FATIMA |
Nelle rivelazioni della Madonna ai pastorelli di Fatima (1917), «sono indicate realtà del futuro della Chiesa, che man mano si sviluppano e si mostrano (…). Quanto alle novità che possiamo oggi scoprire nella Chiesa, vi è anche il fatto che non solo da fuori vengono gli attacchi al Papa e alla Chiesa, ma le sofferenze vengono pure dall’interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa…».
Così parlava Benedetto XVI il 13 maggio 2010, appunto a Fatima. E le sue parole si ritrovano nelle pagine iniziali del volume «Fatima e la passione della Chiesa», della scrittrice e storica Cristina Siccardi.
L’autrice offre qui il risultato di una ricerca di singolare ampiezza, che – possiamo dire - «libera» dal loro isolamento i pastorelli di Fatima, scoprendo collegamenti inattesi con vicende di luoghi e tempi successivi.
La ricerca parte dal Portogallo del XIV secolo, e dalla tomba quasi dimenticata di una sua regina venuta da lontano: Mafalda di Savoia, sepolta poi in solitudine appunto a Fatima. E qui compare molto tempo dopo un altro Savoia, Filippo, del ramo di Acaja, diventato pellegrino dopo essere scampato a una faida familiare. Arriva e scopre quella tomba (di cui ancora si conserva la lapide). La vicenda prosegue nel tempo con altri personaggi, e in particolare con una figlia di Filippo d’Acaja, suor Filippina, monaca ad Alba, in Piemonte, dove morirà nel 1454, lasciando annunci su «futuri eventi prosperi e funesti alla Casa Sabauda fino a un tempo non preciso di terribile guerra»: così parla un documento del 1665.
Attraverso un lungo e inaspettato «prologo» si arriva poi alla figura di Lucia dos Santos, la destinataria degli annunci del 1917; a quelle del fratello e della sorella, che nel libro troviamo assai più attivi, assai meno «comparse» rispetto ad altre narrazioni, prima e dopo l’evento.
Ecco poi, via via, la divulgazione progressiva e non facile e non sempre pacifica, della vicenda di Fatima, delle apparizioni e dei messaggi attraverso il mondo e i suoi rivolgimenti.
Ed ecco poi un «dopo Fatima» ben poco noto, in singolare continuità col messaggio mariano, attraverso figure di forte interesse e attualità: come la beata Elisabetta Canori Mora, morta nel 1823, mistica e madre di famiglia. E la beata Katharina Emmerick (1774-1824), devastata dal male e appassionata profetessa per la cristianità devastata del suo tempo. Il libro fa rilevare un collegamento ripetuto, quasi «regolare», tra il messaggio di Fatima e molte situazioni contemporanee nella Chiesa: la sua «tribulatione» non a causa di persecutori, ma per un disorientamento a volte trasmesso dai pastori ai fedeli; per torbide vicende che si susseguono, e non per opera di nemici esterni; come dice Benedetto XVI, «Le sofferenze della Chiesa vengono proprio dall’interno della Chiesa, dal peccato che esiste nella Chiesa».
«Fatima e la passione della Chiesa», di Cristina Siccardi, Sugarco Edizioni, 2012, 256 pagg., 18,80 euro.
DOMENICO AGASSO JR.ROMA
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