BENEDETTO SILENZIO! - IL VATICANO VOLEVA ‘DIMENTICARE’ EMANUELA: “SI È GIUNTI ALLA CONCLUSIONE CHE NON È OPPORTUNO UN CENNO AL CASO ORLANDI. IL FRATELLO SOSTIENE CHE AI VARI LIVELLI VATICANI CI SIA OMERTÀ SULLA QUESTIONE. IL FATTO CHE IL PAPA ANCHE SOLO NOMINI IL CASO PUÒ DARE UN APPOGGIO ALL’IPOTESI CHE ‘NON CI VEDE CHIARO’ SU COME È STATA GESTITA LA QUESTIONE”…
Emanuela Orlandi"Libero"
ha pubblicato questo estratto del libro di Gianluigi Nuzzi «Sua
Santità» (Chiarelettere, in vendita). Il testo qui presentato rivela una
missiva del prelato Giampiero Gloder, nella quale il sacerdote
consiglia al Vaticano di non prendere posizione ufficiale sul caso
Orlandi. L'appunto, datato dicembre 2011, era indirizzato direttamente
all'entourage di Benedetto XVI, come suggerimento riservato per il testo
dell'Angelus del Santo Padre.
(...) Pietro Orlandi non lo sa ma sulla storia della sorella l'attenzione di Benedetto XVI è alta. Il pontefice segue da tempo la vicenda in prima persona. E don Georg, il primo assistente del pontefice legge ogni informazione che il capo della gendarmeria Domenico Giani riesce a raccogliere. Da una parte una famiglia che cerca la verità, dall'altra un'istituzione, il Vaticano, dove vige la regola aurea che un segreto non è più tale se lo sa più di una persona.
gianluigi nuzzi Pietro Orlandi già all'inizio di dicembre 2011 aveva avuto un incontro con padre Georg al quale si rivolge il 16 dicembre con una lettera nel quale lo ringrazia dell'incontro e dice che tutta la sua famiglia è convinta che «Sua Santità attraverso le sue parole potrà sensibilizzare le coscienze di chi è preposto ad accertare la verità ». Gli anticipa anche che «Domenica 18 all'Angelus molte delle persone che hanno aderito alla lettera rivolta al Papa saranno presenti in piazza San Pietro nella speranza che Sua Santità possa rivolgere, durante l'Angelus, un pensiero e una preghiera ad Emanuela. Questo gesto potrebbe determinare l'inizio di un nuovo cammino verso la verità».
Pietro Orlandi si mostra determinato a raggiungere la verità sulla scomparsa della sorella. E nei sacri palazzi ci si chiede se accogliere o meno la sua richiesta. Tra i primi a intervenire, il prelato veneto Giampiero Gloder, capo dei «ghost-writer» che coadiuvano il Papa nella stesura dei suoi testi. Sul caso Orlandi e la richiesta del fratello per l'Angelus, il monsignore discute con padre Lombardi e con monsignor Ettore Balestrero, uno dei primi collaboratori di Bertone alla segreteria di Stato.
benedetto xvi Tutti e tre arrivano alla stessa conclusione: sulla ragazza Ratzinger non deve intervenire. Qualsiasi parola sulla vicenda farebbe riaccendere i fari mondiali su una storia che ormai va avanti da quasi trent'anni. Indirettamente, riconoscerebbe un «ruolo» vaticano. Impensabile.
PIETRO ORLANDI Balestrero condivide la posizione con Bertone che è d'accordo: «Magari al signor Orlandi mandiamo una lettera», ipotizzano gli ecclesiastici. A questo punto però bisogna studiare una strategia alternativa e far arrivare l'indicazione al pontefice. Se ne incarica sempre Gloder. L'indomani gli si presenta l'occasione buona per bussare all'appartamento privato. Ha appena inserito nel testo dell'Angelus che il papa leggerà in piazza San Pietro, le correzioni apportate proprio di pugno dal Santo Padre e deve riconsegnare il documento a padre Georg.
