Nel 1994 la
Conferenza episcopale toscana ha pubblicato una nota
pastorale del titolo: "A proposito di magia e di demonologia", in cui
si sottolineava che tenendo conto del dilagare delle pratiche magiche, sia
sotto l'aspetto dell'occultismo e dell'esoterismo che del sincretismo religioso
e dei nuovi gruppi settari, si richiede negli operatori pastorali una reale
conoscenza del fenomeno della magia, delle tendenze di pensiero e di prassi a
cui essa rimanda e delle deformazioni mentali che induce negli stessi soggetti
da evangelizzare. Oggi il fenomeno dell'impressionante ritorno alle
pratiche magiche che in Italia
coinvolgerebbe oltre 12 milioni di persone, preoccupa molto i vescovi, perché è
indice di una grave situazione di smarrimento esistenziale, sia per i
presupposti di pensiero che per i comportamenti pratici che suppone. Si può dichiarare senza timore di essere
smentiti che il secolo d'oro della stregoneria e della magia non è il Trecento e
neppure il Seicento, ma è proprio questo nostro ventunesimo secolo.
In un
passato non troppo remoto maghi, streghe e fattucchiere, erano ritenuti
appannaggio del sottosviluppo meridionale ed il binomio Sud e magia era oggetto
di ricerca sociologica. Da molti anni non è più vero che la clientela della magia
contemporanea sia composta in modo esclusivo o maggioritario da contadini
arretrati o da immigrati di recente inurbanizzazione ai limiti
dell'analfabetismo. Al contrario sono sempre più numerosi fra gli utenti della
magia i laureati, i professionisti, i dirigenti: quando non sono le stesse
imprese a servirsi del veggente e dell'astrologo per una previsione sulle loro
transazioni di affari.
Ma che cosa è esattamente la magia? Essa si fonda sul
credere nell'esistenza di spiriti che operano nel mondo, autori di fatti
strani, dei quali bisogna conciliarsi il favore, acquisire la potenza o quanto
meno neutralizzare l'azione attraverso riti e pratiche tenute segrete, chi sia
riuscito ad entrare in possesso di questi poteri è tentato di servirsene contro
i suoi nemici gettando loro il "malocchio" o malasorte, effettuando
un sortilegio. Le pratiche magiche non hanno però sempre un fine malefico, come
fare ammalare uomini ed animali, distruggere beni, provocare incidenti. Si
ricorre al mago anche per confidargli delle angosce e chiedere un successo in
affari od in amore oppure che tolga il malocchio. Tradizionalmente si è soliti
distinguere tra magia "bianca" e magia "nera".
Con la dizione di magia "bianca" si può intendere
l'arte di operare prodigi con mezzi naturali; in questo senso equivale ai
giochi di prestigio ed ai fenomeni di illusionismo. Se tutto ciò non è compiuto
con mezzi illeciti e non ha fini disonesti, questo tipo di magia è innocua e
legittima. Negativo è invece se per magia "bianca" si intendono forme
di intervento che presumono di mirare a scopi, sia pur benefici, con il ricorso
a mezzi inadeguati moralmente come talismani, amuleti, pentacoli e filtri vari.
Nella magia infatti si è sempre realizzato un grande consumo di oggetti
considerati portatori di una potenza magica protettrice per premunirsi dai
rischi e dai pericoli della vita. Ad esempio è noto il ferro di cavallo, a
forma di calamita, che dovrebbe aumentare la possibilità di successo, oppure il
dente di tigre per beneficiare della forza del felino. L'amuleto in genere è un
oggetto naturale considerato come portafortuna e può essere: conchiglia, osso o
cristallo, esso creerà un campo di forze magiche che protegge e genera uno
stato di sicurezza nella psiche di chi lo porta.
