ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 27 dicembre 2011

Si può ancora credere nell’Angelo custode?

di Francesco Lamendola - 27/12/2011            Fonte: Arianna Editrice [scheda fonte] 

È ancora possibile parlare agli uomini dell’Angelo custode?
È “ancora” possibile, vogliamo dire, dopo il disincanto dell’età adulta, che ripudia come “favola” e come “leggenda” tutto ciò che, nell’infanzia, è stato presentato e recepito come appartenente all’ordine soprannaturale della realtà?
Ed è “ancora” possibile farlo, dopo tutte le sdolcinatezze che la cultura New Age, precipitatasi su questo ghiotto boccone per sfruttarlo al massimo, ha ricamato intorno al ruolo svolto nella vita umana dalla presenza dell’Angelo Custode?
C’è, in un paese a pochi chilometri da qui, una edicola sacra, sulla quale è stata affrescata, a grandezza naturale, la classica iconografia dell’Angelo custode: una creatura splendente, alata, immensamente benevola, che prende per mano un bambino e lo accompagna con passo sicuro lungo i sentieri della vita, incontro al mistero finale di Dio.

Sacrilegio a Trento

Sacrilegio a Trento: la ‘chiesa’ di S. Simonino diverrà ‘sinagoga’

Martirio di San Simonino
“HAEC EST ORA VESTRA ET POTESTAS TENEBRARUM!”
d. CURZIO NITOGLIA – 27/12/2011
Il caso “S. Simonino”: un fatto storico
●«Simonino di Trento, Santo, Martire» (I. Rogger, voce Simonino, “Enciclopedia Cattolica”, Città del Vaticano, 1953, vol. XI, col. 640). La S. Sede, con papa Sisto IV, ha permesso il culto privato di Simonino come Martire il 10 ottobre 1475, soli sette mesi dopo il suo martirio. Mentre per l’iscrizione di Simonino col titolo di “Santo” al “Martirologio Romano”: «San Simonino da Trento crudelissimamente trucidato dai Giudei in odio alla Fede» bisogna attendere il 1584 e per il culto liturgico pubblico a Simonino bisogna attendere il 1588 con papa Gregorio XIII. Ora il “Martirologio Romano” è un Libro Liturgico della Chiesa Universale ed ha un’importanza dogmatica e magisteriale enorme, che secondo alcuni confina con l’infallibilità, poiché rappresenta la “Fede pregata” secondo l’adagio “lex orandi, lex credendi”. In senso stretto anche se Simonino è chiamato “Santo” nel Martirologio non si tratta di canonizzazione, ma solo di Beatificazione, tuttavia è una Beatificazione sui generis poiché concede al Beato non solo un culto locale nella Diocesi di Trento, ma un culto universale in tutta la Chiesa, come al canonizzato. I teologi spiegano che Simonino pur se non è stato canonizzato de facto è canonizzabile de jure (cfr. Divinitas 2/2003, “Canonizzazione e infallibilità”).
●Annibale Bugnini alla voce “Martirologio” sulla “Enciclopedia Cattolica” (Città del Vaticano, 1953, vol. VIII, coll. 244-258) spiega che «Il Martirologio è un Libro liturgico della Chiesa universale e ne ha tutto il valore dogmatico». Ossia rientra nell’oggetto secondario dell’infallibilità in quanto Legge ecclesiastica universale.
●Simonino fu martirizzato il 23 marzo 1475 ed il 23 giugno 1475 il processo contro gli omicidi era terminato. Appena un mese dopo la fine del processo, il 20 luglio, papa Sisto IV nominò una ‘Commissario pontificio’ per esaminare accuratamente l’operato del Vescovo di Trento e del processo contro gli assassini di Simonino. Per andare ancora più a fondo il Papa, cinque mesi dopo, dovette nominare una ‘Commissione cardinalizia’, che lavorò dal dicembre del 1475 sino al 20 giugno del 1478. I sei cardinali che componevano la ‘Commissione’ nominata da Sisto IV emisero la seguente sentenza, approvata dal Papa stesso con una ‘Bolla pontificia’: “il processo si è svolto giuridicamente bene e correttamente”.

