di Antonio Margheriti Mastino
Il libro si divide in tre sezioni. La prima tratta tematiche variamente
legate al problema della fede e della libera obbedienza alla Chiesa.
Fedelissimo alla dottrina del Concilio Vaticano II e al Magistero della
Chiesa, in questa prima sezione solleva un problema al quale prima o poi
si dovrebbe dare risposta: «Nel Novecento lo Spirito Santo ha toccato
la Chiesa con una singolare azione di grazia: il Concilio Ecumenico
Vaticano II, posteriormente deformato col pretesto dell’
interpretazione, poi deformato nel concilio egomenico dei teologi del
post-concilio» (Cit. pag. 14). Il concilio, prima snaturato, poi
tramutato da certi preti e teologi del post concilio in uno strumento
usato anche per far esplodere l’apostasia e la ribellione dentro la
Chiesa.
In modo diretto e documentato, l’autore accusa gli ultra
progressisti di essere un esercito di preti e teologi più o meno
ribelli, con le bocche sempre aperte e sempre pronte a urlare «più
collegialità, più democrazia», di avere creato vere dittature
all’interno della Chiesa: «Lo spirito di egemonia e di assolutismo non è
cosa tipica dei conservatori ma degli apostati di tutti i tempi, dai
quali nascono le peggiori repressioni della libertà di pensiero e
l’imposizione forzata del pensiero unico dominante» (cit. pag. 146).
Questo piccolo esercito di trasandati preti in jeans e di preti teologi
in giacca e cravatta, lungi dall’essersi avvicinati alla gente e alla
società civile, lungi soprattutto dall’avere avvicinato la gente alla
Chiesa, hanno dato vita a forme di clericalismo che mai si erano viste
prima, con un risultato inevitabile che oggi brilla sotto gli occhi di
tutti: «Scrosciati quattro decenni di estrosità teologiche e di
bizzarrie liturgiche tese a intaccare, talvolta persino a distruggere
questa singolare azione di grazia, i risultati si sono infine dischiusi:
le chiese dell’Occidente sono semivuote e la crisi di credibilità è
calata sul clero come scure del boia» (cit. pag. 8). Secondo l’autore,
la presunzione di questo clericalismo moderno è di voler ridurre Dio a
un oggetto e imporre a esso la sua volontà. Ciò comporta, di fatto,
negare Dio come Dio, non accettarlo più come Signore della vita e della
storia.
Chiamandolo per nome e citandone scritti e articoli, l’autore fa
l’autopsia al ravasipensiero (cit. pag. 118-129) mettendo anzitutto in
discussione l’ortodossia del famoso cardinale «celebre al grande
pubblico televisivo» a partire dal titolo del paragrafo a lui dedicato:
«Da Rudolf Bultmann a Gianfranco Ravasi». Parlando del ravasipensiero
l’autore si domanda se i contenuti della Pascendi Dominici Gregis,
enciclica con la quale San Pio X condanna il modernismo come sintesi di
tutte le eresie, sono sempre validi: «Le principali proposizioni di
questo testo di San Pio X, tutte in aperto contrasto con la dottrina
cattolica, oggi stanno alla base di molte pubblicazioni teologiche, di
altrettanti insegnamenti tenuti presso facoltà teologiche e seminari, di
scritti e di conferenze di vescovi. La domanda che viene da porsi è la
seguente: questo accade perché mutati i tempi storici quelle
proposizioni sono cadute, oppure perché i soldati sono usciti dalla
pancia di legno del cavallo di Troia e scorazzano all’interno delle mura
della città?».
Ravasi ed Elkann: due mummie in più al Museo Egizio! |
Da qui nasce la domanda di Don Ariel Levi di Gualdo: «Traduciamo
oltre le righe l’ennesimo balletto di parole, sulle quali non intendo
scovare le pulci ma solo preoccuparmi in modo serio e cattolico: siamo
di fronte all’idea bultmaniana della realtà del mito che richiede di
essere de-mitizzato, celata ma efficace. Idea finita come un pomodoro
maturo lanciato su di un muro bianco nella prefazione del libro di
Benedetto XVI» (cit. pag. 126).
Dinanzi alla obiettività di un fatto basato non su opinioni ma su
libri stampati, l’autore indugia a domandare da quando, ma soprattutto
se, un Sommo Pontefice, ha proprio bisogno di essere presentato da
qualcuno. O per dirla in altri termini: uno scrittore cerca sempre di
ottenere una prefazione alla propria opera da un autore o da una
personalità di maggiore spicco e risonanza di lui, che possa appoggiare e
rafforzare la sua opera, talora renderla addirittura credibile come
tale al pubblico. Dunque ragionevolmente, il Santo Padre, Vicario di
Cristo in terra, avrebbe dovuto avere, come autore della prefazione, lo
Spirito Santo che procede dal Padre e dal Figlio.
"La seminarista sfranta": emblema di una Chiesa gaia. Cercare su Google per credere. |
Vescovi "arcobaleno": Giornata Mondiale della Gioventù, Parigi, 1997 |
Il terzo capitolo, tocca un tema molto caro all’Autore: la libertà, che percorre attraverso suggestive letture teologiche delle figure di Adamo ed Eva. Solo sul finire di quest’ultima parte, torna sul tema della sessualità, non più però all’interno del mondo ecclesiastico, questa volta di quello laico: «La sessualità, è un moto dello spirito, specchio e termometro delle società in ascesa e di quelle in declino» (Cit. pag. 273). Le analisi finali oltrepassano ogni fisicità sessuale, a catturare la sua attenzione, è ciò che c’è dietro. Il problema non è nel corpo, ma nella spiritualità sessuale, nell’eros psicologico dell’uomo. Lì abitano bene e male, là va individuato il problema e trovata risposta, non in un moto del corpo, che è solo il segno finale esterno di quel che racchiude lo spirito profondo dell’uomo.
William Blake: "Satana osserva le carezze di Adamo ed Eva" - 1808 |
In questo libro si parla al presente guardando al futuro. Le verità
soppesate, spesso in toni di profezia, altre stuzzicando con l’ironia
l’irritabilità di chi “verità udir non vuole”, forse porteranno l’Autore
a mietere indifferenze nel presente, se tutto gli andrà bene […] la sua
attualità l’avrà domani, secondo il destino dei profeti antichi e
moderni, degli uomini che amano mossi da forti passioni, basate su
quell’anelito che fece dire a San Paolo: «Non sono più io che vivo ma
Cristo vive in me».
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Don Ariel Stefano Levi di Gualdo
(19.08.63) proveniente da una famiglia di origini ebraiche convertita
al cattolicesimo, dopo essersi riavvicinato per oltre dieci anni
all'ebraismo è diventato allievo del teologo gesuita Peter Gumpel ed è
stato consacrato sacerdote a Roma dove attualmente vive. Svolge il
ministero di confessore, direttore spirituale e predicatore, dedicandosi
agli studi di ricerca e alla direzione della collana teologica Fides
Quaerens Intellectum fondata con Bonanno Editore nel 2009. Ha già
pubblicato: Erbe Amare (Bonanno, 2007) Nada Te Turbe (A&B 2009) E
Satana si fece Trino (Bonanno, 2011).
Altri tre suoi saggi sono in programma di stampa per il 2013 e il 2014.
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