Dalla finanza alla sanità: le manovre di Bertone, vero potere nel papato Ratzinger
L'ultimo caso è quello dello Ior, ma ci sono anche le scelte per l'Idi e il tentativo di salvare il San Raffaele. Dal 28 febbraio, lasciato il ruolo di "premier del Papa", il cardinale piemontese si occuperà soltanto degli affari ordinari del Vaticano nella sua veste di camerlengo di Santa Romana Chiesa. Da quando è arrivato a Roma, sette anni fa, c'è stato un inedito duumvirato. Mentre Benedetto XVI si dedicava principalmente ai suoi libri e ai suoi studi teologici, il suo Segretario di Stato sfornava vescovi e cardinali a lui fedelissimi e si occupava della finanza vaticana e della sanità
Una poltrona per due. Alle ore 20 del 28 febbraio non finirà soltanto il pontificato di Benedetto XVI, ma anche il governo di Tarcisio Bertone. Con l’inizio della Sede Vacante, infatti, decadono automaticamente tutti i capi dicastero della Curia romana. E il porporato salesiano, Segretario di Stato di Ratzinger dal 2006 fino alla fine del breve regno, lasciato il ruolo di “premier del Papa”, si occuperà soltanto degli affari ordinari del Vaticano nella sua veste di camerlengo di Santa Romana Chiesa. Da quando il cardinale piemontese è arrivato a Roma, sette anni fa, c’è stato un inedito duumvirato Ratzinger-Bertone. Mentre Benedetto XVI si dedicava principalmente ai suoi libri e ai suoi studi teologici, il suo Segretario di Stato sfornava vescovi e cardinali a lui fedelissimi e si occupava della finanza vaticana e della sanità. Negli anni del regno di Ratzinger la sigla SDB (Società Salesiana di San Giovanni Bosco) ha assunto un nuovo significato: siamo di Bertone. Numerosissimi i vescovi salesiani nominati da Benedetto XVI, alcuni dei quali creati rapidamente cardinali dallo stesso Pontefice. È il caso di Angelo Amato, raccomandato proprio da Bertone a Ratzinger, alla fine del 2002 con Karol Wojtyla ancora regnante, come suo successore alla Congregazione per la Dottrina Fede.
Bertone era stato promosso alla guida dell’Arcidiocesi di Genova, sede cardinalizia, per poter ricevere la berretta rossa prima che il cuore del Pontefice polacco smettesse di battere, così da permettergli di entrare in conclave. E Amato prese il suo posto come numero due del dicastero guidato dal 1981 da Ratzinger. Tra i cardinali salesiani voluti da Bertone c’è anche Raffaele Farina, ordinato vescovo dal Segretario di Stato nel 2006, appena arrivato da Genova a Roma, e un anno dopo insignito della dignità cardinalizia. Tra i fedelissimi del premier del Papa ci sono anche due porporati non appartenenti al suo ordine religioso e che grazie a lui hanno fatto una carriera rapidissima: Giuseppe Versaldi e Domenico Calcagno. Non a caso entrambi sono stati sistemati da Bertone nei posti chiave della finanza vaticana anche in questi ultimi giorni prima dell’inizio della Sede Vacante. Calcagno nel 2002 viene nominato da Giovanni Paolo II vescovo di Savona-Noli e da qui inizia una carriera strepitosa. Nel 2007 Benedetto XVI lo chiama a Roma come segretario dell’Amministrazione del patrimonio della Sede Apostolica (Apsa) e, quattro anni dopo, subentra al cardinale Attilio Nicora, dal 2011 presidente dell’Autorità di Informazione Finanziaria della Santa Sede (Aif).
Nel febbraio 2012, grazie alla fondamentale insistenza di Bertone, il suo nome viene inserito tra i nuovi cardinali del penultimo concistoro di Ratzinger insieme a quello di Versaldi. Vicario generale dell’allora vescovo di Vercelli monsignor Tarcisio Bertone, Versaldi deve attendere che il suo ex superiore diventi Segretario di Stato per vedersi ricompensato della sua fedeltà prima con la nomina episcopale e l’incarico di guidare la diocesi di Alessandria. E poi, nel 2011, sfumata la nomina alla sede cardinalizia di Torino, soffiatagli da un uomo dell’ex presidente della Cei Camillo Ruini, Cesare Nosiglia, con l’incarico prestigioso di presidente della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede e quindi con la porpora nel concistoro del febbraio 2012. Nosiglia, invece, nominato un anno prima di Calcagno alla guida dell’arcidiocesi di Torino non è ancora cardinale e ha saltato ben tre concistori, caso più unico che raro.
Sbarrando la strada alla porpora di molti uomini legati a Ruini, Bertone ha evitato che il numero di voti controllati dall’ex presidente della Cei nel prossimo conclave, che non poco si era speso con Benedetto XVI per il pensionamento del suo Segretario di Stato, ritenuto a dir poco inadeguato, fosse assai contenuto. Evidentemente il porporato salesiano, anche per l’età avanzata del Papa, ha sempre pensato di consolidare il suo ruolo di potere e la sua influenza anche oltre la fine del pontificato di Ratzinger. Negli ultimi giorni di regno, Bertone ha fatto rinnovare per un quinquennio a Benedetto XVI la Commissione Cardinalizia di Vigilanza dell’Istituto per le Opere di Religione (Ior), di cui il porporato salesiano è presidente, facendo subentrare al posto di Nicora il fedelissimo Calcagno. Secondo fonti vaticane l’intenzione del Segretario di Stato era quella di far sostituire anche un altro membro, il cardinale Jean-Louis Tauran, presidente del Pontificio Consiglio per il Dialogo Interreligioso, molto stimato nella Curia romana, con il fidato Versaldi. Sfumata questa nomina, Bertone non si è perso d’animo e ha fatto scegliere al Papa il suo ex vicario di Vercelli divenuto cardinale come delegato pontificio della Congregazione dei Figli dell’Immacolata Concezione. “In tale veste – recita un comunicato vaticano – il cardinale Versaldi avrà il compito di guidare l’istituto religioso e di indirizzare le strutture sanitarie da esso gestite verso un possibile risanamento economico, escludendo tuttavia una partecipazione della Santa Sede in tali opere”. Il riferimento è all’Istituto Dermopatico dell’Immacolata (Idi) da mesi sull’orlo del fallimento. La sanità, infatti, è un tema che ha sempre attirato il Segretario di Stato di Sua Santità. Non pochi mesi fa era andato in fumo il tentativo dei suoi uomini di salvare il San Raffaele di don Luigi Verzè. Gli era andato meglio con l’ospedale di padre Pio a San Giovanni Rotondo, dove Bertone ha sistemato un uomo a lui vicino, Domenico Francesco Crupi, alla direzione generale.
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