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domenica 21 ottobre 2012

La dottrina eretica neomodernista della "desustanziazione"


 "Desustanziazione": altra eresia anti-eucaristica

Dal blog ABC Apologetica riprendiamo e commentiamo alcune considerazioni su una delle tante eresie de facto professate anche da tanti neocatecumenali. Ricordiamoci che per essere eretici non c'è bisogno di dichiarare "sono eretico perché nego questa lista di dogmi". Uno può anche affermare di credere nelle verità eterne insegnate dalla Chiesa salvo poi, nella vita reale, comportarsi come se non ci credesse. L'eresia infatti si nasconde nelle ambiguità.

Allora, dopo aver fatto la Comunione cosa fai?
Ti pulisci le mani dai frammenti rimasti?


La dottrina eretica neomodernista della "desustanziazione"

Alcuni eventi recenti hanno riportato alla luce una delle perle della teologia modernista, che vale la pena esaminare in quanto è diventata oggi molto più comune di quanto la Chiesa possa immaginare. Si tratta della strana idea di una «desustanziazione» dell'Eucarestia dopo la Messa e la Comunione.

Abbiamo incontrato quell'aberrante termine per la prima volta in un articolo blasfemo pubblicato su internet a proposito della profanazione del Santissimo Sacramento, rubato da un ateo che simulava la "comunione sulla mano" (pratica che continuamente si dimostra facilitatrice di ogni tipo di offesa al Sacramento), per dissacrarlo e tentare di identificarvi coi suoi metodi la Presenza Reale di Cristo.

San Domenico
distrugge l'eresia,
rappresentata da un libro
da cui fuoriescono serpi
Un membro del forum online, indignato e preoccupato dalla notizia, ha contattato un seminarista (Dio ci aiuti!) per chiedere delle possibili conseguenze di quella perfida profanazione. Il seminarista ha detto che l'ostia non aveva più la Presenza Reale di Cristo poiché nel momento della profanazione la sostanza divina avrebbe abbandonato l'ostia lasciandola ridiventare semplice pane, e che questo evento avrebbe il nome di "desustanziazione": idea apparentemente e disgraziatamente insegnata dai suoi formatori del seminario, il che implica che avremo in futuro molti sacerdoti inclini a insegnare tale stupida dottrina.

Senza voler citare la moltitudine di testimonianze dei miracoli eucaristici (che smentiscono quel seminarista), notiamo che in giro si sta cominciando a perdere la consapevolezza della vera natura dell'Eucarestia e, con essa, anche quella degli altri sacramenti, contro ogni pronunciamento della Chiesa in materia.

Quella dottrina eretica della "desustanziazione" va discussa e contestata in tutto il mondo, pur sapendo che l'ignoranza è sempre ricolma di impertinenza. Per cui vi proponiamo due argomenti per assicurare un già difficile discorso apologetico intraecclesiale e per aumentare la fiducia nel sacramento.

Anzitutto il Concilio di Trento (sessione XIII) condanna come "eresia" tale idea tutt'altro che nuova:
«Se qualcuno dice che il Corpo e il Sangue di Nostro Signore Gesù Cristo non sono nel mirabile sacramento dell’Eucaristia dopo la consacrazione, ma che vi sono solo quando ne usa, mentre sono ricevuti, ma non prima, né dopo, ovvero che nelle ostie o particole consacrate che si conservano o restano dopo la comunione non permane il vero Corpo del Signore, sia scomunicato».

«Se qualcuno dice che nel santo sacramento dell’Eucaristia non si deve adorare il Cristo, Figlio unigenito di Dio, con un culto anche esterno di latrìa, e che, di conseguenza, non lo si deve venerare con una particolarità solennità, né portarlo in processione secondo il lodevole ed universale costume della santa Chiesa, oppure non deve essere esposto pubblicamente all’adorazione del popolo e che coloro che lo adorano sono degli idolatri, sia scomunicato».

I cosiddetti "iniziatori" del Cammino
danno l'esempio: comunione "seduti"...
«Se qualcuno dice che nella Messa non si offre a Dio un Sacrificio vero e proprio o che questa offerta consiste solo nel fatto che Cristo ci è dato in cibo, sia scomunicato». «Se qualcuno dice che con le parole: “Fate questo in memoria di me” (Lc 22,19; 1 Cor 11,24) Cristo non ha costituito gli Apostoli sacerdoti, ovvero che non ha ordinato che essi ed altri sacerdoti offrano il suo Corpo e il suo Sangue, sia scomunicato».

