ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 26 gennaio 2013

FORMINCHIONI ASSEDIATO:

NON BASTAVA ESSERE INQUISITO PER LA STORIA DELLA MAUGERI, ORA SPUNTA PURE IL CASO SAN RAFFAELE - IL CELESTE, CHE TANTE VOLTE HA NEGATO QUALSIASI COINVOLGIMENTO DEL PIRELLONE, AVREBBE INCASSATO, FRA I “BONUS” CHE GLI PASSAVA IL FACCENDIERE DACCÒ, ANCHE 7-8 MLN € PROVENIENTI DALL’ISTITUTO DI DON VERZÉ - LA REGIONE AVREBBE CONCESSO ALL’OSPEDALE DEI FINANZIAMENTI IN MODO DISCREZIONALE...

Luigi Ferrarella per "Corriere della Sera"


FORMIGONI COCCARDAFORMIGONI COCCARDA
Non più solo per la Maugeri, ma anche per il San Raffaele: il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, sinora inquisito nel filone sulla Fondazione pavese, è adesso indagato assieme al mediatore Pierangelo Daccò per l'ipotesi di corruzione anche in rapporto ai consistenti finanziamenti pubblici erogati negli anni dal Pirellone all'ospedale San Raffaele nella vecchia gestione, l'istituto fondato da don Verzé e guidato sino al suicidio il 18 luglio 2011 dal vicepresidente Mario Cal.

