Ha
avuto l’onore e il privilegio di scrivere sei volumi della
Storia d’Italia con Indro Montanelli: parliamo di Roberto Gervaso,
intellettuale che ha sempre rivendicato la sua laicità. Ma a sorpresa il
famoso giornalista difende a spada tratta il Papa Benedetto XVI, la
messa tradizionalista e la Chiesa. Un’intervista che farà discutere.
Maestro Gervaso, da qualche tempo in qua, Papa Benedetto XVI ha deciso
nelle sue messe, di amministrare la Comunione in ginocchio a coloro che
si comunicano con lui. Che cosa ne pensa? “Il Papa ha fatto benissimo.
La comunione, per chi crede, è un atto di sottomissione, di
accettazione del corpo di Cristo, ha bisogno di raccoglimento,
compunzione, silenzio. La postura in ginocchio è quella che meglio
esprime questa visione del sacro. Basta con quelle messe spettacolo con
comunione nelle mani, in piedi e così via. La messa non è un circo e
neppure un circolo ricreativo”. Lei è favorevole alla messa
tradizionalista, ci spiega il motivo?
“Premesso che a messa non vado, specifico: il rito
tridentino, con il quale sono cresciuto, è la certezza delle fede. La
liturgia è mistero, senso del sacro, bellezza non fine a se stessa, ma
volta a glorificare Dio. Le dico e me ne assumo la responsabilità, che
la Messa postconciliare ha fallito. Che senso ha scambiarsi il segno
della pace con il compagno di banco se neppure lo conosco? Il trionfo
dell’ipocrisia, do la pace e magari covo rancore all’uscita della
Chiesa”.
Dunque la posizione del sacerdote verso oriente Le sembra la più corretta..
“Certo. Il protagonista della Messa è Cristo, ma il
celebrante. Dunque mi sembra oltre che logico, anche corretta la
posizione volta ad oriente. Le dico, io non mi definisco praticante, ma
quando sento un canto gregoriano entro in Chiesa, mentre non sopporto
quelle orrende cantilene e canzoncine banalizzanti del dopo Concilio
Vaticano II”.
Che cosa pensa, da storico, del Concilio Vaticano II?
“Il Concilio Vaticano II, che ha avuto anche lati
positivi, è arrivato troppo presto e ritengo che gli aspetti negativi
siano molto di più dei positivi. Insomma, il tarlo del modernismo e
della rivolta è cominciato con il Vaticano II”.
In che senso?
“La Chiesa, se vuole essere tale, deve essere
dogmatica, tradizionalista ed universale. Il Vaticano II ha esattamente
remato in senso contrario. Solo il latino e l’antica liturgia
tradizionale garantivano la vera universalità”.
Il Vaticano II ha aperto all’ecumenismo..
“Altro stantio luogo comune. Il dialogo va bene, ma a
condizioni di parità e nel rispetto delle specifiche individualità.
Insomma, sono insofferente al buonismo cattocomunista”.
Maestro Gervaso, Lei stima la Chiesa cattolica?
“Certamente. È una delle poche serie che ci sono. La
Chiesa ha duemila anni, ci sarà pure una ragione. Eppure non li
dimostra nonostante i tentativi di autogol come il Vaticano II. Sento
pochi lodare il Concilio di Trento che giocò un ruolo fondamentale
davvero contro le eresie”.
Lei crede in Dio?
“Crederci è una cosa tremendamente seria. Io non mi sento all’altezza”.
Il professor Odifreddi ha definito la Bibbia un libro ridicolo, e Padre Pio fascista, che replica?
“Il vero ridicolo è Odifreddi. Le sue sono
valutazioni volgari ed indecenti, lo scriva pure. Penso che non abbia
neppure mai letto la Bibbia per intero così come il Capitale. È un falso
profeta della sinistra comunista e non si è accorto che il mondo è
andato avanti. In quanto a Padre Pio, questo professore ha le prove che
Padre Pio partecipò alla marcia su Roma? Se le ha lo riverisco. Ma
taccia e per sempre”.
Bruno Volpe
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