ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 4 gennaio 2012

In questa temperie oscura

Stati d'animo e condivisioni di credenti, in questa temperie oscura.

Riporto tre tra tantissimi  interventi di lettori, emblematici per darci il polso della situazione. Vorrei tanto - ma forse non avverrà mai, anche a giudicare da come non sono state accolte molte nostre suppliche, comprese quelle autorevoli di Mons. Gherardini ed altri teologi e studiosi cattolici - che i Pastori chiusi nelle loro "torri eburnee" Vaticane ed altre, conoscessero i pensieri e i sentimenti della cosiddetta "base", fatta di anime assetate di Verità non di "nuovi linguaggi". Il loro sconcerto, i loro interrogativi e anche il loro disorientamento, il loro "grido", è quello di chiunque eserciti un briciolo di discernimento nella temperie ecclesiale che stiamo vivendo ormai da molti anni, in un crescendo di confusione e di 'estraneità' alsensus fidei ricevuto e accolto dalla Chiesa di sempre.

Il primo conclude con una "resa", struggente, ad una essenziale nudità dell'anima, che non è una espressione poetica, ma la consapevole dolente impotente constatazione dell'abbandono e della povertà in cui siamo caduti. Il secondo, invece, esprime e lascia aperti gli angosciosi interrogativi che gli urgono dentro. Il terzo, infine, dopo averne enumerati i motivi, formula la domanda più terribile: questa è ancora la Chiesa di Cristo?

Sono lampi dell'anima che, insieme a molti altri, sicuramente giungeranno al Trono dell'Altissimo, nel Nome del nostro Consigliere mirabile, Dio potente, Padre per sempre, Principe della pace, la cui nascita abbiamo appena festeggiato, per intercessione della Sua e nostra Madre Santa Benedetta e di tutti gli Angeli e Santi del Cielo.


  1. Per giustificare i comportamenti del Santo Padre che appaiono contraddittori - se davvero dovesse concretizzarsi l'approvazione, che annunciano imminente, anche del sincretistico rito neocatecumenale inventato da un laico improvvisatosi profeta e liturgista -, qualcuno suggerisce di passare ad un livello superiore di comprensione delle cose.

    Dopo anni di testimonianze e approfondimenti, tante analisi e ipotesi a spiegare l’imbroglio delle mille contraddizioni, quel che resta in mano alla fine è una chiesa che abdica alla sua missione, alla sua stessa ragion d’essere per consegnarsi a un sedicente profeta visionario? Per rassegnarsi meglio ad una chiesa non più credibile, non più santa né una né niente?

    Forse è meglio passare piuttosto a un livello inferiore di comprensione. Gesù è stato offerto allo stupore dei pastori, il popolo della terra che, come tutto Israele, aspettava il Messia ma poco o nulla sapeva della legge e dei profeti. Tuttavia, o forse proprio per questo, il cielo li ha scelti per mostrare loro in anteprima il volto del Dio Bambino. Quella semplice nudità dell’anima è forse, oggi, il solo antidoto al tracollo della chiesa, al veleno del sospetto e dell’incredulità. I fatti che vedo sono che si sta allestendo una ennesima vetrina per celebrare l’invio a evangelizzare, con in tasca qualcosa in più, un’altra approvazione, che sarà forse parziale, di questo o di quello, ma poco conta alla fine: è un sì che si aggiunge agli altri sì. Il fatto è che il cammino serve a questa chiesa che lo usa e lo incoraggia. Che poi dentro questi fatti ci siano le tremila ambiguità che sappiamo, alla fine, poco conta. Perché l’esito a cui assistiamo, mentre gridiamo impotenti alla Verità, è che non il cammino ma la chiesa sta cambiando volto. Sono in cuor mio certa che tutto questo è estraneo alla mente del Papa, e tuttavia la realtà racconta altro...

    Allora che fare? Anni fa approdai a questo blog con questa stessa domanda che mi urgeva, allora come adesso, nel cuore. Scelsi allora di lasciare il cn per amore alla Chiesa, per amore alla Verità che la Chiesa mi aveva trasmesso. Oggi sono costretta a vedere, contro me stessa, che perseverare nella sequela di quella Verità significa in qualche modo andare contro corrente, contro la corrente che la chiesa sembra prediligere. E’ un terribile paradosso che fatico a reggere.

