ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

giovedì 5 gennaio 2012

LA CHIESA HORROR

La Chiesa HORROR. Ossia: quei buoni “orrori” di cui abbiamo bisogno  

Ossia: i buoni orrori di cui abbiamo bisogno

Muore per confondere i forti. Ma anche i deboli… di stomaco. Quando l’amore allarga il cuore; anzi le costole. Gli stimmatizzati: uno schiaffo all’estetica del “meno sangue vedo, meglio è”. Cilicio e affini: il terrore corre sul filo (di metallo). Corpi rinsecchiti e membra scarnificate: quella venerazione che scandalizza i benpensanti laicisti. Un Dio che si è sporcato le mani. L’horror che serve alla salvezza. Oltre la carne.

Stimmate, corpi santi e monconi di questi, cilicio, reliquie con parti di corpo, miracoli scandalosi, estasi sanguinose. Dunque un vero campionario di “orrori” secondo gli amici che non credono. A chi si indigna con quelli che ritiene omaggi di una ragione obnubilata, iniziamo, però, col ricordare che il Cristianesimo non è una religione disincarnata: bisogna dirlo con forza ai nuovi gnostici (non credenti, ma anche qualche credente) che vorrebbero ridurre la religione cristiana ad un puro spiritualismo. Quel Bambino che nasce nella notte di Natale è lo stesso uomo che il Venerdì Santo muore in croce. Una persona in carne ed ossa, dunque, che ha condiviso con noi le due esperienze fondamentali della vita – nascere e morire – e quello che c’era nel mezzo, “in tutto simile a noi fuorché nel peccato”. Il suo straordinario concepimento e la Resurrezione che testimoniano inequivocabilmente l’altra sua natura – quella divina – non hanno sminuito la sua natura umana. Dio in Cristo è venuto in mezzo a noi e non si è preoccupato di “sporcarsi le mani”. Ha pianto, esultato, sofferto, amato. Ha mangiato, bevuto, dormito, toccato il fango. Una religione che ha Lui come centro non può dissolversi nelle nebbie vaghe di dottrine che colpevolizzano il corpo – e tutto ciò che ad esso si ricollega – e lo considerano la prigione dell’anima. Perché anche il corpo è parte integrante della natura umana assunta da Cristo.

 

 


di Claudia Cirami


Come spesso mi capita, discuto con amici non credenti (leggi: anticlericali) sul cattolicesimo: discorsi infiniti in cui confesso di non essere mai riuscita a spostare di un millimetro le posizioni altrui. Non mi lamento, però: almeno non mi illudo che le mie “chiacchiere” possano convertire e lascio fare a Qualcuno che è molto più in gamba di me. Durante queste discussioni, si getta sul tavoloogni tipo di argomento: chiesa, papi, fede, ragione, crociate, inquisizione, ici, miracoli, parabole, vite di santi, etc. in una singolar tenzone che impegna entrambe le parti fino allo sfinimento. Un giorno, mentre si intavolava l’ennesima discussione su un argomento che non ricordo più, ad una provocazione ribattei tirando fuori la storia di una reliquia. “Oh, per favore – mi zittì subito un’amica non credente – non mi terrorizzare a morte. Voi cattolici avete un vero e proprio culto dell’orrido! Venerazione di dita mozzate, teste decapitate, pezzi di organi sanguinanti: i film horror, a confronto, sono cartoni animati”

MUORE PER CONFONDERE I FORTI. MA ANCHE I DEBOLI. DI STOMACO
Mummie di prelati nelle grotte dei cappuccini di Palermo
Pensavo a questo dialogo proprio l’altro giorno. Per alcune ricerche, avevo tra le mani il “Dizionario dei miracoli e dello straordinario cristiano”. Per scrivere e pubblicare un’opera di questo tipo, oggi ci vuole molto coraggio: i temi trattati indignano i non credenti e spesso imbarazzano i cattolici adulti. E’ in due volumi e si avvale della collaborazione, tra gli altri, di René Laurentin, che firma anche la prefazione. Per caso, mentre cerco quello che mi interessa, mi viene davanti agli occhi il nome di s. Caterina da Siena. Poiché ormai, per chi segue Papalepapale, questa santa è diventata una figura familiare, mi fermo a leggere, incuriosita: “il Signore estrae il cuore dal petto di Caterina e vari giorni dopo le presenta il suo. E aprendole nuovamente il lato sinistro, ve lo depone. A causa dell’intensità del suo amore il suo cuore un giorno si spezza ed ella muore… Ma ritorna in vita, per confondere l’orgoglio dei forti”. Anche se si tratta di “mistiche operazioni chirurgiche”, Gesù, in quest’insolita veste di chirurgo (e chissà perché la mente corre subito a certe scene di telefilm americani), mi colpisce, soprattutto se penso alle parole di quell’amica. Che dire poi, leggendo più sotto, quando mi imbatto nella frase, sempre riferita a Caterina: “il Signore spinge la punta di un chiodo cosi fortemente nella sua mano da trafiggerla”? I non credenti rimarrebbero basiti.

