-113731.HTM
francesca chaouquiFRANCESCA CHAOUQUIgianluigi nuzzi e emiliano fittipaldi francesca chaouquiGIANLUIGI NUZZI E EMILIANO FITTIPALDI FRANCESCA CHAOUQUI



CORVI PER NIENTE IN GABBIA - NUZZI CONTRO VESPA: ''INVITA BERTONE A CENA MA NON MI DÀ DIRITTO DI REPLICA'', E MANDA UN SMS A RENZI: ''POSSIBILE CHE IL GOVERNO ITALIANO NON DICA NULLA SU GIORNALISTI INQUISITI DA UNO STATO STRANIERO?'' NESSUNA RISPOSTA - CHAOUQUI: ''DA VALLEJO ACCUSE FOLLI, TIPO CHE LAVORO PER LA MAFIA CINESE E HO COMBATTUTO COI TAMIL''

Nuzzi contro il modo in cui ''Porta a Porta'' ha trattato il caso Vatileaks: ''Dà spazio a uno che mi accusa di ricettazione'' - Chaouqui: ''Se condannata, rifiuterò la grazia. Dovranno preparare una cella per me e una per il mio bambino. Vallejo Balda lo querelo, ha depositato una memoria con accuse patetiche''...

nuzzi fittipaldi chaouquiNUZZI FITTIPALDI CHAOUQUI
1. VATILEAKS 2: NUZZI, HO MANDATO SMS A RENZI, NON HA RISPOSTO
 (ANSA) - "Ho mandato un sms a Matteo Renzi: silenzio sorprendente del governo sul processo a due giornalisti italiani in uno stato straniero". Lo ha detto Gianluigi Nuzzi, sotto processo in Vaticano per il suo libro 'Via Crucis', intervistato questa mattina da 'Mattino cinque'.

gianluigi nuzzi e emiliano fittipaldiGIANLUIGI NUZZI E EMILIANO FITTIPALDI
"Stamattina - ha proseguito il giornalista, secondo quanto riferisce una nota - mi sono svegliato e ho fatto un gesto, magari sbagliato. Mi sono svegliato alle 8 e ho mandato un Sms al nostro Presidente del Consiglio Matteo Renzi scrivendogli: 'Presidente, è sorprendente questo silenzio di tutto il governo sul processo che viene fatto a due giornalisti italiani in uno stato straniero'. Risposta: nessuna. Mi scuso con Renzi se svelo questa cosa, mi sono permesso di mandare questo messaggio e credo che sia un messaggio cortese".

"Faccio una domanda: se noi fossimo stati in Corea del Nord - osserva Nuzzi - e fossimo accusati dello stesso reato, i nostri politici avrebbero preso posizione in tanti, avrebbero criticato il governo della Corea del Nord. Sul Vaticano, che è molto più vicino e col quale noi abbiamo un bellissimo rapporto storico di amicizia, c'è un silenzio pneumatico".
BERGOGLIO - RENZIBERGOGLIO - RENZI


2. NUZZI CONTRO VESPA: "INVITAVA BERTONE A CENA, A PORTA A PORTA NON MI DÀ DIRITTO DI REPLICA"
Massimo Galanto per www.tvblog.it

Gianluigi Nuzzi su Twitter ieri notte ha manifestato tutta la sua amarezza (eufemismo) per come Bruno Vespa ha trattato nella puntata di ieri sera di Porta a Porta il caso Vatileaks e in particolare la notizia dell'inizio del processo in Vaticano che vede tra gli imputati anche il giornalista, in quanto autore del libro Via Crucis.

Nuzzi, che è anche vice direttore di Videonews, la testata giornalistica di Mediaset ha tuonato contro certi conduttori televisivi che vanno (andavano?) a cena con il cardinal Bertone.

Gianluigi Nuzzi ? @GianluigiNuzzi
VESPA BERTONEVESPA BERTONE
Ma ricordo solo io le cene di #Bertone con certi conduttori televisivi ? Ahhhh

Il riferimento si è fatto poco dopo esplicito:

Gianluigi Nuzzi ? @GianluigiNuzzi
Capisco: @BrunoVespa invitava a cena #Bertone,quello dell'attico,ma non  dar replica a @RaiPortaaPorta ai giornalisti mah servizio pubblico?


BRUNO VESPA PRENDE LA COMUNIONE DA MONSIGNOR VALLEJO I PAPI SANTI SULLA TERRAZZA DELLA PREFETTURABRUNO VESPA PRENDE LA COMUNIONE DA MONSIGNOR VALLEJO I PAPI SANTI SULLA TERRAZZA DELLA PREFETTURA
Il conduttore di Quarto Grado, che ieri sera ha presenziato nel salotto di Floris a DiMartedì, ha annunciato che potrebbe procedere con una querela. Nei confronti di chi? Non lo sappiamo. Sappiamo che ospiti di Bruno Vespa erano Giovanni Maria Vian, direttore dell'Osservatore Romano, il giornalista e scrittore Stefano Lorenzetto (che in puntata ha parlato esplicitamente di "ricettazione" e "furto" da parte dei giornalisti imputati), Caroline Pigozzi, corrispondente di Paris Match e Valentina Alazraki, vaticanista di Televisa.


