ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

mercoledì 16 gennaio 2013

Giulianone meglio dei vaticanisti




FUNERALI MELATO: LA CHIESA A BRACCIA CHIUSE – EMMA BONINO, INDEGNA DI COMMEMORARE MARIANGELA, PERCHÉ RADICALE - L’IRA DI ARBORE: “MI HANNO INSEGNATO CHE SE SI MENTE A QUALCUNO, SOPRATTUTTO IN CHIESA, SI VA ALL’INFERNO” -- FERRARA CONTRO: ‘’SE ACCOSTI AI SACRAMENTI UN’ANIMA AMICA CHE LO DESIDERAVA, DOVRAI BEN RISPETTARE LE REGOLE DELLA CASA CHE LI AMMINISTRA’’….

1 - LETTERA AL "FOGLIO"

Al direttore - La chiesa e il Papa sono accusati di omofobia per non rispettare le pretese identità di genere. Si tratta - per i detrattori - di un delitto "contro il genere umano" paradossalmente simile all'accusa che al tempo di Nerone descrive Tacito nei confronti dei cristiani, i quali erano considerati colpevoli non tanto del delitto di incendio ma del "delitto di cristianesimo", essendo accusati di "odium humani generis".
EMMA BONINO FUORI DALLA CHIESA IN CUI SI CELEBRAVA IL FUNERALE DI MARIANGELA MELATOEMMA BONINO FUORI DALLA CHIESA IN CUI SI CELEBRAVA IL FUNERALE DI MARIANGELA MELATOEMMA BONINO AI FUNERALI DI MARIANGELA MELATOEMMA BONINO AI FUNERALI DI MARIANGELA MELATO
2 - RISPOSTA DI GIULIANO FERRARA
In tema di cristianesimo, laicità, potere e libero pensiero vorrei rilevare la stranezza del comportamento di Emma Bonino e Renzo Arbore. La chiesa è abitata da Dio, a quanto pare, certamente dal prete. E' proprietà di nessuno, ma esiste in quanto comunità di fedeli credenti. Si può credere in molti modi, si può essere come dice la Bonino "diversamente credenti". La chiesa cattolica è invece tutto sommato identica a sé stessa, esprime molte differenze ma nell'ambito dell'identità di fede. Se accosti ai sacramenti un'anima amica che lo desiderava, dovrai ben rispettare le regole della casa che li amministra. Se è gradito un sermone extra muros della Radicale Bonino, perché mai mandare all'inferno il titolare della parrocchia?

3 - LA CHIESA A BRACCIA CHIUSE
Marco Politi per il "Fatto quotidiano"
MELATOMELATO
Da oggi - prepariamoci - nessun amico di un morto potrà parlare in chiesa ai funerali. Amici e parenti saranno invitati a commemorare il defunto, uscendo dal tempio e fermandosi sul sagrato. Così vogliono "nuove disposizioni" della gerarchia ecclesiastica. Naturalmente non è vero. Dalle Alpi al Mediterraneo il sacerdote passerà sempre il microfono a chiunque voglia portare un ricordo. Ma è con questa bugia che domenica è stato impedito di parlare a Emma Bonino nella Chiesa degli Artisti. Dice Renzo Arbore: "Mi hanno insegnato che se si mente a qualcuno, soprattutto in chiesa, si va all'inferno".
Mariangela Melato Renzo Arbore e unamicaMARIANGELA MELATO RENZO ARBORE E UNAMICA
Lo racconta a Repubblica, svelando il meschino retroscena del breve discorso della Bonino sul sagrato dopo i funerali di Mariangela Melato. Le migliaia di romani venuti domenica a salutare l'artista in piazza del Popolo a Roma, avevano pensato che la vicepresidente del Senato volesse farsi sentire meglio dalla folla. Invece era stata silenziata nel tempio.
Indegna di parlare, perché radicale. Ma poiché nessuna autorità ecclesiastica aveva il coraggio di dirlo, ecco la bugia. "Nuove disposizioni" , aveva sussurrato il celebrante ad Arbore prima del rito, impedivano che "altri" parlassero in chiesa durante il servizio funebre.
Mariangela Melato e Renzo ArboreMARIANGELA MELATO E RENZO ARBORE
Una pietosa finzione. Un'altra occasione persa per mostrare una Chiesa dalle braccia aperte: specie nel momento drammatico della morte. È inutile che in Vaticano si prendano dall'America consulenti per la "strategia mediatica", se poi ciclicamente viene esibito il volto duro della Gerarchia. E pensare che i funerali (insieme ai matrimoni) sono i rari momenti in cui tanti non prati-canti , tanti "lontani", tanti agnostici e atei e seguaci di altre religioni tornano a mettere piede in una chiesa cattolica. Non dovrebbe, forse, essere un momento privilegiato per annunciare la "buona novella" ?