Teologi (?) furbetti à la coque


CHIESA CATTOLICA: Gesù Cristo e il teologo moderno

Sabato 10 dicembre, a Belluno, il teologo friulano don Rinaldo Fabris, invitato dalla Fondazione Liberal, è venuto a presentare il suo ultimo ponderoso lavoro a cui ha dato il titolo Gesù Nazareno. Sono andato a sentire questo teologo con apprensione ma anche con speranza. Con apprensione perché, negli ultimi tempi, dai teologi sono venute tante di quelle idee confuse e contraddittorie che ci hanno allarmato sino a porci la domanda se essi credono veramente nella divinità di Gesù; con speranza perché, dopo l’uscita del secondo volume su Gesù da parte del Papa teologo, era venuta una folata di vento chiarificatore a spazzare le nubi dell’incertezza.
L’inizio è stato promettente. Il prof. Fabris ha spiegato il perché di quel suo titolo in apparenza riduttivo: Gesù Nazareno, senza alcun altro aggettivo. La spiegazione che ne ha dato mi ha rincuorato, perché essa si rifaceva a quanto sostenuto da Israel Zolli, il rabbino di Roma durante i difficili anni di guerra, poi convertitosi al Cristianesimo assumendo il nome di Eugenio in omaggio e in riconoscenza verso Pio XII. Nazareno significa, infatti, sotto l’aspetto semantico aramaico, “Oratore affascinante e trascinatore”.
Le apprensioni hanno preso corpo subito dopo, quando il professore è passato a ripetere la domanda che Gesù rivolse ai discepoli in quel di Cesarea di Filippo, l’odierna Banias: «Chi dite voi che io sia?»

Priori furbetti à la page

CHIESA CATTOLICA: Enzo Bianchi e i teologi olandesi

Apprendo con piacere della neo-nata vocazione apologetica del priore di Bose, Enzo Bianchi, che, sul quotidiano “La Stampa” di venerdì 23 dicembre, difende la Chiesa (olandese) rispetto a chi «specula» sulla tremenda piaga della pedofilia. La sua analisi è puntuale quando rileva come «i dati confermino ogni volta che la percentuale di tali crimini commessi all’interno delle istituzioni cattoliche non si discosta da quella relativa a qualsiasi tipo di istituzione che si prende cura dei minori, specialmente se prevede la convivenza quotidiana tra educatori e minori».
E fin qui nulla di nuovo, il rapporto Deetman, infatti, giunge alle stesse conclusioni di altre indagini di questo tipo condotte in varie parti del mondo. Il prosieguo rivela però altre intenzioni apologetiche.
«Ancora più improprio – dice Enzo Bianchi – mi appare l’accostamento delle cifre spaventose di abusi all’immagine della Chiesa olandese così aperta e all’avanguardia nella ricezione del Concilio Vaticano II, quasi a lasciar intendere che il clima di rinnovamento di quella stagione e l’episcopato più conciliare abbiano influito al terribile degrado».

Sana Teologia


Natale nella vita terrena, Natale in Paradiso
di Corrado Gnerre
 Quando sulla terra è Natale, in Paradiso è ugualmente Natale? Certo rispondere non è facile, ma... un accenno: per le anime beate, per la loro beatitudine essenziale, è sempre Natale e proprio nella luce di Dio colgono l’unione con il tempo della terra.
Voglio parlare di un argomento che è molto particolare... ma anche molto intrigante. È anche, però, un argomento abbastanza delicato, perché, trattandolo, facilmente si può sforare dalla giusta Dottrina, per cui bisogna fare molta attenzione. Mi riferisco ad una questione che può sembrare di scarsa importanza, ma che invece può avere implicazioni di rilievo soprattutto per quanto riguarda un’ulteriore dimostrazione della veridicità e della bellezza del Cattolicesimo. La questione verte su questa domanda: nel Paradiso esiste la dimensione temporale?

