Quel feeling tra Monti e la Chiesa nato tra promesse e aiuti
Le assiciazioni di Todi in campo per preparare la strada a SuperMario. Il premier è benvoluto anche per la garanzia sulla difesa dei valori. Ma tra i cattolici c'è chi vuol rimanere fedele a Berlusconi
Le assiciazioni di Todi in campo per preparare la strada a SuperMario. Il premier è benvoluto anche per la garanzia sulla difesa dei valori. Ma tra i cattolici c'è chi vuol rimanere fedele a Berlusconi
Sulla carta è tutto già scritto. Con il pezzo di ieri dell'Osservatore Romano le gerarchie della chiesa cattolica, dal Papa in giù, salgono tutte insieme sul carro di Mario Monti.
Il premier Mario Monti saluta il segretario di stato vaticano Tarcisio Bertone
Più difficile sarà trascinare il popolo.
Nei movimenti ecclesiali il dibattito è acceso, anche nell'area vicina a Cl, ad esempio, le posizioni sono diverse: se Mario Mauro sembra pronto a guidare una lista di «todini» per Monti, Maurizio Lupi pare voglia restare fedele a Silvio Berlusconi. Ma per il quotidiano del Vaticano, Monti non ha rivali: «Da lui impegno nobile», scrive l'Osservatore. Grazie a lui e soltanto a lui «è possibile recuperare il senso più alto della cosa pubblica». E ancora, parole che dicono di un appoggio reale e voluto: «Annunciando il suo impegno in politica il senatore a vita intende aprire la seconda fase di un programma riformatore che è stato solo abbozzato nel corso dell'ultimo anno sulla spinta della congiuntura finanziaria. Monti è stato chiamato dai partiti a prendere decisioni inderogabili, di cui nessuno intendeva però prendersi la responsabilità diretta, per il timore di pagare un prezzo elettorale troppo alto».La Conferenza episcopale italiana, come probabilmente anche il Vaticano - non è un mistero per nessuno - sperava in un rinnovamento del Pdl attraverso delle primarie o strumenti a queste simili così come le aveva di fatto promesso Angelino Alfano. Questa cosa non è avvenuta. Di qui lo strappo, figlio però anche di una sintonia con Monti maturata negli ultimi mesi: il premier non ha mai tradito sui «principi non negoziabili» cari a Benedetto XVI. E, insieme, ha lavorato sugli accordi Stato-Chiesa in perfetta sintonia coi piani alti del Vaticano. Un esempio è l'approvazione al Senato del maxi-emendamento alla legge di stabilità che prevede, tra l'altro, uno stanziamento di 12,5 milioni per l'ospedale Bambin Gesù (gestito dal Vaticano) e 5 milioni di euro a favore della Fondazione Gaslini di Genova. «È un primo passo che apprezziamo molto rispetto della funzione che l'ospedale Gaslini ha, non soltanto per la Liguria ma per l'Italia, per molte regioni lontane e oltre, nel Mediterraneo» ha detto Bagnasco, che della Fondazione Gaslini è presidente, in occasione dell'inaugurazione della nuova Aula Magna dell'ospedale pediatrico. «Veramente - ha concluso il porporato - è un gesto piccolo in sé, ma significativo» e «speriamo che, poi, strada facendo, possa ampliarsi».
Il 10 gennaio le associazioni già presenti a Todi nell'ottobre del 2011 e che contribuirono di fatto all'arrivo del governo tecnico, si riuniranno per mettere «su carta» l'impegno unitario e fattivo per Monti. Vi saranno non soltanto le sette associazioni ideatrici del raduno di Todi ma anche tutti i movimenti ecclesiali presenti in Italia e le tre associazioni che per conto della Cei portano avanti interessi diversi: Retinopera, Scienza e Vita, Forum delle associazioni familiari. Il loro intento è di appoggiare la candidatura di Monti alla guida del Paese vigilando nel contempo perché future alleanze non vengano messe in campo col la sinistra più populista e antagonista.
Monti ha gestito il rapporto con la chiesa in autonomia. Il feeling con l'appartamento papale esiste dal primo giorno del suo insediamento al governo. E ne è testimonianza il record di udienze che Papa Benedetto XVI gli ha concesso: sette in dieci mesi. Su questo feeling i collaboratori del Papa hanno soffiato per alimentare il fuoco della sintonia fra i due colli. Un fuoco ricordato pochi giorni fa sul Corriere della Sera da Gian Maria Vian, direttore dell'Osservatore: «I due colli si guardano. Le celebrazioni per i 150 anni dell'Unità d'Italia ne sono la dimostrazione più chiara. Ma in più esiste anche una stima personale, autentica e reciproca, tra Benedetto XVI e Giorgio Napolitano».
Anche la tela tessuta con la conferenza episcopale è opera sua. «Non si può mandare alla malora i sacrifici di un anno» ha detto Bagnasco riferendosi alla appena conclusasi esperienza di governo tecnico.
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