mariangela Melato Renzo Arbore Luciano De CrescenzoMARIANGELA MELATO RENZO ARBORE LUCIANO DE CRESCENZO
Ciclicamente l'autorità ecclesiastica - quasi fosse un raptus - corre a mostrarsi senza pietà. Ricordiamo ancora il gelido comunicato del Vicariato di Roma: "In merito alla richiesta di esequie ecclesiastiche per il defunto Dott. Piergiorgio Welby, il vicariato di Roma precisa di non aver potuto concedere tali esequie, perché...". 22 dicembre 2006. Un linguaggio aziendale, burocratico, incurante della vigilia del Natale, incurante del dolore della cattolicissima madre che per tutto il tempo delle esequie - celebrate poi laicamente in piazza - terrà la mano incollata alla bara. L'accusa lanciata a Welby era di avere "pubblicamente affermato la volontà di porre fine alla propria vita".
MARIANGELA MELATO - copyright PizziMARIANGELA MELATO - COPYRIGHT PIZZI
Il cattolico Antonio Guidi, l'ex ministro disabile del primo governo Berlusconi, esplose : "Questa Chiesa cattolica, che ha aperto le sue porte per i funerali a tiranni, faccendieri, corrotti, nega la sua accoglienza a chi ha tanto sofferto". E intanto (avrebbe potuto aggiungere) garantisce un posto in cripta nella veneranda basilica di Sant'Apollinare al boss della Magliana Renatino de Pedis. Anche i funerali di Lucio Dalla furono una fiera dell'ipocrisia: "Vai in chiesa e ti concedono i funerali - commentò Lucia Annunziata - basta che non dici di essere gay".
RENZO ARBORE E MARIANGELA MELATORENZO ARBORE E MARIANGELA MELATO
Di qua il frate Bernardo Boschi che durante il rito si rivolge affettuosamente al compagno di Dalla, citando la crudele dipartita "...vero Marco?". Di là il provicario generale della diocesi di Bologna, mons. Gabriele Cavina, pronto a citare senza misericordia Marco Alemanno come "collaboratore" del cantante e a proclamare al momento della comunione : "Chi desidera accostarsi all'eucarestia e si trova in peccato mortale, prima ricorra al sacramento della confessione e faccia penitenza". Perché - si sa - i sodomiti costituiscono un'offesa agli occhi di Dio.
MARIANGELA MELATOMARIANGELA MELATO
C'è una Chiesa, che dimentica sempre la parabola del Servo senza pietà, di cui parla l'evangelista Matteo. C'era un padrone, racconta, che stava per vendere un servo debitore, che non gli restituiva diecimila talenti (centomila euro, potremmo dire). Di fronte alle suppliche strazianti del servo, gli condonò tutto. Ma lo stesso servo, appena salvato, gettò in prigione un poveraccio che gli doveva cento denari. Finì, dice il Vangelo, che il buon padrone mise il servo malvagio in mano agli aguzzini. C'è un peccato che Cristo non perdona mai: la durezza di cuore.

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