Lo strano caso della teologia della liberazione rivalutata in Vaticano


La possibile candidatura di Gerhard Ludwig Müller, vescovo di Ratisbona, quale nuovo prefetto della Congregazione per la dottrina della fede al posto del cardinale William Joseph Levada, ha suscitato qualche perplessità all’interno della curia romana per via dei suoi legami con il fondatore della teologia della liberazione, il prete peruviano domenicano Gustavo Gutiérrez.
Ieri, tuttavia, è stato l’Osservatore Romano a ricalibrare la figura di Müller pubblicando un suo articolo uscito lo scorso 6 dicembre sulla Tagespost. Il vescovo Müller, che vanta nel suo curriculum la cura dell’“Opera omnia” del teologo Ratzinger, ricorda che proprio all’interno della prossima uscita in Germania (febbraio 2012) del volume dedicato all’Escatologia saranno pubblicati due testi di Ratzinger nei quali egli, oltre a enucleare i “pericoli” insiti nel movimento teologico ne mostra anche “i princìpi positivi”.

La papista

Io, Catharina. La papista (parte 3)



IO, CATHARINA

terza parte:
LA PAPISTA
 
È Dio che ha separato lo Stato dalla Chiesa: perchè lo Stato la serva. La prima e l’ultima donna che parla al concistoro: “Il papa non tema se anche tutto il mondo gli è contro”. Caterina ai tempi dello scisma: “Il volto della Chiesa insudiciato per le impurità e la superbia” del clero. Caterina impugna spada e rosario, e incita il papa alla crociata. “Rivolgete contro i nemici della fede quelle armi che fino ad oggi avete usato per assassinarvi l’un l’altro”. Guerra contro gli infedeli sì; contro gli eretici no: “perchè sono cristiani”…sempre che non siano catari. “Coloro che sono posti nel giardino della santa Chiesa come fiori odoriferi; e noi vediamo che essi appuzzano tutto quanto il mondo”. “Il papa lavi il ventre della Chiesa”: ossia sradichi la corruzione del clero… o lo farà Dio con la tribolazione. Il pastore preghi e soffra per il gregge peccatore; in caso lo “percuota”. L’ultima profezia di Caterina: sul futuro turbolento della Chiesa

Perché dopo il Vaticano II la Chiesa è Entrata in Crisi. Perché si Risveglierà


Presentazione del libro da parte di Vincenzo Gubitosi presso l'Istuto Superiore di Scienze Religiose in Benevento, il 15 dicembre 2011.
Il nuovo libro di Alessandro Gnocchi e Mario Palmaro, La Bella Addormentata. Perché dopo ilVaticano II la Chiesa è entrata in crisi. Perché sirisveglierà, è appena uscito e già suscita attenzione e discussioni. Qual è infatti la grave colpa di Gnocchi e Palmaro? Quella di affrontare di petto le problematiche sorte col Concilio Vaticano II, con quell'amore per la Chiesa che non può che portare ad essere chiari ed espliciti. Dopo decenni di apologetica del Concilio, che addirittura parlava di Chiesa “postconciliare” (come se dal Vaticano II fosse uscita una Nuova Chiesa), dopo i tentativi di “salvare” acriticamente il Concilio, parlando di una sua “cattiva applicazione”, e di fronte a una crisi gravissima e profonda della Chiesa cattolica, il libro La Bella Addormentatacontinua quel cammino intrapreso da Mons. Gherardini e dal prof. de Mattei. È un cammino scomodo, ma è anche l'unico che può riportare, con la guida della Tradizione, la Chiesa a uscire dal disordine e a ricordarsi che il suo compito non è “adeguarsi” secondo regole di marketing, ma custodire e annunciare al mondo la parola di Dio. Ci ricordiamo come si apre il “Simbolo di Sant'Atanasio”? Con la frase: “Chiunque vuol essere salvo deve anzitutto mantenersi nella fede cattolica”. Senza equivoci: fede cattolica. Si dice anche: la Vera Fede.


lunedì 26 dicembre 2011

In GADU we trust!

