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Languisce la tradizione o no? Io
languisco di sicuro tra mille stupidi impegni e fatico ultimamente a
tenermi aggiornato sui fattacci a noi tanto cari.
Provo ad annotare vaghe impressioni, ma
serve a poco. Una cosa sola mi ronza nelle orecchie, un rumorino
sommesso e pacato, però assillante. Penetrante… che sfuma…
***
Intanto la FSSPX ci delizia con un atto
tragico – della qual cosa dubito i giornali le renderanno alcun merito –
espellendo ufficialmente il card. Williamson dalla fraternità medesima.
La solennità vibrante con cui sanno ancora parlare i lefebvriani ha
pallide eco solo – e contrario! – nelle interpretazioni
superomiste di Carmelo Bene (recentemente segnalatemi da Manfredini e
Susa), e squilla come un vecchio corno da caccia in una piana desolata.
Sembra il contrappunto della Tradizione
al sinodo dei vescovi, nel quale invece gli esili tentativi di guardare
in faccia il baratro in cui va capitombolando la cattolicità stremano
soffocati dagli impeti razzisti del colonialista bianco (rigorosamente
francese e anti-africano):
Il tutto a pochi giorni da eventi di un certo interesse: il tornado distruttore atteso in America, la notte satanica di Halloween, l’ottavario di suffragio indulgenziato per le anime del purgatorio, il pellegrinaggio coordinato del Summorum.
Questi eventi nell’ordine del cattolicume
medio significano: Dio è amore misterioso mandiamo un sms di 2 euro a
emergency e continuiamo a fare altro; “tesoruccio mio, ma che senso ha
andare alla festa se non vuoi neppure travestirti?”; speriamo che le
castagne non costino troppo comunque poi c’è l’happy hour in centro; – -
– - – -.
Una voce sicuramente critica circa il
rilassamento della causa tradizionalista è quella di Colafemmina, che
non nasconde tutto il suo sdegno per i prelati assetati di potere, collusi con la società mondialista e sodomizzati dai massoni.
E’ una voce che mi contagia, anche a
causa di qualche esperienza recente che trattengo amareggiato sulla
punta del sigaro. Cresce il livore, la rabbia, la satira – poi mi
arresto, perché sennò il Signor Veneranda mi sgrida, Summa Teologiae
alla mano – poi mi sfogo in tutta la mia collera.
E mi ergo iracondo, e impreco e impetro:
no! no; non serve a nulla il pellegrinaggio dei
tradizionalisti-di-tutto-il-mondo-unitevi; una barricata ci vorrebbe
piuttosto; un atto di derisione erosiva, l’urlo silenzioso del folle
nicciano. Presentarsi schierati in piazza, legarsi alle colonne del
porticato e lanciare l’ultimatum senza terze vie di sorta:
Sarebbe la cosa migliore, una crociata
contro noi stessi. Almeno sarebbe seria a tutto tondo. Ma il regno
diviso in se stesso è diabolico: già devo recedere. E fermarmi. E
ascoltare il ronzio, cui lo stesso Colafemmina dà corpo e voce,
scrivendo:
Noi amiamo… l’Eucaristia… punto.
E decretiamo la nostra morte collettiva e ci seppelliamo in essa, nella liturgia e nella vita, ogni giorno, ed offriamo a Cristo una volte per tutte la nostra estinzione totale, per la Chiesa, per i potenti scimmie di satana, per le masse abbandonate al modernismo, per la conversione dei mori, per l’estinzione dei castighi divini, per i bloggher tradizionalisti anonimi.
Amen.
OSSERVO IL MONDO E SUSSULTO… MIO DIO!
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