ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 18 aprile 2012

Beato il Papi loro?

ANTONIO SIMONE EX ASSESSORE REGIONALE LOMBARDO ALLA SANITA
vittadini
Del suo periodo da studente all'Università Cattolica c'è chi si ricorda ancora delle botte che gli davano i compagni di Lotta Continua, dei due anni da assessore alla Sanità sono diventati famosi i gruppi di preghiera istituiti in Regione come momento di raccoglimento tra una riunione e l'altra. Antonio Simone, 58 anni il prossimo 18 aprile, è un ciellino doc.


Lui, cresciuto nel quartiere di case popolari di piazza Prealpi a Milano, una famiglia di origine pugliese, con mamma casalinga e papà commesso della Rinascente, alla fine degli anni Settanta entra a far parte di quel gruppo di giovani che don Luigi Giussani, fondatore di Cl, vuole vicino a sé per diffondere l'esperienza cristiana in università. È allora che si salda l'amicizia con Giorgio Vittadini, Riccardo Bonacina e Luigi Amicone, tutte diventate figure di spicco di Cl.
Racconterà Simone della nascita in quel periodo della cooperativa Cusl che «si occupa di tutti i problemi della vita universitaria», compreso il reperimento di «appartamenti a prezzi convenienti». Appartamenti a prezzi convenienti? Negli anni Antonio Simone finisce nelle cronache anche per lo scandalo delle case acquistate a prezzi low cost dal Pio Albergo Trivulzio: la moglie Carla Vites vive, infatti, in 310 metri quadrati pagati un milione 556 mila euro, a due passi dall'Arco della Pace.
pio albergo trivulzio SAN RAFFAELE
Non c'entra l'antica cooperativa, ma il fatto che il giovane studente abbia fatto strada in un ambiente dove il business gira, le relazioni contano e i soldi non mancano. Così c'è la casa a prezzi di favore da un ente pubblico, ma anche l'aereo privato da 3,5 milioni. I suoi affari si sono sviluppati tra l'immobiliare (progetti anche a Praga) e la gestione di strutture sanitarie. La holding di famiglia è la Fraca e la famiglia è da sempre un tutt'uno con Tempi, la rivista vicino a Cl diretta da Luigi Amicone, uno degli ex giussaniani doc dell'università: ed è proprio nella sede di Tempi che ieri è arrivata a Simone la notizia del suo arresto.
Ironia della sorte: i conti con la giustizia ritorna a farli nel luogo che rappresenta, forse, quel che di meglio ha costruito nella vita. L'ex assessore è tra quelli presenti, il 1° agosto 2001 alla costituzione del consorzio «Fatebenefratelli Maugeri». Già allora risultava residente a Londra, guarda caso allo stesso indirizzo, 33 Maresfield Gardens, di Pierangelo Daccò, il faccendiere compagno d'affari sanitari (affari sporchi secondo la Procura) e di paradisi fiscali: ma c'è chi assicura che all'inizio delle indagini penali Simone abbia riportato la residenza in Italia proprio come segnale di collaborazione verso la Procura.
È un mondo strano, comunque, quello dei business di Simone. A un certo punto si mette insieme (e lo è ancora) al sindaco di Seveso, Massimo Donati, e all'assessore Luca Volpi per avviare un «istituto scientifico di ricerca nelle scienze naturali e nell'ingegneria». Fanno una società insieme a Milano, ci mettono qualche migliaio di euro ma per ora zero affari.
Luigi Amicone ROBERTO FORMIGONI
Rotterdam è uno snodo chiave, invece, per la Simone Corporation. L'Olanda, infatti, è la patria di una società che si muoveva di concerto con Daccò: la Karmal. Acquisiva partecipazioni di minoranza. E chi gestiva Karmal? Un certo Antonio Zanetti che amministra anche le holding di Antonio Simone. La Karmal, che ha affiancato Daccò in tante operazioni «coperte», è probabilmente una delle holding estere del collega ciellino.
Dopo che il Corriere scrisse nell'agosto 2011 delle società estere di Simone e dei suoi rapporti con Daccò, cominciarono a circolare ipotesi di un suo coinvolgimento nell'inchiesta sul San Raffaele, come poi accadde. E di Simone si cominciò a parlare come del «livello superiore», quello, per intenderci, più vicino al governatore Roberto Formigoni.
