ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 28 novembre 2012

MEDJUGORJE, DALLE DISUBBIDIENZE DELLA GOSPA AI FRATI RIBELLI,


 IL DECRETO "ROMANIS PONTIFICIBUS" (ITALIANO E INGLESE)
Pontifex.Roma
In Italia si sa poco delle vicende della Curia di Mostar-Duvno e, di conseguenza, anche di Medjugorje .. o meglio si sa quello che Radio Maria, la Shalom e tanti altri editori vogliono che si sappia, con grande sdegno da parte del Vaticano [1]. Fin dal lontano 15 aprile 1982, data del famigerato "messaggio celeste" «Nemojte slušati nikoga» [2], ovvero «non ubbidite a nessuno», quando la "veggente" Vicka si rivolgeva ai 2 francescani ribelli Vego e Prusina a proposito della controversia con l'allora Vescovo e galantuomo Pavao Žanić, nulla è cambiato, anzi i fatti sono peggiorati.
I religiosi più vicini ai presunti "veggenti", ovvero Slavko Barbaric [3] (canonizzato abusivamente dalla Gospa, benché vissuto e morto in stato di disubbidienza), Tomislav Vlašić [4] (macchiatosi di crimini terribili contro la Fede e la morale) e Jozo Zovko [5] (controverso padre spirituale dei "veggenti"), hanno dimostrato con fatti e comportamenti di non essere cattolici e ...
... di essere dei disobbedienti mistificatori; nonostante le dure misure disciplinari attuate da parte della Diocesi e dei Superiori dell'O.F.M. (è tutto leggibile in note), purtroppo la vicenda è peggiorata di anno in anno, con forti sponsorizzazioni da parte della Gospa e dei presunti "veggenti", giungendo fino al grave "caso erzegovinese" [6].
Cosa significa?
Dietro forti pressioni della Gospa, che avrebbe parlato per bocca dei "veggenti", numerosi ex frati, operanti in loco (Medjugorje) e nelle vicinanze, avrebbero continuato ad amministrare indegnamente ed invalidamente i Sacramenti agli avventori ignari, per tanti anni, tanto da indurre l'attuale Vescovo in carica (mons. Ratko Perić) a denunciare in Vaticano uno «scisma in atto» [7] incontrollabile.
Di tutta questa incresciosa e deleteria situazione, la Gospa non ha fatto parola, anzi, si è solo preoccupata di prendere le difese dei ribelli, arrivando addirittura a minacciare il Vescovo Pavao Žanić, usando questi termini:
«Dici al Vescovo che voglio da lui una urgente conversione agli avvenimenti della parrocchia di Medjugorje, che non sia troppo tardi» ed ancora «Voglio che non crei contrasti tra i sacerdoti e che non metta in luce le loro mancanze» (messaggio per bocca del "veggente" Ivan, 19 giugno 1983) [8].
La Vergine Maria potrebbe mai usare questi termini, minacciare il Vescovo ed ordinare che si taccia sui crimini dei francescani ribelli? La risposta è no.
Eppure in tanti sostengono che i messaggi della Gospa e/o dei "veggenti" siano buoni e cattolici, tuttavia io voglio ricordare vari esempi di eresie e bestemmie (sono decine):
Si consideri che ogni link su indicato conduce ad altre centinaia di libere fonti ed articoli, praticamente risorse quasi illimitate, che rappresentano quanto di più esauriente possa esserci sul "caso Medjugorje" e sulla "vicenda erzegovinese"; sta al lettore approfondire, se bisognoso!
