ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 15 maggio 2012

"Magliana investiva allo Ior"


«Sono anni che dico che la Magliana è viva. I magistrati mi danno retta a intermittenza, ma nessuno ha la forza di smentirmi. Io non ho opinioni. A domanda rispondo e se non so, sto zitto», dice in una lunga intervista al Fatto Quotidiano il collaboratore di giustizia Antonio Mancini, uno dei componenti del primo nucleo della banda: «quando la cavalcata epica si è trasformata in una pozzanghera di sangue - dice -, ho detto basta». De Pedis, afferma, «non era più un bandito, si era imborghesito. Oggi sarebbe in Parlamento. Dalla nuova banda che si era creato tra Tor Pignattara e Marranella si faceva chiamare Presidente». «Era entrato in un giro strano con Massimo Carminati - prosegue -, un fascista che oggi fa i miliardi con i ristoranti. Sabrina Minardi l'ex compagna di De Pedis dice che tutti sapevano che Renatino era l'uomo del Vaticano».
Nel rapimento Orlandi, aggiunge, De Pedis «guidò la macchina che servì al sequestro della ragazza. Il rapimento fu deciso da mafiosi e testaccini. C'erano soldi che non rientravano e la scelta era tra lasciare qualche cardinale a terra ai bordi della strada o colpire qualcuno che fosse vicino al Papa e che aveva rapporti economici con noi per marcare un segno. Scegliemmo la seconda strada». A proposito dei soldi Mancino parla di «più di duecento milioni di dollari che la banda aveva riciclato per lo Ior e che non aveva più rivisto dopo il crack dell'Ambrosiano».




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