Il Corriere contattò Simone l'anno scorso e lui lamentò una violazione della privacy per gli articoli usciti sulla stampa. «Sono comparso - disse - in situazioni che non capisco, non esiste nulla che riguarda me. Io ho un'altra storia». 
Paolo Colonnello per "la Stampa"
Roberto Formigoni ospite a bordo dello yacht di Piero Dacco
FORMIGONI SULLO YACHT DI PIERO DACCO
Sarà anche "tutta una storia tra privati", come ancora ieri ha ribadito il Governatore Roberto Formigoni a proposito dello scandalo della Fondazione Maugeri. Ma a sentire Pierangelo Daccò, interrogato per circa tre ore nel pomeriggio dal gip Tutinelli, non è esattamente così. «Venivo pagato dalla Fondazione Maugeri per risolvere i problemi con le Regioni», avrebbe detto in sostanza il "mediatore" riarrestato la settimana scorsa per associazione per delinquere, appropriazione indebita e riciclaggio.
E quando dice "problemi"; intende dire, come spiega il suo legale Gianpiero Biancolella, "una lecita attività di lobbing", ovvero di rapporti con funzionari e politici, soprattutto, della Regione. Quella Lombarda, in particolare, visto i rapporti di militanza in Comunione Liberazione e amicizia che legano Daccò al governatore Formigoni. Chi erano i referenti di Daccò? La questione dovrebbe essere approfondita in un interrogatorio che si svolgerà tra qualche giorno soltanto davanti ai pm. Perché, come racconta il legale, «in questa storia manca il "convitato di pietra", ovvero il reato di corruzione intorno al quale i magistrati continuano a girare senza mai nominarlo. Ma su questo punto Daccò è stato chiaro: mai pagato nessun politico o funzionario, nel modo più assoluto».
FONDAZIONE SALVATORE MAUGERI Maugeri
Certo, di fronte a un Formigoni che un po' pilatescamente lo scarica («Può essere che ciascuno di noi abbia nelle sue infinite conoscenze una persona che non è perfettamente limpida, ma questo lo stabilirà la magistratura») Daccò, che pagò con la sua carta di credito biglietti aerei e ville per le vacanze del Governatore e dei suoi amici, non sembra confermare l'impressione tutta "privata" con cui Formigoni connota la vicenda Maugeri.
Perché la "normalissima attività di lobbing" di Daccò per Cotantino Passerino, il direttore amministrativo della Maugeri, era qualcosa di più di una semplice questione di pubbliche relazioni: Daccò, ha spiegato "apriva le porte" nella Regione Lombardia agli enti che ritenevano di avere diritto a certi provvedimenti e rimborsi e facevano fatica ad ottenerli. E non grazie a particolari competenze ma per la sua grandissima «influenza nell'assessorato alla Sanità» e perché veniva considerato «un uomo molto importante in Cl, in particolare per i suoi rapporti con il presidente della Regione Lombardia» Formigoni.
ANTONIO SIMONE EX ASSESSORE REGIONALE LOMBARDO ALLA SANITA
«Daccò - lo difende l'avvocato Biancolella - in realtà doveva individuare nelle Regioni le migliori opportunità per l'ampliamento delle attività della Maugeri. E poi, la maggior parte delle sue entrate era dovuta ai lavori svolti direttamente con la Maugeri».
Peccato per quelle fatture che i pm considerano del tutto false, così come confessato dal fiduciario Grenci. C'è poi un dettaglio non certo irrilevante: quasi la metà di questi guadagni, spostati velocemente all'estero, finiva all' altro ciellino di eccellenza, l'ex assessore alla sanità Antonio Simone: «Nel 1995, quando Roberto Formigoni è stato eletto Presidente della Regione - ha messo a verbale nel gennaio scorso Simone - ho considerato definitivamente conclusa la mia attività politica, in quanto uno strettissimo legame personale mi vedeva vicino a Formigoni con il quale avevamo condiviso l'attività nel Movimento Popolare e non volevo mescolare profili personali con quelli politici...».
Daccò comunque ieri si è impegnato a far rientrare in Italia altri documenti su conti intestati a un diverso fiduciario, già sequestrati dalle autorità elvetiche. In questo modo, complessivamente i soldi che Daccò e Simone avrebbero ricevuto da Maugeri ammonterebbero a 70 milioni di euro.

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