ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 21 aprile 2012

Funere mersit acerbo

In cambio, il clero deve far funzionare una dispensa automatica di sacramenti e buoni sentimenti, aperta a tutti i cittadini.
Ora, le cose “aperte a tutti i cittadini” notoriamente devono essere gestite senza alcuna discriminazione in base a idee politiche, orientamento sessuale o fede religiosa.
Questa dispensa automatica funziona in stretto parallelo con l’altra grande dispensa simbolica pubblica, che è il calcio.
Un lettore mi segnala una sequenza che rivela molto bene le mistificazioni che ci sono dietro tale meccanismo.
Muore in campo il calciatore Piermario Morosini, persona di cui ignoravamo del tutto l’esistenza quando era in vita, e che quindi non ci interessa nemmeno particolarmente adesso.
Come è d’uso tra pallonieri, Morosini ha avuto i funerali solenni in chiesa, con le telecamere che riprendevano ogni momento del rito.
In questi casi, si fondono alcuni elementi particolari del sistema spettacolare italiano: ilcalciatore, il prete, la folla, le autorità e le telecamere.
A suo tempo, raccontammo un esempio supremo di tale costruzione spettacolare.
Certo, qui non siamo ai livelli dei funerali di Stato per gli occupanti italiani caduti sul lavoro in Iraq, ma anche Morosini ha avuto il suo momento.
In questo video, potete vedere la dispensa automatica di ostie in piena azione (con diversi distributori clericali in funzione contemporaneamente), vigili urbani in posa solenne, fasce tricolori sulle spalle di sindaci un po’ pelati, una chiesa che immaginiamo perennemente vuota improvvisamente piena, giovanissimi aspiranti pallonieri, imprenditori vari e un tale con i capelli debitamente alternativi che suona una chitarra.
Qui potete vedere il momento culminante, che non è l’elevazione dell’ostia, ma l’arrivo di un certo Prandelli accompagnato da “i calciatori”, tra cravatte, sguardi manageriali e guardie del corpo.