    Da qui l’antidoto di cui dicevo prima, forse necessario per me, e per quelli piccoli come me, per non restare intrappolata nei veleni del sospetto a oltranza, dell’indignazione che diventa rabbia: tornare alla fonte, alla grotta di Betlemme dove la Verità che si fa carne si nasconde rivelandosi, senza chiedere più alla chiesa quel che a quanto pare oggi non può, non sa dare. E’ una resa la mia che non chiede di essere capita, né approvata. Né tanto meno condivisa dai tanti fra voi che hanno nella propria bisaccia contributi sostanziosi da offrire alla buona battaglia per difendere e diffondere la vera fede. E che il Signore vi benedica e vi ricompensi come solo Lui sa fare.
  2. Il problema è sempre il solito. Non ci si capisce nulla. E sono io il primo, che un minimo mi sforzo di seguire la vicenda, a non capirci nulla. Se assisti a qualche liturgia o manifestazione pubblica (delle private non so) neocatecumenale e hai un minimo (minimo! non dottorati di teologia) di discreta (nemmeno buona) formazione cattolica (che non necessariamente, purtroppo, passa dalle parrocchie) ti rendi conto della discrepanza che passa tra la prassi neocatecumenale e la dottrina cattolica. Ciò che agevola notevolmente i neocatecumenali è lo stato confusionale da Bella Addormentata (per citare il pamphlet di Gnocchi e Palmaro) che vive oggi la Chiesa cattolica. Magari è meglio di qualche decennio fa, non lo so, ma è comunque poco confortevole.

    Il problema, dicevo, è che non ci si capisce nulla. I neocatecumenali fanno quello che fanno, credono in quello in quello che credono (e non si sa cosa, perché le loro catechesi non sono pubblicate), ma gli viene permesso di farlo. Le strategie di Dio e del Suo Vicario io non le conosco e non mi azzardo nemmeno a provare a pensarle perché sbaglierei di sicuro. Nella mia pochezza però non capisco come sia possibile una tale confusione. Come sia possibile pensare che un Papa smentisca se stesso in termini di liturgia e dottrina (e non di cose secondarie), come sia possibile che un Papa non conti quello che Gesù Cristo vuole che conti, e che quindi a comandare la Chiesa cattolica siano altri e non il Vicario di Cristo. Non lo so. La mia paura è tanta. E mi rendo conto che già questo è un successo dei neocatecumenali.

    Arrivati a questo punto sembra che nemmeno l’obbedienza al Papa sia più sufficiente per dirsi cattolici. Riescono a far passare il Papa per loro complice e sostenitore. Io ho sempre pensato che non sia così. Ma la continua presenza di certi abusi e errori (che, sia chiaro, non sono solo neocatecumenali) e la loro relativa non condanna (fino a sfiorare l’accettazione) mi fanno pensare che allora quello che reputo un errore e un abuso (seppur non lo reputo io, ma il Magistero pontificio) errore e abuso non siano. Che poi sia un controsenso me ne rendo conto e il principio di non contraddizione va a farsi maledire. Però di più non so che pensare e come rispondere agli angosciosi interrogativi che tali questioni pongono.
  3. "ma poco conta alla fine: è un sì che si aggiunge agli altri sì. Il fatto è che il cammino serve a questa chiesa che lo usa e lo incoraggia." A questa Chiesa, sì, a questa Chiesa di cui stentiamo a riconoscere il volto tanto è sfigurato, a questa Chiesa i cui responsabili non solo tollerano ma incoraggiano chi contribuisce a stravolgere quel volto, non solo non correggono tutti quegli elementi che devastano Dottrina e Liturgia ma distribuiscono approvazioni anomale che aggiungono sconcerto allo sconcerto. Ma una Chiesa la cui gerarchia non difende il Sacro Deposito della Fede, non corregge ma tollera e legittima gli errori, è ancora la Chiesa di Cristo o è quella nuova Chiesa nata dopo il Concilio, che è in rottura, sempre più evidente, con la Tradizione?

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