ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 14 marzo 2012

I bei frutti ecumenici

La guerra del crocifisso. "Esibirlo non è un diritto"   
di Enrico Franceschini
in “la Repubblica” del 13 marzo 2012
«In hoc signo vinces»: con questo segno vincerai. Il segno era una croce. E l´imperatore Costantino,
vedendolo apparire in cielo, si convertì al cristianesimo, facendone la religione ufficiale dell´Impero romano e dunque dell´Europa intera, come è ancora oggi. Ma a secoli di distanza quel simbolo
avrebbe perso di significato: così perlomeno sostiene l´arcivescovo di Canterbury, Rowan Williams.
«La croce è diventata poco più di una decorazione religiosa», afferma il leader spirituale della
Chiesa Anglicana. «Un totem a cui le persone religiose manifestano attaccamento in sostituzione
della fede».
 Una specie di souvenir, prosegue l´arcivescovo, citando il passo del Vangelo in cui Gesù scaccia i mercanti dal tempio, per concludere: «Il tempio odierno è una fabbrica della religione piuttosto che un luogo di preghiera. E in questo periodo di Quaresima dovremmo chiederci quanto ci siamo lasciati coinvolgere dalla commercializzazione della religione».

Parole pesanti, pronunciate per di più durante una funzione a Roma, dove il capo della Chiesa
Anglicana ha incontrato nei giorni scorsi papa Benedetto XVI. Ancora più pesanti, perché
coincidono con l´apertura di un processo alla Corte Europea dei Diritti Umani di Strasburgo
centrato proprio sulla croce cristiana e il diritto a indossarla, non come decorazione commerciale
bensì come dichiarazione di fede. Un processo che parte da un episodio avvenuto a Londra: sei anni
fa una hostess della British Airways, Nadia Eweida, fu sospesa dal servizio per avere indossato un
crocefisso sull´aereo. Un gesto che, secondo la compagnia aerea, poteva offendere la sensibilità di
passeggeri di altra religione: perciò le era stato proibito, ma lei insisteva a portare lo stesso la croce
al collo. All´epoca, il primo ministro britannico Blair le espresse il suo appoggio, osservando che la
British Airways stava esagerando, e in seguito il regolamento in materia è cambiato. Ma la hostess,
convinta di avere subito un torto, ha fatto causa all´azienda presso il tribunale internazionale di
Strasburgo, per stabilire una volta per tutte il suo diritto.
Sennonché l´attuale governo britannico, guidato dai conservatori, si prepara a schierarsi con la
British Airways, affermando che i cristiani non hanno il dovere e neppure il diritto di esibire la
croce come manifestazione della propria fede, diversamente da altre religioni che comportano
obblighi specifici per esempio riguardo all´abbigliamento (come coprirsi il capo con un velo, per le
donne musulmane). La presa di posizione del governo fa però arrabbiare un importante membro dei
Tories, il sindaco di Londra Boris Johnson, che in un articolo pubblicato ieri dal Daily Telegraph
definisce «un´idiozia» la tesi che la croce non sia un simbolo di fede e che i cristiani non possano
portarla. E l´intervento dell´arcivescovo di Canterbury getta altra benzina sul fuoco: «È scandaloso
che il leader della chiesa d´Inghilterra non riconosca il valore della croce», commenta un portavoce
del Christian legal centre, un´associazione che si è unita alla hostess nella causa contro la British
Airways. Chi vincerà, nel segno della croce?
http://ilsismografo.blogspot.com/2012/03/regno-unito-la-guerra-del-crocifisso.html

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