Don Luciano Manenti, che i media ci presentano come il padre spirituale del defunto palloniere, ha espresso alcune profonde considerazioni sul destino delle creature mortali, che i media riassumono così:
“”Dolce amico mio, timido compagno mio, ripartiamo da te’’: e’ iniziata con queste parole l’omelia di don Luciano Manenti dedicata a Piermario Morosini. Don Luciano ha ricordato che Morosini è ‘’venuto dalla terra e noi siamo uomini di terra qui’’. A Morosini bisogna solo dire grazie, ha aggiunto, “ma saresti tu il primo a dirci che questo grazie va girato alla gente che ti ha cresciuto e quindi alla tua mamma e al tuo papa’. Senza di loro tu non saresti tu e noi non saremmo noi’’.”
Durante la Messa, hanno strimpellato alcune canzoni di Ligabue, tra cui Il giorno del dolore, che almeno qualcosa sulla religione lo dice, anche se non so cosa avrebbe pensato Sant’Agostino delle sue parole:
“Quando tutte le parole
sai che non ti servon più
quando sudi il tuo coraggio
per non startene laggiù
quando tiri in mezzo Dio
o il destino, o chissà che
che nessuno se lo spiega
perché sia successo a te”
La cosa interessante è che oltre a questa gente qui, esistono in Italia anche dei cattolici. Sono pochissimi, certo, però quando aprono bocca, hanno il dono di far inceppare tutto il meccanismo, con qualche elementare riflessione.
Un certo Bruno Volpe, un signore che non sembra avere paura delle controversie,  ha scritto su Pontifex Roma l’unico articolo originale sui funerali di Morosini.
So che Bruno Volpe è una figura animatamente discussa in rete. Ma qui ci interessa solo il fatto che tanti se ne occupano, a causa della tecnica che Volpe adopera: prende un evento di quelli che i media ci dicono deve commuoverci e lo decostruisce correttamente dal punto di vista cattolico su un piccolo sito probabilmente letto da pochi. Diventa così per qualche giorno il bersaglio di scomposti insulti, lanciati da un coro assolutamente trasversale che unisce perbenisti cattolici e atei, al grido di sbattiamo in galera questo pazzo!
Bruno Volpe parte da una considerazione:
“Come al solito, i tromboni del politicamente corretto hanno cominciato i loro discorsi da salotti buoni, arrivando a dire persino che i calciatori sono stressati da impegni eccessivi. Evidentemente, non si rendono conto di come lavorano veramente e con scarso reddito, portuali, metalmeccanici, contadini. Quello di Morosini è stato un incidente sul lavoro come tanti ed in questa ottica, sino a prova contraria, va considerato.”
Difficile dargli torto.
Volpe passa poi a una riflessione precisa:
“… Morosini conviveva more uxorio con la fidanzata, senza alcun vincolo matrimoniale e non ne faceva mistero alcuno. Non risulta essersi pentito o aver detto di voler cambiare vita.
Certamente Dio, nella sua infinita misericordia ne terrà conto e lo giudicherà con clemenza e pietà, ma la sua situazione è quella di pubblico peccatore, di chi  ha dato con la vita pubblico scandalo e pertanto le Esequie funebri pubbliche, con tanto di pompa magna, sono un altro abuso della Chiesa modernista che ormai stravolge tutto e tutti.”
Badate che Volpe non sta dicendo nulla a proposito di Morosini. Il suo discorso riguarda il funerale-spettacolo.
Ora, non essendo cattolico, a me non riguarda il ragionamento che Volpe fa, quando dichiara che esiste una regola, e che quella regola è stata violata.
Si può legittimamente sostenere che l’intero dispositivo su cui si basa quella regola sia bacata, e quindi che bisogna starsene alla larga dalle chiese, o magari anche incendiarle, perché no?
Ma la regola esiste, e Bruno Volpe lo dimostra in maniera inoppugnabile citando a lungo il Codice di Diritto Canonico.
Io ad esempio parlo male di Silvio Berlusconi e non vado a votare. Quindi non mi arrabbio se il circolo locale di Forza Italia non mi ammette alle sue riunioni. E se io decido di convivere anziché sposarmi, o di credere alla Grande Dea, o sospettare che la Processione dello Spirito Santo non sia come ce la raccontano i Papi, non pretendo sacramenti o funerali in chiesa.
Alla critica di Pontifex, risponde un sito che si chiama, non a caso, Calcio Mercato.
Un nome, un programma, insomma.
Calciomercato in realtà non può rispondere, per il semplice motivo che Bruno Volpe ha ragione.
Questa impossibilità di rispondere, porta a un’esplosione di furia molto significativa, perché rivela tra le righe ciò che l’italiano medio intende per cristianesimo.
Quando la Dispensa Automatica di Bontà e Perdono Universale, il triangolo prete-calciatore-televisione, viene stuzzicata, la brava gente esibisce un volto di inattesa violenza.
Ecco qualche frase dall’articolo di Calciomercato, che contiene in sé i sentimenti trasversali della grande maggioranza degli italiani.
Contrastate l’auspicio finale, con la maniera in cui Volpe evita di giudicare il destino nell’aldilà di Morosini.
“il sito cattolico ultraconservatore Pontifex.roma.it  [...] un indecente, ributtante, editoriale contro il calciatore [...] Nella palata di nefandezze [...] Dalla cloaca massima di un pensiero che si definisce cristiano, scaturisce anche questo altro miasma [...] Queste parole ignobili hanno scatenato la rivolta sul web contro Pontifex [...] C’è una sola cosa da dire a questi di Pontifex: andate all’inferno. E restateci.”
Direte, “ma andate all’inferno è solo un modo di dire, l’inferno mica esiste”. Io potrei essere pure d’accordo; ma se pensate che l’inferno non esiste, state alla larga dalle chiese.
Posted on  by Miguel Martinez

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