ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

martedì 15 gennaio 2013

Mein Konzil


 Cesare Baronio, Mein Konzil...

Dal Blog Opportune importune, l'Autore ci segnala questo suo ultimo articolo - provocatorio ma centrato - dal titolo già rivelatore: Mein Konzil, chiedendoci il nostro pensiero. Lo riprendo integralmente, ringraziandolo per la condivisione. E, dunque, parliamone!

Mein Konzil

Caterina63 ci chiede di dare il nostro placet al libro di don Ariel Stefano Levi di Gualdo: ci onora e ci confonde che il nostro parere sia ritenuto in così alta considerazione. Nondimeno, questo placet è vincolato ad un donec corrigatur che abbiamo diffusamente espresso.

Vorremmo però dedicare qualche riflessione alle buone intenzioni di don Ariel e di Caterina63, e a quelle di molti altri che vogliono letteralmente salvare capra e cavoli, riconoscendo i disastri conciliari ma cercando di considerare il Concilio come una vittima innocente delle mene dei novatori.
Dice infatti Caterina63:
...non errore del Concilio ma di chi ha formato e firmato i documenti sia stato quello di far apparire questi documenti come una novità senza mai collegarsi ai testi precedenti del Magistero pontificio.
Beata ingenuità! Proprio su questa marciano i nemici della Chiesa, che accettano di perdere qualche battaglia, vedendo che comunque gli avversari non hanno nessuna intenzione di radere al suolo la loro cittadella.

Ma cos'è il Concilio, se non ciò che esso propone attraverso i suoi documenti? Il Concilio in sé non esiste, come non esiste il Magistero, se non attraverso gli atti che esso ha promulgato nei duemila anni di storia della Chiesa. L'astrazione trae in inganno, perché presuppone intelletto e volontà in un soggetto artificiale, in cui operano invece molteplici soggetti ben reali, questi sì dotati di intelletto e volontà: il Sommo Pontefice, i Vescovi, i consultori e i teologi, gli esponenti di diverse correnti, e tutti coloro che in qualche modo possono influenzare l'opinione e l'azione di quelli, non ultimi i nemici della Chiesa e i mass media.

Quei documenti non appaiono una novità: lo sono ex se, non fosse che per ciò che non affermano di ortodosso e quanto invece insinuano di eterodosso. D'altra parte, don Ariel e Caterina63 ammettono entrambi che il Concilio sia stato infeudato dai novatori, che hanno formato e firmato i documenti. Non fu il Concilio a promulgare la Gaudium et spes, o la Dignitatis humanae, ma i Padri Conciliari, attraverso un iter di inganni, colpi di mano, votazioni falsate nelle Commissioni, con l'avvallo di Roncalli e Montini, consenzienti o meno che fossero.

Quindi, se è vero - come hanno rilevato egregi teologi cattolici - che vi sono dei documenti conciliari in cui si formulano proposizioni eterodosse o equivoche, questi non sono nati dal  nulla, e non hanno il carisma dell'infallibilità per il semplice fatto di uscire da un coso che non voleva - né poteva, visti i risultati - essere dogmatico.

E non ci si venga a parlare della Costituzione dogmatica Gaudium et Spes per sostenere la tesi opposta: essa è dogmatica solo in quanto propone, o dovrebbe proporre, temi di natura dottrinale, ma non in quanto il suo presunto insegnamento debba ritenersi dogmatico, poiché questo confliggerebbe con l'intenzione, la mens, del legislatore, che volle questo coso solo pastorale.

Ci permettiamo quindi un paragone ardito.

Affermare che il Concilio era buono in sé e che fu deviato dai modernisti equivale né più né meno a dire che il Nazismo, in fin dei conti, non aveva teorizzato la soluzione finale, ma che fu Hitler, consigliato da qualche ideologo fanatico, a tradire il Nazismo.

Non esistette Nazismo senza Hitler, così come non vi fu Concilio senza Roncalli, Montini e tutta la lista di Prelati massoni, modernisti, eretici e laicisti.

L'appoggio di cui il Nazismo godette, le relazioni diplomatiche che esso intrattenne con le principali Nazioni, le modalità di democratica elezione di Adolf Hitler, il consenso delle masse e degli intellettuali non hanno nulla di diverso dall'appoggio di cui godette il Concilio, le relazioni che esso coltivò con il mondo, le modalità di democratica votazione nell'Aula conciliare, il consenso dei fedeli, dei teologi e della stampa.

Proseguendo nella similitudine, come il Nazismo teorizzò la purezza della razza ariana, anche gli ideologi del Concilio hanno teorizzato un immaginario gruppo razziale a cui appartengono solo quanti ne accettano le istanze: ecumenismo, libertà religiosa, modernismo, nuova ecclesiologia, liturgica protestantizzata, lingua vernacolare, pauperismo, irenismo, antropocentrismo, democrazia, laicità dello Stato. Gli altri sono appena tollerati, e di sicuro non raggiungono mai posizioni di responsabilità e di potere.

Lo stesso disprezzo con cui certi Ecclesiastici trattano i gruppi tradizionalisti è rivelatore di una mentalità discriminatrice e settaria, che ha anche legittimato forme di pulizia etnica, con la cacciata, la persecuzione e la scomunica dei refrattari. E come la redazione delle liste di Ebrei da deportare e l'elenco dei loro beni da confiscare erano affidati ai Consigli ebraici degli Anziani (leggi qui), così le liste di proscrizione dei laici, dei chierici, dei sacerdoti, dei Monsignori, dei Vescovi e dei Cardinali furono preparate da zelanti ecclesiastici, traditori e rinnegati. Non vennero fisicamente deportati nei campi di sterminio: ci si limitò ad umiliarli, sconfessarli pubblicamente, abbandonarli, trasferirli in chiese sperdute tra i monti o in inutili uffici di Curia. E a dichiararli inidonei all'elezione al Soglio.

