ACTA APOSTATICAE SEDIS : come, cambiando un po' qua e un po' la, si può cambiare tutto...

sabato 19 gennaio 2013

Orate fratres 2/8


Papa: Chiedo con insistenza a Dio 

il dono dell'unità dei cristiani

CITTÀ DEL VATICANO - Venerdì prossimo inizia la Settimana di preghiera per l'unità dei cristiani, che quest'anno ha come tema: 'Quel che il Signore esige da noi', ispirato a un passo del profeta Michea (cfr Mi 6, 6-8). "Invito tutti a pregare, chiedendo con insistenza a Dio il grande dono dell`unità tra tutti i discepoli del Signore", ha detto il Papa a conclusione dell'udienza generale. "La forza inesauribile dello Spirito Santo ci stimoli ad un impegno sincero di ricerca dell'unità, perché possiamo professare tutti insieme che Gesù è il Salvatore del mondo".

http://www.diariodelweb.it/Politica/Articolo/?nid=20130116_277398

OREMUS PRO..L'unità dei cristiani (?) della CIA


Dal Papa un appello per l'unità dei cristiani

Benedetto XVI con Leon Panetta
BENEDETTO XVI CON LEON PANETTA

Nell'udienza generale del mercoledì la catechesi di Benedetto XVI e l'incontro con il segretario della difesa degli Stati Uniti Leon Panetta

C'era anche il segretario alla difesa statunitense, l'italo-americano Leon Panetta, tra i seimila pellegrini che questa mattina hanno affollato l'aula Paolo VI per l'udienza generale di papa Benedetto XVI.


Il contenuto della catechesi è stata riassunta dallo stesso pontefice sul suo account twitter @pontifex, che ha superato nelle 8 lingue i 2 milioni e mezzo di followers: “Se amiamo il nostro prossimo, scopriremo il volto di Cristo nel povero, nel debole, nel malato e nel sofferente”.

Riprendendo il ciclo di lezioni dedicato all'Anno della Fede, papa Ratzinger si è soffermato infatti sul desiderio degli uomini di “vedere il volto di Dio” - un desiderio, ha detto, che accomuna credenti e non, perché “insito in ogni uomo, anche negli atei”: “Abbiamo forse anche inconsapevolmente questo desiderio, ma questo – ha aggiunto il pontefice – si realizza seguendo Cristo”.

Benedetto XVI ha ricordato ai cristiani che quel Dio che, secondo il famoso passo del Vangelo di Giovanni, “nessuno … ha mai visto”, si è rivelato in Gesù. In lui, infatti, “Dio visita il suo popolo, visita l’umanità in un modo che va oltre ogni attesa: manda il suo Figlio Unigenito che si fa uomo. Gesù non ci dice qualcosa di Dio, non parla semplicemente del Padre, ma ci rivela il volto di Dio”.

In questo senso, la novità del Nuovo Testamento è proprio la possibilità di “vedere” Dio “in Gesù Cristo”. Con la sua nascita, ricordata in queste settimane dalla Chiesa nelle celebrazioni del Natale, “la ricerca del volto di Dio riceve una svolta inimmaginabile, perché questo volto si può ora vedere: è quello di Gesù, del Figlio di Dio che si fa uomo”.

Grazie a lui, “vediamo Dio come amico”. Per questo, ha concluso Benedetto XVI, “è importante che seguiamo Cristo non solo quando ne abbiamo bisogno, quando troviamo uno spazio di tempo tra le mille occupazioni quotidiane, ma con la nostra vita. L’intera esistenza deve essere orientata all’incontro con Lui”.

«Appello» del Papa, al termine dell'udienza generale, per chiedere nella preghiera «con insistenza a Dio il grande dono dell'unità» tra i cristiani. «La forza inesauribile dello Spirito Santo - ha auspicato Benedetto XVI - ci stimoli ad un impegno sincero di ricerca dell'unità, perché possiamo professare tutti insieme che Gesù è il salvatore del mondo». La Chiesa celebra da venerdì la settimana di preghiera per l'unità dei cristiani.