Formigoni aveva sempre ripetuto come a suo avviso questa fosse «una vicenda che riguarda alcuni privati, la Regione Lombardia è del tutto estranea, come tutti sanno anche se fanno finta di non sapere»; e più volte aveva rimarcato che sull'istituto di don Luigi Verzé «la magistratura ha indagato per 16 mesi e nessun addebito è stato sollevato nei confronti della Regione: né del presidente, né di assessori, dirigenti o funzionari». Ora non è più così.
Nicola Sanese, FormigoniNICOLA SANESE, FORMIGONI
I contanti del suicida
Dal 2012 Formigoni era indagato per le ipotesi di corruzione e illecito finanziamento già in relazione ai favori (viaggi, uso esclusivo di yacht, sconto sul prezzo di una villa di lusso venduta al coinquilino Perego, un contributo elettorale) stimati di valore complessivo attorno ai 7,5 milioni, ed elargitigli negli anni dal «portafoglio» dell'amico Daccò, intermediario che dalla Fondazione Maugeri di Pavia era contemporaneamente stato gratificato con ben 60 milioni in 10 anni per «aprire porte» in Regione e propiziare indebiti rimborsi o sbloccare incagli.
VIGNETTA ELLEKAPPA DA LA REPUBBLICA CONDANNA A DACCO E GLI ANNI PER FORMIGONIVIGNETTA ELLEKAPPA DA LA REPUBBLICA CONDANNA A DACCO E GLI ANNI PER FORMIGONI
Adesso la novità è che la Procura ritiene di poter sostenere che i benefit ipotizzati come tangenti a Formigoni sarebbero arrivati da un «portafoglio-Daccò» alimentato dalla confluenza non solo dei 60 milioni di compensi illeciti versati all'estero al mediatore dalla Fondazione Maugeri, ma anche da 7/8 milioni arrivati invece a Daccò dal San Raffaele: un po' più di 2 milioni con bonifici a Daccò, e oltre 5 milioni in contanti che il vicepresidente dell'istituto di don Verzé, dopo averli creati dalle sovrafatturazioni con alcuni fornitori, aveva consegnato a Daccò. Il quale per questi soldi, sotto il profilo della distrazione dal patrimonio dell'istituto e quindi del concorso in bancarotta del San Raffaele ammesso al concordato preventivo, è stato già condannato in primo grado il 3 ottobre scorso a 10 anni in abbreviato dal giudice Cristina Mannocci.
ROBERTO FORMIGONI ASSEGNA IL FORMAGLIONEROBERTO FORMIGONI ASSEGNA IL FORMAGLIONE
I testi e la perizia
A spingere il nuovo passo della Procura sono due indicatori. Il primo sono gli interrogatori di almeno due dirigenti regionali, che dall'interno avrebbero fornito delucidazioni tecniche utili a «smontare» il rompicapo dei complicatissimi atti esecutivi delle delibere regionali in tema di «remunerazione delle funzioni non coperte da tariffe predefinite». Cioè dei bonus che Regione Lombardia, in aggiunta ai fondi già versati per rimborsare le cure mediche prestate agli ammalati, distribuisce agli ospedali come riconoscimento di attività d'eccellenza, in base a 30 parametri che per definizione lasciano ampia discrezionalità.
DACCO' - FORMIGONIDACCO' - FORMIGONI
Il secondo elemento è la relazione preliminare del consulente tecnico dei pm (un architetto incaricato già altre volte dalla Procura come esperto amministrativista) sulle delibere dei finanziamenti regionali nell'era Formigoni 1995-2010. Non tanto per la contabilità dei soldi pubblici erogati a questo titolo a San Raffaele (oltre 400 milioni) e Maugeri (più di 200 milioni), quanto per i profili di anomalia amministrativa nei provvedimenti secondo il consulente Maurizio Bracchi.
FORMIGONI SULLO YACHT DI DACCOFORMIGONI SULLO YACHT DI DACCO
Criteri oscuri
Nelle delibere di molti degli anni esaminati, infatti, il consulente dei pm Greco-Pedio-Pastore-Ruta addita come, «per tutti gli atti deliberativi concernenti il riparto dei compensi per le funzioni non tariffate, l'attività istruttoria» della Regione «appare non congruamente formalizzata. La conseguenza è che allo stato è impossibile ricostruire ex-post il percorso logico di formazione della volontà dell'organo deliberante, soprattutto quando si enunciano principi e metodi di assegnazione di finanziamenti pubblici senza che venga poi dato puntuale conto dell'attuazione di quanto enunciato».
Roberto Formigoni ospite a bordo dello yacht di Piero DaccoROBERTO FORMIGONI OSPITE A BORDO DELLO YACHT DI PIERO DACCO
In teoria un criterio indicato era ad esempio «la numerosità della casistica» propria di ciascuna struttura, «utilizzata per la formazione dell'ipotetica graduatoria fra gli operatori pubblici e privati e, nell'ambito di questa graduatoria, per l'effettuazione della scelta del 20% delle strutture beneficiarie del finanziamento». Ma, in pratica, quale fosse questa «numerosità della casistica» è «un elemento oggi ignoto: ciò non può che minare alla base quegli essenziali requisiti di trasparenza e di imparzialità su cui si dovrebbe fondare la correttezza e la stessa legittimità dell'atto amministrativo adottato».
FORMIGONI SULLO YACHT DI DACCO'FORMIGONI SULLO YACHT DI DACCO'
«Evidente squilibrio»
Il consulente della Procura aggiunge di non poter «tacere il fatto che i criteri e gli indicatori stessi, in base ai quali operare il riparto del fondo stanziato, vengono proposti alla Giunta e deliberati dalla Giunta quando l'assetto funzionale e le capacità produttive dei reparti potenzialmente assegnatari dei finanziamenti erano ben noti agli uffici regionali. Circostanza che non depone certamente a favore dell'imparzialità dell'azione amministrativa, soprattutto se l'esito della procedura presenta l'evidente squilibrio in favore di uno degli operatori, nella fattispecie l'Ospedale San Raffaele, presenti sul mercato regionale delle prestazioni chirurgiche».
Mario Cal e Don VerzeMARIO CAL E DON VERZEDon VerzeDON VERZE
Uno dei problemi, ad esempio nel 2003, è che «l'assegnazione di questi ultimi finanziamenti, in larghissima misura finiti nelle casse dell'Ospedale San Raffaele, viene dalla Giunta regionale deliberata sulla scorta di criteri puntualmente enunciati nella propria deliberazione, ma della cui applicazione concreta ai fini della designazione dei beneficiari non viene dato conto».
Infatti «ciò che gli uffici regionali hanno ritenuto essere "materiale istruttorio funzione di eccellenza per le attività per acuti" non è altro che la stampa di un insieme di fogli di calcolo caratterizzati dalla loro assoluta inconsistenza in termini di capacità illustrativa del processo logico di applicazione dei criteri prefissati e di individuazione dei beneficiari».
DON VERZE E MARIO CAL IN PISCINA IN BRASILE DA OGGIDON VERZE E MARIO CAL IN PISCINA IN BRASILE DA OGGI
Del resto, quando la polizia giudiziaria il 9 luglio ha acquisito in Regione gli atti istruttori e preparatori delle delibere sulle funzioni non tariffabili, «si è appreso come siano rappresentati, secondo quanto riferito da funzionari e dirigenti, dalla mera estemporanea stampa di tabelle e fogli di calcolo, peraltro privi dell'indicazione del redattore e/o del responsabile della correttezza dei dati e della loro elaborazione, e privi anche di indicazioni esplicative che ne possano consentire l'interpretazione».
 http://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/forminchioni-assediato-non-bastava-essere-inquisito-per-la-storia-della-maugeri-ora-spunta-pure-49949.htm

Formigoni indagato per corruzione anche nell’inchiesta San Raffaele

Il presidente uscente della Lombardia, come riporta il Corriere, dovrà rispondere dello stesso reato che gli è stato contestato per la fondazione Maugeri. Anche in questo caso il coindagato è Daccò. Il governatore:"In Regione Lombardia non c'è stata nessuna dispersione di denaro pubblico"

