La Cattolica. Il vero senso dell'«Extra Ecclesiam nulla salus».
Pubblico una parte dell'Epilogo col quale Mons. Gherardini chiude il suo excursus sapienziale su La Cattolica, sulle orme di S. Agostino. [vedi - vedi]
Buona lettura e buon nutrimento di buon "cibo solido", genuinamente e luminosamente cattolico, che ho trovato copioso, ricolma di inatteso stupore e sempre maggiore consapevolezza ad ogni pagina di questo prezioso testo.
[...] 8 - Lungo il percorso ecclesiologico tracciato da Sant'Agostino ci si è imbattuti in alcuni tratti apparentemente impervii, perché collegati a vicende da noi troppo lontane e ad una mentalità che i troppi saccenti dell'epoca moderna hanno ormai da tempo rifiutato. Riprendo perciò la discussione sul principio «Extra Ecclesiam nulla salus», che, pur non appartenendo al santo Vescovo d'Ippona, fu da lui recepito e riespresso in termini analoghi, divenendo più tardi un'idea-luce della tradizione agostiniana, ad incominciare da quel Fulgenzio da Ruspe (n. 468 † 533), il quale elaborò le più luminose illustrazioni del principio stesso. Codesta medesima tradizione s'integrò nella più volte secolare Tradizione cattolica ed alimentò fino a ieri, senza soluzione di continuità, la vita e le decisioni della Chiesa. Il suo Magistero solenne, inoltre, ha effettivamente emesso non pochi asserti direttamente o no riconducibili al suddetto principio, che pertanto negli anni della mia prima formazione teologica era ancor un chiaro ed indiscusso punto di riferimento. Oggi non è affatto chiaro ed è tutt'altro che indiscusso.
Oggi è infatti discusso il principio in se stesso. Si è sensibili ai cosiddetti elementi positivi delle altre religioni e su di essi si fa leva per negar, o almeno attenuare, l'esclusivismo salvifico della Tradizione cattolica. In alcuni casi un tele «esclusivismo» vien esso stesso «escluso» - non è un gioco di parole - da una critica serrata che speciosamente fa leva su Cristo e risolve il problema nella realtà e nelle luce del suo mistero pasquale. Come se il contestato principio fosse alieno da Cristo ed in special modo da quell'unità/unicità di Cristo/Chiesa ch'è il grande messaggio agostiniano delCristo totale. Ora, se è incontestabilmente vero che la salvezza può conseguirsi mediante la partecipazione al mistero pasquale di Cristo, resta tutt'altro che chiaro come possa darsi una tale partecipazione in circostanze estranee e talvolta perfino contrarie a Cristo. Per esempio, non è raro che l'accennata partecipazione venga oggi condizionata alla mediazione dell'amore. L'amore è infatti una forza d'urto formidabile; chi non ricorda l'agostiniano «Ama, et fac quod vis», se ami puoi fare quello che vuoi? Se non che il «quod vis» di sant'Agostino presuppone l'amore proveniente dallo Spirito Santo, la virtù infusa della carità soprannaturale, e su questa base egli formula icasticamente un altro ben noto principio «Lex itaque libertatis, lex caritatis» (Ep. 167,6,19). La carità che ama Dio per se stesso e tutt'i fratelli per amore di Dio è la liberazione della stessa libertà e diventa in tal modo il «pondus animae»: guida sicura, arbitro efficace, principio fonte e radice di tutte le virtù. Diciamo pure, allora, che l'amore media la partecipazione al mistero pasquale. A condizione, però, che non s'equivochi sull'amore. Nella prospettiva della salvezza cristiana - la quale non è il sentirsi a proprio agio, il raggiungimento della pace interiore, il compimento delle proprie aspirazioni di fondo, ma solamente la liberazione dal peccato ed il conseguimento della vita eterna - non rientra un amore puramente umano, anche se nobile, ma espresso fuori dall'ambito sacramentale. In ultim'analisi, non ci rientra neanche un non meglio precisato amor-di-Dio. Il rimanere nel vago è caratteristico della teologia contemporanea, ma è come la pretesa di friggere con l'acqua. Sì, tutto si risolve nell'amore ed in esso trova la sua più completa spiegazione anche il vecchio aforisma «extra Ecclesiam nulla salus». Ma fintanto che non esco dal vago e dal generico, continuo ad illudermi o ad illudere che si possa friggere con l'acqua.