La situazione a Medjugorje divenne così grave, complice principalmente Radio Maria e la stampa italiana (dichiarazioni del Vescovo Žanić [26]), che Pavao Žanić dovette esprimersi in questi termini [27]:
0 Santa Vergine, cos'hanno fatto di Voi?
«Secondo i "veggenti", la Vergine Maria ha cominciato ad apparire sul Podbrdo, sulla collina Crnica; quando la Polizia ha proibito le riunioni in quel luogo, Ella è scesa nelle case, nei giardini, nei campi, nelle vigne, nelle piantagioni di tabacco, in chiesa, sull'altare, in sacrestia, nel coro, sul tetto, sul campanile, nelle vie, sulla strada di Cerno, in macchina, in autobus, a scuola, in certi punti di Mostar, a Sarajevo, in alcuni conventi a Zagabria, a Varazdin, in Svizzera, in Italia, di nuovo sul Podbrdo, sul monte Krizevac, in parrocchia, nel presbiterio, ecc... Certamente questa lista non comprende la metà dei luoghi dove sono avvenute le presunte "apparizioni ", Tutte le persone oneste che venerano la Madre di Dio devono dunque esclamare: "0 Vergine Santa, cosa hanno fatto di Voi "»? 
Proibisco ai sacerdoti pellegrini a Medjugorje di celebrare la Santa Messa nella mia diocesi
«In questa Diocesi, io sono, per diritto divino, il pastore, il maestro della fede ed il giudice delle controversie concernenti la fede. Giacché i fatti di Medjugorje hanno creato tensione e divisione all'interno della Chiesa  —alcuni ci credono, altri no—  e che tutto questo è sfuggito di mano al controllo della Chiesa, poiché tutte le decisioni e raccomandazioni testé citate delle istanze summenzionate (Commissione, Conferenza Episcopale Iugoslava e Congregazione per la Dottrina della Fede) sono rimaste senza effetto, io, Vescovo di Mostar, responsabile davanti a Dio della disciplina della mia Diocesi, ricordo e ratifico le precedenti decisioni e istanze ecclesiastiche, e a tutti i sacerdoti che organizzano pellegrinaggi e vengono qui attribuendo a questi fatti un carattere soprannaturale, io proibisco di celebrare la Messa nella mia Diocesi fino a quando la Conferenza Episcopale non avrà terminato i suoi lavori»!
Il segno incontestabile della non-autenticità delle "apparizioni "di Medjugorje
«Mi rivolgo a Voi, o Vergine Immacolata e Madre di Dio e della Chiesa, Madre di questo popolo che Vi cerca, che Vi prega e che Vi ama. Mi rivolgo a Voi, io Vostro umile servitore, Vescovo di Mostar, ed in faccia al mondo professo la mia profonda ed incrollabile fede nella Vostra intercessione che fa di Voi la Mediatrice presso Dio Onnipotente per tutti i bisogni dei Vostri figli in questa valle di lacrime. Io professo la mia profonda ed incrollabile fede nel Vostro amore verso noi peccatori, in quell'amore che Voi avete manifestato nelle Vostre apparizioni e nei soccorsi che ci avete accordato. Io stesso, in passato, ho guidato dei pellegrinaggi a Lourdes. È con la forza datami da questa fede che io, Vostro servitore, Vescovo di Mostar, davanti a tutte le folle che Vi hanno invocato, scopro ed accetto il Vostro grande segno divenuto certo ed evidente al termine di questi sei anni. Di un segno speciale, io stesso non ne avevo bisogno; è stato tuttavia necessario per tutti coloro che hanno creduto in cose che non erano affatto vere. Questo segno consiste nel fatto che, dopo sei anni, Voi siete rimasta silenziosa, nonostante l'annuncio ripetuto secondo il quale stavate per darci un segno. Già nel 1981, i "veggenti" dicevano: "Ci sarà un segno visibile e durevole sulle colline delle apparizioni; questo segno sta venendo, lo si vedrà fra un po' di tempo; attendete ancora un po'; ancora un po' di pazienza ". E ancora: "Il segno avrà luogo per la Festa dell'Immacolata Concezione del 1981, per Natale, per Capodanno, ecc... ". Io Vi ringrazio, o Maria, d'aver dimostrato a sufficienza, con il Vostro silenzio durato sei anni, se Voi avete parlato o meno, se siete veramente apparsa, se avete confidato dei messaggi o dei segreti, se avete promesso o meno un segno particolare».