Così al discorso allega un approfondimento sul caso Orlandi: «Per quanto riguarda la menzione del caso Orlandi, dopo aver sentito Padre Lombardi, e nuovamente Mons. Balestrero, si è giunti alla conclusione che non è opportuno un cenno al caso. Il fratello della Orlandi sostiene fortemente che ai vari livelli vaticani ci sia omertà sulla questione e si nasconda qualcosa. Il fatto che il Papa anche solo nomini il caso può dare un appoggio all'ipotesi, quasi mostrando che il Papa "non ci vede chiaro" su come è stata gestita la questione.
TARCISIO BERTONE
(...) Pietro Orlandi non lo sa ma sulla storia della sorella l'attenzione di Benedetto XVI è alta. Il pontefice segue da tempo la vicenda in prima persona. E don Georg, il primo assistente del pontefice legge ogni informazione che il capo della gendarmeria Domenico Giani riesce a raccogliere. Da una parte una famiglia che cerca la verità, dall'altra un'istituzione, il Vaticano, dove vige la regola aurea che un segreto non è più tale se lo sa più di una persona.
gianluigi nuzzi Pietro Orlandi già all'inizio di dicembre 2011 aveva avuto un incontro con padre Georg al quale si rivolge il 16 dicembre con una lettera nel quale lo ringrazia dell'incontro e dice che tutta la sua famiglia è convinta che «Sua Santità attraverso le sue parole potrà sensibilizzare le coscienze di chi è preposto ad accertare la verità ». Gli anticipa anche che «Domenica 18 all'Angelus molte delle persone che hanno aderito alla lettera rivolta al Papa saranno presenti in piazza San Pietro nella speranza che Sua Santità possa rivolgere, durante l'Angelus, un pensiero e una preghiera ad Emanuela. Questo gesto potrebbe determinare l'inizio di un nuovo cammino verso la verità».
Pietro Orlandi si mostra determinato a raggiungere la verità sulla scomparsa della sorella. E nei sacri palazzi ci si chiede se accogliere o meno la sua richiesta. Tra i primi a intervenire, il prelato veneto Giampiero Gloder, capo dei «ghost-writer» che coadiuvano il Papa nella stesura dei suoi testi. Sul caso Orlandi e la richiesta del fratello per l'Angelus, il monsignore discute con padre Lombardi e con monsignor Ettore Balestrero, uno dei primi collaboratori di Bertone alla segreteria di Stato.
benedetto xvi Tutti e tre arrivano alla stessa conclusione: sulla ragazza Ratzinger non deve intervenire. Qualsiasi parola sulla vicenda farebbe riaccendere i fari mondiali su una storia che ormai va avanti da quasi trent'anni. Indirettamente, riconoscerebbe un «ruolo» vaticano. Impensabile.
PIETRO ORLANDI Balestrero condivide la posizione con Bertone che è d'accordo: «Magari al signor Orlandi mandiamo una lettera», ipotizzano gli ecclesiastici. A questo punto però bisogna studiare una strategia alternativa e far arrivare l'indicazione al pontefice. Se ne incarica sempre Gloder. L'indomani gli si presenta l'occasione buona per bussare all'appartamento privato. Ha appena inserito nel testo dell'Angelus che il papa leggerà in piazza San Pietro, le correzioni apportate proprio di pugno dal Santo Padre e deve riconsegnare il documento a padre Georg.
Così al discorso allega un approfondimento sul caso Orlandi: «Per quanto riguarda la menzione del caso Orlandi, dopo aver sentito Padre Lombardi, e nuovamente Mons. Balestrero, si è giunti alla conclusione che non è opportuno un cenno al caso. Il fratello della Orlandi sostiene fortemente che ai vari livelli vaticani ci sia omertà sulla questione e si nasconda qualcosa. Il fatto che il Papa anche solo nomini il caso può dare un appoggio all'ipotesi, quasi mostrando che il Papa "non ci vede chiaro" su come è stata gestita la questione.
TARCISIO BERTONE
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