Un altro parallelo tristissimo: gli Ebrei che cercavano di fuggire alla deportazione erano ricercati e consegnati ai Tedeschi da uno speciale corpo di polizia ebraica, così come
nei campi molti lavori materiali connessi allo sterminio erano affidati a speciali reparti ebraici; avevano narrato come questi lavorassero nelle camere a gas e nei crematori, estraessero i denti d'oro e tagliassero i capelli ai cadaveri, scavassero le fosse e più tardi riesumassero le salme per far sparire ogni traccia; avevano narrato come tecnici ebrei avessero costruito camere a gas a Theresienstadt e come qui l'autonomia ebraica fosse arrivata al punto che perfino il boia era ebreo.
La storia si ripete, nella miserabile parodia conciliare: quante volte le persecuzioni psicologiche di bravi sacerdoti, professori di Università pontificie o di Seminari, colpevoli solo di non voler rinunciare alla Messa cattolica e alla Tradizione, furono organizzate dai loro confratelli? Quanti parroci si trovarono da un giorno all'altro trasferiti senza motivo, o messi a riposo, quando non derisi o fatti passare per fanatici, grazie alla sistematica collaborazione non disinteressata del Clero stesso? Quanti nuovi kapò in clergyman tacquero ed eseguirono ordini ingiusti, per timore di essere fatti oggetto delle stesse epurazioni?

E non si può negare che talvolta le segnalazioni e le delazioni siano giunte da chi pubblicamente appariva critico verso gli eccessi del postconcilio, da chi si faceva portavoce di una resistenza moderata col celebrare il Novus Ordo in latino, da chi sperava di ottenere vantaggi per la propria minuscola congregazione pseudotradizionalista denunciando i fanatici lefebvriani e gli indisciplinati del doppio Confiteor. Gente che oggi pontifica sul Motu Proprio, ma che ai tempi dell'Indulto non ha mosso un dito per raccogliere le firme, ostentando una cortigiana fedeltà al Vescovo diocesano, e tacciando di scisma chi frequenta le Messe tridentine nelle catacombe della Fraternità San Pio X.

Coloro che chiedono la Messa Romana vengono confinati in chiese di concentramento, perché le loro idee non si diffondano tra gli Ariani del Vaticano II e non si metta in discussione la vulgata conciliare. Poco ci manca che non venga chiesto loro di portare un segno distintivo cucito sui vestiti, come la stella di Davide per gli Ebrei. Per essi non c'è posto nemmeno nel nuovo stato nella Palestina conciliare, come dimostrano i vani colloqui dottrinali con la Santa Sede.

Altro elemento in comune: l'esistenza, ai vertici del Nazismo, di conventicole di iniziati di stampo esoterico e massonico, con chiare connotazioni omosessuali, che ritroviamo nella lobby progressista. La condanna formale dell'omosessualità, in entrambi i casi, si accompagna tuttavia alla creazione di gruppi elitari che non esitano a screditare gli avversari anche grazie alle informazioni di natura personale di cui dispongono in virtù della comune condotta di vita. Così, se da un lato la Comunità degli Speciali plasma il cliché del maschio nazionalsocialista, sull'altro versante si plasma il typus del levita postconciliare da introdurre nei ruoli chiave della Curia Romana: le forme di nepotismo gay nel cursus honorum del Nazismo e del Postconcilio sono identiche, come sono identiche le forme di ricatto, funzionali allo scopo ultimo, cui si espongono i membri di questa lobby, siano essi in divisa o in talare.

Le pubblicazioni cattoliche, i libri di Teologia, i testi di Morale, i Catechismi, i Messali scompaiono dalle biblioteche e dalle librerie, quando non sono stati dati alle fiamme nei cortili dei Seminari e dei Conventi, sulle orme di roghi della Gioventù Hitleriana.

La deportazione degli Ebrei venne denunciata dalla stampa molto tardi, e i campi di sterminio furono scoperti quando il Nazismo era già caduto: così come solo oggi qualche teologo e pensatore cattolico denuncia la soluzione finale della setta conciliare, scoprendo tra i deportati l'Ortodossia, la Liturgia cattolica, la Scolastica, la sana Esegesi, l'Apologetica, il Primato papale, il Magistero, i Novissimi, l'Autorità dei Pastori, assieme alla Regalità di Cristo, alla Mediazione di Maria Ss.ma e alla salvezza delle anime.

Duole constatare che le vittime furono ben più di sei milioni: il loro torto dinanzi all'opinione pubblica fu di essere anime, e non corpi. Anime irretite dalla dittatura della chiesa di Satana: in piazza San Pietro abbiamo visto folle oceaniche, abilmente manovrate da un manipolo di agit-prop, gridare Santo subito proprio come in Germania altri gridavano Heil Hitler e, non dimentichiamolo, come dinanzi al Pretorio la turba gridava Barabbam!

Gli archivi dei servizi segreti stanno rivelando in questi anni alcuni dei punti più controversi della storia del Nazismo, ivi comprese le collusioni con i governi che oggi millantano di non aver mai appoggiato il Führer. Scopriremo col tempo anche le vicende della dittatura conciliare e delle connivenze di cui godette da parte della Massoneria e dei nemici della Chiesa. Nil inultum remanebit.

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