Infine Benedetto XVI ha lanciato oggi un nuovo tweet, sintetizzando uno dei passi dell'udienza generale: «Se amiamo il nostro prossimo - ha scritto -, scopriremo il volto di Cristo nel povero, nel debole, nel malato e nel sofferente». L'account Twitter di Benedetto XVI, riferisce la Radio Vaticana, ha superato nelle otto lingue i due milioni e mezzo di followers.

Al termine della udienza generale nell'aula Paolo VI Benedetto XVI e Panetta hanno scambiato alcune battute stringendosi le mani, e prima di congedarlo il Papa ha donato all'esponente della amministrazione americana una scatola come quelle che custodiscono le medaglie del pontificato.

«I rapporti tra Italia e Usa nel settore della difesa sono duraturi e molto profondi» e «io sono molto grato all'Italia per il forte supporto fornito alle truppe che sono di base» nella penisola. È quanto aveva sottolineato, secondo quanto riferito dall'ambasciata Usa a Roma sul suo sito, il segretario della Difesa americano Leon Panetta arrivando a Roma, dove, tra gli altri, incontrerà il presidente Giorgio Napolitano e il premier Mario Monti.

Sottolineando «l'estrema importanza» delle basi Usa in Italia «per i nostri sforzi nella regione» Panetta, parlando con i cronisti che viaggiavano con lui, ha spiegato come queste «migliorino la sicurezza collettiva dell'alleanza e siano essenziali per la nostra capacità di risposta a qualsiasi crisi nella regione». Il segretario americano ha quindi ricordato come l'Italia sia anche «un forte» partner nell'ambito della missione Isaf in Afghanistan, dove i militari italiani «hanno avuto un ruolo molto importante nella transizione in corso».
ALESSANDRO SPECIALECITTÀ DEL VATICANO
  

http://vaticaninsider.lastampa.it/vaticano/dettaglio-articolo/articolo/21405/

Leon Panetta, Secretario de Defensa de EE.UU, Visita al Papa para despedirse
http://it.gloria.tv/?media=386139

Guantánamo per sempre?

Guantanamo
GUANTANAMO

Nonostante le promesse di Obama, la prigione più famosa del mondo è ancora aperta. L'inchiesta di "Popoli", la rivista missionaria dei padri gesuiti


Il 20 gennaio 2009 Barack Obama iniziò la sua presidenza in modo coraggioso. Nel suo discorso di insediamento dichiarò: «Noi rifiutiamo in quanto falsa la scelta tra la nostra sicurezza e i nostri ideali». Nel secondo giorno del suo mandato, diede seguito all’impegno firmando un decreto per chiudere Guantánamo entro un anno. Quattro anni dopo, mentre Obama si appresta a iniziare il suo secondo mandato, il penitenziario resta aperto, continua la carcerazione preventiva a tempo indeterminato e i prigionieri vengono processati da commissioni militari, non da tribunali federali civili.

In un articolo pubblicato sul numero di gennaio, Popoli spiega che cosa ha determinato una tale inversione di rotta e perché la prigione più famosa del mondo rischia di diventare un simbolo permanente dell’America.
Al di là dei problemi legati alle strumentalizzazioni da parte dei repubblicani e alle limitazioni poste dal Congresso, il fallimento di Obama su Guantánamo in realtà sembra essere il sintomo di un problema più ampio, che riguarda il sistema carcerario negli Usa.

«Se gli americani approvano pratiche crudeli in casa propria - scrive l'autore del reportage, il gesuita statunitense Luke Hansen -, non sorprende che ci siano indifferenza o totale sostegno a mantenere aperta Guantánamo. Perché gli americani dovrebbero interessarsi ai diritti umani di poche centinaia di persone accusate di terrorismo e ritratte (spesso erroneamente) come tuttora pericolose per la sicurezza nazionale?»

Poco prima di essere rieletto per la seconda volta, Obama ha di nuovo dichiarato di voler chiudere il penitenziario e la posta in gioco è ora altissima. Se la «guerra al terrore» continuerà e la prigione di Guantánamo rimarrà aperta, è probabile che la guerra e la prigione diventeranno componenti permanenti della politica estera americana.

REDAZIONEROMA

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