La "FED" vieta Simboli cristiani nelle Banche USA.

dollar
di Corrado Belli

Povera America come ti hanno ridotto e dove ti stanno portando, cosa sia passato per la testa dei controllori della Banca centrale Federale USA o cosa sia stato loro ordinato da parte di chi la gestisce non è stato dato a sapere.

Fatto sta che durante un controllo da parte dei controllori della FED, Reserve in una banca nella città di Perkins "Oklahoma" hanno visto dei crocifissi e simboli che inneggiavano al Natale, come dannati si sono riversati nell'Ufficio del direttore chiedendo delle spiegazioni su quei simboli che erano stati messi all'interno della Banca, inoltre si apprestavano a far allontanare anche la Frase giornaliera che viene citata nella Bibbia, queste usanze vengono mantenute da generazioni in quasi tutti i negozi e banche in America, proprio quest'anno "guarda caso" la Fed da ordine di far allontanare da tutte le Banche simboli che ricordano il Cristianesimo e altre religioni a cui la società americana è legata da secoli, da considerare che nemmeno lo stato può permettersi di fare una cosa del genere e non pensiamo che bisogna dire che ci debba essere una divisione tra stato e chiesa dato che in questo caso lo stato non ha nulla da dire non essendo in società con la Fed.

Gesù bambino è la particella di Dio


A Natale vestiamo a festa le rovi­ne di Dio e della famiglia. Sospendiamo la verità giornaliera e ci caliamo nell'amabile bugia di una vi­ta ancora piena di Dio e di famiglia

di  - 
A Natale vestiamo a festa le rovine di Dio e della famiglia. Sospendiamo la verità giornaliera e ci caliamo nell'amabile bugia di una vita ancora piena di Dio e di famiglia.
Natale a Bologna
Natale a Bologna
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Ma è un addobbo natalizio per l'anima, è una recita a fin di bene, una tregua dalla vita vera sempre più disabitata di Dio e di famiglia, sempre più chiusa nella solitudine dell'io, senza scampo. O dispersa nella moltitudine del globale. La finzione è reciproca.
Di Dio osanniamo il lato nascente, Gesù bambino- che è poi per i credenti la vera particella di Dio - e per un giorno scansiamo la sua inesistenza o la sua abissale lontananza. E della famiglia celebriamo il ricordo dal vivo, quando era vera, totale, magari asfissiante ma insostituibile. A Natale torna la festa e si attacca a chi ancora resiste e a chi ancora non sa: sono loro- i vecchi e i bambini- a tenere acceso il Natale. E quando non ci sono più loro, il Natale si riempie del loro ricordo, diventa la mimesi allusiva di un tempo, di un mondo, di una pienezza domestica.