Il talismano invece è un oggetto più personalizzato
dell'amuleto, esso viene preparato dal mago tenendo esattamente conto del segno
zodiacale del beneficiario, segno che determina la scelta dei materiali, dei
colori e dei profumi. Il mago fabbrica un talismano protettivo in un giorno
preciso della settimana e del mese lunare ed un talismano per riconquistare
l'amore perduto in un altro giorno prestabilito. Il pentacolo è una figura
simbolica che sintetizza un'intera dottrina a base di segni, lettere o disegni,
ad esempio la stella a sei punte, il quadrato magico. Le candele rosse scure
dette candele dell'incantesimo o "della scorpiona" sono utilizzate
insieme a filtri d'amore versati nel tè, caffè, vino per sedurre sessualmente
una persona.
E' chiaro che in questo tipo di magia bianca entrano in
gioco sia forme di superstizione che comportamenti ingannevoli contrari alla
natura stessa della fede cattolica e quindi illeciti ed inaccettabili, quando
non addirittura pericolosi per la stessa integrità psico-fisica e la vita morale
di coloro che ne sono vittime. Ancora più deleteria è la magia
"nera", in quanto essa si richiama in modo diretto od indiretto a
poteri diabolici. Generalmente la magia "nera" è indirizzata a scopi
malefici come il procurare malattie, disgrazie e morte o ad influenzare il corso degli eventi a
propria utilità, specialmente per conseguirne vantaggi personali come onori,
ricchezze od altro. La magia "nera" è una vera e propria espressione
di anticulto cattolico ed è indirizzata a far diventare i suoi adepti
"servi di Satana". Rientrano nella magia "nera" tutti quei
riti esoterici, a sfondo satanico, che hanno il loro apice nelle cosiddette
messe nere. Alla magia di collega poi, come importante correlato, la
divinazione, cioè la pretesa di voler predire il futuro in base a segni tratti
dal mondo della natura od in rapporto all'interpretazione di presagi o sorti di
diverso genere.
Tra i numerosi e vari strumenti di divinazione la più
diffusa è la cartomanzia che utilizza le carte da gioco per indicare gli eventi
futuri, essa è una pratica relativamente recente in quanto la presenza delle
carte da gioco è documentata in Occidente solo a partire dalla fine del '300.
Il mazzo di carte dei Tarocchi, formato da ventidue arcani maggiori e
cinquantasei arcani minori, fu inventato nelle corti italiane della seconda
metà del 1400 ed è il risultato iconografico delle allegorie e dei simboli
tardo-medievali e rinascimentali. La chiromanzia, invece, si basa sulla
decodificazione delle linee della mano e viene utilizzata per inquadrare il
carattere del cliente, le sue potenzialità e le sue inclinazioni. Lo spiritismo
e la negromanzia è il ricorso agli spiriti dei morti per svelare il futuro.
Altro elemento di divinazione è la numerologia, che si riallaccia alla Cabala
ebraica che si attua sostituendo i numeri alle lettere del nome e del cognome
di una persona e, riducendo i numeri fra quelli compresi tra l'uno ed il nove,
se ne interpretano i valori simbolici.
Il giudizio dottrinale della Chiesa Cattolica sulla magia e
stregoneria è in linea con quanto insegna la Sacra Scrittura.
