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sabato 2 febbraio 2013

Il ruggito dei conigli


«I lefebvriani sono sospesi a divinis, non possono celebrare nelle chiese cattoliche»

Il vescovo di Losanna-Ginevra-Friburgo,  Charles Morerod
IL VESCOVO DI LOSANNA-GINEVRA-FRIBURGO, CHARLES MOREROD

Charles Morerod, vescovo di Losanna, Ginevra e Friburgo firma un decreto che vieta ai preti della Fraternità l'uso delle cappelle nella sua diocesi. Uso concesso alle altre confessioni cristiane 

La sua è una presa di posizione significativa e indicativa: il vescovo di Losanna-Ginevra-Friburgo  Charles Morerod - teologo domenicano, già rettore dell'Angelicum e segretario della Commissione teologica internazionale nonché membro della delegazione della Congregazione per la dottrina della fede nei dialoghi con la Fraternità San Pio X - ha pubblicato un decreto vietando ai preti lefebvriani di celebrare la messa nelle chiese e nelle cappelle della sua diocesi. E ha ribadito che i preti della Fraternità sono sospesi «a divinis».

  http://vaticaninsider.lastampa.it/nel-mondo/dettaglio-articolo/articolo/lefebvriani-lefebvrianslefebvrianos-21883/Il documento, firmato lo scorso 20 gennaio, riguarda «l'ammissione delle altre religioni, confessioni o gruppi religiosi, come pure della Fraternità San Pio X e dei "teologi indipendenti" nelle chiese e nelle cappelle romano cattoliche». Monsignor Morerod, un prelato che Ratzinger conosce bene, nel documento spiega che le comunità appartenenti a religioni non cristiane otterranno una risposta negativa se chiedono l'uso di una chiesa cattolica. Per quanto riguarda invece le comunità e confessioni cristiane, sulla base del «Direttorio per l'applicazione dei principi e delle norme sull'ecumenismo» del 1993, il vescovo spiega che il permesso può essere accordato «per ragioni di necessità pastorale». «Se questa necessità pastorale si presenta, le chiese e le cappelle possono essere messe a disposizione solo per comunità di fede cattolico-cristiana, evangelico-riformata, ortodossa e anglicana».
  
I sacerdoti della Fraternità San Pio X, secondo quanto si legge nel decreto, non rientrano in queste categorie. Morerod infatti dedica tre brevi paragrafi ai lefebvriani, ricordando innanzitutto che la scomunica comminata dalla Santa Sede a Lefebvre e ai vescovi da lui ordinati nel 1988 «è stata tolta per decreto della Congregazione dei vescovi il 21 gennaio 2009». Quindi cita un passo della lettera del 10 marzo 2009 inviata da Benedetto XVI ai vescovi di tutto il mondo dopo la bufera del caso Williamson: «Il fatto che la Fraternità San Pio X non possieda una posizione canonica nella Chiesa, non si basa in fin dei conti su ragioni disciplinari ma dottrinali. Finché la Fraternità non ha una posizione canonica nella Chiesa, anche i suoi ministri non esercitano ministeri legittimi nella Chiesa». Morerod ribadisce dunque l'esistenza della sospensione «a divinis», cioè del divieto di celebrare. «Per queste ragioni - conclude il vescovo svizzero - è vietato ai preti della Fraternità sacerdotale San Pio X l'uso delle chiese e delle cappelle cattoliche per qualsiasi servizio sacerdotale e in particolare per l'amministrazione dei sacramenti».
 ANDREA TORNIELLI
CITTÀ DEL VATICANO


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