0 Vergine Santa, degnatevi di far sì che la si smetta di diffondere dei messaggi che non sono vostri
***
Ma si sa, le dichiarazioni dei Vescovi di Mostar-Duvno e della Santa Sede non valgono nulla, visto che puzzano di zolfo e visto che la Gospa canonizza chi gli pare proprio per fare dispetto ai Vescovi e al Papa, almeno stando alle tante dichiarazioni del direttore di Radio Maria, padre Livio Fanzaga [28].
E adesso veniamo al DECRETO "ROMANIS PONTIFICIBUS".
Il decreto (21 gennaio, 1999). Visita del Ministro generale alla Provincia dell' Assunzione della BVM in Bosnia-Erzegovina in merito all'attuazione del Decreto "Romanis Pontificibus". In ottemperanza a quanto richiesto dal Capitolo Generale 1997 (Quaestiones Votatae 108 e 109; cf. Acta Capituli generalis 1997, p. 433) circa l'attuazione integrale ed immediata del Decreto "Romanis Pontificibus" di Paolo VI (1975), il Ministro generale, fr. Giacomo Bini, si è recato a Mostar, nei giorni 12-14 dicembre, insieme al Vicario generale, fr. Stefano Ottenbreit, e al Segretario della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, Mons. Marcello Zago.
Nei suddetti giorni gli incontri sono stati diversi e a vari livelli. Il primo incontro è avvenuto con il Definitorio provinciale. Poi, il Ministro e il Vicario generale si sono incontrati con un buon numero di Frati della Provincia, tenuto conto degli impegni pastorali della terza domenica di Avvento. In questa circostanza, in un clima di preghiera, il Ministro generale ha dettato una meditazione, ispirandosi al Piccolo Testamento di Siena. In particolare, si è soffermato su tre frasi del Testamento: sempre si amino tra loro (Fraternità), sempre amino ed osservino nostra signora la santa povertà (Povertà), e sempre siano fedeli e sottomessi ai prelati e a tutti i chierici della santa madre Chiesa (Obbedienza). Nel pomeriggio, sempre nell'incontro con i Frati, si è aggiunto anche Mons. Zago.
Nella mattinata del 13, il Segretario della Congregazione si era incontrato con il clero della Diocesi. Così il Vicario generale, fr. Stefano, ha avuto modo di incontrarsi con i Parroci OFM delle Parrocchie da consegnare al Vescovo. (cioè: Blagaj, Jablanca, Ploce, Nevesinje, Crnac, Grude, Mostarski Gradac)
Successivamente c'è stato un importante incontro presso la Curia vescovile di Mostar. Vi hanno partecipato: i due esecutori del Decreto "Romanis Pontificibus", Mons. Ratko Peric, Vescovo locale, e fr. Giacomo Bini, Ministro generale; Mons. Marcello Zago, Segretario della Congregazione; l'Incaricato degli Affari della Nunziatura; fr. Stefano Ottenbreit, Vicario generale; fr. Tomislav Pervan, Ministro provinciale e fr. Marinko Leko, Vicario provinciale. In un ultimo incontro, a cui hanno partecipato il Vescovo, il Ministro generale, il Segretario della Congregazione, l'Incaricato della Nunziatura e i Parroci OFM, è stato stilato e firmato un Comunicato finale, che riassume il senso degli incontri precedenti e riafferma l'impegno per l'attuazione del passaggio delle Parrocchie indicate nel Decreto.
Ecco il testo del comunicato finale:
"Nei colloqui è stata affrontata in modo decisivo la questione del passaggio delle parrocchie indicate nel decreto al clero diocesano, per la cui consegna ambo le parti si sono impegnate seguendo le leggi della Chiesa, le decisioni del Ministro generale e del suo Definitorio, nonché del Definitorio provinciale.
La Santa Sede e l'Ordine sono ben informati sul cammino che si sta percorrendo. I frati che disobbediscono sappiano che incorrono nelle pene previste dalle leggi ecclesiastiche e dell'Ordine. Si desidera che il Decreto venga eseguito in modo definitivo per il bene della Chiesa, della Diocesi, della Provincia francescana e soprattutto dei fedeli.
Ricordiamo ai fedeli cristiani che i sacramenti, ricevuti dai frati puniti, sono invalidi.