Roberto Formigoni
A fronte di finanziamenti pubblici erogati negli anni dal Pirellone alla vecchia gestione dell’ospedal a Daccò sarebbero arrivati almeno sette milioni. E anche con questi soldi sarebbero stati pagati alcuni benefit al Celeste. Di questi 7-8 milioni, riporta il quotidiano di via Solferino, poco più di 2 milioni sarebbero arrivati al faccendiere con bonifici e oltre 5 milioni in contanti, tramite il sistema di sovrafatturazioni scoperto dopo il suicidio di Cal morto nel luglio del 2010. 
Ad aggravare la posizione di Formigoni, candidato al Senato nella lista Pdl, ci sono alcunetestimonianze e una consulenza. Alcuni dirigenti regionali, interrogati, hanno illustrato le delibere regionali in tema di “remunerazione delle funzioni non coperte da tariffe predefinite” ovvero i bonus che il Pirellone, in aggiunta ai fondi già versati per rimborsare le cure mediche prestate agli ammalati, paga alle strutture ospedaliere come riconoscimento di attività d’eccellenza, “in base a 30 parametri che per definizione lasciano ampia discrezionalità”; c’è poi la relazione iniziale del consulente tecnico della Procura di Milano sulle delibere dei finanziamenti regionali degli ultimi anni. Ebbene l’analisi ha evidenziato scelte poco comprensibili e criteri in cui il consulente trovato un “evidente squilibrio”. Che ha portato nelle casse del San Raffaele oltre 400 milioni e in quelle della Maugeri più di 200. “In Regione Lombardia non c’è stata nessuna dispersione di denaro pubblico” dice Formigoni, a margine dell’inaugurazione dell’Anno Giudiziario a Milano. “Se questa notizia è vera – ha proseguito Formigoni – è stato commesso un reato, perché è stata data alla stampa. Il processo per il San Raffaele è già stato celebrato e io non sono stato coinvolto”. 
Formigoni era già stato iscritto per corruzione il 14 giugno scorso – ha ricevuto anche un invito a comparire ma non si è mai presentato davanti ai pm – e poi non molte settimane dopo i pm hanno proceduto anche alla seconda iscrizione per corruzione nello stesso fascicolo sul caso Maugeri di cui è attesa la chiusura dell’inchiesta. 
http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/01/26/san-raffaele-roberto-formigoni-indagato-per-corruzione/480603/


San Raffaele, Formigoni indagato per corruzione

Il governatore lombardo indagato per i soldi di Don Verzè. Lui, però, nega: «Il solito fango contro di me».

Roberto Formigoni sarebbe indagato per corruzione anche nell'ambito dell'inchiesta per i finanziamenti dell'istituto sanitario San Raffaele.
Un'altra tegola quindi per il presidente della Regione Lombardia dopo il coinvolgimento sul filone della Fondazione Maugeri.
Il governatore è finito ancora sotto la lente dei magistrati assieme al mediatore Pierangelo Daccò, per l'ipotesi di corruzione anche in rapporto ai consistenti finanziamenti pubblici erogati negli anni dal Pirellone all'ospedale fondato da don Verzé e guidato sino al suicidio il 18 luglio 2011 dal vicepresidente Mario Cal.
La notizia è stata riportata il 26 gennaio dal Corriere della Sera.
«NON UN CENTESIMO DISSIPATO». Immediata la presa di posizione del governatore: «Non un reato è stato commesso, non un centesimo di denaro pubblico è stato dissipato», ha affermato arrivato in tribunale a Milano per l'inaugurazione dell'anno giudiziario. «Se questa notizia è vera è stato commesso un reato perché è stata informata la stampa e non sono stato informato io».

Formigoni è indagato dal 2012 per ipotesi di corruzione

Dal 2012 Formigoni è indagato per le ipotesi di corruzione e illecito finanziamento già in relazione ai favori (viaggi, uso esclusivo di yacht, sconto sul prezzo di una villa di lusso venduta al coinquilino Perego, un contributo elettorale) stimati di valore complessivo attorno ai 7,5 milioni, ed elargitigli negli anni dal «portafoglio» dell'amico Daccò.
STRANO GIRO DI DENARO. La novità è che la procura ritiene di poter sostenere che i benefit ipotizzati come tangenti a Formigoni sarebbero arrivati da un «portafoglio-Daccò» alimentato dalla confluenza non solo dei 60 milioni di compensi illeciti versati all'estero al mediatore dalla Fondazione Maugeri, ma anche da 7/8 milioni arrivati invece a Daccò dal San Raffaele: un po' più di 2 milioni con bonifici a Daccò, e oltre 5 milioni in contanti che il vicepresidente dell'istituto di don Verzé, dopo averli creati dalle sovrafatturazioni con alcuni fornitori, aveva consegnato a Daccò. Il quale per questi soldi, sotto il profilo della distrazione dal patrimonio dell'istituto e quindi del concorso in bancarotta del San Raffaele ammesso al concordato preventivo, è stato già condannato in primo grado il 3 ottobre scorso a 10 anni in abbreviato dal giudice Cristina Mannocci.
Sabato, 26 Gennaio 2013

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