COME MAI COSTORO NON SONO OBBLIGATI A FIRMARE UN PREAMBOLO DOTTRINALE?
Il preambolo dottrinale somiglia sempre più come alle Forche Caudine della FSSPX |
Faccio mie le parole dell'abbé de Cacquerai, superiore del distretto
francese della FSSPX in merito ai recenti sviluppi delle trattative fra
Roma e la FSSPX e i timori di possibili evoluzioni "punitive". Parole
riprese oggi per contrapporle all'intervista a Mons. Fellay pubblicata
ieri dal DICI: "Come si può ancor oggi accettare che dei preti,
dei vescovi, dei cardinali, e anche in gran numero, possano insegnare
delle autentiche eresie, esaltare una morale che non è più cattolica,
senza nonostante tutto essere preoccupati? Chi meriterà di essere
scomunicato? Coloro che si sforzano di trasmettere ciò che la Chiesa di
ogni giorno ha insegnato o coloro che travisano il deposito rivelato?"
Per onestà d'informazione riporto il comunicato di don de Cacquerai, palesemente ignorato da tutti i giornalisti che oggi ne hanno ripreso un testo di almeno un mese fa: "L'agenzia
APIC ha utilizzato il mio editoriale su Fideliter n.208 per opporlo
all'intervista del 16 Luglio concessa dal Superiore Generale. E' da più
di un mese che tale testo è stato redatto, sono quasi tre settimane che è
stato ricevuto dai nostri abbonati e, il 9 luglio è stato pubblicato
sul sito Tradinews. Questo testo non aveva altro scopo che far seguito
all'incontro del 13 giugno fra Mons. Fellay e il Cardinal Levada. Nel
corso dell'incontro, infatti, il nostro Superiore Generale aveva
espresso all'ex prefetto della CDF la nostra impossibilità di
sottometterci alle esigenze dottrinali nuove che ci venivano richieste.
Di qui ci si poteva domandare se un tale rifiuto ci avrebbe potuto
valere delle nuove sanzioni. Ecco il contesto preciso nel quale è stato
scritto questo editoriale. L'interpretazione che viene data dall'agenzia
stampa è dunque falsata. La dichiarazione finale del nostro capitolo,
che sarà presto pubblicata, offrirà le conclusioni dottrinali che sono
state quelle di tutti i membri del capitolo, anche se questo potrà
dispiacere a tutti gli opinion makers."
Ad ogni modo come dargli torto? Di seguito alcuni recenti esempi...
Il Cardinal Carlo Maria Martini in compagnia di Ignazio Marino, medico ed esponente del PD notoriamente favorevole ad eutanasia e matrimoni gay |
"Non è male, in luogo di rapporti omosessuali occasionali, che due
persone abbiano una certa stabilità e quindi in questo senso lo Stato
potrebbe anche favorirli. Non condivido le posizioni di chi, nella
Chiesa, se la prende con le unioni civili."
L'Espresso del 23 marzo 2012
Mons. Paolo Urso - Vescovo di Ragusa |
"Quando due persone decidono, anche se sono dello stesso sesso, di
vivere insieme, è importante che lo Stato riconosca questo stato di
fatto. Che va chiamato con un nome diverso dal matrimonio altrimenti non
ci intendiamo. Uno Stato laico
come il nostro non può ignorare il fenomeno delle convivenze, deve
muoversi e definire diritti e doveri per i partner. Poi la valutazione
morale spetterà ad altri. La Chiesa fa le sue valutazioni, ma ciò non
toglie che deve sempre essere una casa dalle porte aperte, anche per i
gay e le lesbiche. Non va confuso il peccato con il peccatore".
Il Quotidiano Nazionale dell'11 Gennaio 2012
Cardinal Rainer Maria Woelki |
"Credo che noi dovremmo essere d’accordo e di fatto siamo d’accordo che
nel giudizio su una tale relazione o un tale rapporto c’è una grande
differenza di giudizio quando le persone si assumono la responsabilità
l’uno per l’altro, quando vivono e si relazionano in un rapporto
omosessuale durevole, come similmente avviene in un rapporto
eterosessuale."
Mons. Johan Bonny - Vescovo di Antwerp (Belgio) |
"Credo nel valore del celibato sacerdotale... Ma amerei comunque ordinare preti degli uomini sposati se ciò fosse possibile."
|
Cardinal Christoph Schönborn |
"Nelle votazioni per il nuovo consiglio pastorale di Stützenhofen, un
piccolo comune a nord di Vienna, il ventisettenne Florian Stangl era
stato il più votato dai parrocchiani ma il parroco non aveva voluto
ratificare la nomina in quanto convive con un compagno, con il quale ha
contratto un’unione civile. L’arcivescovo di Vienna, dopo aver espresso
un’iniziale riserva, aveva invitato a pranzo la coppia gay. E dopo
l’incontro non ha bloccato la nomina, in quanto «profondamente
impressionato dalla fede di Stangl, dalla sua umiltà, e dal modo in cui
concepisce il suo servizio». Il giovane in un un’intervista aveva
dichiarato: «Io mi sento legato agli insegnamenti della Chiesa, ma la
richiesta di vivere in castità mi sembra irrealistica»."
da "La Stampa" del 17 Maggio 2012 articolo di A.Tornielli
da "La Stampa" del 17 Maggio 2012 articolo di A.Tornielli
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