Il Giudaismo dell'Antico Testamento, pur essendo nato nel cuore della civiltà
medio-orientale fondata sulla magia, prende vigorosamente le distanze dai riti
magici degli egizi, dei cananei e dei babilonesi. L'immagine della magia come
alleata dei potenti contro la religione di Israele, si ritrova nel Levitino
(19, 26-31; 20, 6-27), nel Deuteronomio (18, 9-14), nel I Libro di Samuele (28,
6-14) la debolezza di Saul che consulta la maga di Endor, dopo averle vietato
di "evocare gli spiriti", esprime il peso di una inclinazione
naturale alla curiosità di conoscere il futuro. Nel Libro della Sapienza (13,
1-19) la religione si oppone alla magia come la saggezza alla follia. Alla
corte di Babilonia, Daniele ed i suoi compagni hanno la meglio su maghi ed
indovini (Daniele 1, 20). I profeti Geremia (27, 9), Osea (4, 2), Michea (5,
11) e Malachia (3, 5) classificano la pratica della magia fra le condotte
adultere e sacrileghe del popolo eletto. Il Deuteronomio (18, 10-11) afferma
con severità: "Non si trovi in mezzo a te chi immoli, facendolo passare
per il fuoco, il suo figlio o la sua figlia; né chi eserciti la divinazione o
il sortilegio, l'augurio o la magia; né chi consulti gli spiriti; o gli indovini,
né chi interroghi i morti". Il profeta Isaia (47, 12-14) infuriato
esclamava: "Stattene pure nei tuoi incantesimi e nella moltitudine delle
magie (...). Si presentino o ti salvino gli astrologi che osservano le stelle,
i quali ogni mese pronosticano che cosa ti capiterà. Ecco, essi sono come
stoppini: il fuoco li consuma; non salveranno se stessi dal potere della
fiamma". Anche il cristianesimo, che è radicato nella stessa tradizione
biblica, sottolineerà la propria divergenza radicale dalla magia che normalmente
si appella alle forze demoniache per assicurare l'efficacia delle proprie
azioni. Nel Nuovo Testamento è detto chiaramente che chi compie la stregoneria
non erediterà il regno di Dio (Galati 5, 20). Nel Libro degli Atti degli
Apostoli abbiamo che Simon Mago viene vigorosamente condannato per aver tentato
di volgere la potenza dello Spirito a beneficio delle sue pratiche magiche
(Atti 8, 9-20). Sulla piazza di Efeso, all'appello incisivo di San Paolo
"un numero considerevole di persone che avevano esercitato le arti magiche
portarono i propri libri e li bruciavano alla vista di tutti" (Atti 19,
19). L'Apocalisse esclude dalla Gerusalemme celeste i "menzogneri" ed
i "fattucchieri" di qualsiasi genere (Apocalisse 9, 21; 18, 23; 21,
8; 22, 15).
Nei primi secoli del cristianesimo tale insegnamento
cattolico è costante, la
Didachè , tra le vie che conducono alla morte, accanto alla
idolatria, pone la magia e gli incantesimi. Ippolito, nella Tradizione
apostolica, esclude dal battesimo maghi, astrologi ed indovini. San Giustino
nel Dialogo con l'ebreo Trifone e Sant'Agostino in De Doctrina Christiana
condanna vigorosamente la magia. Il decreto di Graziano colpirà con pene severe
chi pratica la magia, così come il Concilio di Elvira (305) ed il Sinodo di
Paderborn (785). Nel 400 il I Concilio di Toledo aveva affermato: "Se
qualcuno pensa che si deve credere all'astrologia sia anatema". E' giusto
però rilevare che tale condanna riguarda chi sostenesse l'influsso diretto e
necessitante degli astri sulla vita e sulla volontà dell'uomo. San Tommaso
d'Aquino ritiene che l'influsso dei corpi celesti non può esercitarsi
direttamente ed immediatamente sull'intelletto e sulla volontà, ma
indirettamente, cioè per mezzo delle potenze interiori della sensibilità che,
in quanto legate al corpo, sono soggette agli influssi astrali; tuttavia San
Tommaso, nella Summa Theologiae, afferma: "Il sapiente domina gli astri
perché, resistendo alle passioni, impedisce con la sua volontà libera gli
effetti dei corpi celesti".
Come sosteneva anche Dante Alighieri, l'influsso astrale c'è
e dà una certa inclinazione o condizionamento, ma non è costrittivo. Il
giudizio che la coscienza cattolica dà alla magia è assai severo. Innanzitutto
dal punto di vista antropologico sia la religione che la magia cercano di
stabilire un rapporto con il mondo dell'invisibile. La magia funziona però
diversamente dalla religione e questo perché ne è soltanto un falso sostituto.