È importante che tutti, presbiteri e fedeli, vedano nel Vescovo locale, che agisce insieme al Presbiterio diocesano e religioso, il centro e il punto di riferimento della vita ecclesiale della Diocesi.
Un particolare invito è stato rivolto a tutti i membri della Comunità diocesana, fedele da sempre alla Chiesa cattolica, affinché in spirito di fraterna comunione ecclesiale tra di loro, seguano gli insegnamenti del Santo Padre, della Santa Sede e delle Autorità da essi costituite, per una crescita umana e spirituale in questa Chiesa locale che il Papa ama e segue da vicino.
Mostar, 14 dicembre 1998
+ Marcello Zago Segretario della Congregazione Per l'Evangelizzazione dei Popoli
+ Ratko Peric Vescovo di Mostar - Duvno
Fra Giacomo Bini Ministro generale ofm
***
IN INGLESE
Visit of the Minister General to the Province of the Assumption of the BVM
In fulfillment of the mandate of the 1997 General Chapter (Quaestiones Votatae 108 and 109; cf. Acta Capituli Generalis 1997, p.433) which directed the immediate and total implementation of the Decree "Romanis Pontificibus" of Paul VI (1975), the Minister General, Brother Giacomo Bini, visited Mostar from December 12 to 14, 1998. He was accompanied by the Vicar General, Brother Stefano Ottenbreit, and by the Secretary of the Congregation for the Evangelization of Peoples, the Most Revd. Archbishop Marcello Zago, OMI.
The meetings held during their visit were many, and at various levels. Firstly they met the Provincial Definitory. Afterwards the Minister General and Vicar General had a meeting with the friars of the Province which was well attended, given that many had to meet pastoral commitments (it was the Third Sunday of Advent). In a prayerful atmosphere, the Minister General conducted a reflection which he based on the 'Little Testament' of Siena. He lingered in particular on the three earnest exhortations of the dying Francis to his brothers: let them always love one another (Fraternity); let them love and always be faithful to our lady holy Poverty (Poverty); let them always be loyal and submissive to the prelates and all the clerics of holy mother Church (Obedience). This meeting continued into the afternoon, when Archbishop Zago also took part.
On the morning of December 13, the Secretary of the Congregation met with the Mostar diocesan clergy, while the Vicar General, Brother Stefano, met with the Franciscan parish priests of those parishes which are to be handed over to the Bishop (i.e. Blagaj, Jablanca, Ploce, Nevesinje, Crnac, Grude, Mostarski Gradac).
Afterwards, there was an important meeting at the diocesan curia of Mostar. The participants were: the co-executors of the Decree "Romanis Pontificibus", Bishop Ratko Peric of Mostar and Brother Giacomo Bini, Minister General; Archbishop Marcello Zago, Secretary of the Congregation; the Chargé d'Affaires of the Apostolic Nuntiature; Brother Stefano Ottenbreit, Vicar General; Brother Tomislav Pervan, Minister Provincial, and Brother Marinko Leko, Vicar Provincial.
A final discussion took place between the Bishop, the Minister General, the Secretary of the Congregation, the Chargé d'Affaires of the Nuntiature and the OFM parish priests. At this meeting a final communiqué was drawn up and signed. It synthesizes the outcome of the series of meetings and reaffirms a common commitment to realizing the handover of the parishes listed in the Decree.
This final communiqué says:
During our conversations the question of the transfer to the diocesan clergy of the parishes indicated in the Decree was decisively and finally dealt with: both parties committed themselves to enact the transfer in accordance with the laws of the Church, the decisions of the Minister General and his Definitory and those of the Provincial Definitory.
The Holy See and the Order intend to keep informed regarding the progress of the transfer. Any friars who disobey should know that they incur the penalties envisaged in the laws of the Church and of the Order. It is our earnest desire that the Decree be implemented in full for the good of the Church, of the Diocese, of the Franciscan Province of Mostar, and above all for the good of the faithful.
We remind the Christian faithful that sacraments received from friars who have been punished are invalid.
It is important that all, priests and faithful alike, see in the local Bishop, who acts in union with the diocesan and religious Presbyterate, the centre and reference-point of the ecclesial life of the diocese.