QUANDO L’AMORE ALLARGA IL CUORE. ANZI LE COSTOLE
Il corpo di don Orione esposto in teca. E' visibile un inizio di processi di mummificazione, macerazione e corificazione del cadavere, che però si sono arrestati
Ma Caterina da Siena non è l’unica a vivere esperienze mistiche così forti. Accade anche ad altri santi. Pensiamo, per esempio, a s. Filippo Neri. Come riporta lo stesso dizionario, il santo, nel giorno di Pentecoste del 1544, vive un’esperienza mistica straordinaria perché un globo di fuoco, entrato dalla bocca, scende fino al petto dilatandosi. Risultato? Un perenne stato di ipertermia, testimoniato da molti, con il corpo che emana calore. Ma non è tutto: dopo la sua morte, l’autopsia rivelerà che la gola è bruciata come da passaggio di fuoco e che esiste un sollevamento misterioso di costole, come se il cuore avesse avuto bisogno di più spazio per battere ad un’intensità diversa dal normale. Ma non ci sono solo scambi di cuori e globi di fuoco. Ricordo di aver letto, in un’agiografia, di s. Giuseppe da Copertino e dei suoi voli strepitosi. L’effetto deve essere stato sconvolgente, sia per la levitazione – con il santo che improvvisamente, dopo essere entrato in estasi, iniziava a sollevarsi – sia per quel grido che la precedeva e che egli non riusciva proprio a trattenere. Ci sono poi fatti naturali che approdano al soprannaturale, mantenendo però sempre un che di… poco attraente. Pensiamo, ad esempio, alle pustole spuntate a san Giovanni della Croce. I testimoni dicono che emanassero odore di rose, ma sempre di pustole si trattava…

GLI STIMMATIZZATI: UNO SCHIAFFO ALL’ESTETICA DEL “MENO SANGUE VEDO, MEGLIO È”
Estasi e passione di Teresa Neumann

CILICIO E AFFINI: IL TERRORECORRE SUL FILO (DI METALLO)
Un esempio della volgare campagna stampa radical-chic "scandalizzata" dopo che la Binetti ha ammesso di portare talora il cilicio, "offrendo quel sacrificio a Gesù". Capofila degli scandalizzati la decrepita millenaria mummia de La Repubblica, Scalfari: il grande vecchio santone del vetero-laicismo
Poi c’è “l’orrore degli orrori”, secondo la prospettiva dei non credenti: gli strumenti di espiazione o mortificazione. Il cilicio, in primis: quella severa cintura di metallo con piccole punte che fuoriescono e si conficcano nella carne. Cercando il termine su internet, il secondo risultato è un link su Paola Binetti(eccone un esempio:http://www.altrestorie.org/print.php?news.851 ), medico psichiatra, impegnata in politica e numeraria all’Opus Dei, che dichiarò di portarlo, scatenando molte discussioni. Il cilicio non è l’unico strumento per mortificarsi. Dalle mie parti, c’è un santuario che ospita i resti mortali di un frate già venerabile, morto ai primi del 1900. In una credenza sono esposti gli oggetti che ha usato in vita, come, per esempio, la disciplina di ferro con cui si sferzava. Ogni volta che mi reco a visitare la sua tomba, mi “mortifico” solo a vederla. E quello che più inquieta i non credenti – nonché alcuni credenti, “adulti” e adulterati soprattutto – è il fatto che per gli strumenti di mortificazione non si può invocare “l’appartenenza ad un tempo passato” (come ha mostrato la Binetti, c’è chi li usa anche adesso) ma neanche sostenere che sono utilizzati da persone di intelligenza mediocre (Tommaso Moro e Paolo VI, due fra i tanti che li usarono, da soli, bastano a far cadere di colpo questa accusa). Una vera e propria “pietra d’inciampo”, dunque, per chi non riesce proprio a comprendere il senso di queste “torture” che i cattolici si sono imposti per secoli e, in diversi casi, ancora adesso si impongono.

