ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 25 settembre 2012

Ecco l'invitato n°1 del cortile dei Ravasi


GIORGIO NAPOLITANO: MISSION ITALY

Foto: Quirinale.it
di Gianni Lannes
Il Presidente della Repubblica è la massima espressione dello spirito democratico, l'alto presidio del nostro traballante ed eterodiretto sistema politico istituzionale. Ma dal 15 maggio 2006 ci ritroviamo un alto traditore della patria, non un garante della legalità. Le documentate denunce degli avvocati Paola Musu (foro di Cagliari) e poi Gianfranco Orelli (foro di Varese) hanno più di un fondamento, ma purtroppo non avranno seguito, anche perché la magistratura indipendente ha le mani legate e comunque non hanno risvegliato (per ora) una mobilitazione popolare, ma solo minoranze attive. Eppure i reati contestati su riscontri oggettivi sono oltremodo gravi: “Attentato contro l'integrità, l'indipendenza e l'unità dello Stato; Associazioni sovversive; Attentato contro la Costituzione dello Stato; Usurpazione di potere politico; Attentato contro gli organi costituzionali; Attentato contro i diritti politici del cittadino; Cospirazione politica mediante accordo; Cospirazione politica mediante associazione”.
Foto: Quirinale.it

Nella “Penisola felice” va in onda quotidianamente la disinformazione pilotata su vasta scala, grazie anche all'altra casta dei giornalisti venduti. Il tormentone in voga - nell'illusione di brandire il potere - è la modifica della legge elettorale per accaparrarsi ancora e sempre soldi pubblici e poltrone. In un Paese serio, dove vale lo Stato di diritto e non la legge del più forte, uno come Napolitano si sarebbe dovuto dimettere immediatamente, a parte le intercettazioni casuali della Procura della Repubblica di Palermo, dove sono incappati l'attuale presidente del Consiglio superiore della magistratura (Napolitano Giorgio) e l'ex vice presidente del Csm, già ministro della Repubblica (tale Nicola Mancino, accusato di false dichiarazioni). E' emerso uno spaccato della trattativa “Stato & Mafia”, ovvero una faccia della stessa medaglia e sono saltate fuori le pressioni indebite di “re Giorgio”.
Repubblica delle banane - L'Italia non è come ce la raccontano da 151 anni, omettendo crimini, misfatti e ruberie fino ai giorni nostri. Il popolo è sovrano recita l'articolo 1 della Costituzione, ma solo sulla carta, ormai straccia, dopo l'approvazione in sordina del Trattato di Lisbona che ha sospeso la nostra Costituzione repubblicana ed antifascista. Grazie al voto “bipartisan” di europarlamentari tricolore di centro, destra e sinistra.
L' approfondimento è nato da un amore profondo per la democrazia, i suoi organi, i suoi istituti, i suoi valori e dal rispetto per le istituzioni. Purtroppo negli anni di vita dello Stato italiano questo sentimento è andato deluso: parallelamente al corrompersi della vita politica e al decadere delle istituzioni si è avuta una progressiva degradazione dell'immagine del rappresentante del Belpaese. Tra i due fenomeni c'è sicuramente correlazione. Senza scomodare la lucida analisi risalente al 1981 di Enrico Berlinguer (“I partiti hanno occupato lo Stato...”), se le cause del malanno vanno ricercate nella storia repubblicana, i sintomi e gli effetti possono essere colti oggi solo da un severo accertamento diagnostico. Su chi? Ma sull'attuale capo dello Stato (uscente), sulla sua carriera politica dal Partito comunista italiano fino alle sue amicizie con lo Zio Sam ed i suoi emissari. Oggi, insomma, tocca ad un caporione della casta, un intoccabile che bivacca in Parlamento solo dal 1953, quando già i governi democristiani autorizzavano gli Usa ad installare missili ed ordigni atomici in Italia (da Longare, Site Pluto in Veneto, ai Jupiter in Puglia). Allora, occorre dare un'occhiata alle relazioni di Napolitano col potente padrone Usa, compreso l'ultimo incontro a Roma con il macellaio su scala planetaria, premio nobel per la pace, Henry Kissinger.