A special appeal was made to all members of the diocesan community, which has always proved faithful to the Catholic Church, that in a spirit of fraternal ecclesial communion with each other they follow the teachings of the Holy Father, of the Holy See and of the authorities established by them, and thus ensure the human and spiritual growth of this local Church which the Pope loves and closely follows.
Mostar, 14 December 1998
+ Marcello Zago
Secretary of the Congregation For the Evangelization of Peoples
+ Ratko Peric
Bishop of Mostar - Duvno
Brother Giacomo Bini
Minister General OFM
***
L'attuazione del Decreto (20 febbraio 1999). Attuato definitivamente il Decreto "Romanis Pontificibus"
Mostar - Il Vicario generale, Fr. Stefano Ottenbreit e il Vescovo diocesano, Mons. Ratko Peric, si sono incontrati a Mostar dal 17 al 20 febbraio per attuare definitivamente il contenuto del Decreto della Santa Sede "Romanis Pontificibus". Ha presenziato a nome della Santa Sede Mons. Mario Cassari, Incaricato d'Affari ad interim della Nunziatura Apostolica in Bosnia ed Erzegovina. Il Definitorio generale dell'Ordine e la Provincia francescana di Erzegovina, in comunione ecclesiale con il Vescovo locale, hanno ribadito il desiderio di un perfetto accordo ed unità di intenti. Sono state consegnate al Vescovo le 7 parrocchie indicate dal Decreto.
A partire dal 22 febbraio, i parroci francescani sono stati esonerati dal loro impegno pastorale e designati ad altri compiti in Provincia. Fr. Stefano e i Definitori generali, Fr. Kapistran Martzall e Fr. Peter Schorr, hanno concelebrato con il Vescovo l'Eucarestia domenicale nella Cattedrale di Mostar, gremita di fedeli, e con la presenza dei mezzi di comunicazione del Paese e della Croazia.
Il passaggio delle 7 parrocchie al Clero diocesano non si è potuta fare la domenica 21, come previsto, perché si sono verificati, da parte dei parrocchiani, fatti di resistenza fisica organizzata, gravi minacce scritte e orali, occupazioni di chiese e case parrocchiali, sottrazioni di registri e timbri parrocchiali.
Mons. Ratko Peric ha pubblicamente espresso la sua profonda riconoscenza, unitamente a quella dei presbiteri e dei fedeli all'Ordine e alla Provincia di Erzegovina per l'incessante opera da loro svolta a favore della chiesa locale ed ha riaffermato la necessità della loro presenza e collaborazione pastorale anche per il futuro.
Dopo l'attuazione del suddetto Decreto pontificio, la Provincia dei frati minori dell'Assunzione della BVM di Mostar ha la responsabilità pastorale di 30 parrocchie, mentre la Diocesi di 52.
COMUNICATO
A seguito della Lettera congiunta del Ministro Generale dei Frati Minori, Fr. Giacomo Bini, e del Vescovo della Diocesi di Mostar-Duvno, Mons. Ratko Peric, del 16 novembre 1998, e a seguito del Comunicato rilasciato dall'Arcivescovo Mons. Marcello Zago, Segretario della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, del medesimo Ministro Generale e del Vescovo locale, del 14 dicembre 1998, il Rappresentante del Ministro Generale Fr. Stephan Ottenbreit, Vicario Generale dell'Ordine e il Vescovo Diocesano, Mons. Ratko Peric si sono riuniti a Mostar dal 17 al 20 febbraio 1999 per attuare definitivamente il contenuto del Decreto della Santa Sede "Romanis Pontificibus". Ha presenziato a nome della Santa Sede Mons. Mario R. Cassari, Incaricato d'Affari ad interim della Nunziatura Apostolica in Bosnia ed Erzegovina.
I due Coesecutori hanno constatato e deciso quanto segue :
1.Il Govemo Generale dell'Ordine, con la Provincia Francescana di Erzegovina, in comunione ecclesiale con il Vescovo locale, ribadisce di voler eseguire, in perfetto accordo e unità di intenti, quanto decretato dalla Santa Sede e deciso dal Capitolo Generale dell'Ordine Francescano.