CORPI RINSECCHITI E MEMBRA SCARNIFICATE. QUELLA VENERAZIONE CHE SCANDALIZZA I BENPENSANTI LAICISTI
Il corpo mummificato di santa Caterina di Bologna
Torniamo al punto da cui siamo partiti: la venerazione di corpi di santi o di parti di questi (che, tuttavia, non appartiene solo a noi, ma, si sa, quello che è cattolico attira sempre l’attenzione). A Bologna, nel Monastero del Corpus Domini, è conservato il corpo di S. Caterina de’ Vigri. Seduta, con l’abito da suora, protetta da una teca: quello che si vede è certo un prodigio di conservazione [Antonio Margheriti Mastino, che è esperto di riti funebri e conservazione dei corpi dei papi, sostiene invece che si tratti al 100% di un colpo imbalsamato, “alla stessa maniera di s.Chiara di Montefalco, con svuotamento, impagliamento, olii balsamici], considerato che suor Caterina morì nel 1463. Interessante anche il fatto che, per qualche mese dopo la sua morte, fu necessario tagliare unghia e capelli alla santa perché ricrescevano [ qui pure, Margheriti Mastino lo dice fenomeno cadaverico spiegabilissimo e non raro]. Pare inoltre che, alla prima ricognizione, il corpo odorasse di rose e fosse estremamente flessibile [“gli olii balsamici imbasamatori”, dice sempre il Mastino]. Nonostante tutto questo, però, la vista del suo corpo non è certo… un “belvedere”. Sia la pelle del viso che quella delle mani ha un colore scuro, gli occhi e la bocca sono come risucchiati e la conformazione del volto appare deformata, con zigomi prominenti e mento di forma estremamente quadrata. Non è il solo corpo di santa che ancora si mantiene in uno stato di conservazione prodigiosamente buono (ma non ottimo) e che viene esposto alla venerazione dei fedeli. Quello che turba ancor di più chi non crede è, però, come dicevo all’inizio, la venerazione riservata alle parti dei corpi di santi. Solo per rimanere in Italia, dal braccio di san Biagio ad una parte della scapola di san Rocco, dal cranio disan Prospero al cuore di s. Alfio, non c’è che l’imbarazzo della scelta. Di venerare per il credente, di…inorridire per il non credente.

UN DIO CHE SI È SPORCATO LE MANI
cartapesta leccese
Dunque un vero campionario di orrori secondo gli amici che non credono. A chi si indigna con quelli che ritiene omaggi di una ragione obnubilata, iniziamo, però, col ricordare che il Cristianesimo non è una religione disincarnata: bisogna dirlo con forza ai nuovi gnostici (non credenti, ma anche qualche credente) che vorrebbero ridurre la religione cristiana ad un puro spiritualismo. Quel Bambino che nasce nella notte di Natale è lo stesso uomo che il Venerdì Santo muore in croce. Una persona in carne ed ossa, dunque, che ha condiviso con noi le due esperienze fondamentali della vita – nascere e morire – e quello che c’era nel mezzo, “in tutto simile a noi fuorché nel peccato” (Gaudium et Spes, n.22). Il suo straordinario concepimento e la Resurrezione che testimoniano inequivocabilmente l’altra sua natura – quella divina – non hanno sminuito la sua natura umana. Dio in Cristo è venuto in mezzo a noi e non si è preoccupato di “sporcarsi le mani”. Ha pianto, esultato, sofferto, amato. Ha mangiato, bevuto, dormito, toccato il fango (cf. Gv 9,6 e ss). Una religione che ha Lui come centro non può dissolversi nelle nebbie vaghe di dottrine che colpevolizzano il corpo – e tutto ciò che ad esso si ricollega – e lo considerano la prigione dell’anima. Perché anche il corpo è parte integrante della natura umana assunta da Cristo.