Chiara la conclusione: l'amore sì, ma quello che:
- è il coronamento della fede e della speranza, radicato nella grazia e frutto della medesima;
- quello che, infuso nelle profondità dell'essere come dono soprannaturale per la sua origine e per il suo contenuto nel momento della rinascita battesimale, s'abbevera alle fonti del soprannaturale stesso mediante una vita intensamente sacramentale e si traduce in una continuata «obbedienza di Fede» (Rm 1,5; 16,26), ispirandosi al discorso del monte quale «magna charta» del pensare ed agire da cristiani;
- quello infine che, in forza dell'identità ed unità di Cristo e della Chiesa, ineguagliabilmente lumeggiata dal grande Ipponense, l'uno contempla nell'altra e solamente in questa riconosce il volto autentico dell'Uomo-Dio, l'adora e lo confessa.
La conseguenza allora è chiara: l'amore non solo non scalza dal suo secolare piedistallo l'«extra Ecclesiam nulla salus», ma, realizzando se stesso nella sola Chiesa, le dà atto d'esser titolare dell'esclusivismo salvifico che il principio in esame le tributa.
9 - Per uno scrupolo di completezza avrei dovuto dilungarmi pure su altri aspetti, e nient'affatto secondari, dell'ecclesiologia agostiniana. Avrei dovuto interessarmi all'intero edificio ecclesiologico costruito dal grande Vescovo d'Ippona, piuttosto che a qualche suo lineamento. Una tematica come quella del corpo mistico non si riduce al solo «Christus totus»; né quella della «Ecclesia permixta» si risolve nella compresenza di buoni e di cattivi in seno alla Chiesa; sarebbe anzi riduttivo anche il risolverla nelle due componenti del «Christus totus» il Capo e il Corpo, l'unico Cristo. Probabilmente Agostino trae dal «corpo bipartito» di Ticonio conseguenze che lo stesso Ticonio non aveva sospettato, essendosi limitato alla dialettica interna d'un'unica «civitas», là dove due son le «città» che per l'Ipponense si distinguono e si trascendono dialetticamente: quella di Dio e quella dell'uomo. Il De Civitate Dei, in effetti, evidenzia tutt'altro che un «corpo bipartito» la cui componente divina divinizza a sua volta quella terrena ed anticipa nella storia un emblema della città di Dio che dura in eterno. Era piuttosto il concetto ticoniano a idealizzar una Chiesa chge, nonostante la sua immanente dialettica, è tutta protesa verso la sua forma finale di Chiesa invisibile. In sant'Agostino l'impianto ecclesiologico è diverso: esso prevede, sì, una bipartizione, ma all'interno del Capo e del corpo, di Cristo e della Chiesa, ossia d'un solo ed unico Cristo. Grazie ad una tale unità, la possibilità d'aver accesso alla Chiesa invisibile passa necessariamente attraverso le maglie di quella visibile. Questa, poi, appunto perché corpo di Cristo, non potrà mai esser compiutamente se stessa se costretta in una struttura politica e tanto meno se a supporto di essa è, sì, la «città dell'uomo», non perché prigioniera dell terra ed avvolta nei suoi miasmi mefitici, ma perché congiunta col Capo come suo corpo e tutta soffusa dei suoi divini splendori che la raccordano con la «città di Dio».