2. È doloroso notare che la data precedentemente fissata del 21 febbraio 1999 per il passaggio delle parrocchie menzionate nel Decreto dai Francescani al Clero Diocesano non si è potuta prendere in considerazione, nonostante la buona volontà dei Coesecutori, per i seguenti motivi: si sono verificati fatti di resistenza fisica organizzata, gravi minacce scritte e orali, occupazioni di chiese e case parrocchiali, estorsioni di registri e timbri parrocchiali...
3. A partire dal 22 febbraio corrente, gli attuali parroci e responsabili pastorali delle parrocchie citate nel Decreto sono esonerati dal suddetto impegno pastorale. Essi sono:
Fr. Petar Vlasic di Blagaj/Buna,
Fr. Leonard Hrkac di Crnac,
Fr. Marko Dragicevic e Fr. Miro Sego di Grude,
Fr. Alojzije Bosnjak di Jablanica,
Fr. Tihomir Kutle di Mostarski Gradac,
Fr. Oton Bilic di Nevesinje,
Fr. Drago Skrobo di Ploce-Tepcici.
Questi frati, che sono stati destinati dal loro Ministro Provinciale col suo Definitorio nelle case della Provincia, avranno mansioni pastorali all'interno della Diocesi a seconda delle soluzioni che il Governo Provinciale vorrà prendere in accordo con il Vescovo diocesano.
4. In attesa che la situazione si normalizzi quanto prima, cioè che i Sacerdoti diocesani possano prendere l'amministrazione canonica delle succitate parrocchie, il Vescovo della Diocesi s'impegna, come è suo dovere, di garantire la cura pastorale dei fedeli. Essi sono pregati di rivolgersi:
.i Parrocchiani di Blagaj/Buna e di Nevesinje agli Uffici parrocchiali di San Giovanni Apostolo o della Cattedrale di Mostar;
.i Parrocchiani di Crnac e di Mostarski Gradac agli Uffici parrocchiali di Polog o di Jare;
.i Parrocchiani di Grude agli Uffici parrocchiali di Ledinac o di Raskrizije;
.i Parrocchiani di Jablanica agli Uffici parrocchiali di San Matteo Apostolo o della Cattedrale di Mostar.
Anche il Vescovo e i Sacerdoti della Curia diocesana offrono la loro disponibilità a ciascun fedele che ne avesse bisogno in campo pastorale.
5. Per quanto concerne l'attuale situazione a Capljina, i Coesecutori del Decreto fanno presente, in particolare modo ai Fedeli, che i sacerdoti Bonifacije Barbaric e Boze Rados, sono stati dimessi dall'Ordine dei Frati Minori in data 28 febbraio 1998, dimissione confermata dalla Santa Sede il 23 marzo 1998. A conseguenza di ciò non possono più usare l'abito francescano. Sospesi "a divinis" dalla Santa Sede, il 17 dicembre 1998, con l'applicazione del Vescovo diocesano in data 30 dicembre 1998, a loro è vietata la celebrazione di tutti i sacramenti. Nei confronti del terzo sacerdote disobbediente e residente a Capljina, Fr. Mile Vlalic, è in corso il processo per la dimissione dall'Ordine. I sacramenti della Confessione e del Matrimonio amministrati dalle tre suddette persone sono invalidi.
6.Saranno prese simili sanzioni canoniche nei confronti di quegli altri francescani che non si attenessero alle direttive della Santa Sede e del Ministro Generale con il suo Definitorio. In casi di estrema necessità le leggi ecclesiastiche consentono al Vescovo locale di interdire chiese illegittimamente occupate.
7.Il Governo Generale dell'Ordine, unitamente al Governo della Provincia Francescana di Erzegovina, rinnova pubblicamente il suo dissociarsi dalla "Associazione dei fedeli cattolici Mir i Dobro". Detta associazione, non riconosciuta dalla Chiesa Cattolica, è pertanto illegittima.
8.In questo momento di prova, i fedeli cattolici della Diocesi di Mostar-Duvno vogliano rafforzare, in coerenza con il proprio passato, il loro senso di comunione e di fedeltà alla Sede Apostolica e al Santo Padre.
