ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 28 novembre 2012

Povere pecore e pessimi pastori



Io, giovane gigolò per preti

«Predicano bene e razzolano male. Fanno i moralisti nei confessionali e poi vengono a letto con me»

Gaetano, nome di fantasia, è un giovane come tutti gli altri. Gioca un po’ sull’età, ma è chiaro che non ha ancora compiuto trent’anni. Vive in una piccola casa in pieno centro a Napoli. E di professione fa il gigolò. Per tutti, ma anche per i preti.Perché ti prostituisci?

«È un lavoro come tanti e si fanno un sacco di soldi. Quando vivevo insieme con i miei era difficile svolgere quest’attività. Ora che ho una casa tutta mia non ho problemi. Ricevo chiunque e a tutte le ore».
Quanto prendi?
«Cento euro, ma ai preti faccio pagare il doppio. Ci tengono persino a specificare che sono soldi loro e non della parrocchia».
Come mai?
«Loro i soldi ce li hanno, se lo possono permettere. E poi li odio. Predicano bene e razzolano male. Fanno i moralisti nei confessionali e poi vengono a letto con me».
Quanti preti sono stati con te finora?
«Cinque. Tre sono parroci della provincia di Napoli, poi ci sono un frate e un seminarista».
Come avviene l’incontro?
«Sono loro a contattarmi. Esistono persino dei siti di annunci in cui i preti cercano il loro escort. Fissato l’appuntamento e accettata la tariffa ci incontriamo. Spesso anche nelle loro parrocchie, ma a loro non piace andare subito al sodo. All’inizio non dicono nemmeno di essere sacerdoti, ma io me ne accorgo subito. Loro amano ingannarsi. Spesso si va prima a cena e poi, dopo il dolce, ti dicono: "Perché non ci stendiamo un po’ a letto per riposarci?».
E poi?
«E poi c’è il rapporto. È il loro obiettivo, ma non lo ammetterebbero mai. Amano girarci intorno. Ma a letto non capiscono più niente: sono tutti passivi».
Non ti fa schifo prostituirti e in particolare farlo con un prete?
«Certo che mi fa schifo farlo con un sacerdote. Io odio la loro ipocrisia. E se mi paghi ti dico anche i loro nomi».
Come mai? Non esiste il segreto professionale?
«Io sono molto riservato con i miei clienti. A quelli fissi faccio anche sconti abbastanza sostanziosi. Ma con i preti no. Loro prendono in giro la gente raccontando frottole. Il Papa dovrebbe andare a lavorare senza ingannare la povera gente che muore e soffre di fame».
Se accusi un prete di essere stato con te ti può querelare.
«È vero, ma se mi ha mandato degli sms piccanti io posso andare da un notaio e farmi certificare il contenuto dei messaggi e l’utenza telefonica dalla quale mi sono stati inviati. In quel caso ho le prove e gli posso fare solo molto male».
I tuoi genitori sanno del tuo lavoro?
«No, ma mia mamma ha capito tutto».
Come lo sai?
«C’è un legame particolare tra madre e figlio e basta uno sguardo per comunicare tante cose».
E non ti hanno mai chiesto niente?
«No, proprio perché mamma ha capito. Il silenzio parla molto di più di mille parole».
Chiedi soldi ai tuoi genitori?
«No, sono io che do i soldi a loro».
E cosa credono che tu faccia per vivere?
«Ufficialmente sanno che scrivo tesi. Sono laureato alla Federico II. Mica sono un ignorante. Sogno persino di fare il giornalista, ma non so bene quale sia la strada. Se andrò a letto con un potente direttore di giornale gli chiederò di assumermi».
Riesci a vivere con i soldi del tuo lavoro?
«Certo. Ho raggiunto traguardi importanti per la mia età. Ho due case di proprietà. La seconda la sto finendo di pagare. Quando l’avrò ristrutturata, fra un paio di anni credo, mi trasferirò lì perché è molto più grande di quella dove vivo ora e dove ricevo i miei clienti».
Come ti trovano?
«Su tantissimi siti internet ci sono i miei annunci, ovviamente con foto. C’è il mio numero di cellulare e la mia tariffa. I clienti mi chiamano e prendono appuntamento».
Incontri al buio?
«Certo. Prendo cento euro non posso mica mettermi a fare una scelta. Accetto tutto».
Cosa pensi della tua vita?
«Ho tutto quello che ho sempre desiderato».
E del tuo futuro?
«Potrei morire anche domani: ho realizzato tutto ciò che mi ero prefisso».
Sei felice?
«Sì, moltissimo».
Ricevi visite di amici o di genitori a casa?
«A volte sì. Ma mia mamma sa che non deve passare a casa senza chiamare prima. Potrei essere al lavoro. Il cliente ha sempre la precedenza. Anche sulla mamma».
Hai una persona che viene a fare i servizi domestici?
«Certo. Il quotidiano lo faccio io. La casa è piccolina. Ma per le grandi pulizie c’è una brava signora napoletana bisognosa che viene quando la chiamo. Con lei sono generoso. Spesso le do anche qualche soldino in più. Ha bisogno. Mica ne approfitto come con i preti».
Intervista finita. E ora che fai?
«Mi metto a cercare altri clienti su internet. Se non lavoro il portafoglio piange. E le interviste gratis non mi servono. Davvero non vuoi pagare per avere i nomi dei preti che sono venuti con me?».
No, preferisco morire nell’ignoranza.

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