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venerdì 31 agosto 2012

Ad Pejiora!


Cardinal Martini, nel suo ultimo libro la “non condanna” dell’eutanasia

Nel suo ultimo libro "Credere e conoscere'', il biblista, 85 anni di cui 16 malato del morbo di Parkinson, ragionava anche di dolce morte: ''Le nuove tecnologie che permettono interventi sempre più efficaci sul corpo umano richiedono un supplemento di saggezza per non prolungare i trattamenti quando ormai non giovano più alla persona"

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Ha rifiutato l’accanimento terapeutico e non condannava l’eutanasia il cardinal Carlo Maria Martinile cui condizioni di salute si sono aggravate negli ultimi giorni. Nel suo ultimo libro “Credere e conoscere”, pubblicato da Einaudi a marzo, il biblista, 85 anni di cui 16 malato del morbo di Parkinson, ragionava di omosessualità, vita in provetta, fine vita e eutanasia appunto. ”
La crescente capacità terapeutica della medicina consente di protrarre la vita pure in condizioni un tempo impensabili. Senz’altro il progresso medico è assai positivo. Ma nello stesso tempo le nuove tecnologie che permettono interventi sempre più efficaci sul corpo umano richiedono un supplemento di saggezza per non prolungare i trattamenti quando ormai non giovano più alla persona”.
“Il punto delicato – argomentava il sacerdote arcivescovo di Milano fino al 2002 – è che per stabilire se un intervento medico è appropriato non ci si può richiamare a una regola generale quasi matematica, da cui dedurre il comportamento adeguato, ma occorre un attento discernimento che consideri le condizioni concrete, le circostanze e le intenzioni dei soggetti coinvolti. In particolare non può essere trascurata la volontà del malato. Non si può mai approvare il gesto di chi induce la morte di altri, in particolare se si tratta di un medico. E tuttavia – argomentare Martini –  non me la sentirei di condannare le persone che compiono un simile gesto su richiesta di un ammalato ridotto agli estremi e per puro sentimento di altruismo, come pure quelli che in condizioni fisiche e psichiche disastrose lo chiedono per se”. 
Nel gennaio 2007  le sue parole avevano aperto un dibattito a livello internazionale con riflessioni sulla vita e sulla malattia. Sul domenicale del ‘Sole 24 ore’  era intervenuto sul caso di Piergiorio Welby che,  affetto da distrofia muscolare, scelse il 20 dicembre la dolce morte scatenando polemiche furiose per la sua richiesta inascoltata di poter morire. Pur condannando l’eutanasia, alle’poca, il sacerdote aveva parlato dell’ esigenza di elaborare norme che consentano di respingere le cure. ”Per stabilire se un intervento medico è appropriato non ci sono regole generali e non può essere trascurata la volontà del malato”. In quell’intervento Martini spiegò di vedere emergere nel sistema sanitario italiano ”negligenza terapeutica” piuttosto che “l’accanimento terapeutico. Si tratta in particolare di quei casi in cui le persone devono attendere troppo a lungo prima di avere un esame che pure sarebbe necessario o abbastanza urgente, oppure altri casi in cui le persone non vengono accolte negli ospedali per mancanza di posto o vengono comunque trascurate. E’ un aspetto di quella che viene talvolta definita malasanità e che segnala unadiscriminazione nell’ accesso ai servizi sanitari che per legge devono essere a disposizione di tutti allo stesso modo”. Dopo aver ricordato che ”spesso infermieri e medici fanno spesso il loro dovere con grande dedizione e cortesia” e che dunque ”si tratta perciò di problemi di struttura e di sistemi organizzativi”, il cardinale giudica importante ”trovare assetti anche istituzionali, svincolati dalle soledinamiche di mercato che spingono la sanità a privilegiare gli interventi medici piu’ remunerativi e non quelli più necessari per i pazienti, che consentano di accelerare le azioni terapeutiche come pure l’ esecuzione degli esami necessari”. In quell’intervento Martini aveva indicato anche una soluzione la legge francese: “Il provvedimento non legalizza l’eutanasia – scriveva Martini – ma prevede che le cure mediche non debbano essere protratte ”con ostinazione irragionevole”. 
Sulla frontiera etica un altro scritto, stavolta sull’Espresso e firmato assieme ad Ignazio Marino,oggi senatore Pd, aveva affrontato spinose questioni: aborto, eutanasia, contraccettivi, fecondazione artificiale. Sulla nascita e la fine della vita, a giudizio del cardinale esistono zone di frontiera o zone grigie ”dove non è subito evidente quale sia il vero bene” e pertanto è buona regola ”astenersi dal giudicare frettolosamente e poi discutere con serenità per non creare inutili divisioni”. Ma di accanimento terapeutico Martini discuteva già nel 1984 in un convegno a Milano. Il sacerdote pur denunciando un ”indebito accanimento che non ammette l’ aggettivazione di terapeutico” chiedeva un’etica della politica sanitaria interanzionale”. 

http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/08/31/cardinal-martini-nel-suo-libro-non-condanna-di-chi-induce-morte-per-altruismo/338978/

31/08/2012 

La morte di Martini, l'ultima lezione alla chiesa e al mondo

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Carlo Maria Martini
Carlo Maria Martini

Il ricordo di padre Lombardi e il racconto delle ultime ore del confratelo gesuita padre Bosatra al collegio Alosianeum. Il Papa prega: "Ha servito la generosamente il vanglo e la chiesa"

Giacomo Galeazzi Città Del Vaticano
Il Papa, in un telegramma al cardinale arcivescovo di Milano Angelo Scola, «appresa con tristezza» la notizia della morte del cardinale Martini «dopo lunga infermità, vissuta con animo sereno e con fiducioso abbandono alla volontà del Signore», esprime la sua «profonda partecipazione al dolore» per la scomparsa «di questo caro fratello che ha servito generosamente il Vangelo e la Chiesa».


