Twitter, il cortile dei gentili 2.0
Di tweet in tweet il magistero papale si arricchisce di brevi frasi
Sociologia dei tweet papali. Potrebbe essere il titolo di una tesi elaborata dagli studenti delle numerose facoltà di comunicazione presenti in tutto il mondo. L’account del Papa sul social network del momento, @pontifex, sta regalando agli studiosi del settore un bel po’ di materiale per uno studio approfondito.
Il primo tweet pontificio si era portato dietro molte critiche (sarà un utilizzo discontinuo, qualcuno dietro le quinte lancerà nel social network frasi del Papa tratte dai suoi libri e dai suoi discorsi, nessuno crederà mai che l’ottantaseienne Benedetto XVI che scrive a matita si mette a twittare sull’iPad). Ora che il numero dei tweet si va intensificando di settimana in settimana e che i generi dei cinguettii di 140 caratteri iniziano a diversificarsi notevolmente è tempo di una prima analisi più attenta e meno pregiudiziale.
Tutto si compie il 12 dicembre 2012: «Cari amici, è con gioia che mi unisco a voi via twitter. Grazie per la vostra generosa risposta. Vi benedico tutti di cuore». Le critiche preventive sono accontentate: si tratta di un semplice messaggio di benvenuto e non poteva essere altrimenti. Il Papa, al termine dell’udienza generale del mercoledì nell’Aula Paolo VI, appare persino troppo impacciato davanti all’iPad nell’intento di lanciare questo primo tweet. Infatti, il primo tentativo andrà a vuoto (Benedetto XVI non riesce a fare la giusta pressione sullo schermo del tablet) e dovrà essere un tecnico a far partire materialmente il tweet . Ma è già il tempo del secondo cinguettio. Il Papa lancia sia la domanda formulatagli qualche giorno prima da un fedele («Come possiamo vivere meglio l’Anno della fede nel nostro quotidiano?»), sia la sua risposta («Dialoga con Gesù nella preghiera, ascolta Gesù che ti parla nel Vangelo, incontra Gesù presente in chi ha bisogno»). Stessa cosa avviene per la seconda domanda («Come vivere la fede in Gesù Cristo in un mondo senza speranza?») e la risposta del Papa («Con la certezza che chi crede non è mai solo. Dio è la roccia sicura su cui costruire la vita e il suo amore è sempre fedele»).
Sempre il 12 dicembre arriva la terza e ultima domanda dei fedeli («Come essere più portati alla preghiera quando siamo così occupati con le questioni del lavoro, della famiglia e del mondo?») e la risposta di Benedetto XVI («Offrire ogni cosa che fai al Signore, chiedere il suo aiuto in ogni circostanza della vita quotidiana e ricordare che ti è sempre accanto»). Passa una settimana per il nuovo tweet pontificio. Come il 12 dicembre, anche questa volta il cinguettio arriva dopo l’udienza generale del mercoledì, ma non davanti ai fedeli presenti e alle telecamere. Il tweet questa volta non risponde a nessuna domanda («La fede di ognuno ha momenti di luce, ma anche di buio. Se vuoi camminare sempre nella luce, lasciati guidare dalla Parola di Dio»). Il 19 dicembre arriva anche un secondo cinguettio («Maria vive con gioia l’annuncio che sarà madre di Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo. La vera gioia viene dall’unione con Dio»).
Due giorni dopo, il 21 dicembre, arriva inaspettato il nuovo tweet di Benedetto XVI («Quando neghi Dio, neghi la dignità dell’uomo. Chi difende Dio, sta difendendo l’uomo»). Subito seguito da altri due cinguettii («Noi non possediamo la verità, è la Verità che possiede noi. Cristo, che è la Verità, ci prende per mano» e «Al termine dell’anno, preghiamo che la Chiesa, nonostante i suoi limiti, cresca sempre di più come casa di Dio»). Il giorno di Natale il Papa risponde nuovamente, come aveva fatto nei suoi primi tweet, alla domanda di un fedele («Quale tradizione familiare natalizia della sua infanzia ricorda ancora?» «Il presepe che si faceva insieme nella nostra casa mi dava grande gioia. Aggiungevamo figure ogni anno e usavamo muschio per decorarlo»). Il testo, seppur non assolutamente inedito, è già più innovativo rispetto ai primi tweet pontifici: riguarda la vita privata del Papa e non è una frase tratta dal suo magistero o una risposta ai fedeli sui temi dell’Anno della fede. Clima di famiglia per il giorno di Natale senza auguri via twitter però. Per quelli bisogna aspettare Capodanno: «Il Signore vi benedica e vi protegga nel nuovo anno». Secondo giorno dell’anno, secondo tweet pontificio del 2013: «Quando ci affidiamo totalmente al Signore, tutto cambia. Noi siamo figli di un Padre che ci ama e non ci abbandona mai». Meditazione concentrata in 140 caratteri.
