ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

lunedì 24 settembre 2012

Polenta alla gospa? O Gospa per polentoni?


FEDE E VISIONI
Ivan, il veggente che divide la Chiesa 'Recessione? Colpa della crisi di valori'
Accolto a Villa d’Adige, diocesi di Verona, dopo il rifiuto di quella di Rovigo. L’ex operaio che vede la Madonna a Medjugorje accolto da migliaia di persone
BADIA POLESINE (Rovigo) — Sono le 18.41 quando Ivan Dragicevic s’inginocchia davanti alla statua della Madonna. Con lui tanti, tantissimi degli oltre duemila fedeli riuniti a Villa d’Adige per partecipare all’incontro di preghiera con uno dei sei «veggenti» di Medjugorje. Dragicevic è il più assiduo nel dialogo con quella che chiama affettuosamente «Gospa» o «Majka», ossia «Signora e Madre» in croato, la lingua di questo ex operaio agricolo di 47 anni che ora gira il mondo, dividendosi tra il Massachussets e la natia Bosnia Erzegovina. Da quel 24 giugno 1981 ogni giorno a circa venti minuti dalle 19 il «veggente » sostiene di entrare in contatto con la «Regina della Pace». E mercoledì pomeriggio lo ha fatto fino alle 18.47, nella piccola frazione di Badia Polesine, sotto il grande tendone della «Festa della polenta», attorniato da bancarelle di dolciumi, frutta, bigiotteria.
«Quando ho la visione, tutto intorno a me sparisce — racconta — mi trovo fuori dal tempo e dallo spazio. Tutto comincia con una luce, poi compare la Madonna. E’ difficile descrivere, tornare a questo mondo dopo che si sono visti quegli occhi».
Fatti e figure controverse anzitutto all’interno della stessa chiesa cattolica, come testimoniato dal fatto stesso che Dragicevic è stato accolto, appunto, a Villa d’Adige. La quale, ad appena 3 chilometri dal confine con la provincia di Verona, ricade nella Diocesi scaligera che, a differenza di quella di Adria e Rovigo, ha acconsentito all’organizzazione dell’incontro. Dei vertici ecclesiastici nessuna traccia. La messa è celebrata da don Primo, un prete amico personale di Dragicevic, giunto appositamente da Roma. E un po’ fa sorridere che durante la messa il sacerdote parli del valore del digiuno: un po’ cozza con la figura pienotta del «visionario», salvo poi precisare che trattasi di «digiuno dal peccato». In ogni caso gli organizzatori si tengono ben alla larga dalle polemiche e, anzi, non nascondono la soddisfazione per una partecipazione straordinaria, che ha reso necessaria addirittura l’installazione di una seconda tensostruttura con tanto di maxischermo. «E’ arrivata gente da ogni dove, c’è un’energia straordinaria — sottolinea Lorenza Mini dell’«Associazione Panta Rei» e coordinatrice organizzativa dell’evento —la Provvidenza ci ha aiutato in tutto: il tendone ci è stato prestato a titolo gratuito, così come i fiori e il palco, donati dalla generosità delle persone. Il resto delle spese saranno coperti con le offerte». Le offerte serviranno a garantire anche le necessità di viaggio di Dragicevic che, come viene spiegato, sta facendo un autentico tour in Italia: sabato era a Monteforte d’Alpone, nel Veronese, e prima di scendere in Polesine aveva vistato alcuni paesi della Lombardia. «Domani dovrebbe essere in pausa — riprende Mini— mentre nei giorni successivi credo si muoverà tra Toscana e Umbria». Insomma, un impegno a tempo pieno che viene evidentemente reso possibile anche dalla sensibilità dei fedeli.
Non è dato sapere se il «veggente» percepisca un gettone di presenza, ma la rete di solidarietà e amicizia che lo circonda pare assicurargli la possibilità di girare e animare incontri di preghiera senza preoccuparsi d’altro. Le preci, questa volta, sono rivolte in particolar modo a chiedere benevolenza alle popolazioni dell’Emilia Romagna, colpite dal terremoto. Per questo è presente anche una delegazione di Finale Emilia che, per una volta, invece che aiuti materiali riceverà richieste d’intercessione, grazie all’interessamento di Dragicevic. In ogni caso il «veggente», accompagnato sempre dal suo collaboratore Krizan, preferisce evitare il contatto diretto con i cronisti. In compenso, è prolifico di parole dal palco. Conclusa la messa, poco dopo le 17.30 sale sul pulpito per una quarantina di minuti, sostenuto dalla traduzione simultanea del suo braccio destro. L’invito è chiaro: bisogna mettere Dio al primo posto, rimettere al centro la preghiera, per la quale troppo spesso non si trova tempo. E in questo percorso la Madonna è una guida salda e sicura. «Si parla molto spesso di recessione economica — sostiene — ma ogni fenomeno di questo tipo deriva da una recessione ben più grave, quella spirituale». Parole che sembrano preludere a quelle che emergeranno dall’incontro con la Majka. Riavutosi dalla trance, in cui Dragicevic parla, annuisce, sorride, il messaggio è chiaro. «La Madonna ha rivolto in primis un invito ai potenti della Terra — dice ancora l’uomo di Medjugorje — il potere di cui dispongono, venga usato per la pace».
Nicola Chiarini

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