Gianluigi Nuzzi ? @GianluigiNuzzi
A @RaiPortaaPorta @BrunoVespa da' spazio a uno che mi accusa di  inesistente ricettazione ora valuto querela e complimenti x diritto replica

bruno vespa sulla terrazza dei papi santiBRUNO VESPA SULLA TERRAZZA DEI PAPI SANTI

nickpugliese ‏@nickpugliese50
@GianluigiNuzzi @RaiPortaaPorta @BrunoVespa lo stesso diritto di replica che hai dato a tutte le persone che accusi nel tuo libro



‏@GianluigiNuzzi
@nickpugliese50 @RaiPortaaPorta @BrunoVespa non è' lo stesso: lì si accampano opinioni su falsità, nel libro solo fatti

Arriverà la replica di Vespa?


3. VATILEAKS2, LA CHAOUQUI: «TUTTE BUGIE, CHIEDERÒ LO STATUS DI RIFUGIATA»
Virginia Piccolillo per il ''Corriere della Sera''

I PAPI SANTI TERRAZZA PREFETTURA BRUNO VESPA E FRANCESCA CHAOUQUII PAPI SANTI TERRAZZA PREFETTURA BRUNO VESPA E FRANCESCA CHAOUQUI
«Sono innocente. Se condannata, rifiuterò la grazia. Dovranno preparare una cella per me e una per il mio bambino». Parla Francesca Immacolata Chaouqui, nel giorno in cui si è aperto il processo contro i «corvi» di Vatileaks II, rivendica la propria innocenza, si prepara a chiedere lo status di rifugiato politico in Italia. Ma soprattutto tuona contro monsignor Angel Lucio Vallejo Balda: «Lo querelo».

Addirittura. Perché? La «pierre» è un fiume di lava infuocata: «Ha depositato una memoria contro di me con accuse surreali, patetiche». Tipo? «Essere la rappresentante in Italia della mafia cinese e che ho fatto la guerra con i Tamil...».

francesca chaouquiFRANCESCA CHAOUQUI
Il dibattimento è iniziato martedì E Francesca Immacolata Chaouqui si è ritrovata nello stesso banco degli imputati con il suo ex capo nella commissione Cosea, voluta da papa Francesco per la trasparenza delle finanze vaticane. Come ci è arrivata a quella consulenza? «Sono stata chiamata dalla segreteria di Stato. Ero nella comunicazione di Ernst & Young, non avevo avuto contatti con il Vaticano, solo con qualche cardinale».

Al processo l’hanno descritta sciatta e con i pantaloni sbottonati: «Sbottonati? Non me ne sono accorta. Per me trovarmi nel luogo del cuore, dove mi sono recata per servire e ho fatto tutto gratis, è stata dura. Ma vedere Balda col clergyman , sorridere ai giornalisti e dire che sta bene è la cosa che mi ha fatto più male», accusa. E spiega: «Lui era l’unico prete della commissione. Quello che avrebbe dovuto guidarci, invece ci ha messo in questa situazione gravissima nei confronti del Papa».

FRANCESCA CHAOUQUI INTERVISTATA DALLE IENEFRANCESCA CHAOUQUI INTERVISTATA DALLE IENE
C’è chi obietta che la fuga di notizie è servita a far emergere la verità: «Ma il suo compito era combattere la corruzione nella Curia, non dare notizie», contesta la Chaouqui. In realtà anche lei è accusata della diffusione dei documenti finiti in «Via Crucis» di Gian Luigi Nuzzi e «Avarizia» di Emiliano Fittipaldi. Ma lei nega: «Vedrete. Non c’è una prova documentale che abbia dato anche solo un foglio».

Nel processo si ipotizzano pressioni. «Mai ricevute. Mai fatte», dice sicura. Neanche su monsignor Balda? C’è chi parla di ricatti. «Ricattarlo io? Anzi. Ho appreso dagli atti che lui aveva una grande familiarità con i giornalisti: pranzi, cene, incontri. Forse nel tentativo disperato di salvarsi, ha detto quelle cose surreali su di me». Anche lei non è stata tenera con il monsignore. In chat lo insulta con epiteti come «verme».

corrado lanino francesca immacolata chaouquiCORRADO LANINO FRANCESCA IMMACOLATA CHAOUQUI
Come mai? «Per me è stata una persona importante, un amico. Era da solo a Roma e lo invitavo, assieme alla madre, a cena da me». I maligni hanno sussurrato di un rapporto speciale. «Ma per carità. È ben altro l’oggetto dell’interesse del monsignore. Ad un tratto gli è scattato una sorta di raptus narcisistico. Andava alle feste. Offriva cene e biglietti gratis. Quindi ho preso le distanze». Ma dirgli «sei un religioso di m...», un «povero c...» non è un po’ troppo? «Lui aveva cominciato a parlare male di me».