Vecchio cinema parrocchiale

Entrare nel vecchio cinema parrocchiale da tempo trasformato in orribile "sala polivalente" e venire colto dalla nostalgia struggente di quella scaletta con i muri tappezzati di locandine che facevano sognare (com'era bello, all'uscita, riguardarle "sapendo"), di quella vasta platea (mi pare di rivederli ancora Adriano, Marietto, Paolo e gli altri) dove ci entusiasmavamo per Steve Reeves o per Gordon Scott o per Marisol, gridando e agitandoci all'"arrivano i nostri" fino a suscitare l'intervento severo del gestore. Di quella galleria dove con la mamma e la nonna salivamo (pochi i presenti, tra quelli fissi l'amico farmacista, aperti sulla piazza i finestroni d'estate)il mercoledì sera per il film in bianco e nero (Stanlio e Ollio, "Il federale", "La vacca e il prigioniero"). Ora tutto freddo, asettico, sfacciatamente moderno. Il cinema ora la gente ce l'ha in casa, e lì va per sentire conferenze o assistere a spettacoli teatrali. Ma tutto è "rovesciato" (dove c'era lo schermo ora c'è la gradinata, l'oratore parla dov'erano una volta le ultime file e, cosa impensabile un tempo, rivolge per essere alla moda pretestuosi attacchi alla Chiesa del passato). O infanzia mia, come sei lontana! Sarò forse l'unico tra i presenti (voltandomi attorno non vedo volti noti) a ricordare quel cinema, quei nostri lontani pomeriggi quando non c'era la TV e tutto era così meravigliosamente semplice e naturale. "Eppur m'è dolce la ricordanza..."

Nel mistero delle dodici notti sante


Nel mistero delle dodici notti sante l’anima si prepara alla rivelazione dell’Essere
di Francesco Lamendola - 23/12/2011                                   

  
«Epifania», dal greco, significa «manifestazione»; e, se nel linguaggio cristiano designa il riconoscimento e l’adorazione di Gesù Bambino da parte dei Magi, più in generale essa indica la manifestazione di ciò che è nascosto, e ciò sia in un contesto di tipo religioso, sia nella dimensione della vita profana.

Il microcosmo magico di Ildegarda


di Franco Cardini - 23/12/2011

Mistica, visionaria, teologa, filosofa: una delle più affascinanti e inquietanti figure femminili del medioevo ricostruita da Annalisa Terranova
immagine documentoSi sentono spesso lamentele da parte femminile, se non addirittura femminista, sul fatto che il medioevo sarebbe stato un’età troppo macha, tutta santi re guerrieri e mercanti, con poche donne, per giunta defilate. In linea di massima e in senso generale può essere anche vero: e tradizioni come quella del divieto per le donne di accedere al sacerdozio o – in forza della cosiddetta “legge salica”, non dappertutto valida – di cingere corona regia hanno senza dubbio messo il gentil sesso medievale in difficoltà.
Non sempre né dappertutto, peraltro. Anche se oggi il parlar di classi sociali non va più di moda, è pur necessario osservare che la segregazione e l’inferiorità femminile potevano esser forti se non addirittura totali ai livelli subalterni (da qui, forse, la “scappatoia-ribellione” della stregoneria), ma non certo a quelli più alti. I secoli medievali, e in special modo quelli della “cultura cortese”, sono dominati da figure femminili mitico-simboliche, come anzitutto la Vergine Maria, quindi le leggendarie Ginevra e Isotta.

Sul negazionismo sedicente cattolico


Edoardo Spagnolo: sul negazionismo sedicente cattolico contro Bartolomeo de las Casas

UNA CORRENTE STORIOGRAFICA SEDICENTE CATTOLICA
CHE DISONORA LA SPAGNA E LA MEMORIA DI PAPA PAOLO III

Di Edoardo Spagnuolo
Bartolomè de las Casas
Quando si parla di crimini del colonialismo europeo si tende solitamente a circoscrivere il fenomeno alla conquista e al governo della monarchia spagnola nelle Americhe. In realtà diverse nazioni europee, a cominciare dall'Inghilterra, si sono rese protagoniste negli ultimi secoli di genocidi e di delitti di inaudita gravità. La Spagna, al contrario, è l'unica nazione europea che nel corso dei secoli ha dato i natali ad un gran numero di personalità di grande rilevanza, che hanno tentato di denunziare e per quanto possibile contrastare le storture gravissime della colonizzazione realizzata dal proprio paese nelle Americhe.