«Se qualcuno dice che il Sacrificio della Messa è solo un sacrificio di lode e di ringraziamento o la semplice commemorazione del Sacrificio della Croce, ma non un sacrificio propiziatorio, oppure che giovi solo a chi lo riceve e non deve essere offerto per i vivi e per i defunti, per i peccati, le pene, le soddisfazioni o le altre necessità, sia scomunicato».

(citazioni dal Concilio di Trento, canoni sul Santissimo Sacramento dell’Eucaristia e sul Santissimo Sacrificio della Messa -- Denz.Sch. 886-887, 948-950).
Questi canoni del Concilio di Trento dichiarano solennemente e senza lasciare spazio ad alcun dubbio, l'insegnamento plurimillenario della Chiesa sull'Eucarestia. Non c'è bisogno di alcuna sfumatura o aggiustamento o ulteriore spiegazione.

I sacramenti sono "indissolubili"; un rispetto superficiale degli altri sei (duraturi e irreversibili una volta amministrati da un ministro della Chiesa) porta inevitabilmente ad una considerazione superficiale del più importante: l'Eucarestia. Che nella mentalità moderna, come denunciato sopra, parrebbe invece diventato "reversibile", "dissolubile", "desustanziabile": una vera e propria negazione del sacrificio di Cristo.

I Padri della Chiesa ci hanno insegnato che l'Eucarestia è intimamente legata alla creazione e all'incarnazione: per l'efficacia delle parole del sacerdote e per la grazia divina, accade la transustanziazione, vera ed efficacie, delle specie consacrate, in cui Gesù Cristo è "vittima, altare e sacerdote" per la redenzione dei peccati. Non è una "trasformazione reversibile", non si può tornare indietro: è un vero sacrificio, che può essere per la salvezza o può essere di condanna (cfr. 1Cor 11,28-31), non per una sorta di vendetta divina, ma per l'ostinazione nel peccato: «ciascuno esamini se stesso... chi mangia e beve senza riconoscere il corpo del Signore, mangia e beve la propria condanna...» parole che evidentemente si applicano ancor più a chi profana il sacramento.

Contro le possibili critiche bisogna affermare che nella Chiesa oggi la testardaggine e l'ignoranza di alcuni gruppi persistono a causa della catechesi scarsa o "autodidatta". Ma mentre l'ignoranza incolpevole può trovare misericordia presso Dio, gli autoeletti promotori di simili errori sull'Eucarestia «mangiano e bevono la propria condanna», promuovendo (anche loro malgrado) le profanazioni del corpo di Cristo.

Banalizzazione della Comunione:
quel neocatecumeno è fermo lì ad aspettare,
seduto, il segnale convenuto per manducare
In modo particolare dobbiamo accusare la "comunione sulle mani", gesto che discende da quella stessa mentalità superficiale che finisce per banalizzare l'Eucarestia, non riconoscendovi veramente e totalmente la Presenza Reale di Nostro Signore. Mentre ci accusano di "tridentinismo arcaico" (proprio loro che pensano di essere "riscopritori" di certi usi dei "primi cristiani"), rifiutano qualsiasi occasione per recuperare la dignità e il rispetto per il Santissimo Sacramento. Anche se parlano di "profondo rispetto" dell'Eucarestia, nei fatti la trattano come se fosse una cosa "alquanto importante": la loro eresia non si vede tanto da ciò che affermano, ma da come trattano il Sacramento! E giustificano il loro comportamento facendosi scudo del Concilio Vaticano II (che, ricordiamolo, mai ha comandato la "comunione sulla mano", mai ha comandato di ridurre la Presenza Reale di Nostro Signore a qualcosa di "alquanto importante", mai ha anche solo vagamente accennato a qualcosa che potesse essere inteso dai fedeli come "desustanziazione" o "transfinalizzazione", mai ha comandato di abolire il genuflettersi e l'inginocchiarsi...).

Non stanchiamoci mai di identificare e condannare dottrine eretiche (riconoscibili più dai fatti concreti che dalle parole) facendoci scudo del sano e immutabile insegnamento della Chiesa.

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