Ciò non significa affatto che la compresenza della Chiesa agostinianamente strutturata di santi e di peccatori, allegoricamente raffigurati dalla compresenza nella stessa rete di pesci buoni e di pesci cattivi (Mt 13,4), non costituisca una sorta di «bipartitio». Non nel senso che una tale discriminazione costituisca l'essenza metafisica della Chiesa, ma sempre e soltanto che la stessa «ratio Ecclesiae» comprende la duplice componente del Capo e del corpo. In realtà, la Chiesa che sant'Agostino descrive nel suo esserci storico è insieme la Chiesa dei buoni e dei cattivi, dei santi e dei peccatori. La loro compresenza, però, non è affatto quella di due componenti della Chiesa, le cui due uniche componenti son il Capo e il corpo. È, per così dire, una compresenza esistenziale, priva d'efficacia costitutiva; se infatti ne avesse, il peccato entrerebbe nel costitutivo formale della Chiesa. Se non che, per il grande vescovo d'Ippona il solo pensare che la compresenza dei santi e dei peccatori finisca per contaminare la Chiesa e sfigurare la bellezza del suo volto, è un errore dei donatisti. La Chiesa è e resta, sin alla fine, «il Capo e il corpo, un solo Cristo».
Gesù aveva infatti insegnato che la cernita del grano e del loglio avviene alla mietitura, non durante la loro crescita. Agostino, non senza qualche se e qualche ma legati più alle contingenze storiche che alla chiarezza della dottrina, ne trae la conclusione che anche la separazione dei buoni dai cattivi sarà opera esclusiva di Dio e solo nell'ultimo giorno: certamente non oggi.
In ciò sta pure una caratteristica, che poi è un arricchimento, del La Cattolica: la quale non è solo senza limiti di tempo e di spazio, non solo universale perché di fatto estesa a tutto l'orbe cattolico. né solo perché portatrice d'un messaggio immutabile nel tempo di fronte a qualsiasi forma di cultura e livello di civiltà, ma anche in quanto ha le braccia aperte a tutti per esser di tutti la santa madre Chiesa.
Per una migliore comprensione, riferita anche alla situazione del nostro tempo, devo aggiungereche sant'Agostino ricordò ad eretici e scismatici che la vera Chiesa di Cristo, oltre a non essere infettata dal peccato dei suoi figli, neppure è frazionata dalle lacerazioni della sua veste. Per l'unità della Fede minacciata dall'errore e l'unità della Chiesa alle prese con lo scisma, la sua esistenza fu tutta un fervere di iniziative: concili parziali e plenari, lettere, scritti e trattati, non solo perché risaltasse agli occhi di ognuno quanto difformi dalla retta Fede e dalla sacra Tradizione fossero le posizioni dei suoi oppositori, ma anche e soprattutto perché più limpido potesse apparire allo sguardo di tutti il volto della Chiesa e perché tutti potessero riconoscer il esso il volto di Cristo.
Il problema di oggi è che oppositori ed eretici sono diventati, rispettivamente, interlocutori e addirittura inclusi canonicamente in essa, con la conseguenza di grande confusione e disorientamento, da cui possiamo uscire solo attingendo agli autentici Maestri come Agostino e alle vigili Sentinelle come Mons. Gherardini, col persistente aiuto della Grazia che riceviamo rimanendo fedeli alla nostra Madre Chiesa portatrice della Presenza del nostro Signore, al quale in primis va ogni onore e gloria ora e sempre.
Tuesday, December 13, 2011
RispondiEliminaWIKIPEDIA'S ENTRY ON SALVATION MISREPRESENTS THE CATHOLIC CHURCH
According to Wikipedia the Catholic Church does not teach exclusive salvation any more and Lumen Gentium 16 (invincible ignorance) refers to the ordinary means of salvation.(See Salvation, Wikipeida).
It says “…all salvation comes through Christ.” never mentioning the dogma extra ecclesiam nulla salus and the need for all people to enter the Church.
Wikipedia says :'For Catholicism, Christ provides the Church with "the fullness of the means of salvation which [the Father] has willed: correct and complete confession of faith, full sacramental life, and ordained ministry in apostolic succession." Then surprisingly the encyclopedia states:'To Catholic thinking, this does not mean that only Christians can enter heaven, for "By his death (Jesus, the Son of God) has conquered death, and so opened the possibility of salvation to all ."