Lux in tenebris lucet

LAVERA LUCE BRILLA NELLE TENEBRE 

Di MarcoMassignan 

Riflettendo sulla banalizzazione e mercificazione del Natale nei Paesi capitalisti, mons. Richard Williamson osservava come il mondo che cicirconda approfitti della gioia dimenticandosi di Dio. E paragonava questa gioia a quella del Gatto di Alice nel Paese delle meraviglie: 

 I lettori ricorderanno –scriveva il Vescovo - come il sorriso del Gatto fosse ancora visibile quandoil resto del Gatto era già sparito. La sostanza svanisce, ma gli effetti persistono, almeno per un po'. La fede nel Divin Bambino viene progressivamente uccisa, specialmente grazie al Vaticano II, mentre la gioia del Natale persiste. (…)

domenica 25 dicembre 2011

Il calcio dell’asino


Il calcio dell’asino di De Monticelli a don Verzé, meritato ma fa schifo

Il calcio dell’asino. “Una grande giornata per l’Università Vita e Salute… forse l’inizio di una vita nuova”. Sul Fatto di ieri, Roberta De Monticelli ha intonato il suo natalizio Exultate jubilate, ma ne è uscito uno stonato raglio d’asino. Irritante anche per chi, come noi, di calcioni a don Luigi Verzé ne ha dati, quando il mondo dei giornaloni osannava con secondi fini più che apparenti il prete libero-pensatore sui temi bioetici. Scrive De Monticelli che i docenti dell’Università del San Raffaele – forse anche fiutando arrivare i soldini freschi e puliti di nuovi soci (l’Humanitas) che allontanerebbero la minacciosa cordata vaticana – hanno messo a punto uno “statement” in cui configurano modifiche sostanziali allo statuto dell’ateneo (elezione del rettore e altro) nonché la nomina di un nuovo cda il cui presidente sia “una figura di alto valore professionale e deontologico”. Insomma rottamare dalla carica di rettore don Verzé, che in effetti aveva provato a fare dell’ateneo l’ultima ridotta di resistenza dentro la sua creatura. Niente da fare, ora i docenti libero-pensatori o diversamente credenti vogliono l’università tutta per loro, in nome del “rilancio dei suoi valori e principi ispiratori” e di una nuova era sotto “lo sguardo critico della società civile”. L’orticello accademico è sacro.

San Simonino

Abbiamo il Santo prottettore del Blog...Papa Benedetto XIV disse di lui "Fu crudelmente messo a morte in odio alla fede". Un grande Santo martire preso in odio dalla Gerarchia modernista conciliare...

 
Nel giorno Santissimo di Natale in cui è nato il Nostro Redentore ci siamo imbattuti, grazie al nostro carissimo amico Mario, nella figura luminosa del Santo Simonino, un giovane bambino Cristiano ucciso,in un rituale ebraico, a Trento all'incirca nel 1475. Ebbene questo luminosissimo  Santo è stato cancellato dalla Gerarchia corrotta Conciliare lo stesso giorno che fù firmato il documento massonico "Nostra Aetate". come non prendere ad esempio questo piccolo grande martire cattolico per prenderlo a protezione  del nostro blog?

San Simone da Trento
(festa liturgica 24 marzo)