Qualcuno avrebbe preferito due note sul menù di Capodanno, pazienza. Il 6 gennaio il Papa twitta: «Gli uomini sapienti seguirono la stella e arrivarono a Gesù, la grande luce che illumina tutta l’umanità». Il tema è dedicato alla solennità dell’Epifania che si celebra quel giorno, ma forse sarebbe stato più efficace un commento familiare sull’ordinazione episcopale conferita, quella mattina, al suo segretario particolare don Georg. Il tweet del 7 gennaio è un appello: «Vi chiedo di unirvi a me nella preghiera per la Siria, affinché il dialogo costruttivo prenda il posto dell’orribile violenza». Subito seguito da altri due tweet: «I Nigeriani occupano un posto speciale nel mio cuore; molti di loro sono stati vittime di violenze senza senso negli ultimi mesi». «Difendiamo il diritto all’obiezione di coscienza degli individui e delle istituzioni, promuovendo la libertà e il rispetto per tutti». Il 9 gennaio, sempre in occasione dell’udienza generale, arriva il nuovo tweet: «Seguendo l’esempio di Cristo, impariamo a donare totalmente noi stessi. Chi non riesce a donare se stesso, dona sempre troppo poco».
Domenica 13, festa del battesimo di Gesù, il Papa twitta: «Ogni cristiano, in quest’Anno della fede, possa riscoprire la bellezza di essere rinato dall’amore di Dio, e vivere come suo vero figlio». Poi, dopo aver amministrato il battesimo ai figli di alcuni dipendenti vaticani, nella Cappella Sistina, risponde a una domanda sul primo sacramento dell’iniziazione cristiana: «Che cosa avviene nel Battesimo? Siamo uniti per sempre a Gesù, rinati ad una nuova vita». È datato 16 gennaio, sempre di mercoledì, il nuovo tweet: «Se amiamo il nostro prossimo, scopriremo il volto di Cristo nel povero, nel debole, nel malato e nel sofferente». E, come sempre, questi cinguettii del mercoledì ritmano un po’ le consuete udienze generali del Papa con i fedeli. Nell’annuale settimana di preghiera per l’unità dei cristiani, domenica 20 gennaio, il nuovo tweet pontificio è dedicato al tema dell’ecumenismo: «Che cosa ci chiede il Signore per l’unità dei Cristiani? Pregare con costanza, praticare la giustizia, amare la bontà e camminare con Lui». Immancabile il cinguettio del mercoledì, il 23 gennaio, diventato ormai appuntamento fisso sull’account @pontifex: «Molti falsi idoli emergono oggi. Se i cristiani vogliono essere fedeli, non devono avere timore di andare controcorrente».
L’ultimo tweet, almeno per il momento, arriva domenica 27 ed è nuovamente una risposta a una domanda, una pillola di catechismo in 140 caratteri: «Che cosa significa per noi la Domenica, giorno del Signore? È un giorno per il riposo e la famiglia, ma prima di tutto un giorno per Lui».
Cosa emerge dai primi tweet papali? Come per tutti gli utenti del social network non esiste una regia predeterminata sull’uso dei cinguettii. Ci sono giorni in cui si scrive di più e periodi di assenza. Anche nello staff che supporta Benedetto XVI in questa avventura super tecnologica non c’è la freddezza dell’attore che interpreta il ruolo del regista nel film "The truman show". Nessuno in Vaticano manovra il Papa. È la nuova evangelizzazione nell’Anno della fede. Di tweet in tweet il magistero papale si arricchisce di brevi frasi di 140 caratteri, il limite imposto dal social network per i cinguettii, che si aggiungono alle omelie, ai discorsi, ai motu proprio, alle preghiere, alle costituzioni, all’esortazioni, alle lettere, all’encicliche, alle omelie, alle udienze e ai messaggi.
Del resto proprio Benedetto XVI si domanda: «Come il profeta Isaia arrivò a immaginare una casa di preghiera per tutti i popoli, è forse possibile ipotizzare che il web possa fare spazio - come il “cortile dei gentili” del Tempio di Gerusalemme - anche a coloro per i quali Dio è ancora uno sconosciuto?».
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