9.Il Vescovo locale, con il presbiterio ed i fedeli, profondamente riconoscente all'Ordine dei Frati Minori e alla Provincia Francescana di Erzegovina per l'incessante opera da loro svolta a favore della crescita e dell'unità della Chiesa locale, riafferma la necessità della loro presenza e collaborazione pastorale anche per il futuro.
Per l'intercessione di Maria Santissima, Madre della Chiesa, questo tempo di Quaresima, propizio per la conversione, come anche tutto l'Anno dedicato al Padre celeste, ci siano di aiuto spirituale, nel cammino, attraverso la croce verso la risurrezione.
Mostar, 20 febbraio 1999.
Fr. Stephan Ottenbreit,
Vicario Generale dell'Ordine dei Frati Minori
Mons. Ratko Peric
Vescovo di Mostar-Duvno
***
IN INGLESE
The decree"Romanis Pontiftcibus" definitively implemented
Mostar - The Vicar General, Br Stefano Ottenbreit and the Diocescan Bishop, Msgr Ratko Peric met in Mostar from 17 to 20 February to definitively implement the prescriptions of the Holy See’s Decree "Romanis Pontificibus". Msgr Mario Cassari, acting Charg d’Affaires at the Papal Nunciature in Bosnia Herzegovina represented the Holy See. The General Definitory of the Order and the Franciscan Province of Herzegovina, in ecclesial communion with the local Bishop, confirmed their wish for complete agreement and unity of purpose. The 7 parishes indicated in the decree were handed over to the Bishop.
From 22 February the Franciscan Pastors were relieved of their pastoral responsibilities and were assigned to other duties in the Province. Br Stefano and General Definitors Br Kapistran Martzall and Br Peter Schorr concelebrated the Sunday Eucharist with the Bishop in the packed Cathedral of Mostar, in the presence of the national and Croatian media. The actual transfer of the 7 parishes to the diocesan Clergy did not take place on Sunday the 21st as planned, since there was organised physical resistance on the part of the parishioners, as well as serious written and verbal threats, occupation of Churches and Parochial houses and the removal of Parish registers and stamps.
Msgr Ratko Perle, together with the priests and faithful, publicly expressed his deep appreciation to the Order and to the Province of Herzegovina for their untiring work in favour of the local Church. He also reaffirmed the need for their continuing presence and pastoral collaboration for the future.
Following this decree’s implementation, the Province of the Assumption of the BVM in Mostar has pastoral responsibility for 30 parishes and the Diocese is responsible for 52.
COMMUNICATION
Following the joint letter sent by the Minister General of the Friars Minor, Br Giacomo Bini and by the Bishop of the Diocese of Mostar-Duvno, Msgr Ratko Peric, of 16 November 1998, and following the Communication issued by Archbishop Marcello Zago, Secretary of the Congregation for the Evangelisation of Peoples, by the Minister General and by the local Bishop on 14 December 1998, The representative of the Minister General Br Stephan Ottenbreit, Vicar General of the Order And the Diocesan Bishop, Msgr Ratko Peric Met in Mostar from 17 to 20 February 1999 to definitively implement the prescriptions of the Holy See’s Decree "Romanis Pontificibus". Msgr Mario R. Cassari, acting Charge d’Affaires at the Papal Nunciature in Bosnia Herzegovina represented the Holy See.
The two co-executors affirmed and decided as follows:
1. The General Government of the Order, together with the Franciscan Province of Herzegovina, in ecclesial communion with the local Bishop, confirms it desire to carry out what has been decreed by the Holy See and decided by the General Chapter of the Franciscan Order, in complete agreement and unity of purpose.