L’HORRORCHE SERVE ALLA SALVEZZA
La prima esumazione negli anni '30 di una delle tre pastorelle di Fatima: Giacinta. All'apertura della cassa si metallo... appare il volto
Passando velocemente in rassegna tutto il campionario di cui abbiamo parlato, cosa possiamo dire allora? Innanzitutto, che Dio viene a parlarci attraverso segni tangibili e visibili. Stimmate, ferite alla testa, pustole et similia: è un Dio che ha voluto andare incontro all’uomo fino in fondo, abbracciando totalmente la sua umanità. E all’uomo, che è fatto anche di corpo, Egli parla attraverso la corporalità. Inoltre, l’horror di cui parlano i non credenti è, come abbiamo visto, un insieme di realtà diverse che a vario titolo sono riconducibili ad una corporalità che è amata da Dio e che non deve essere negata dall’uomo. Ognuna di queste diverse realtà ha un suo senso. Riguardo alle stimmate, i santi stimmatizzati hanno chiesto di condividere la Passione del Signore non per masochismo, ma perché ne hanno compreso il valore. Nella Salvifici doloris Giovanni Paolo IIscrive infatti: “L’uomo, scoprendo mediante la fede la sofferenza redentrice di Cristo, insieme scopre in essa le proprie sofferenze, le ritrova, mediante la fede, arricchite di un nuovo contenuto e di un nuovo significato”. Quali? Come cristiani, ci è chiesto di completare nella nostra carne quello che manca alle sofferenze di Cristo in favore del suo corpo, la Chiesa (cf. Col 1, 24). Non tutti i santi hanno ricevuto le stimmate (che rimangono un dono di Dio), ma tutti i santi, in vario modo, hanno partecipato con le loro sofferenze alla Passione, dando il loro umano e straordinario contributo per la salvezza di molte anime a rischio di dannazione. E i credenti hanno subito capito – la venerazione delle reliquie dei santi è antichissima – l’enorme valore delle vite offerte di questi uomini e donne, che ci hanno indicato la strada della santità, e, oggi come in passato, venerano quello che è rimasto di loro. Continuando a chiederne l’intercessione, consapevoli che godono di una vicinanza con Dio che a noi è ancora preclusa. I cattolici, dunque, non temono né inorridiscono nel venerare un corpo rinsecchito e annerito o un pezzo di gamba scarnita. Inoltre, sperando poi, un giorno, di poter far parte del Paradiso, se lo vogliono, si sottomettono a mortificazioni – quali i digiuni, i sacrifici e, perché no?, anche gli strumenti già citati – perché sanno che il corpo non è qualcosa di abominevole ma spesso le passioni che lo agitano hanno bisogno di essere tenute a bada perché questo sia più simile ad un “tempio dello Spirito” che non ad un “luogo d’impudicizia”. Senza esagerare, tuttavia perché come ammonisce realisticamente s. Francesco di Sales: “La mancanza di misura nei digiuni, nelle flagellazioni, nell’uso del cilicio, nelle asprezze rende molte persone incapaci di consacrare gli anni migliori della vita ai servizi della carità”.

OLTRE LA CARNE
Chiudiamo con un’ultima sottolineatura. Questi segni tangibili indicano sì l’umanità, ma trasfigurata dalla Grazia. Così s. Caterina muore ma risorge, le pustole di Giovanni della Croce odorano di rose e la piaga di santa Rita smette di perdere pus durante un pellegrinaggio a Roma per riprendere subito dopo. Perché Dio non dimentica il suo disegno: portare quella “carne” (da lui amata al punto da dare il suo Figlio Unigenito) in Paradiso. E, sempre per mostrare all’uomo, con segni, quello che fatica a comprendere, scambia il suo cuore con Caterina da Siena, fa sollevare in volo Giuseppe da Copertino, fa scendere un globo di fuoco giù per la gola di s. Filippo Neri. Amore di Dio, Paradiso, umanità trasfigurata… tutte realtà che avremmo già dovuto intuire con il sacrificio di Gesù Cristo sulla croce e, poi, con la sua Resurrezione. Certo, la comprensione integrale si avrà solo quando vedremo Dio faccia a faccia, come ci ricorda Paolo: almeno qualcosa, però, ogni essere umano avrebbe già dovuto afferrarla. Dio, però, lo sa che, dopo duemila anni, ancora non tutti abbiamo capito. E continua a venirci incontro: pure con l’horror (consentitemi il termine improprio), se necessario.

1 commento:

  1. La "chiesa horror"... altro che Halloween! Sono sempre più contento di essere diventato un non credente.

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