Il sito più volte al centro delle polemiche
per aver attaccato le donne e la comunità gay
Il sito Pontifex
La schermata bianca e la scritta «reserved», riservato. Niente più stemma papale. Addio ai titoloni contro donne, gay e pure i magistrati. Pontifex.roma.it, il blog cattolico è stato chiuso. Da chi non si capisce, si è pensato a un attacco hacker. Poi alla polizia postale (nessuna risposta). E quindi direttamente al server che ospitava la piattaforma. Un giallo. Ma intanto i cinguettii esultano per una «vittoria». Twitter in subbuglio. «Non è poi una cattiva notizia».
LE DONNE - Pochi giorni prima di Natale, Bruno Volpe, giornalista di Bari e animatore del blog, aveva scandalizzato l'opinione pubblica con un articolo sulle donne che «provocano, cadono nell'arroganza.... si credono autosufficienti e finiscono con esasperare le tensioni esistenti». Frasi riprese da un prete di Lerici, don Piero Corsi, che aveva affisso il pezzo sulla bacheca della chiesa, scandalizzando fedeli e cittadini, obbligando persino il Vaticano a prendere una posizione. Ne è seguito un'interrogazione parlamentare di Emanuele Fiano, Pd.
ULTRAS- Ma non è stata di certo la prima volta che Pontifex scandalizza. Più volte ha preso posizione contro i gay, «dall'omosessualità si può guarire», sugli aborti che ha definito «stragi», per non parlare delle femministe, «streghe di una volta». Per non parlare dello scandalo della pedofilia nella Cheisa, degradato ad «attacco sionista». Nel mirino sono finiti anche gli ebrei: idee che hanno attirato fino a a 25 mila contatti al giorno. Tra plausi e critiche. Ora è rimasta solo una schermata bianca. E la scritta «reserved».
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