Simone di Trento fu martirizzato il 23 marzo 1475. Dopo un'accurata inchiesta la Chiesa riconobbe la realtà del martirio dell'innocente fanciullo. Nel 1584 il suo nome fu iscritto nel Martirologio romano col titolo di Santo su ordine di Papa Gregorio XIII; nel 1588 Papa Sisto V concesse per la diocesi di Trento Messa e Officio proprio del Beato Simonino. La Bolla Beatus Andreas del 22 febbraio 1755 del Papa Benedetto XIV riconobbe nuovamente il culto prestato a san Simonino XIV affermando che "fu crudelmente messo a morte in odio alla fede", culto confermato da innumerevoli miracoli. Il popolo di Trento ha venerato il suo piccolo patrono fino ai giorni nostri.
 Bolla Beatus Andreas di Papa Benedetto XIV...
 ...Poi, però, tutto divenne chiaro. Sotto la consultazione delle prove, l'atto di omicidio insieme con la sua motivazione è stata provata, ed è anche certo che gli assassini erano ebrei, che emerge dai documenti del procedimento, che oggi sono ancora conservati negli archivi segreti di Engelsburg. Come abbiamo mostrato nel nostro lavoro di De Canonisatione, Libro 3, Capitolo 15, nr. 6, Papa Sisto IV, da un breve papale ha quindi approvato la celebrazione della Messa e l'Ufficio nel suo nome [Simone], da leggere nel giorno stabilito in città e il vescovato intero di Trento, per l'onore della Simon beato, e (il Papa) inoltre concessa l'indulgenza plenaria a tutti coloro che, avendo avuto il sacramento della Confessione e della Comunione, visitare la chiesa in cui sono venerate le sue reliquie nel suo giorno dell'anno. 



San Simonino

«“Tu sei crocefisso e trafitto come Gesù l'appeso, in ignominia e vergogna come Gesù”. Per i partecipanti al rito sembra che l'infante cristiano avesse perduto la sua identità (se mai l'aveva posseduta ai loro occhi) e si fosse trasformato in Gesù “crocifisso e appeso”»
(Ariel Toaff, Pasque di sangue, ed. il Mulino, 2007, p. 196) 

Una tantum!

NATALE 2011. IL SERMONE DI BENEDETTO XVI: UN MACIGNO CHE SI ABBATTE SULL'UMANITA'. PARADISO, PURGATORIO E INFERNO

Pontifex.RomaIl Santo Padre Benedetto XVI durante la Messa della notte, celebrazione della natività di Nostro Signore, ha pronunciato parole ed ammonizioni che passeranno alla storia e che, a mia memoria, non ricordo essere state pronunciate da altri Prelati. Fedele alla tradizione e, rigorosamente nella universale lingua latina, il Pontefice ha celebrato Messa, come un macigno che si abbatte sulle certezze dell'uomo, ha pronunciato parole degne dei più santi Padri e Dottori della Chiesa; lo ha fatto non in una semplice omelia, ma, definiamola come si conviene, in un vero e proprio sermone, termine oggi denigrato dai progressisti ma che, in realtà, altro non significa che "pronunciare un discorso di argomento sacro". Benedetto XVI, di fronte alla vana gloria ed alle certezze proprie di chi è vittima dello spirito del mondo ha detto: «chi desidera entrare nel luogo della nascita di Gesù, deve chinarsi. Mi sembra che in ciò si manifesti una verità più profonda, dalla quale ...
... vogliamo lasciarci toccare in questa Notte santa: se vogliamo trovare il Dio apparso quale bambino, allora dobbiamo scendere dal cavallo della nostra ragione “illuminata”».
Ed ancora: «Dobbiamo deporre le nostre false certezze, la nostra superbia intellettuale, che ci impedisce di percepire la vicinanza di Dio. Dobbiamo seguire il cammino interiore di san Francesco», «Dobbiamo chinarci, andare spiritualmente, per così dire, a piedi, per poter entrare attraverso il portale della fede ed incontrare il Dio che è diverso dai nostri pregiudizi e dalle nostre opinioni: il Dio che si nasconde nell’umiltà di un bimbo appena nato».
Benedetto XVI in poche righe di sermone ha riassunto il senso della cristianità ed ha introdotto, senza timore, significato e scopo cardine della vita di ogni uomo. Ha suscitato riflessioni tremende sulla vita di ognuno di noi ed ha scosso le coscienze con un terremoto di parole sante.
Nel suo discorso, il Santo Padre ha elevato agli onori il primato indiscusso di Cristo RE che, nonostante fosse un indifeso Bimbo, doveva essere salutato e riverito inginocchiandosi, scendendo dal cavallo della superbia, dell'intelletto, della testardaggine e dell'immoralità.