Elogio nucleare - In archivio ho trovato una copia di Aspenia (edita dal Sole 24 ore), rivista di Aspen Institute Italia, un' enclave locale della massoneria internazionale in cui militano tutti i gruppi industriali dello Stivale e gran parte della casta dei politicanti italioti (da Letta Enrico a Tremonti) e altre figure minori in divisa. Si tratta del numero 27, pubblicato nell'anno 2004 - titolato “La seconda era nucleare” in cui figurano in qualità di direttore editoriale e responsabile, rispettivamente Marta Dassù & Lucia Annunziata (quella di “sinistra”). Per la cronaca: tra i collaboratori troviamo interventi di Corrado Clini (attuale ministro per l'ambiente nel governo Monti), Paolo Scaroni, Enrico Letta, Paolo Savona, e i generali Carlo Jean & Fabio Mini (esperto di “guerra ambientale”, scie chimiche incluse). A parte l'editoriale, un elogio spudorato della “seconda era nucleare” - firmato Dassù e Annunziata - in cui è scritto tra l'altro che “di energia nucleare non possiamo fare a meno”, mi ha colpito un intervento del collaboratore Giorgio Napolitano.
L'amico americano - L'allora senatore a vita ha scritto un'illuminante recensione (pagine 344-348) ad un libro intitolato Mission: Italy. In altri termini, roba se conosciuta per tempo a livello popolare, da precludergli il posto ben remunarato da capo dello Stato. Ci riferiamo ad una sorta di marchetta a Richard Gardner: «non una semplice testimonianza del suo servizio di ambasciatore americano a Roma» annota Napolitano. «Nel libro sono riprodotti stralci di documenti che furono messi a disposizione di Dick Gardner dal dipartimento di Stato, in vista del suo arrivo a Roma e dell'inizio della sua missione. In uno di questi documenti, dell'inizio del 1977, si legge: “I problemi che affliggono oggi l'Italia, un governo debole e inefficiente, un clientelismo diffuso, uno dei più alti tassi di inflazione nel mondo industrializzato, una grave disoccupazione strutturale, criminalità e agitazione civile, arretratezza sociale, sono tutti sintomi di un fallimento generale dell'Italia nella modernizzazione dei suoi costumi e delle sue abitudini politiche, in contrasto con lo spettacolare tasso di industrializzazione che ha caratterizzato il paese fin dalla conclusione della guerra. Con il collasso del ventennale miracolo economico, durante la crisi del 1974, le implicite carenze strutturali dell'Italia sono venute in superficie”».
Prosegue Napolitano: «Ci fu un cambiamento netto (…) Quel cambiamento significò, per l'autore di questa recensione, oltre che la possibilità di un primo viaggio negli Stati Uniti, l'avvio a partire dalla primavera del 1978, di incontri informali e riservati con Dick Gardner. L'impegno alla segretezza di quei colloqui fu totalmente rispettato. Per il PCI ne era al corrente solo Enrico Berlinguer; l'ambasciatore Gardner informava chi di di dovere, ma nell'ambito di una riservatezza assoluta». Peccato che Berlinguer non sia più tra i comuni mortali a raccontare la sua versione dei fatti e a smentire mister Napolitano.
Nel periodo gennaio-marzo del 1978 c'era una crisi politica, scaturita dalla possibilità - voluta da Aldo Moro con il compromesso storico - di inserire i comunisti nel governo. L'epilogo è noto: Moro fu sequestrato, previa eliminazione militare della sua scorta e poi assassinato due mesi dopo. L'interesse a far deragliare lo sdoganamento dei comunisti e l'ingerenza del governo Usa, ovviamente, non è mai emersa. Chi ha ammazzato Moro? E perché? Altro che quei dilettanti allo sbaraglio ma controllati a distanza delle Brigate Rosse.
Dulcis in fundo: un elogio dell'Alleanza atlantica e una pugnalata a Berlinguer già morto: «Infine gli euromissili, altra vicenda vissuta fino al 1981 da Dick Gardner e ricordata nel libro - chiosa Napolitano - Il fatto che USA e NATO affrontarono la prova di forza fino in fondo, con la decisione di installare i missili a medio raggio (…) Ma il carattere irrealistico e la contraddittorietà delle posizioni del PCI e di Berlinguer sugli euromissili furono il riflesso non tanto della persistente riluttanza ad andare ad andare avanti nel distacco dall'URSS, quanto di un legame con il movimento pacifista che si considerava irrinunciabile».
In conclusione la beffa di Napolitano, ovvero una sventagliata di retorica ed ipocrisia a buon mercato: «In definitiva su Dick Gardner ambasciatore a Roma, il giudizio più gratificante lo ha lasciato Moro, nel drammatico memoriale ritrovato a via Montenevoso (e scritto nelle condizioni terribili della prigionia nel covo delle brigate rosse): “Quest'ultimo diplomatico è il più delicato e sensibile, ha il polso delle cose italiane ed è condizione di svolgere con efficacia un ruolo effettivo nelle cose italiane”».