Benedetto XVI ne parlerà pubblicamente alla prima occasione probabilmente domenica all'Angelus. Il Pontefice ha seguito dal primo istante l'aggravarsi delle condizioni di salute ed è stato costantemente informato della lunga agonia del porporato biblista.

«Il nostro ultimo incontro è avvenuto dieci giorni fa. La commozione e la partecipazione suscitati dalla sua scomparsa superano lacomunità dei credenti in senso stretto: è il segno che la sua missione evangelizzatrice ha funzionato», spiega a «Vatican Insider» il portavoce vaticano Padre Federico Lombardi a poche ore dalla morte del suo confratello gesuita Carlo Maria Martini. La salma del cardinale sarà esposta ai fedeli nel Duomo di Milano dalle 12 di sabato, fino al funerale che verrà celebrato alle 16.

«Adesso che, in vista del Sinodo dei vescovi di ottobre, ci poniamo particolarmente il problema di come annunciare il vangelo nella società del nostro tempo, il modello di Martini ci è particolarmente prezioso- prosegue padre Lombardi-.Lo spirito del suo esempio offre un contributo molto importante per la tematica fondamentale della nuova evangelizzazione. Il cardinale è stato capace di parlare non solo ai credenti ma anche ai lontani dalla fede portando a tutti l’annuncio del Vangelo. La riflessione che ha saputo svolgere mi sembra estremamente rilevante. E l’immenso moto di partecipazione alla sua scomparsa testimonia che il suo ministero ha saputo raggiungere i più diversi settori sociali e culturali».

L’abbraccio con Benedetto XVI durante la Giornata mondiale delle famiglie è il sigillo del suo cammino di pastore. «L’incontro a Milano due mesi fa è stato un momento altamente significativo e la dimostrazione della continuità nel servizio pastorale dell’arcidiocesi, Martini era consapevole di essere arrivato al termine della sua visita e incontrare il Papa è stato per lui il dono e il riconoscimento più belli per il servizio svolto in tanti anni sulla cattedra di Sant’Ambrogio», puntualizza padre Lombardi.

E la scomparsa del vescovo conciliare per antonomasia Carlo Maria Martini coincide con l’apertura delle celebrazioni per il 5O° anniversario del Concilio Vaticano II. «Ieri mattina ha celebrato la sua ultima messa», racconta padre Cesare Bosatra, superiore del collegio Alosianeum. «Martini era sedato da ieri ed è morto alle 15.45, serenamente, nel sonno». Intanto, però, dopo l'annuncio della morte del cardinale , su Twitter l'hashtag #martini ha scalato posizioni fino a entrare nella topten degli argomenti più discussi. Ma oltre alle numerosissime testimonianze di cordoglio (un grande uomo fino alla fine, esempio di pensiero e dialogo per credenti e non. Hanno perso lo stampo di uomini così), a tenere banco è la notizia che il cardinale ha "rifiutato l'accanimento terapeutico" come ha detto il suo neurologo Gianni Pezzoli.

Il cardinale ha rifiutato l'inserimento di un sondino nasogastrico per l'alimentazione. Da quindici giorni «non poteva più deglutire», dunque era sostenuto solo da una idratazione parenterale. E che il neurologo del cardinale l'abbia voluto annunciare alla stampa suona come un messaggio in extremis, nell'Italia in cui il punto più discusso della cosiddetta legge sul fine vita è proprio l'obbligo all'alimentazione del paziente, considerata terapia cruciale.

La posizione del cardinale era nota e non stupisce: l'aveva espressa già nel 2007 nell'articolo "Io, Welby e la morte", scritto poche settimane dopo la morte di Piergiorgio Welby, il malato terminale di distrofia muscolare che chiese la sospensione delle terapie. L'aveva ribadita nel suo ultimo libro "Credere e conoscere", uscito per i tipi di Einaudi nel marzo scorso, invocando la ragionevolezza anche in tema di eutanasia: «Le nuove tecnologie che permettono interventi sempre più efficaci sul corpo umano richiedono un supplemento di saggezza per non prolungare i trattamenti quando ormai non giovano più alla persona».

Martini chiedeva che ogni caso venisse valutato a sé senza l'imposizione di norme generali. Il popolo di Twitter gli rende omaggio anche per questo, con qualche punta polemica, dai twitterologi famosi alla gente comune. Così Piero Sansonetti scrive «il no all'accanimento terapeutico di Martini sia un esempio per questa classe politica e per la chiesa». E altri commentano: «Almeno Martini sapeva che il medioevo è passato». «E' di grandissima importanza in questo contesto distinguere tra eutanasia e astensione dall'accanimento terapeutico» puntualizza un'altra utente. E un altro: «Ma ora a Martini glielo fanno il funerale? Per me è del tutto irrilevante, però la famiglia Welby lo voleva, per esempio». Il tema viene battuto da molti: «Ora la Chiesa negherà i funerali cattolici al cardinale Martini perchè ha scelto di lasciarsi morire, giusto?» E Mikisugarfree: «Che la morte scelta dal cardinale Martini sia un esempio per i bigotti della prima e dell'ultim'ora».
http://vaticaninsider.lastampa.it/homepage/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/martini-lombardi-chiesa-morte-17793/ 

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