This is false.We know that the ordinary means of salvation is Catholic Faith and the baptism of water (Ad Gentes 7,Lumen Gentium 14). If there is anyone saved in invincible ingnorance or the baptism of desire it would be known only to God so this is not the ordinary means of salvation nor even an issue. This is an error on Wikipedia. If they could make such a fundamental error here one does not know if there are similar errors on information provided on salvation in other religions.
Wikipedia states: ‘Thus, the Catholic Church clearly teaches that, although Christ is the Saviour of the human race, it is not necessary to know Him personally to be saved.’False. In general, it is necessary to know Jesus personally, to believe in Him and to be a member of the Catholic Church to be saved.
Wikipedia continues: ‘This is because Catholicism believes that the salvation, and reconciliation, of humanity took place when Christ died and rose again, and that this salvation applies to all people whether or not they realise this fact.’ This is false. Salvation is open to all people however to receive it they need to enter the Catholic Church .(Dominus Iesus 20).
Wikipedia states: ‘This in no way means that Catholicism believes that all religions are equal..’.The Church teaches not only that all religions are not equal but that other religions are not paths to salvation. Wikipedia continues,'but merely that not everyone knows of Christ and that even those who do may have had the Gospel presented in such manner as to have turned them away (e.g. by missionaries who were poor examples of the Christian life).'
We do not know of any case on earth of someone saved who has not heard the Gospel preached to them, so why does Wikipedia make this an issue.?
In its Declaration on Religious Freedom, Dignitatis humanae, the same Vatican II also stated:
”This Vatican Council declares that the human person has a right to religious freedom. This freedom means that all men are to be immune from coercion on the part of individuals or of social groups and of any human power, in such wise that no one is to be forced to act in a manner contrary to his own beliefs, whether privately or publicly, whether alone or in association with others, within due limits.
Catholics allow others their right to religious freedom and also ask for the right to affirm their own faith, the Catholic Faith.They also ask that others not represent the Catholic Faith falsely as in the case of Wikipedia. Vatican Council II (AG 7,LG 7) says all people need to enter the Catholic Church for salvation (to avoid Hell).The followers of other religions are oriented to Hell.Wikipedia also needs to mention this passage in Vatican Council II.
CONTINUED
http://eucharistandmission.blogspot.com/2011/12/wikipedias-entry-on-salvation.html
Monday, December 12, 2011
RispondiEliminaCBCEW ECUMENICAL OFFICERS, CATECHISTS AGREE THAT THE BAPTISM OF DESIRE IS NOT AN EXCEPTION TO THE DOGMA OUTSIDE THE CHURCH THERE IS NO SALVATION
The Conference of Catholic Bishops Conference of England and Wales (CBCEW) ecumenical offfers and catechists agree that the baptism of desire is not an exception to the dogma outside the church there is no salvation.
Since those saved in invincible ignorance are unknown to us there cannot be two interpretations of the dogma, ‘ rigorist interpretation’ and non-rigorist interpretation.The Conference of Catholic Bishops of England and Wales (CBCEW) is back to the centuries old interpretation of the dogma;the only interpretation. The secular media refer to the 'rigorist interpretation' of the dogma assuming there is a second interpretation. They assume that the baptism of desire and those saved in invincible ignorance are defacto known to us and so contradict the original interpretation of the dogma extra ecclesiam nulla salus.
Representatives of Churches Together in England and Ireland have been informed of this issue.
Catholics bishops seem to agree with the 'rigorist interpretation' of the dogma extra ecclesiam nulla salus.They agree there is no visible baptism of desire and so the baptism of desire and those saved in invincible ignorance are not exceptions to the thrice- defined dogma which Pope Pius XII called an 'infallible statement'.
These blog posts were sent to representatives of the CBEW asking for their comments.They have been sent to, among others, the:
General Secretariat lorraine.welch@cbcew.org.uk, Department of Dialogue and Unity dialunity@cbcew.org.uk, Department Administrator : grace.applewaithe@cbcew.org.uk
They accept that this is the teaching of the Magisterium.There are no denials. None of them claim that the baptism of desire is visible.
-Lionel Andrades
http://eucharistandmission.blogspot.com/2011/12/wikipedias-entry-on-salvation.html