Massoneria illuminata - A parte quello che avevo già scritto in passato in riferimento ai collaboratori di Beppe Grillo e a certe strane omissioni del comico urlante, aspirante rivoluzionario con villa faraonica e automobili di gran lusso, ecco la voce ufficiale cosa dichiara. “L’Aspen Institute è un’organizzazione internazionale non profit fondata nel 1950 e finalizzata a incoraggiare le leadership illuminate, le idee e i valori senza tempo e il dialogo sui problemi contemporanei,Aspen Institute Italia è un’associazione privata, indipendente, internazionale, apartitica e senza fini di lucro dedicata alla discussione, all’approfondimento e allo scambio di conoscenze, informazioni e valori. La sua missione è l’internazionalizzazione della leadership attraverso un metodo che privilegia l’approfondimento di temi strategici della realtà contemporanea e il confronto tra culture e posizioni diverse in condizioni di riservatezza e libertà espressiva”.
Ne fa parte l'aristocrazia dell’industria italiana, delle banche e delle assicurazioni: dalle Generali alla Fincantieri, da Confindustria alla Rai a Mediaset; da Pirelli alle Poste Italiane, dalla società Autostrade all’Enel, dalla Fiat alla IBM Italia, dalla Italtel alla Banca nazionale del lavoro. Fuori confine ci sono anche il “filantropo” Soros ed il premio nobel Kissinger.
Gianni De Michelis è stato il presidente della sezione italiana dal 1985 al 1992. L'organigramma attuale vede come presidenti onorari Cesare Romiti, (presidente della RCS) e Carlo Scognamiglio, mentre il presidente in carica è Giulio Tremonti(casualmente membro anche della Fondazione Res Publica e della Fondazione Liberal). In qualità di vice presidenti figurano John Elkann, Enrico Letta, Paolo Savona (vicario), Lucio Stanca (Tesoriere).
Cosa sia realmente l’Aspen Institute lo sintetizza sapientemente Miguel Martinez: «Sono un’emanazione dei miliardari che li finanziano, e a loro volta permettono ai miliardari riuniti insieme di dettare la linea alle istituzioni dello stato, ai media, al mondo militare, alla culturale, alla cosiddetta “opinione pubblica”. E di farlo con qualunque governo ci sia al potere. Ovvero, proprio cio’ di cui parlava Pasolini nel ’75. Con la fondamentale differenza che ora non si nascondono più, i convegni li fanno direttamente a Villa Madama e i politici non sono più inconsapevoli burattini, ma si sono fatti direttamente e consapevolmente cooptare all’interno del meccanismo. A margine, vale la pena di sottolineare una delle affermazioni di Napolitano al convegno: “L’Italia deve liberarsi da quella che gli americani chiamano ‘hyperpartisanship’, ovvero da un eccesso di partigianeria politica che e’ l’esatto contrario della ‘bipartisanship’”. Il capo dello Stato sottolinea “la necessita’ di non lasciarsi dividere o paralizzare da contrasti ideologici. Dobbiamo liberarci da questa sorta di ‘camicia di forza’ per procedere avanti”».
E' membro di Aspen anche Romano Prodi naturalmente, e perfino il Presidente della Repubblica, l'ex comunista Giorgio. Napolitano, appunto, ha partecipato a un convegno dell’Aspen Institute a Villa Madama. Come mai può permettersi l'Aspen di indire un convegno nella sede di rappresentanza del Ministero degli Affari Esteri? Il quotidiano La Stampa ne fa un resoconto (2 luglio 2008): «Molto si è parlato di quanto grave sia la crisi economica oltre Atlantico nella conferenza “Italy, Europe and the U.S.” organizzata dall'Aspen Institute in memoria di Gianni Agnelli (…) potrebbe essere la più grave dopo la seconda guerra mondiale secondo l'ad della Fiat Sergio Marchionne. “L'Italia ce la farà se ritroverà la fiducia e saprà fare i sacrifici necessari a costruire il futuro” augura il presidente della repubblica Giorgio Napolitano. Con ironia risponde l'ex segretario di Stato Usa Henry Kissinger, che ha dibattuto con lui sui legami storici tra i due Paesi». Era presente anche Mario Draghi (allora in veste di governatore della banca d'Italia), già membro di diritto delClub Bilderberg e della Trilateral Commission.