2. It is painful to note that it has not been possible to transfer the parishes mentioned in the Decree from the Franciscans to the Diocesan Clergy on 21 February 1999, as previously agreed, notwithstanding the good will of the Co-executors, for the following reasons: acts of organised physical resistance, serious written and verbal threats, occupation of parochial Churches and houses, removal of parish registers and stamps
3. As and from 22 February the current Pastors and those with Pastoral responsibility, cited in the Decree are relieved of the above-mentioned pastoral responsibility. They are:
o Br Petar Vlasic of Blagaj/Buna,
o Br Leonard Hrkac of Crnac,
o Br Marko Dragicevic and Br Miro Sego of Grude,
o Br Alojzije Bosnjak of Jablanica,
o Br Tihomir Kutle of Mostarski Gradac,
o Br Oton Bilic of Nevesinje,
o Br Drago Skrobo of Ploce-Tepcici.
These friars, who have been appointed by their Minister Provincial with his Definitory to houses of the Province, will have pastoral responsibilities within the Diocese in accordance with the agreement that the Provincial Government will make with the Diocesan Bishop.
4. Until the situation is normalised as soon as possible, i.e. until the Diocesan priests can assume the canonical administration of the above-mentioned parishes, the Bishop of the Diocese, in keeping with his duty, is committed to ensuring the pastoral care of the faithful. These are requested to refer as follows:
o - the Parishioners of Blagaj/Buna and of Nevesinje to the Parish Offices of St John the Apostle or to the Cathedral of Mostar;
o - the Parishioners of Crnac and of Mostarski Gradac to the Parish Offices of Polog or Jare,
o - the Parishioners of Grude to the Parish Offices of Ledinac or Raskrizije;
o - the Parishioners of Jablanica to the Parish Offices of St Matthew the Apostle or to the Cathredal of Mostar.
The Bishop and Priests of the Diocesan Curia are also available to any of the faithful who have need of pastoral assistance.
5. In regard to the current situation in Capljina, the Co-executors draw attention, particularly to the Faithful, that the priests Bonifacije Barbaric and Boze Rados, were dismissed from the Order of Friars Minor, on 28 February 1998. The Holy See confirmed their dismissal on 23 March 1998. Consequently, they may no longer use the Franciscan habit. On 17 December 1998 they were suspended "a divinis" by the Holy See, such suspension being applied by the Diocesan Bishop on 30 December 1998; they are thus forbidden to celebrate all the sacraments. The process for the dismissal from the Order of the third disobedient priest residing in Capljina, Br Mile Vlacic is under way. The sacraments of Confession and Matrimony, administered by the three above named persons are invalid.
6. Similar canonical sanctions will be taken against those other Franciscans who do not adhere to the directives of the Holy See and the Minister General with his Definitory. in cases of extreme necessity, ecclesiastical law allows the local Bishop to place under inderdict Churches that have been occupied illegally.
7. The General Government of the Order, together with the Government of the Franciscan Province of Herzegovina, publicly renews its dissociation from the "Association of the Catholic Faithful of Mir i Dobro". This association, which is not recognised by the Catholic Church, is therefore illegitimate.
8. In this time of trial, the Catholic Faithful of the Diocese of Mostar-Duvno, in keeping with their past, desire to strengthen their sense of communion with and fidelity to the Apostolic See and the Holy Father.
9. The local Bishop, with the priests and faithful, are deeply grateful to the Order of Friars Minor and the Franciscan Province of I-Ierzegovina for their untiring work in favour of the growth and unity of the local Church and they reaffirm the necessity of their presence and pastoral collaboration for the future.
Through the intercession of the Most Blessed Mary, Mother of the Church, may this time of Lent, the favourable time of conversion, and the entire Year dedicated to our heavenly Father, be of spiritual assistance to us in the journey through the Cross towards the Resurrection.
Mostar, 20 February 1999
Br Stephan Ottenbreit, Vicar General of the Order of Friars Minor
Msgr Ratko Peric, Bishop of Mostar-Duvno
***
DI TUTTA QUESTA SITUAZIONE, CAUSATA DA LEI E DAI "VEGGENTI"? LA GOSPA TACE!
Carlo Di Pietro (Ha scritto e pubblicato clicca qui)

http://www.pontifex.roma.it/index.php/opinioni/laici/13316-medjugorje-dalle-disubbidienze-della-gospa-ai-frati-ribelli-il-decreto-qromanis-pontificibusq-italiano-e-inglese

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