Infatti la magia si fonda su un concetto meccanicista del reale, nel quale non
si tratta di dialogare con la divinità, ma di captare, con tecniche
appropriate, le forze, le energie ed i poteri degli spiriti sovrannaturali. La
religione, invece, si basa su un rapporto di tipo spirituale nel quale il credente intrattiene una relazione personale
dialogica con Dio. Il cattolico non può accettare la magia perché non può fare
il peccato di idolatria, cioè non può accettare di mettere al posto del vero
Dio delle false credulità. I cristiani non possono credere che la loro vita sia
dominata da forze occulte manipolabili a piacimento con riti magici. I credenti
in Cristo non possono ritenere che il loro futuro sia scritto in anticipo nei
movimenti stellari od in altre forme di presagio.
San Tommaso d'Aquino nella Summa Theologiae afferma
decisamente che la divinazione nelle sue diverse forme è un peccato grave e vi
può essere il pericolo che la divinazione possa compiersi sotto l'influsso di
Satana o dietro suo suggerimento. Il Catechismo della Chiesa Cattolica al
numero 2115 scrive: "Dio può rivelare l'avvenire ai suoi profeti o ad
altri santi. Tuttavia il giusto atteggiamento cristiano consiste
nell'abbandonarsi con fiducia nelle mani della Provvidenza per ciò che concerne
il futuro e a rifuggire da ogni curiosità malsana a questo riguardo. L'imprevidenza
può costituire una mancanza di responsabilità". Il numero 2116 del
Catechismo specifica ancora meglio: "Tutte le forme di divinazione sono da
respingere; ricorso a Satana od ai demoni, evocazione dei morti o altre
pratiche che a torto si ritiene "svelino" l'avvenire. La
consultazione degli oroscopi, l'astrologia, la chiromanzia, l'interpretazione
dei presagi e delle sorti, i fenomeni di veggenza, il ricorso ai medium
occultano una volontà di dominio sul tempo, sulla storia ed infine sugli uomini,
ed insieme un desiderio di rendersi propizie le potenze nascoste. Sono in
contraddizione con l'onore ed il rispetto, congiunto a timore amante che
dobbiamo a Dio solo". (Per quanto riguarda l'astrologia si rimanda ad una
trattazione specifica presente nell'Appendice "A" di questo testo).
Il numero 2117 del Catechismo ribadisce la condanna
millenaria della Chiesa Cattolica verso la magia, in modo particolare di quella
"nera": "Tutte le pratiche di magia e di stregoneria con le
quali si pretende di sottomettere le potenze occulte per porle al proprio
servizio ed ottenere un potere sovrannaturale sul prossimo - fosse anche per
procurargli la salute - sono gravemente contrarie alla virtù di religione. Tali
pratiche sono ancor più da condannare quando si accompagnano ad una intenzione
di nuocere ad altri o quando in esse si ricorre all'intervento dei demoni.
Anche portare amuleti è biasimevole. Lo Spiritismo spesso implica pratiche
divinatorie o magiche. Pure da esso la Chiesa mette in guardia i fedeli. Il ricorso a pratiche
mediche dette tradizionali, non legittima né l'invocazione di potenze cattive,
né lo sfruttamento della credulità altrui". In conclusione, la ricerca del
"magico" nelle sue diverse forme deriva da un bisogno di significato
e di risposte che la società materialista odierna non è in grado di dare. Il
ricorso alla magia ed alle singole pratiche di divinazione diventa
conseguentemente una compensazione al vuoto esistenziale che caratterizza la
precarietà del nostro tempo. I maghi, gli stregoni e i fattucchieri trovano
terreno fertile solo là dove c'è assenza e vuoto di evangelizzazione magari c'è un'apparente fede cattolica
esterna che in realtà non è maturata in un credo adulto. La nuova
evangelizzazione, mentre propone la pienezza dell'esistenza cristiana, non deve
disattendere di farsi coscienza critica e denuncia di questa grave sfida che
oggi come non mai la stregoneria lancia contro la Chiesa Cattolica.
La magia si oppone totalmente ai contenuti della fede cattolica ed ha una
visione della vita in netto contrasto con la rivelazione di Dio consegnato alla
Santa Chiesa.
Don Marcello Stanzione (Ri-Fondatore della M.S.M.A.)
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