Quelle immagini in bella mostra sono una vergogna per l'intera Italia che si proietta in tutto il mondo civile. Con estrema disinvoltura, tant'è che le foto campeggiano tuttora sul sito del Quirinale il presidente della Repubblica pro tempore Giorgio Napolitano ha colloquiato accanto al famigerato criminale internazionale Henry Kissinger, come se il genocidio di milioni di persone niente fosse. Il premio nobel per la pace Kissinger ha notoriamente sul groppone anche numerosi colpi di Stato orditi dalla Cia in paesi democratici come il Cile di Salvador Allende. Sicuramente il capo dello Stato italiano soffre di provvidenziali amnesie.
Il mantenuto - Giorgio Napolitano, Presidente della Repubblica Italiana, ha vissuto a spese dell'Europa mentre era Presidente della Commissione Costituzionale dell'Unione Europea, il super-Stato di destra desiderato anche da Hitler. Lo documenta un video tedesco. Il filmato è andato in onda sulla tv Tedesca il 17. marzo 2004 (è visualizzabile al seguente link: http://www.youtube.com/watch?v=8L-e5Cvm-wQ&feature=sh...3).
Ecco la trascrizione della traduzione italiana di questa prova visiva censurata in Italia: «L'aeroporto di Bruxelles. I parlamentari che atterrano qui riescono riescono ad ottenere di regola, per ogni volo, una grossa somma poiché viene loro rimborsata l'intera tariffa. Non ha infatti alcuna importanza quanto devono pagare per il biglietto. E capita a pennello che Bruxelles sia l'aeroporto Hub di una delle più grosse compagnie aeree low-cost in Europa. Virgin vola da qui verso molte grosse capitali. Il lunedì i velivoli della Virgin giungono da tutta Europa. Ore 12. Dal velivolo proveniente da Roma, scende Giorgio Napolitano, deputato italiano dei Socialisti. Napolitano è Presidente della Commissione Costituzionale, una delle commissioni più importanti del Parlamento Europeo. Per il volo di andata da Roma a Bruxelles riceve dal Parlamento Europeo un rimborso pari a circa 800 Euro. La sera prima abbiamo controllato su Internet quanto costasse il volo. Il prezzo, inclusivo di tasse, era meno di 90 Euro. E alla fine della giornata, con un solo volo, il parlamentare ha guadagnato più di 700 Euro, cifra netta che finisce nelle sue tasche».
Incalzato correttamente da un giornalista, l'attuale presidente della Repubblica italiana fugge via imbarazzato e con la coda fra le gambe. In realtà non avrebbe nulla da nascondere, poiché, in base alla norma che hanno approvato gli stessi parlamentari, la fregatura dei voli a basso costo è legale (si fa per dire).
Giornalista: “Quanto denaro ha ricevuto?”. Napolitano: “Non dico nulla, anche se Lei insiste in modo così scortese, i questori Le potranno dare una risposta”. Giornalista: “Ma è denaro pubblico”. Napolitano: “Chiamo la Polizia se non la smette, mi lasci stare”. Giornalista: “Sto ponendo domande in rappresentanza dei cittadini, è denaro pubblico. Lei ha pagato molto poco per il volo, ma ha ricevuto molto denaro”.Napolitano: “Io parlo solo con i contribuenti italiani”. Giornalista: “Ma i tedeschi pagano moltissimo per la Comunità Europea”. Giornalista: “Ciò che viene chiamata “indennità di viaggio” rappresenta effettivamente un rimborso delle spese di viaggio?”.
Hans Peter Martin [euro-parlamentare austriaco]: «Quello che avviene qui ha poco a che fare con il rimborso delle spese di viaggio. Esso rappresenta essenzialmente un secondo stipendio. Solo quando si abita molto vicino al Parlamento, non vengono corrisposti grossi extra. Altrimenti, a partire da una determinata distanza in poi, si aggiungono dai 20 ai 40 mila Euro netti all'anno. E ciò è insostenibile e ingiustificabile, in nessun Paese del mondo, secondo la mia opinione».
Ecco uno così, peggio di Giovanni Leone (costretto a dimettersi per lo scandalo Lockheed) è diventato addirittura presidente della Repubblica. Recentemente Napolitano ha dichiarato: «Dobbiamo tutti fare dei sacrifici». Indubbiamente, ma a partire subito da lei Napolitano: tolga il disturbo perché ha inquinato pesantemente la democrazia in Italia. A quanto pare ha chiuso in bellezza con il golpe Monti. E visto che il Quirinale ci costa 26 mila euro l'ora, è ora di sbaraccare e di trasformare quel colle di Roma in un museo.
Querela a Napolitano
Aspenia
Aspenia 1
Aspenia 2
Aspenia 3

Foto: Quirinale.it

Foto: Quirinale.it

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