In quei messaggi, di lei, Balda dice: «Vuole controllare la mia vita». Di suoi ricatti sospetta anche la procura di Terni.Possibile che capitino tutte a lei? «Vorrei trovarlo almeno uno che si sente ricattato da me. Di quell’indagine ho solo letto sui giornali cose false». Accuse pesanti: aver utilizzato segreti vaticani raccolti anche grazie alla complicità di suo marito tecnico informatico. «Questa è la più bella. Mio marito, consulente informatico privato, non ha mai lavorato in Vaticano, dove è venuto solo per la Messa».
FRANCESCA CHAOUQUI PRENDE LA COMUNIONEFRANCESCA CHAOUQUI PRENDE LA COMUNIONE

Il suo avvocato, Giulia Bongiorno, parla di «reato politico» e valuta di farla astenere dal processo: «Il corpo della gendarmeria e il comandante Giani hanno l’umanità e la cortesia raccomandata da papa Francesco. Ma invocherò l’aiuto delle mie istituzioni dichiarandomi rifugiata». E se tutto dovesse andare storto? «Intanto c’è il mio bambino che è un dono di Dio. E se mi condanneranno, mi dovranno portare in galera».

      

Vaticano, un processo d'altri tempi

Vaticano, un processo d'altri tempi
L'avvocato difensore va scelto in un elenco apposito

di Cesare Maffi

C'è un eccesso di stupore per la procedura seguita Oltretevere nei confronti dei cinque imputati per la diffusione di notizie e documenti riservati. È del tutto inutile lamentare tempi, metodi, norme, che appaiono chilometricamente distanti dalle procedure penali di casa nostra. Il Vaticano, inteso come Stato sovrano, ha proprie norme, penali e di procedura penale, che in larga misura sono ancora quelle vigenti in Italia nel 1929, soltanto in parte riviste. Fra l'altro, da soli due anni è stato introdotto proprio il reato per il quale monsignor Vallejo Balda, la sua ex collaboratrice Francesca Chaouqui, l'altro collaboratore Nicola Maio e i due giornalisti Emiliano Fittipaldi e Gianluigi Nuzzi si trovano oggi alla sbarra. La «divulgazione di notizie e documenti», infatti, è dal 2013 un reato, inserito fra i «delitti contro la Patria» (come da rubrica dell'antico codice penale italiano) dopo la diffusione di documenti operata dal maggiordomo pontificio Paolo Gabriele.

Naturalmente appare riprovevole in Italia (e in altri Paesi) che si possa perseguire l'autore di un libro che ha divulgato notizie e documenti che non risultino al nostro sentire segreti di Stato. Altrettanto sembra una violazione del diritto di difesa obbligare un imputato a scegliersi un difensore in un ristretto elenco di legali autorizzati, i quali possono perfino sembrare avvocati graditi allo Stato. Però alla base di tutto sta che i Patti lateranensi hanno fatto nascere uno Stato sovrano, la Città del Vaticano. Questo Stato si è dato proprie leggi, che possono non piacere a chi non sia cittadino vaticano, e probabilmente non piacciono nemmeno a qualche cittadino vaticano; tuttavia sono espressione della sovranità di quello Stato.

Alcune o molte disposizioni sono lontane dal diritto che regge normalmente i Paesi europei? Senz'altro. Basterebbe ricordare quanto prevede l'articolo 1 della nuova (risale al 2008) legge sulle fonti del diritto vaticano («L'ordinamento giuridico vaticano riconosce nell'ordinamento canonico la prima fonte normativa e il primo criterio di riferimento interpretativo»), per capire quanto sia distante il diritto praticato nelle Mura Leonine da quelli vigenti fuori di quel ristretto perimetro. Aggiungiamo che la nuova legge fondamentale dello Stato Vaticano (risale al 2000 e costituisce l'equivalente di una carta costituzionale), anche qui nell'articolo iniziale, sancisce che spetta al «Sommo Pontefice, Sovrano dello Stato della Città del Vaticano la pienezza dei poteri legislativo, esecutivo e giudiziario». Altro che divisione dei poteri, principio di legalità, insegnamenti di Montesquieu! Il papa può fra l'altro (articolo 16) «in qualunque causa civile o penale ed in qualsiasi stadio della medesima deferirne l'istruttoria e la decisione ad una particolare istanza, anche con facoltà di pronunciare secondo equità e con esclusione di qualsiasi ulteriore gravame». Che fine fa il giudice naturale previsto per legge?

Che il papa possa intromettersi negli organi giudiziari emerge da due circostanze. Quando sono scattati i provvedimenti restrittivi per monsignor Balda e per l'esperta di pubbliche relazioni, il papa è stato informato dalla giustizia vaticana e ha dato la sua approvazione. Balda ha spiegato ieri che «il papa vuole fare presto». Se il capo dello Stato interviene in tal modo su un organo giudiziario, come volete mai che siano garantiti, nei domini temporale del pontefice, princìpi giuridici oggi comune patrimonio civile?
www.italiaoggi.it/giornali/dettaglio_giornali.asp




Nessun commento:

Posta un commento

Nota. Solo i membri di questo blog possono postare un commento.